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Confessione Arrogante di Inkyung Noh
Studio Akka presenta la prima mostra personale di Inkyung Noh, giovane artista coreana di Seoul. Confessione Arrogante, storia di un’equilibrista ed una scatola nera, è un percorso narrativo e visuale che diventa metafora del ruolo dell’artista. Saranno esposte le opere su tela, disegni e multipli.
Comunicato stampa
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Le opere di Inkyung Noh tracciano, con delicata intensità, un percorso narrativo e visuale che diventa metafora del ruolo dell’artista rispetto al pubblico: su un fondo monocromo, rosa o nero, si dipana tela dopo tela la storia di un equilibrista che, acclamato da tutti, decide di scendere sulla terra per cercare di conquistarsi i favori e i plausi dell’unico spettatore che non si cura delle sue prodezze: una scatola nera.
Le opere ci invitano a rintracciare il filo del racconto, sospeso e misterioso come quello su cui si compie il tragitto dell’equilibrista: non comprendiamo immediatamente cosa stia accadendo, mentre davanti ai nostri occhi si stagliano figure dai tratti lievi e al contempo definiti.
L’equilibrista, la scatola nera, i tetti rossi delle case, la tavola imbandita, gli altri piccoli personaggi che partecipano al lillipuziano mondo di Inkyung Noh sono collocati alla base dell’opera, oppure disposti ai suoi angoli, o ancora stanno correndo su uno dei lati verticali della tela: a venire stravolta è anche la nostra visione prospettica centrale, educata nei secoli all’equilibrio e alla relazione tra le parti che compongono il tutto.
Con una levità carica di ironia malinconica, Inkyung Noh riesce così a mettere in scena le eterne relazioni tra pubblico e artista, opera e interpretazione, arte e critica; ma anche a raccontare l’antico dilemma dell’artista che necessita della fama e dell’approvazione altrui, invitando lo spettatore ad un dialogo potenzialmente inesauribile.
Alla fascinazione del tema espositivo e alla raffinatissima qualità del linguaggio di Inkyung Noh, si unisce anche l’importanza, per il pubblico italiano e occidentale, di confrontarsi finalmente con percorsi estetici ancora in larga parte sconosciuti e forieri di nuove prospettive e confronti, assolutamente necessari, oggi, di fronte a una realtà sempre più caratte- rizzata da un melange di culture e linguaggi purtroppo spesso solo geograficamente vicini o intrecciati.
Anche di questa necessità il lavoro di Inkyung Noh si fa portavoce – l’artista peraltro ha recentemente confrontato la propria cultura con la nostra, trasferendosi a Milano e diplomandosi all’Accademia di Belle Arti di Brera – individuando nell’equilibrista e nella scatola nera le due diverse visioni dell’arte destinate, prima o poi, a dialogare: un incontro affascinante quanto enigmatico, sottile come il filo sul quale l’equilibrista-artista tesse ogni giorno il filo della sua ricerca, sfidando l’ignoto. - Ilaria Bignotti
Le opere ci invitano a rintracciare il filo del racconto, sospeso e misterioso come quello su cui si compie il tragitto dell’equilibrista: non comprendiamo immediatamente cosa stia accadendo, mentre davanti ai nostri occhi si stagliano figure dai tratti lievi e al contempo definiti.
L’equilibrista, la scatola nera, i tetti rossi delle case, la tavola imbandita, gli altri piccoli personaggi che partecipano al lillipuziano mondo di Inkyung Noh sono collocati alla base dell’opera, oppure disposti ai suoi angoli, o ancora stanno correndo su uno dei lati verticali della tela: a venire stravolta è anche la nostra visione prospettica centrale, educata nei secoli all’equilibrio e alla relazione tra le parti che compongono il tutto.
Con una levità carica di ironia malinconica, Inkyung Noh riesce così a mettere in scena le eterne relazioni tra pubblico e artista, opera e interpretazione, arte e critica; ma anche a raccontare l’antico dilemma dell’artista che necessita della fama e dell’approvazione altrui, invitando lo spettatore ad un dialogo potenzialmente inesauribile.
Alla fascinazione del tema espositivo e alla raffinatissima qualità del linguaggio di Inkyung Noh, si unisce anche l’importanza, per il pubblico italiano e occidentale, di confrontarsi finalmente con percorsi estetici ancora in larga parte sconosciuti e forieri di nuove prospettive e confronti, assolutamente necessari, oggi, di fronte a una realtà sempre più caratte- rizzata da un melange di culture e linguaggi purtroppo spesso solo geograficamente vicini o intrecciati.
Anche di questa necessità il lavoro di Inkyung Noh si fa portavoce – l’artista peraltro ha recentemente confrontato la propria cultura con la nostra, trasferendosi a Milano e diplomandosi all’Accademia di Belle Arti di Brera – individuando nell’equilibrista e nella scatola nera le due diverse visioni dell’arte destinate, prima o poi, a dialogare: un incontro affascinante quanto enigmatico, sottile come il filo sul quale l’equilibrista-artista tesse ogni giorno il filo della sua ricerca, sfidando l’ignoto. - Ilaria Bignotti
12
giugno 2012
Confessione Arrogante di Inkyung Noh
Dal 12 giugno al 13 luglio 2012
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
STUDIO AKKA
Milano, Via Pietro Custodi, 8, (Milano)
Milano, Via Pietro Custodi, 8, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15 - 19, mattina su appuntamento
Vernissage
12 Giugno 2012, ore 18.30
Autore
Curatore