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Confini
Ventiquattro artisti divisi per generazioni
Comunicato stampa
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L’ex cementificio S.i.c.l.i. di Gambettola (FC), dismesso nel 1989, ora centro artigianale “La Fabbrica”, è stato recuperato su iniziativa e progetto del designer Angelo Grassi. Con la mostra Confini che inaugura alle ore 15,30 del 15 ottobre Grassi apre al pubblico i suoi 6 mila metri quadrati di spazi industriali ridisegnati a fini produttivi e culturali. Nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente.
Confini è il titolo della collettiva, curata da Angelo Grassi in collaborazione con l’Associazione Openstudio di Faenza, che si svolgerà a partire dalle ore 15,30 del 15 ottobre fino al 30 ottobre 2005 nelle vecchie sale utilizzate per insaccare calce e cemento.
Ventiquattro artisti divisi per generazioni. Al piano superiore nella Sala dei Sacchi la nuova generazione (Oscar Dominguez, Massimiliano Fabbri, Heriz, Ana Hillar, Elisa Pavan, Patrizia Piccino, Mauro Santini, Stefano Tedioli) nella Galleria delle Colonne, al piano inferiore, quella precedente (Antonio Biancalani, Eros Bonamini, Maria Pia Campagna, Fabio Castellani, Roberto Zuccaro, Franco Daga, Guido Raffagli, Giorgio Laveri, Giovanni Lombardini, Vittorio Presepi, Matteo Pugliese, Tetsuro Shimizu, Vanni Spazzoli, Michele Taricco, Kenji Takahashi).
Il recupero dell’ex cementificio S.i.c.l.i.. costruito nel 1910 e chiuso nel 1989 per problemi logistici ed ambientali, è un originale progetto di recupero di archeologia industriale dove gli ambienti e le vecchie macchine arrugginite sono in alcuni casi stati conservati tali quali, in altri casi riutilizzati. In questo modo i camini sono diventati stufe a legna e gli antichi sili, ancora incrostati dalla polvere di cemento, sale espositive.
“L’intento è stato quello – spiega Angelo Grassi - di restituire l’attività produttiva ad un’area dismessa dalle forti potenzialità secondo il principio del riuso dei materiali, degli spazi e dell’ecosostenibilità.
L’ex complesso industriale comprende un’area di 16mila metri quadrati di cui 7000 coperti.
I vecchi depositi delle materie prime, sono stati restaurati e venduti a 16 attività artigianali. Mentre il piano terra del corpo centrale, è occupato dai laboratori, dalle attività di progettazione di allestimenti e scenografie dello Studio Grassi.
Il primo piano, comprende un laboratorio scenico teatrale e un’aula magna adibita a corsi per la formazione professionale di artigiani e mestieri.
Gli spazi dove venivano insaccati la calce e il cemento sono invece stati trasformati in sale espositive.
Dove un tempo i macchinari impastavano le materie prime per la fabbricazione del cemento, nel punto più alto dell’edificio, è stato ricavato lo spazio per il dopo lavoro.
Il tetto è stato adibito ad osservatorio. Il cortile, un tempo solo cemento, ora comprende tre grandi aiuole con circa 70 alberi. Il tutto assecondando il progetto di riqualificazione urbana di un paese che possiede meno di un metro quadrato di verde per abitante.
In occasione dell’inaugurazione sarà possibile visitare l’intero edificio.
Confini è il titolo della collettiva, curata da Angelo Grassi in collaborazione con l’Associazione Openstudio di Faenza, che si svolgerà a partire dalle ore 15,30 del 15 ottobre fino al 30 ottobre 2005 nelle vecchie sale utilizzate per insaccare calce e cemento.
Ventiquattro artisti divisi per generazioni. Al piano superiore nella Sala dei Sacchi la nuova generazione (Oscar Dominguez, Massimiliano Fabbri, Heriz, Ana Hillar, Elisa Pavan, Patrizia Piccino, Mauro Santini, Stefano Tedioli) nella Galleria delle Colonne, al piano inferiore, quella precedente (Antonio Biancalani, Eros Bonamini, Maria Pia Campagna, Fabio Castellani, Roberto Zuccaro, Franco Daga, Guido Raffagli, Giorgio Laveri, Giovanni Lombardini, Vittorio Presepi, Matteo Pugliese, Tetsuro Shimizu, Vanni Spazzoli, Michele Taricco, Kenji Takahashi).
Il recupero dell’ex cementificio S.i.c.l.i.. costruito nel 1910 e chiuso nel 1989 per problemi logistici ed ambientali, è un originale progetto di recupero di archeologia industriale dove gli ambienti e le vecchie macchine arrugginite sono in alcuni casi stati conservati tali quali, in altri casi riutilizzati. In questo modo i camini sono diventati stufe a legna e gli antichi sili, ancora incrostati dalla polvere di cemento, sale espositive.
“L’intento è stato quello – spiega Angelo Grassi - di restituire l’attività produttiva ad un’area dismessa dalle forti potenzialità secondo il principio del riuso dei materiali, degli spazi e dell’ecosostenibilità.
L’ex complesso industriale comprende un’area di 16mila metri quadrati di cui 7000 coperti.
I vecchi depositi delle materie prime, sono stati restaurati e venduti a 16 attività artigianali. Mentre il piano terra del corpo centrale, è occupato dai laboratori, dalle attività di progettazione di allestimenti e scenografie dello Studio Grassi.
Il primo piano, comprende un laboratorio scenico teatrale e un’aula magna adibita a corsi per la formazione professionale di artigiani e mestieri.
Gli spazi dove venivano insaccati la calce e il cemento sono invece stati trasformati in sale espositive.
Dove un tempo i macchinari impastavano le materie prime per la fabbricazione del cemento, nel punto più alto dell’edificio, è stato ricavato lo spazio per il dopo lavoro.
Il tetto è stato adibito ad osservatorio. Il cortile, un tempo solo cemento, ora comprende tre grandi aiuole con circa 70 alberi. Il tutto assecondando il progetto di riqualificazione urbana di un paese che possiede meno di un metro quadrato di verde per abitante.
In occasione dell’inaugurazione sarà possibile visitare l’intero edificio.
15
ottobre 2005
Confini
Dal 15 al 30 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
FABBRICA
Gambettola, Viale Giosuè Carducci, 119, (Forlì-cesena)
Gambettola, Viale Giosuè Carducci, 119, (Forlì-cesena)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 16-20; sabato e domenica 15-20
Vernissage
15 Ottobre 2005, ore 15.30
Autore
Curatore