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Confini sensibili
La ricerca condotta dalle curatrici per svelare al pubblico il lavoro delle tre artiste pone l’attenzione sull’apparato percettivo e cognitivo dell’organismo umano di fronte al grande sviluppo delle nuove tecnologie
Comunicato stampa
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Entra nel vivo, a partire dal mese di novembre sino al prossimo dicembre, con la sua seconda tranche, scandita da un fitto carnet di mostre dedicate a giovani artisti che esporranno nelle principali gallerie d’arte veneziane, l’evento ACCADE 2008 – MUTAZIONE CONTEMPORANEA.
Il progetto, organizzato dall’Associazione Culturale Attivarte in collaborazione con Fondazione Bevilacqua La Masa, Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Pace del Comune di Venezia, GAI - Archivio Giovani Artisti Italiani del Comune di Venezia, Galleria A+A - Centro Espositivo Pubblico Sloveno, Galleria Contemporaneo e Accademia di Belle Arti di Venezia, intende affiancare ad un’attività artistica espositiva, una produttiva.
Il progetto vuole essere luogo di produzione, per artisti soprattutto giovani, provenienti da tutto il Triveneto, in rete con università, accademie e istituzioni pubbliche cittadine, luogo di ricerca e sperimentazione di nuovi linguaggi, in sinergia con il territorio per far emergere non solo le potenzialità creative dei singoli artisti, ma anche quelle risorse materiali ed intellettuali indispensabili per rendere Venezia una realtà aperta in cui lanciare esperienze innovative di ricerca contemporanea.
Il tema scelto per l’edizione 2008 di ACCADE, intorno al quale sono stati concepiti i diversi eventi espositivi che si susseguiranno da novembre, è MUTAZIONE CONTEMPORANEA. L’idea
prende spunto dal pensiero di Walter Benjamin e dalle sue indagini sul mutamento radicale che, a partire già dal XIX secolo, ha investito le modalità di percezione della realtà. Il processo di trasformazione è tuttora in atto per effetto dell’inarrestabile sviluppo delle tecnologie, delle comunicazioni, delle reti telematiche con inevitabili ripercussioni sull’universo contemporaneo. In particolare lo sviluppo del web e la diffusione di strumenti interattivi hanno reso possibile la creazione di un sistema ampio, globale e condiviso, privo di punti di riferimento fissi, in cui prevale una struttura a rete e la possibilità di reperire qualsiasi informazione, e dove l’interrelazione e l’interconnessione di una serie infinita di centri nodali provocano la mancanza di un sistema gerarchico. Velocità e accelerazione, movimento e interattività, complessità e simultaneità sono i principi che regolano l’intero sistema socio-economico modificando le nostre concezioni di tempo e spazio.
Dallo sviluppo di tale tematica trova spazio la mostra, curata da Morena Schiffo in collaborazione con Paola Simeone, dal titolo “CONFINI SENSIBILI” in programma alla galleria Arte Daniele Luchetta a Dorsoduro, 869 – Venezia dal 8 al 16 novembre p.v. e che vede protagoniste tre giovani artiste: Alice Brunello, Elisa Piccin e Corinne Zanette.
La ricerca condotta dalle curatrici per svelare al pubblico il lavoro delle tre artiste pone l’attenzione sull’apparato percettivo e cognitivo dell’organismo umano di fronte al grande sviluppo delle nuove tecnologie, con particolare riguardo al corpo e alle sue modificazioni-trasformazioni, uniche vie di scampo in un ambiente in continua mutazione.
La ricerca di un rapporto più originario con la realtà porta le artiste a sperimentare modalità espressive legate al corpo, alla pelle, al tatto. Il corpo diviene specchio della propria intimità, luogo di appropriazione e conoscenza, passando attraverso la pelle, memoria viva, superficie che comunica direttamente con la profondità dell’essere, spazio di confine dove tutte le informazioni provenienti dall’interno e dall’esterno si scontrano e interagiscono.
Alice Brunello utilizza la fotografia per indagare il confine che unisce e separa l’uomo dal mondo esterno, considerandolo non limite ma apertura dove inizia l’esplorazione. I corpi ripresi sono frammenti da ricomporre e da modellare, seguendo le tracce e i segni sulla pelle. Parti del corpo di diversi individui, già modificate e segnate dal tatuaggio e dal taglio, vengono messe in posa fino a creare un’apparente unità formale che in realtà non è unica ma molteplice. La superficie fotografica diviene mezzo di comunicazione per creare un contatto interno ed esterno all’opera.
Se la superficie sensoriale è continuamente sollecitata da stimoli diversi, diventando luogo di contatto con la più profonda intimità, allo stesso modo viene vissuta come limite e chiusura. Così per Corinne Zanette un corpo imprigionato all’interno di uno spazio non modificabile e non comunicante è un organismo negato: non può vivere, non può respirare. Ma la relazione tra interno ed esterno è recuperata dall’artista attraverso il taglio, il segno, la parola, la comunicazione. Il mettere in relazione diventa l’unica soluzione per uscire da uno stato oppressivo di chiusura. L’artista usa tele di quadri in maniera libera e creativa per inventare spazi di riflessione inediti, luoghi di confine tra l’opera e lo spettatore.
Dalle superfici profonde della pelle e della tela si passa alle superfici leggere e vuote di Elisa Piccin. La superficie qui è un involucro che contiene una forma, che crea elementi, invadendo ed espandendosi nello spazio. Esseri anonimi, fluttuanti, leggeri, metafore dell’umanità contemporanea sono gli elementi prodotti e assemblati dall’artista che creano strane ombre a seconda di come vengono ricomposti nell’ambiente in cui sono collocati. Con spirito giocoso ogni elemento è ritagliato, riempito, cucito e ricomposto in una struttura informe. Le sue sono
presenze assenti che prendono corpo e captano le variazioni e le vibrazioni dell’ambiente. La valenza formale sembra esistere solo come struttura o elemento in relazione agli altri elementi e allo spazio circostante. Gli spazi sensoriali e i campi della percezione umana diventano luoghi di relazione, mondi interni che dialogano con le sollecitazioni esterne.
Il progetto, organizzato dall’Associazione Culturale Attivarte in collaborazione con Fondazione Bevilacqua La Masa, Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Pace del Comune di Venezia, GAI - Archivio Giovani Artisti Italiani del Comune di Venezia, Galleria A+A - Centro Espositivo Pubblico Sloveno, Galleria Contemporaneo e Accademia di Belle Arti di Venezia, intende affiancare ad un’attività artistica espositiva, una produttiva.
Il progetto vuole essere luogo di produzione, per artisti soprattutto giovani, provenienti da tutto il Triveneto, in rete con università, accademie e istituzioni pubbliche cittadine, luogo di ricerca e sperimentazione di nuovi linguaggi, in sinergia con il territorio per far emergere non solo le potenzialità creative dei singoli artisti, ma anche quelle risorse materiali ed intellettuali indispensabili per rendere Venezia una realtà aperta in cui lanciare esperienze innovative di ricerca contemporanea.
Il tema scelto per l’edizione 2008 di ACCADE, intorno al quale sono stati concepiti i diversi eventi espositivi che si susseguiranno da novembre, è MUTAZIONE CONTEMPORANEA. L’idea
prende spunto dal pensiero di Walter Benjamin e dalle sue indagini sul mutamento radicale che, a partire già dal XIX secolo, ha investito le modalità di percezione della realtà. Il processo di trasformazione è tuttora in atto per effetto dell’inarrestabile sviluppo delle tecnologie, delle comunicazioni, delle reti telematiche con inevitabili ripercussioni sull’universo contemporaneo. In particolare lo sviluppo del web e la diffusione di strumenti interattivi hanno reso possibile la creazione di un sistema ampio, globale e condiviso, privo di punti di riferimento fissi, in cui prevale una struttura a rete e la possibilità di reperire qualsiasi informazione, e dove l’interrelazione e l’interconnessione di una serie infinita di centri nodali provocano la mancanza di un sistema gerarchico. Velocità e accelerazione, movimento e interattività, complessità e simultaneità sono i principi che regolano l’intero sistema socio-economico modificando le nostre concezioni di tempo e spazio.
Dallo sviluppo di tale tematica trova spazio la mostra, curata da Morena Schiffo in collaborazione con Paola Simeone, dal titolo “CONFINI SENSIBILI” in programma alla galleria Arte Daniele Luchetta a Dorsoduro, 869 – Venezia dal 8 al 16 novembre p.v. e che vede protagoniste tre giovani artiste: Alice Brunello, Elisa Piccin e Corinne Zanette.
La ricerca condotta dalle curatrici per svelare al pubblico il lavoro delle tre artiste pone l’attenzione sull’apparato percettivo e cognitivo dell’organismo umano di fronte al grande sviluppo delle nuove tecnologie, con particolare riguardo al corpo e alle sue modificazioni-trasformazioni, uniche vie di scampo in un ambiente in continua mutazione.
La ricerca di un rapporto più originario con la realtà porta le artiste a sperimentare modalità espressive legate al corpo, alla pelle, al tatto. Il corpo diviene specchio della propria intimità, luogo di appropriazione e conoscenza, passando attraverso la pelle, memoria viva, superficie che comunica direttamente con la profondità dell’essere, spazio di confine dove tutte le informazioni provenienti dall’interno e dall’esterno si scontrano e interagiscono.
Alice Brunello utilizza la fotografia per indagare il confine che unisce e separa l’uomo dal mondo esterno, considerandolo non limite ma apertura dove inizia l’esplorazione. I corpi ripresi sono frammenti da ricomporre e da modellare, seguendo le tracce e i segni sulla pelle. Parti del corpo di diversi individui, già modificate e segnate dal tatuaggio e dal taglio, vengono messe in posa fino a creare un’apparente unità formale che in realtà non è unica ma molteplice. La superficie fotografica diviene mezzo di comunicazione per creare un contatto interno ed esterno all’opera.
Se la superficie sensoriale è continuamente sollecitata da stimoli diversi, diventando luogo di contatto con la più profonda intimità, allo stesso modo viene vissuta come limite e chiusura. Così per Corinne Zanette un corpo imprigionato all’interno di uno spazio non modificabile e non comunicante è un organismo negato: non può vivere, non può respirare. Ma la relazione tra interno ed esterno è recuperata dall’artista attraverso il taglio, il segno, la parola, la comunicazione. Il mettere in relazione diventa l’unica soluzione per uscire da uno stato oppressivo di chiusura. L’artista usa tele di quadri in maniera libera e creativa per inventare spazi di riflessione inediti, luoghi di confine tra l’opera e lo spettatore.
Dalle superfici profonde della pelle e della tela si passa alle superfici leggere e vuote di Elisa Piccin. La superficie qui è un involucro che contiene una forma, che crea elementi, invadendo ed espandendosi nello spazio. Esseri anonimi, fluttuanti, leggeri, metafore dell’umanità contemporanea sono gli elementi prodotti e assemblati dall’artista che creano strane ombre a seconda di come vengono ricomposti nell’ambiente in cui sono collocati. Con spirito giocoso ogni elemento è ritagliato, riempito, cucito e ricomposto in una struttura informe. Le sue sono
presenze assenti che prendono corpo e captano le variazioni e le vibrazioni dell’ambiente. La valenza formale sembra esistere solo come struttura o elemento in relazione agli altri elementi e allo spazio circostante. Gli spazi sensoriali e i campi della percezione umana diventano luoghi di relazione, mondi interni che dialogano con le sollecitazioni esterne.
08
novembre 2008
Confini sensibili
Dall'otto al 16 novembre 2008
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GALLERIA ARTE DANIELE LUCHETTA – DORSODURO
Venezia, Dorsoduro, 869, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 869, (Venezia)
Orario di apertura
lunedì, giovedì, venerdì, sabato, domenica 11-13.30 e 14.30-19, martedì e mercoledì 10.30-13.30 e 14.30-18.30
Vernissage
8 Novembre 2008, ore 18.30
Autore
Curatore