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Constantin Stan Neacsu – Segni
Mostra personale di Constantin Stan Neacsu a cura di Mario Napoli.
Comunicato stampa
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Energia, colore, fibre naturali aggrappate alla tela nell'intenzione di estrarre in volumetria un segno rapido-informale, che è anche nodo centrale di quest'azione pittorica fondata su un pensiero plastico. Ulteriori presupposti non occorrono per inserire l'astrazione definita da Constantin Stan Neacsu in una sorta di bilinguismo espressionista costruito a partire dal gesto, dal colore schizzato a creare masse o altrimenti steso con la logica di campiture mobili, all'interno delle quali è la texture impressa dal pennello a validare enfaticamente il suo stesso passaggio.
Azzardare sull'atto produttivo, saperlo fare con le giuste proporzioni, questo porta con facilità l'artista romeno a bucare l'essenza di un colore saldamente ancorato alla visione bidimensionale. A superare pertanto i limiti costitutivi della pittura. Quelle fibre naturali poco prima citate hanno già assunto un ruolo principale, intrecci di paglia imbevuta di colore che incitano l'action painting di Pollock o del primo Congdon ad essere oggetto del desiderio di una vera aspirazione fisica (opportunamente distanziata dallo Spazialismo), e l'operazione pittorica a spostarsi per gran parte sul piano dell'oggettiva tangibilità, dove nulla è più (o almeno solo) finzione cromatica. In questa ideale cultura visiva sorgono strutture, pareti di percettivo realismo, create unicamente da una manifesta disposizione caso-istintuale nei confronti della materia.
Dall'estroflessione delle masse dipinte alla costituzione di un campo di scoperta ben più ampio, dove “pittorico” è il modo per relazionarsi a qualcosa che può confondere e disorientare, puntellando in maniera piuttosto persistente i rapporti di percezione tra materia volumetrica (realmente esistente) e materia piatta (potenzialmente esistente). Risolvendo, senza sconti, il gap tra concretezza e finzione. (Testo critico a cura di Andrea Rossetti)
Azzardare sull'atto produttivo, saperlo fare con le giuste proporzioni, questo porta con facilità l'artista romeno a bucare l'essenza di un colore saldamente ancorato alla visione bidimensionale. A superare pertanto i limiti costitutivi della pittura. Quelle fibre naturali poco prima citate hanno già assunto un ruolo principale, intrecci di paglia imbevuta di colore che incitano l'action painting di Pollock o del primo Congdon ad essere oggetto del desiderio di una vera aspirazione fisica (opportunamente distanziata dallo Spazialismo), e l'operazione pittorica a spostarsi per gran parte sul piano dell'oggettiva tangibilità, dove nulla è più (o almeno solo) finzione cromatica. In questa ideale cultura visiva sorgono strutture, pareti di percettivo realismo, create unicamente da una manifesta disposizione caso-istintuale nei confronti della materia.
Dall'estroflessione delle masse dipinte alla costituzione di un campo di scoperta ben più ampio, dove “pittorico” è il modo per relazionarsi a qualcosa che può confondere e disorientare, puntellando in maniera piuttosto persistente i rapporti di percezione tra materia volumetrica (realmente esistente) e materia piatta (potenzialmente esistente). Risolvendo, senza sconti, il gap tra concretezza e finzione. (Testo critico a cura di Andrea Rossetti)
21
marzo 2015
Constantin Stan Neacsu – Segni
Dal 21 marzo al primo aprile 2015
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
Da martedì a venerdì ore 9.30-12.30 e 15-19; sabato ore 15-19.
Vernissage
21 Marzo 2015, Ore 17.00.
Autore
Curatore