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Contempor’art
Semplicemente così: una raccolta di immagini, selezionate secondo una direttrice di gusto e coincidenze di pensiero estremamente personali, mostra, come un’altrettanto personale scelta del tutto differente avrebbe potuto fare, una recente riflessione sulla fotografia come opera.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
dal privato al pubblico
la fotografia contemporanea dentro e fuori se stessa
Autori e gallerie che li rappresentano:
Marina Abramovic - Galleria Minini Brescia
Adriano Altamira - www.informatissimafotoguida.com
Balletti e Mercandelli - Galleria Il Ponte Roma
Angelo Barone - Nuovi Strumenti Brescia
Dario Bellini - c/o Careoff Milano
Maurizio Bolognini - Galleria Neon Bologna
Botto & Bruno - Galleria Peola Torino
Maria Magdalena Campos Pons - Galleria Pack Milano
Angelo Candiano - Nuovi Strumenti Brescia
Monica Carocci - Galleria Peola Torino
Armida Gandini - Galleria Fabio Paris Brescia
Robert Gligorov - Galleria Pack Milano
John Hilliard - Galleria Artra Milano
Candida Höfer - Galleria Peola Torino
Roni Horn - Galleria Raffaella Cortese Milano
Izima Kaoru - Galleria Reali Arte Contemporanea Brescia
Philip Lorca di Corcia - Galleria Monica De Cardenas Milano
Marcello Maloberti - Galleria Raffaella Cortese Milano
Ottonella Mocellin- Galleria Lia Rumma Napoli-Milano
Mariko Mori - Raccolta dei Campiani - Brescia
Bruno Muzzolini - Galleria Fabio Paris Brescia
Ousmane Ndiaye Dago - Ken Damy Fine Art Brescia
Pierre et Gilles - Galleria Il Ponte Roma
Carlo Pisa - Fabbrica Eos Milano
George Rousse -Photo & Co. Torino
Thomas Ruff - Galleria Lia Rumma Napoli-Milano
Andres Serrano - Paolo Curti & Annamaria Gambuzzi Milano - Galleria Reali Arte Contemporanea Brescia
Sandy Skoglund - Photo & Co. Torino
Elisa Sighicelli - Galleria Studio G7 Bologna
Beat Streuli - Galleria Massimo Minini Brescia
Daisuche Taghikuchi - Fabbrica Eos Milano
Franco Vaccari - Paolo Curti & Annamaria Gambuzzi Milano
Inez Van Lamsweerde - Galleria Reali Arte Contemporanea Brescia
Silvio Wolf - Fotografia Italiana Milano
La nave dei folli - Gruppo autonomo autogestito
Semplicemente così: una raccolta di immagini, selezionate secondo una direttrice di gusto e coincidenze di pensiero estremamente personali, mostra, come un'altrettanto personale scelta del tutto differente avrebbe potuto fare, una recente riflessione sulla fotografia come opera, a partire dagli anni Novanta, che mette in luce un duplice aspetto, l'uno posto all'interno e l'altro all'esterno dell'opera stessa.
Il primo aspetto è il progetto stesso che l'ha generata, il pensiero che le sta a monte, oppure il disagio che produce l'arte vista come screzio dell'autore col mondo. Quindi l'arte come sintomo a cavallo tra il principio del piacere ed il principio di realtà. Oppure una riflessione del mezzo come strumento in sè che dagli anni Settanta non ha mai cessato di ricercare l' ''oltrefoto''.
La raccolta coinvolge alcuni autori che proprio nel bacino concettuale ed autorappresentativo dei Settanta hanno tratto la loro linfa, in un clima genericamente antioggettuale e quindi anti-pop, i cui recenti lavori a partire dagli anni Novanta trovano una conciliazione col mondo e diventano definitivamente opera proprio perché anch'essi sottoposti al compiuto distacco dal moderno.
Altri che proprio nei primi anni Novanta sono nati autori e quindi hanno partecipato all'abbandono di una condizione prospettica che per secoli ha favorito la percezione evoluzionistica dell'opera d'arte.
Infine esperienze più recenti, scelte per affinità tra quelle che più di altre tengono conto delle contraddizioni intrinseche alla ''Società dello spettacolo'' e tentano la definizione di un dirottamento semantico, necessario per una risituazione prospettica.
Il secondo aspetto è di carattere strutturale ed è definibile con le procedure intrinseche alla lettura del sistema dell'arte. Sistema che ha messo in luce nelle proprie dinamiche interne un percorso dell'opera dall'autore al fruitore in senso unidirezionale attraverso l'azione mediatica e mediale della Galleria, non qui intesa come luogo di commercializzazione ma bensì gestore delle esigenze di veicolazione interne all'opera. Galleria quindi come serbatoio dell'arte il cui operato necessita oggi di una rivalutazione che spazzi via la demonizzazione a cui è stata sottoposta. E' necessario ribadire il suo ruolo nella valorizzazione sociale dell'arte, per sgomberare il campo da equivoci economicisti che sono presenti in un'attuale enfasi a-storica della politica.
Per far ciò servono movimenti di base che dall'interno del sistema dell'arte producano gli strumenti strutturali affinchè i percorsi dal privato al pubblico escano dalle pastoie del consenso, come se negli ultimi dieci anni non fosse cambiato nulla, e si rivolgano al concetto produttivo di opera e non alla sua volgarizzazione di massa.
La scelta nel sistema-galleria tiene anch'essa conto di una triplice distinzione generazionale. La prima è colta nel bacino degli anni Settanta in cui il rapporto autore-opera-galleria era oggetto di una effettiva tensione produttiva ed era funzionale alla dinamica sociale dell'epoca. Le stesse gallerie, viste ora, hanno necessariamente dovuto stemperare un simile rapporto ed hanno fatto scelte differenziate per mantenere un livello adeguato, scelte che hanno favorito la funzione serbatoio e veicolo piuttosto che quella legata all'atto produttivo. In questa logica si prende in considerazione anche il mutamento in atto in una collezione privata che, a partire dagli anni Settanta è stata un punto di riferimento funzionale al sistema assecondandone le spinte dinamiche. La seconda evidenzia la nascita nei primi anni Novanta di gallerie-agenzie che si sono poste come ponte di riferimento verso l'esplosione di produzione extraitaliana. La terza ipotizza una rinnovata funzione di galleria come aggregazione generazionale, unitamente ad un accenno a fenomeni di autonomismo che recentemente stanno sorgendo da più punti.
Dal privato al pubblico nasce così, per dare una giusta collocazione alle opere, per evidenziare la militanza pubblica del sistema privato dell'arte.
Piero Cavellini
la fotografia contemporanea dentro e fuori se stessa
Autori e gallerie che li rappresentano:
Marina Abramovic - Galleria Minini Brescia
Adriano Altamira - www.informatissimafotoguida.com
Balletti e Mercandelli - Galleria Il Ponte Roma
Angelo Barone - Nuovi Strumenti Brescia
Dario Bellini - c/o Careoff Milano
Maurizio Bolognini - Galleria Neon Bologna
Botto & Bruno - Galleria Peola Torino
Maria Magdalena Campos Pons - Galleria Pack Milano
Angelo Candiano - Nuovi Strumenti Brescia
Monica Carocci - Galleria Peola Torino
Armida Gandini - Galleria Fabio Paris Brescia
Robert Gligorov - Galleria Pack Milano
John Hilliard - Galleria Artra Milano
Candida Höfer - Galleria Peola Torino
Roni Horn - Galleria Raffaella Cortese Milano
Izima Kaoru - Galleria Reali Arte Contemporanea Brescia
Philip Lorca di Corcia - Galleria Monica De Cardenas Milano
Marcello Maloberti - Galleria Raffaella Cortese Milano
Ottonella Mocellin- Galleria Lia Rumma Napoli-Milano
Mariko Mori - Raccolta dei Campiani - Brescia
Bruno Muzzolini - Galleria Fabio Paris Brescia
Ousmane Ndiaye Dago - Ken Damy Fine Art Brescia
Pierre et Gilles - Galleria Il Ponte Roma
Carlo Pisa - Fabbrica Eos Milano
George Rousse -Photo & Co. Torino
Thomas Ruff - Galleria Lia Rumma Napoli-Milano
Andres Serrano - Paolo Curti & Annamaria Gambuzzi Milano - Galleria Reali Arte Contemporanea Brescia
Sandy Skoglund - Photo & Co. Torino
Elisa Sighicelli - Galleria Studio G7 Bologna
Beat Streuli - Galleria Massimo Minini Brescia
Daisuche Taghikuchi - Fabbrica Eos Milano
Franco Vaccari - Paolo Curti & Annamaria Gambuzzi Milano
Inez Van Lamsweerde - Galleria Reali Arte Contemporanea Brescia
Silvio Wolf - Fotografia Italiana Milano
La nave dei folli - Gruppo autonomo autogestito
Semplicemente così: una raccolta di immagini, selezionate secondo una direttrice di gusto e coincidenze di pensiero estremamente personali, mostra, come un'altrettanto personale scelta del tutto differente avrebbe potuto fare, una recente riflessione sulla fotografia come opera, a partire dagli anni Novanta, che mette in luce un duplice aspetto, l'uno posto all'interno e l'altro all'esterno dell'opera stessa.
Il primo aspetto è il progetto stesso che l'ha generata, il pensiero che le sta a monte, oppure il disagio che produce l'arte vista come screzio dell'autore col mondo. Quindi l'arte come sintomo a cavallo tra il principio del piacere ed il principio di realtà. Oppure una riflessione del mezzo come strumento in sè che dagli anni Settanta non ha mai cessato di ricercare l' ''oltrefoto''.
La raccolta coinvolge alcuni autori che proprio nel bacino concettuale ed autorappresentativo dei Settanta hanno tratto la loro linfa, in un clima genericamente antioggettuale e quindi anti-pop, i cui recenti lavori a partire dagli anni Novanta trovano una conciliazione col mondo e diventano definitivamente opera proprio perché anch'essi sottoposti al compiuto distacco dal moderno.
Altri che proprio nei primi anni Novanta sono nati autori e quindi hanno partecipato all'abbandono di una condizione prospettica che per secoli ha favorito la percezione evoluzionistica dell'opera d'arte.
Infine esperienze più recenti, scelte per affinità tra quelle che più di altre tengono conto delle contraddizioni intrinseche alla ''Società dello spettacolo'' e tentano la definizione di un dirottamento semantico, necessario per una risituazione prospettica.
Il secondo aspetto è di carattere strutturale ed è definibile con le procedure intrinseche alla lettura del sistema dell'arte. Sistema che ha messo in luce nelle proprie dinamiche interne un percorso dell'opera dall'autore al fruitore in senso unidirezionale attraverso l'azione mediatica e mediale della Galleria, non qui intesa come luogo di commercializzazione ma bensì gestore delle esigenze di veicolazione interne all'opera. Galleria quindi come serbatoio dell'arte il cui operato necessita oggi di una rivalutazione che spazzi via la demonizzazione a cui è stata sottoposta. E' necessario ribadire il suo ruolo nella valorizzazione sociale dell'arte, per sgomberare il campo da equivoci economicisti che sono presenti in un'attuale enfasi a-storica della politica.
Per far ciò servono movimenti di base che dall'interno del sistema dell'arte producano gli strumenti strutturali affinchè i percorsi dal privato al pubblico escano dalle pastoie del consenso, come se negli ultimi dieci anni non fosse cambiato nulla, e si rivolgano al concetto produttivo di opera e non alla sua volgarizzazione di massa.
La scelta nel sistema-galleria tiene anch'essa conto di una triplice distinzione generazionale. La prima è colta nel bacino degli anni Settanta in cui il rapporto autore-opera-galleria era oggetto di una effettiva tensione produttiva ed era funzionale alla dinamica sociale dell'epoca. Le stesse gallerie, viste ora, hanno necessariamente dovuto stemperare un simile rapporto ed hanno fatto scelte differenziate per mantenere un livello adeguato, scelte che hanno favorito la funzione serbatoio e veicolo piuttosto che quella legata all'atto produttivo. In questa logica si prende in considerazione anche il mutamento in atto in una collezione privata che, a partire dagli anni Settanta è stata un punto di riferimento funzionale al sistema assecondandone le spinte dinamiche. La seconda evidenzia la nascita nei primi anni Novanta di gallerie-agenzie che si sono poste come ponte di riferimento verso l'esplosione di produzione extraitaliana. La terza ipotizza una rinnovata funzione di galleria come aggregazione generazionale, unitamente ad un accenno a fenomeni di autonomismo che recentemente stanno sorgendo da più punti.
Dal privato al pubblico nasce così, per dare una giusta collocazione alle opere, per evidenziare la militanza pubblica del sistema privato dell'arte.
Piero Cavellini
11
giugno 2004
Contempor’art
Dall'undici giugno al 05 settembre 2004
fotografia
Location
PALAZZO BONORIS
Brescia, Via Tosio, 8, (Brescia)
Brescia, Via Tosio, 8, (Brescia)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica dalle 15.30 alle 19.30 - lunedì chiuso
Vernissage
11 Giugno 2004, ore 18.0
Curatore