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Contemporary and Future Mediterranean Memories
In occasione della Conferenza Mediterranea dell’OSCE a Palermo On human mobility across the Mediterranean: challenges and opportunities of migration, si inaugura la mostra Contemporary and Future Mediterranean Memories nelle ex Scuderie della Villa Chiaramonte Bordonaro ai Colli.
Comunicato stampa
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In occasione della Conferenza Mediterranea dell'OSCE a Palermo On human mobility across the Mediterranean: challenges and opportunities of migration, si inaugura la mostra Contemporary and Future Mediterranean Memories nelle ex Scuderie della Villa Chiaramonte Bordonaro ai Colli.
La mostra a cura di Paolo Falcone, organizzata dalla Fondazione Sambuca con il Patrocinio del Comune di Palermo - Assessorato alla Cultura, è stata promossa insieme al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ispirandosi ai temi di questa particolare edizione della Conferenza MED-OSCE per testimoniare la grande attenzione che vi dedica la comunità artistica internazionale.
In previsione di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018 il progetto ha anche l’intento di aprire un nuovo spazio espositivo e di dibattito culturale nella Città di Palermo, dove rimarrà allestita a beneficio di un più ampio pubblico fino al 3 dicembre 2017.
Il titolo della mostra prende le mosse da una rilettura del celebre saggio Les Mémoires de la Méditerranée’ dello storico francese Fernand Braudel, dove il Mare Mediterraneo è stato esaminato per la prima volta come un elemento unificante tra diversi Paesi, popolazioni e culture, che anche oggi sono chiamate a dialogare su importanti fenomeni che caratterizzano la storia contemporanea.
Flussi migratori, sincretismi culturali e sensibilità per gli avvenimenti legati agli sviluppi sociali ed economici nell’Area sono quindi tra i principali elementi tracciati nel percorso espositivo di Contemporary and Future Mediterranean memories, attraverso una pluralità di opere, installazioni e moduli espressivi che offrono un’originale narrazione del presente attraverso la prospettiva dell’arte.
Tra gli artisti invitati figurano (in ordine alfabetico): Adel Abdessemed, Allora e Calzadilla, Mounira Al Solh, Rossella Biscotti, Gea Casolaro, Peter Fend, Isaac Julien, Michelangelo Pistoletto, Khalil Rabah, Walid Raad, Tomas Saraceno.
La mostra inaugura già da questo anno CBContemporary, Chiaramonte Bordonaro Arte Contemporanea nelle ex Scuderie della Villa Chiaramonte Bordonaro ai Colli, una galleria dedicata a progetti speciali legati alle culture contemporanee.
La mostra sottolinea la sensibilità degli artisti contemporanei rispetto alle sfide emergenti nell’Area del Mediterraneo - come anche nel più ampio scenario globale - reinterpretandole secondo originali codici espressivi ed estetici, che spesso caratterizzano il loro lavoro. Un percorso che, attraverso l’interazione tra diverse voci ed espressioni artistiche, testimonia l’attenzione di tutta la società civile nei confronti delle dinamiche dell’Area.
Non a caso, l’esposizione prende le mosse dall’opera “Love difference” di Michelangelo Pistoletto, un tavolo specchiante a forma di mare Mediterraneo, costellato da sedute simboliche: una per ogni Paese che si affaccia su questo mare. L’opera, che oggi è esposta anche nella Collezione della Farnesina, è infatti metafora della necessità di dialogo tra diverse popolazioni e culture che vivono sulle due sponde del Mediterraneo, incitando a sviluppare soluzioni e prospettive comuni, nel rispetto della diversità.
La scultura degli artisti Allora e Calzadilla (noti anche per avere rappresentato gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia del 2011) presenta invece una campana realizzata in ottone, dove è stata incisa la frase con lo stesso titolo dell'opera: Rights of Man Bell (Un-Tuned). Infatti, il difetto che caratterizza il sonoro di questa campana, con un batacchio volutamente distorto per non risultare sintonizzata, intende ricordare, ad ogni ritocco, le ripetute violazioni dei diritti umani. Nel 2003, l’opera è stata realizzata a Parigi per il museo del Couvent des Cordeliers, lo storico edificio legato alla Società degli amici dei diritti dell'uomo e del cittadino durante la rivoluzione francese.
L’opera del celebre artista britannico Isaac Julien espone - tra i suoi elementi narrativi - il dramma legato ai fenomeni migratori via mare. La serie Western Union: Small boat, realizzata nel 2007 e già esposta al MoMA di New York e alla Royal Academy of Arts di Londra, richiama il cimitero di barche usate per il traffico di migranti che approdano sull’isola di Lampedusa, dopo lunghi e pericolosi viaggi da una sponda all’altra del Mediterraneo. L’opera fotografica che, a distanza di dieci anni dalla sua realizzazione, viene ripresentata nella mostra di Villa Bordonaro di Palermo, intende testimoniare come le tragedie legate ai fenomeni migratori sono ancor oggi un problema che continua a preoccupare la società contemporanea.
L’istallazione intitolata My neck is thinner than a hair: Engines realizzata dall’artista Walid Raad, con il suo Atlas Group, emerge da un lavoro di riflessione e ricerca sui duri anni della guerra civile in Libano. Un’opera fortemente poetica, nella quale i tempi di crisi, seppur rappresentati nella loro crudezza, sono narrati attraverso testi di fantasia e immaginazione che privilegiano il linguaggio dell’Arte. Un lavoro, già affrontato in modo organico nella retrospettiva dell’artista al MoMA di New York, che riflette un laborioso processo di consapevolezza sulle conseguenze della guerra e, soprattutto, sulle profonde ferite ‘spirituali’ che possono affliggere le popolazioni vittime dei conflitti.
Attraverso l’arazzo intitolato A la santè, l’artista di origine mediorientale Mounira Al Solh presenta un lavoro già concepito per la Biennale di Venezia del 2015, nel quale la tessitura assurge a simbolo di ‘memoria’ e ‘ricostruzione’, con particolare riferimento ai Paesi dell’area mediterranea. Attraverso questo progetto l’artista ci racconta le esperienze dei suoi familiari in Siria e in Libano, a partire dalla prima guerra mondiale, fino ai movimenti rivoluzionari pan-arabi degli anni '50 e '60. In particolare, con il ricorso a originali segni e parole intessuti nella composizione, l’arazzo rappresenta una memoria storica, nella quale la stessa ironia e immaginazione dell’artista giocano un importante ruolo chiave.
L’artista Khalil Rabah è invece presente in mostra con un lavoro intitolato After 12 years, realizzato nel 2008. L’installazione di una teca di vetro, che racchiude una serie di piccoli alberi di ulivo - la pianta che più contraddistingue la flora del Mediterraneo - intende essere simbolo di continuità culturale e vita autoctona nell’Area. Peraltro, l’osservazione di questi alberelli sotto vetro, intende sottolineare la precarietà della sopravvivenza in un ambiente fortemente condizionato e sotto osservazione.
Con la serie fotografica intitolata Maybe in Sarajevo, una documentazione realizzata nel 1998, l’artista italiana Gea Casolaro sottolinea le molteplici influenze architettoniche che hanno caratterizzato lo sviluppo urbano di Sarajevo, una città simbolo di incontri, che - più di molte altre - ha ereditato e messo a confronto diverse presenze, popolazioni e identità del bacino Mediterraneo. L’opera proviene dalla collezione del Maxxi, Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo di Roma.
Del pari, l’artista Adel Abdessemed, nato in Algeria e naturalizzato francese, grande protagonista alla Biennale di Venezia nel 2015, presenta una serie di disegni dal titolo Wären Fluss und Meere Tinte, realizzati nel 2017. Nell’ispirarsi ai dettami della pittura del tardo romanticismo tedesco, egli interpreta diversi luoghi ed espressioni occidentali, ‘contaminati’ da elementi di origine mediorientale.
La mappa di Rossella Biscotti, tratta dalla serie The journey e già premiata dalla Quadriennale di Roma nel 2016, emerge da un lavoro di osservazione e ricerca, che la vede coinvolta da oltre due anni su una pluralità di aspetti che contraddistinguono il Mediterraneo. Dalle rotte marittime e i traffici illeciti, alle sfide ambientali e di conservazione del patrimonio, l’artista sottolinea, attraverso un originale linguaggio espressivo, una serie di fenomeni culturali, sociali ed economici, che meritano una riflessione poetica, oltre che politica.
L’artista statunitense Peter Fend ci mostra invece la mappa Eurasia in progress nella quale riscrive la geografia dell’area, secondo un modello utopico che presenta il bacino Mediterraneo senza confini nazionali.
Tomas Saraceno, artista argentino di origini italiane, ci propone l’opera Biosphere06, realizzata nel 2009. Attraverso un innovativo modulo scultoreo e di architettura visionaria, l’artista prospetta al visitatore un futuro abitativo sui cieli, quale espressione poetica di un sistema di vita privo di barriere territoriali. Infatti, in una dimensione aperta come il cielo, l’individuo non si riferisce a un territorio per preservare la sua sopravvivenza e/o identità, ma diviene pioniere di nuovi e più ampi spazi vitali.
26
ottobre 2017
Contemporary and Future Mediterranean Memories
Dal 26 ottobre al 03 dicembre 2017
arte contemporanea
Location
VILLA CHIARAMONTE BORDONARO AI COLLI
Palermo, Viale Del Fante, 64, (Palermo)
Palermo, Viale Del Fante, 64, (Palermo)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato dalle 10.30 alle 17.00
Autore
Curatore