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Contemporary Italian Painters Today
L’esposizione sarà la prima dedicata in galleria ad una ricognizione sulla pittura contemporanea italiana, un dialogo fra le generazioni anni ’60, anni ’70 e primi anni ’80.
Comunicato stampa
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Otto artisti che hanno come denominatore comune il linguaggio della pittura declinato in modi più o meno diversi per temi, tecniche e risultati formali.
Li accomuna una ricerca della pittura post-espressionista evocativa dell'immagine. Dalla fine degli anni '90 la maggior parte della pittura iconica internazionale si è mossa verso la progressiva perdita della iper - descrittività propria della fotografia (che si stava imponendo anche in ambito mercantile) per muoversi in una direzione più evocativa dell'immagine. La figura umana, l'oggetto, il paesaggio divengono qualcosa di sussurrato visivamente da cogliere progressivamente attraverso suggestioni visive successive, oppure le immagini stesse vengono gestite come strumento per dare spazio all'emozione, in una sorta di nuovo espressionismo visivo, basato appunto sull'evocazione delle immagini, mai nitide nei contorni, mai definite e mai dettagliate (volutamente) ma sempre accennate, come se la “realtà” fosse una scoperta progressiva. Il risultato è una dimensione emozionale della pittura,completamente diversa rispetto al passato.
In Angelo Mosca esiste, ad esempio, una a-temporalità quasi romantica nelle sue figure classicheggianti, mentre in Domenico Piccolo una scarna essenzialità formale e coloristica (solo apparente) determina assenze o presenze visive che ti lasciano profondamente turbato, quasi in attesa di azioni, di atti inevitabili oppure di oggetti che si personificano. In Andrea Chiesi l'architettura è strumento per evocare solitudine e la ricerca del dettaglio è solo apparente perché è la complessità della struttura (oggetto-soggetto) il veicolo per creare sensazioni, mentre Marco Neri usa l'essenzialità propria del b/n per indagare volumi oggetto, che nella loro elementarietà architettonica ci mostrano un reale completamente diverso; attraverso due indagini visive opposte essi raggiungono stessi simili scopi evocativi delle emozioni.
Lorenza Boisi rappresenta un trait d'union a cavallo di due decenni, con uno sguardo alla realtà che si fa scoprire, dove esiste una suggestione di sapienti pennellate complementari che sposano colori e che diventano esse stesse dettagli formali a creare immagini a se stanti che a loro volta ricompongono nuove immagini-forme. Nel suo lavoro il colore è più impattante che nella generazione precedente, come peraltro negli artisti internazionali della generazione anni '70.
Infine i tre artisti della generazioni anni '80. Michele Tocca propone un taglio emozionale, quasi romantico degli oggetti che diventano situazioni e di conseguenza emozioni visive, il dettaglio rimane alla fine come una suggestione quasi impalpabile. Rudy Cremonini fa emergere le immagini da fondi monocromi scuri che producono sorte di progressive apparizioni visive dai contorni sfumati. Jacopo Casadei infine fa apparire la forma da una profonda trama pittorica e lo spettatore è chiamato a leggerla attraverso un apparente nebbia, e attraverso questo processo esiste una componente dove al suggerimento pittorico-formale dell'artista si uniscono le esperienze visive e sensoriali dello spettatore stesso.
La forma dunque nei vari dipinti in mostra viene evocata e si scopre più emozione o azione attesa che descrizione del puro reale, come nelle correnti pittoriche internazionali dalla fine degli anni '90 in poi.
Li accomuna una ricerca della pittura post-espressionista evocativa dell'immagine. Dalla fine degli anni '90 la maggior parte della pittura iconica internazionale si è mossa verso la progressiva perdita della iper - descrittività propria della fotografia (che si stava imponendo anche in ambito mercantile) per muoversi in una direzione più evocativa dell'immagine. La figura umana, l'oggetto, il paesaggio divengono qualcosa di sussurrato visivamente da cogliere progressivamente attraverso suggestioni visive successive, oppure le immagini stesse vengono gestite come strumento per dare spazio all'emozione, in una sorta di nuovo espressionismo visivo, basato appunto sull'evocazione delle immagini, mai nitide nei contorni, mai definite e mai dettagliate (volutamente) ma sempre accennate, come se la “realtà” fosse una scoperta progressiva. Il risultato è una dimensione emozionale della pittura,completamente diversa rispetto al passato.
In Angelo Mosca esiste, ad esempio, una a-temporalità quasi romantica nelle sue figure classicheggianti, mentre in Domenico Piccolo una scarna essenzialità formale e coloristica (solo apparente) determina assenze o presenze visive che ti lasciano profondamente turbato, quasi in attesa di azioni, di atti inevitabili oppure di oggetti che si personificano. In Andrea Chiesi l'architettura è strumento per evocare solitudine e la ricerca del dettaglio è solo apparente perché è la complessità della struttura (oggetto-soggetto) il veicolo per creare sensazioni, mentre Marco Neri usa l'essenzialità propria del b/n per indagare volumi oggetto, che nella loro elementarietà architettonica ci mostrano un reale completamente diverso; attraverso due indagini visive opposte essi raggiungono stessi simili scopi evocativi delle emozioni.
Lorenza Boisi rappresenta un trait d'union a cavallo di due decenni, con uno sguardo alla realtà che si fa scoprire, dove esiste una suggestione di sapienti pennellate complementari che sposano colori e che diventano esse stesse dettagli formali a creare immagini a se stanti che a loro volta ricompongono nuove immagini-forme. Nel suo lavoro il colore è più impattante che nella generazione precedente, come peraltro negli artisti internazionali della generazione anni '70.
Infine i tre artisti della generazioni anni '80. Michele Tocca propone un taglio emozionale, quasi romantico degli oggetti che diventano situazioni e di conseguenza emozioni visive, il dettaglio rimane alla fine come una suggestione quasi impalpabile. Rudy Cremonini fa emergere le immagini da fondi monocromi scuri che producono sorte di progressive apparizioni visive dai contorni sfumati. Jacopo Casadei infine fa apparire la forma da una profonda trama pittorica e lo spettatore è chiamato a leggerla attraverso un apparente nebbia, e attraverso questo processo esiste una componente dove al suggerimento pittorico-formale dell'artista si uniscono le esperienze visive e sensoriali dello spettatore stesso.
La forma dunque nei vari dipinti in mostra viene evocata e si scopre più emozione o azione attesa che descrizione del puro reale, come nelle correnti pittoriche internazionali dalla fine degli anni '90 in poi.
15
gennaio 2015
Contemporary Italian Painters Today
Dal 15 gennaio al 14 marzo 2015
arte contemporanea
Location
FEDERICO BIANCHI CONTEMPORARY ART
Milano, Via Carlo Imbonati, 12, (Milano)
Milano, Via Carlo Imbonati, 12, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 11-13 e 14-19
Vernissage
15 Gennaio 2015, ore 18:30
Autore