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Contingentia
Continua il programma espositivo della Galleria Germinazioni IVa.O di Otranto che presenta tre scultori e cinque pittori capaci di riflettere su aspetti non meramente rappresentativi della realtà bensì su espressioni profonde della loro interiorità legate insieme da un’analisi filosofica
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Sabato 8 ottobre 2022 alle ore 19,30 nella sede di Otranto della Galleria
Germinazioni IVª.0 si inaugura la mostra collettiva Contingentia, a cura di Raffaele Gemma, che riunisce otto artisti, per la maggior parte già insieme nelle edizioni passate di Syncronicart, Biennale d'arte contemporanea nel Salento, curata sempre da Gemma.
La mostra, organizzata in collaborazione con l'associazione culturale Progetto-Artec, si inserisce nel calendario già ricco di eventi della galleria e segue un'altra collettiva che nell'estate appena trascorsa ha riscosso un notevole successo, nel rispetto di quella che è la mission dello spazio espositivo, ossia quella di “creare una grande ricchezza di significativi passaggi e di presenze. Dare visibilità e sostegno, accompagnare l'artista nella sua ricerca, con l'obiettivo di offrire opportunità e stimoli alla progettualità individuale e collettiva. La galleria come moltiplicatore di idee, un vero contenitore culturale e non solo virtuale”, come cita la direttrice della galleria Mirella Coricciati nel relativo sito web.
Così tre scultori Giovanni Carpignano, Antonio Giaccari, Luca Palma e cinque pittori Corrima, Antonio Luceri, Gaetano Minafra, Maria Luce Musca, Eva Orszagh, avranno modo di confrontarsi e di esporre le proprie opere in uno spazio prestigioso, mantenendo tuttavia la propria autonomia artistica, visto che trattasi di una mostra non tematica che non vincola né limita la vena ispiratrice dei singoli. “Questa dell'assenza di un tema è una mia consuetudine; - dice Raffaele Gemma – del resto non devo essere io a guidare gli artisti, sono loro piuttosto che devono fornirmi occasioni e spunti di riflessione”. In effetti sta diventando una consuetudine oggi, da parte di taluni artisti, di volersi autogestire, reputando di poter fare a meno del critico, dello storico dell'arte e addirittura di una galleria qualificata. Se risulta ovvio che ciò entri nei diritti di ognuno, pur tuttavia si nota come spesso il rapporto non solo tra critico ed artista, ma anche tra gallerista e critico, per non parlare del rapporto tra gallerista ed artista, si sia andato modificando nel tempo, nell’ottica di una mercificazione sempre più spinta e così si assiste spesso al fatto che le operazioni artistiche culturali siano sempre più confinate in location istituzionali, mentre alle gallerie siano destinate operazioni meramente commerciali. Se la dicotomia in un certo senso ha ragione di esistere, tuttavia esistono dei gradi di sfumatura tra le due realtà, quella di una sede istituzionale e quella della galleria, che bisognerebbe cogliere e potenziare, nell’ottica di un'interazione che andrebbe a vantaggio di tutti. Continua Gemma: “Il mio intento è quello di recuperare un rapporto che appare logoro tra gallerista, critico ed artista con il rispetto dei ruoli, ma anche e soprattutto sotto l'aspetto umano, così come era negli anni sessanta, settanta ed ottanta, epoca in cui si sono raggiunti certi risultati. Alle volte si avverte una certa ostilità tra le parti in causa, che non va a vantaggio della crescita culturale reciproca, tendendo piuttosto ad una sterilità di contenuti ed espressioni. Del resto, non prendiamoci in giro, gli artisti vendono lo stesso anche esponendo in spazi istituzionali, possono stabilire comunque delle relazioni indipendenti con i visitatori, sono liberi di farlo senza alcun problema, quindi non vedo perché in una galleria privata che svolge attività commerciale, capovolgendo i termini, non possano svolgersi eventi di rilievo culturale, perché no, anche sullo sfondo di un intento di natura promozionale e commerciale. Ho pensato a questo titolo, Contingentia, dal significato biunivoco capace di rivelare gli intenti espositivi. Da un lato il termine rimanda in maniera semplicistica al contingente, come riferimento bellico per definire un gruppo, una porzione di un totale più nutrito, riferendosi in questo caso all’operazione artistica collettiva, anche se in questo caso non appare coordinata attorno ad un tema ma semplicemente coesistente. Anche qui, pur essendo l’operazione di ogni artista indipendente ed autonoma, non trattandosi per l'appunto dell’esposizione di una corrente teorizzata da un critico, tuttavia non è escluso che non si vengano a stabilire dei sodalizi e non emergano delle nuove idee o degli spunti per operazioni future magari anche potenti. Dall’altro lato il termine Contingentia appare intriso di memoria speculativa profonda, essendo stato oggetto d'indagine da parte dei pensatori di ogni tempo. Ed il riferimento alla mostra ed agli artisti presenti è effettivamente di natura filosofica.
Da Aristotele a Tommaso D'Aquino, da Kant a Leibniz, fino a Boutroux e alla corrente del contingentismo, sono innumerevoli le figure del passato che si sono avventurate nell’analisi di pensiero specifica. E per molti filosofi contingente e trascendente, caso e necessità, raramente risultano separati in maniera netta, poiché spesso vanno a convergere in un’entità creatrice soprannaturale. Anche nell'arte questa demarcazione appare altrettanto flebile, essendo l'artista una creatura privilegiata e sensibile, capace di stabilire un contatto tra naturale, immanente e mondo soprannaturale. Il fatto di aver scelto questi artisti piuttosto che altri non equivale al conferimento di una dote esclusiva a costoro, ma è semplicemente parte dello stesso meccanismo casuale, appunto contingente, che spesso guida e stabilisce le dinamiche delle relazioni e dei processi di conoscenza. Spetta al fruitore cogliere nelle opere selezionate quel sottile legame tra contingente e trascendente che spesso equivale al mondo interiore ed al circuito emozionale di ogni artista, in un messaggio che da individuale tende a divenire universale. Per alcuni artisti, come Luceri, il riferimento al contingente è spiccato, perché i suoi décollages spesso sono dei riferimenti ad eventi del passato, ma anche contemporanei, che abbiano suscitato un motus animi nell’autore, quindi fatti rilevanti, anche di natura culturale o artistica, magari personaggi che hanno segnato la storia. La pittura di Musca si sposta sempre più nettamente verso la visione del paesaggio contingente esaltato cromaticamente ed espresso sempre più dinamicamente, grazie ad una scomposizione settoriale dai richiami futuristi. Minafra ora privilegia i colori e la materia del contingente, da un originario interesse verso la figurazione grafica, inserendo a volte riferimenti alla natura ed al proprio territorio, dai sassi incisi o segnati da graffiti a ricostruzioni più nettamente plastiche che emergono dalla superficie pittorica. Per Carpignano la contingenza è memoria arcaica espressa in scultura, con recupero e rielaborazione di attrezzi ed elementi della civiltà contadina, in ferro o metallo saldato, per dar vita ad assemblaggi di grande impatto scenografico. Palma invece ha un rapporto più scanzonato con l'arte ed il contingente, che vengono a convergere nella figura dello stesso scultore in un eterno gioco creativo. Anche in questo artista la fiamma ossidrica e le saldature metalliche hanno un ruolo fondamentale, anche se la sua arte è al limite con il mondo del design. Altri artisti si pongono sulla linea di confine tra contingente e trascendente, come Orszagh, che alterna in chiave neo-pop momenti sacrali ad altri ironici, alle volte polemici verso il consumismo contingente, utilizzando sempre colori e smalti dalle tinte vivaci e d’impatto che hanno la finalità di catalizzare l’attenzione del fruitore o come Giaccari, in cui la scultura è sperimentazione continua ma anche occasione per una riflessione interiore e profonda, quasi spirituale, ed il risultato non è mai banale o accattivante, piuttosto elaborato e difficile da scardinare, foriero tuttavia di grande soddisfazione nel fruitore che sia riuscito in questo intento, mentre Corrima (Corrado Marra) si pone sul versante espressionista che per sua natura sfuma dal contingente al trascendente, richiamandosi ai grandi maestri che si sono avvicendati in questa grande corrente, non disdegnando operazioni più complesse quali le performances a tematica attuale”.
La mostra è visitabile negli orari di galleria (h.10-12 e 19-21), tutti i giorni lunedì escluso, nella sede della Galleria Germinazioni IVª.0 , Via San Francesco di Paola 31, Otranto, Italy.
Catalogo in galleria
Info: direzione@germinazioniarte.com
progetto.artec@yahoo.it
mob : (+39) 339 15 81 453
Germinazioni IVª.0 si inaugura la mostra collettiva Contingentia, a cura di Raffaele Gemma, che riunisce otto artisti, per la maggior parte già insieme nelle edizioni passate di Syncronicart, Biennale d'arte contemporanea nel Salento, curata sempre da Gemma.
La mostra, organizzata in collaborazione con l'associazione culturale Progetto-Artec, si inserisce nel calendario già ricco di eventi della galleria e segue un'altra collettiva che nell'estate appena trascorsa ha riscosso un notevole successo, nel rispetto di quella che è la mission dello spazio espositivo, ossia quella di “creare una grande ricchezza di significativi passaggi e di presenze. Dare visibilità e sostegno, accompagnare l'artista nella sua ricerca, con l'obiettivo di offrire opportunità e stimoli alla progettualità individuale e collettiva. La galleria come moltiplicatore di idee, un vero contenitore culturale e non solo virtuale”, come cita la direttrice della galleria Mirella Coricciati nel relativo sito web.
Così tre scultori Giovanni Carpignano, Antonio Giaccari, Luca Palma e cinque pittori Corrima, Antonio Luceri, Gaetano Minafra, Maria Luce Musca, Eva Orszagh, avranno modo di confrontarsi e di esporre le proprie opere in uno spazio prestigioso, mantenendo tuttavia la propria autonomia artistica, visto che trattasi di una mostra non tematica che non vincola né limita la vena ispiratrice dei singoli. “Questa dell'assenza di un tema è una mia consuetudine; - dice Raffaele Gemma – del resto non devo essere io a guidare gli artisti, sono loro piuttosto che devono fornirmi occasioni e spunti di riflessione”. In effetti sta diventando una consuetudine oggi, da parte di taluni artisti, di volersi autogestire, reputando di poter fare a meno del critico, dello storico dell'arte e addirittura di una galleria qualificata. Se risulta ovvio che ciò entri nei diritti di ognuno, pur tuttavia si nota come spesso il rapporto non solo tra critico ed artista, ma anche tra gallerista e critico, per non parlare del rapporto tra gallerista ed artista, si sia andato modificando nel tempo, nell’ottica di una mercificazione sempre più spinta e così si assiste spesso al fatto che le operazioni artistiche culturali siano sempre più confinate in location istituzionali, mentre alle gallerie siano destinate operazioni meramente commerciali. Se la dicotomia in un certo senso ha ragione di esistere, tuttavia esistono dei gradi di sfumatura tra le due realtà, quella di una sede istituzionale e quella della galleria, che bisognerebbe cogliere e potenziare, nell’ottica di un'interazione che andrebbe a vantaggio di tutti. Continua Gemma: “Il mio intento è quello di recuperare un rapporto che appare logoro tra gallerista, critico ed artista con il rispetto dei ruoli, ma anche e soprattutto sotto l'aspetto umano, così come era negli anni sessanta, settanta ed ottanta, epoca in cui si sono raggiunti certi risultati. Alle volte si avverte una certa ostilità tra le parti in causa, che non va a vantaggio della crescita culturale reciproca, tendendo piuttosto ad una sterilità di contenuti ed espressioni. Del resto, non prendiamoci in giro, gli artisti vendono lo stesso anche esponendo in spazi istituzionali, possono stabilire comunque delle relazioni indipendenti con i visitatori, sono liberi di farlo senza alcun problema, quindi non vedo perché in una galleria privata che svolge attività commerciale, capovolgendo i termini, non possano svolgersi eventi di rilievo culturale, perché no, anche sullo sfondo di un intento di natura promozionale e commerciale. Ho pensato a questo titolo, Contingentia, dal significato biunivoco capace di rivelare gli intenti espositivi. Da un lato il termine rimanda in maniera semplicistica al contingente, come riferimento bellico per definire un gruppo, una porzione di un totale più nutrito, riferendosi in questo caso all’operazione artistica collettiva, anche se in questo caso non appare coordinata attorno ad un tema ma semplicemente coesistente. Anche qui, pur essendo l’operazione di ogni artista indipendente ed autonoma, non trattandosi per l'appunto dell’esposizione di una corrente teorizzata da un critico, tuttavia non è escluso che non si vengano a stabilire dei sodalizi e non emergano delle nuove idee o degli spunti per operazioni future magari anche potenti. Dall’altro lato il termine Contingentia appare intriso di memoria speculativa profonda, essendo stato oggetto d'indagine da parte dei pensatori di ogni tempo. Ed il riferimento alla mostra ed agli artisti presenti è effettivamente di natura filosofica.
Da Aristotele a Tommaso D'Aquino, da Kant a Leibniz, fino a Boutroux e alla corrente del contingentismo, sono innumerevoli le figure del passato che si sono avventurate nell’analisi di pensiero specifica. E per molti filosofi contingente e trascendente, caso e necessità, raramente risultano separati in maniera netta, poiché spesso vanno a convergere in un’entità creatrice soprannaturale. Anche nell'arte questa demarcazione appare altrettanto flebile, essendo l'artista una creatura privilegiata e sensibile, capace di stabilire un contatto tra naturale, immanente e mondo soprannaturale. Il fatto di aver scelto questi artisti piuttosto che altri non equivale al conferimento di una dote esclusiva a costoro, ma è semplicemente parte dello stesso meccanismo casuale, appunto contingente, che spesso guida e stabilisce le dinamiche delle relazioni e dei processi di conoscenza. Spetta al fruitore cogliere nelle opere selezionate quel sottile legame tra contingente e trascendente che spesso equivale al mondo interiore ed al circuito emozionale di ogni artista, in un messaggio che da individuale tende a divenire universale. Per alcuni artisti, come Luceri, il riferimento al contingente è spiccato, perché i suoi décollages spesso sono dei riferimenti ad eventi del passato, ma anche contemporanei, che abbiano suscitato un motus animi nell’autore, quindi fatti rilevanti, anche di natura culturale o artistica, magari personaggi che hanno segnato la storia. La pittura di Musca si sposta sempre più nettamente verso la visione del paesaggio contingente esaltato cromaticamente ed espresso sempre più dinamicamente, grazie ad una scomposizione settoriale dai richiami futuristi. Minafra ora privilegia i colori e la materia del contingente, da un originario interesse verso la figurazione grafica, inserendo a volte riferimenti alla natura ed al proprio territorio, dai sassi incisi o segnati da graffiti a ricostruzioni più nettamente plastiche che emergono dalla superficie pittorica. Per Carpignano la contingenza è memoria arcaica espressa in scultura, con recupero e rielaborazione di attrezzi ed elementi della civiltà contadina, in ferro o metallo saldato, per dar vita ad assemblaggi di grande impatto scenografico. Palma invece ha un rapporto più scanzonato con l'arte ed il contingente, che vengono a convergere nella figura dello stesso scultore in un eterno gioco creativo. Anche in questo artista la fiamma ossidrica e le saldature metalliche hanno un ruolo fondamentale, anche se la sua arte è al limite con il mondo del design. Altri artisti si pongono sulla linea di confine tra contingente e trascendente, come Orszagh, che alterna in chiave neo-pop momenti sacrali ad altri ironici, alle volte polemici verso il consumismo contingente, utilizzando sempre colori e smalti dalle tinte vivaci e d’impatto che hanno la finalità di catalizzare l’attenzione del fruitore o come Giaccari, in cui la scultura è sperimentazione continua ma anche occasione per una riflessione interiore e profonda, quasi spirituale, ed il risultato non è mai banale o accattivante, piuttosto elaborato e difficile da scardinare, foriero tuttavia di grande soddisfazione nel fruitore che sia riuscito in questo intento, mentre Corrima (Corrado Marra) si pone sul versante espressionista che per sua natura sfuma dal contingente al trascendente, richiamandosi ai grandi maestri che si sono avvicendati in questa grande corrente, non disdegnando operazioni più complesse quali le performances a tematica attuale”.
La mostra è visitabile negli orari di galleria (h.10-12 e 19-21), tutti i giorni lunedì escluso, nella sede della Galleria Germinazioni IVª.0 , Via San Francesco di Paola 31, Otranto, Italy.
Catalogo in galleria
Info: direzione@germinazioniarte.com
progetto.artec@yahoo.it
mob : (+39) 339 15 81 453
08
ottobre 2022
Contingentia
Dall'otto al 29 ottobre 2022
arte contemporanea
Location
GERMINAZIONI IVª.0
Otranto, Via San Francesco di Paola, 31, (LE)
Otranto, Via San Francesco di Paola, 31, (LE)
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10-12 e 18-20
Vernissage
8 Ottobre 2022, ore 19,30
Sito web
Editore
Chiriatti Editore
Autore
Curatore
Autore testo critico
Produzione organizzazione