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Convergenze
Mostra collettiva
Comunicato stampa
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Il titolo “CONVERGENZE” va inteso sia in senso lato che in senso specifico. Nel
primo caso esprime un dato di fondo di comune intesa, di reciproca inclinazione pur
nell’impiego di diversi linguaggi dei tre artisti, pittura per Paolo Ferluga, fotografia
per Lucio Perini, video per Elisa Zurlo; una sorta di aura intessuta di sotterranee
relazioni tra artisti che si conoscono, che lavorano insieme e che quindi si confrontano,
perseguendo anche idee e pensieri affini. Nel secondo caso, specie per Ferluga e Perini
si tratta di convergenze più concrete, nel senso che a volte i lavori si sovrappongono
l’un l’altro, o meglio la fotografia sormonta la pittura, riprendendo soggetti che
hanno per sfondo la pittura di Ferluga, in un gioco inedito quanto curioso, in cui i
vocaboli pittorici e fotografici si confondono creando una nuova trama visiva, anche
se l’immagine è di natura fotografica. La presenza video di Elisa Zurlo– che in questo
caso si trasforma in video-performance (che avrà luogo la sera dell’inaugurazione,
rimanendo poi in mostra i video in monitor) - fa da contrappunto a questi giochi
sul tema dominante del corpo, insistendo su di un territorio di mobilità intrinseca
al mezzo, allargata anche alla presenza del performer Kaatrik che incarna le istanze
contenute nei racconti video, assorbendo su di sé, vivendole dunque, le immagini
prodotte dalla tecnologia digitale..
In questa mostra Paolo Ferluga espone alcune sue grandi tele, anzi smisurate, in cui
converge un universo multiplo e complesso. La convergenza qui è insita al significato
e alla funzione stessa della pittura. La dimensione dilatata è una componente
determinante del suo lavoro, che sembra voler accogliere la pluralià infinita di cui
è composta la vita, nonché la realtà circostante. Stili svariati, con il frequente uso
del collage, e anche materiali diversi si connettono a creare un racconto senza inizio
e senza fine. In un lavoro recentissimo compare anche il ritratto dell’artista nelle
proporzioni 1 a 1.
Lucio Perini invece lavora soprattutto sulla trasformazione dell’immagine fotografica,
che spesso è documentazione della realtà paesaggistica triestina, soprattutto della
realtà architettonica; su cui si sovrappongono immagini diverse. Un fotomontaggio
dunque, che innesca un cortocircuito spiazzante, che distrugge i connotati primari
dell’immagine, creando situazioni impreviste, divergenti dal realismo documentativo.
Ma non solo, sulle immagini che sono in b/n compaiono a volte nuove presenze
colorate, in interventi di postproduzione, che trasformano il dato iniziale, lo
arricchiscono fantasticamente, conferendogli una nuova identità. Anche Perini ama le
dimensioni espanse equiparandosi alle megapitture di Ferluga.
I due video in monitor e quelli proiettati sul corpo del performer Kaatrik, opere di Elisa
Zurlo, sono raccolti sotto un unico titolo “Uncommon places”, “luoghi non comuni”.
Si riferiscono alla registrazione di realtà e storie di altri ambiti che divengono tessuto
narrativo proiettato sul corpo in movimento - che si fa testo - vissuti che s’innestano
in nuove realtà, costituendo sottili trame di relazioni che producono nuove energie.
L’elaborazione elettronica penetra nella materia modificandola, esaltandone, per le
caratteristiche del mezzo, lo spirito immateriale, trasformandola in luogo esoterico.
Servizio cultura e promozione della città
tel +39 040 3360340-43
ufficio.cultura@comunedimuggia.ts.it
www.gruppo78.it
info Gruppo78
tel/fax +39 040 567136
info@gruppo78.it;
primo caso esprime un dato di fondo di comune intesa, di reciproca inclinazione pur
nell’impiego di diversi linguaggi dei tre artisti, pittura per Paolo Ferluga, fotografia
per Lucio Perini, video per Elisa Zurlo; una sorta di aura intessuta di sotterranee
relazioni tra artisti che si conoscono, che lavorano insieme e che quindi si confrontano,
perseguendo anche idee e pensieri affini. Nel secondo caso, specie per Ferluga e Perini
si tratta di convergenze più concrete, nel senso che a volte i lavori si sovrappongono
l’un l’altro, o meglio la fotografia sormonta la pittura, riprendendo soggetti che
hanno per sfondo la pittura di Ferluga, in un gioco inedito quanto curioso, in cui i
vocaboli pittorici e fotografici si confondono creando una nuova trama visiva, anche
se l’immagine è di natura fotografica. La presenza video di Elisa Zurlo– che in questo
caso si trasforma in video-performance (che avrà luogo la sera dell’inaugurazione,
rimanendo poi in mostra i video in monitor) - fa da contrappunto a questi giochi
sul tema dominante del corpo, insistendo su di un territorio di mobilità intrinseca
al mezzo, allargata anche alla presenza del performer Kaatrik che incarna le istanze
contenute nei racconti video, assorbendo su di sé, vivendole dunque, le immagini
prodotte dalla tecnologia digitale..
In questa mostra Paolo Ferluga espone alcune sue grandi tele, anzi smisurate, in cui
converge un universo multiplo e complesso. La convergenza qui è insita al significato
e alla funzione stessa della pittura. La dimensione dilatata è una componente
determinante del suo lavoro, che sembra voler accogliere la pluralià infinita di cui
è composta la vita, nonché la realtà circostante. Stili svariati, con il frequente uso
del collage, e anche materiali diversi si connettono a creare un racconto senza inizio
e senza fine. In un lavoro recentissimo compare anche il ritratto dell’artista nelle
proporzioni 1 a 1.
Lucio Perini invece lavora soprattutto sulla trasformazione dell’immagine fotografica,
che spesso è documentazione della realtà paesaggistica triestina, soprattutto della
realtà architettonica; su cui si sovrappongono immagini diverse. Un fotomontaggio
dunque, che innesca un cortocircuito spiazzante, che distrugge i connotati primari
dell’immagine, creando situazioni impreviste, divergenti dal realismo documentativo.
Ma non solo, sulle immagini che sono in b/n compaiono a volte nuove presenze
colorate, in interventi di postproduzione, che trasformano il dato iniziale, lo
arricchiscono fantasticamente, conferendogli una nuova identità. Anche Perini ama le
dimensioni espanse equiparandosi alle megapitture di Ferluga.
I due video in monitor e quelli proiettati sul corpo del performer Kaatrik, opere di Elisa
Zurlo, sono raccolti sotto un unico titolo “Uncommon places”, “luoghi non comuni”.
Si riferiscono alla registrazione di realtà e storie di altri ambiti che divengono tessuto
narrativo proiettato sul corpo in movimento - che si fa testo - vissuti che s’innestano
in nuove realtà, costituendo sottili trame di relazioni che producono nuove energie.
L’elaborazione elettronica penetra nella materia modificandola, esaltandone, per le
caratteristiche del mezzo, lo spirito immateriale, trasformandola in luogo esoterico.
Servizio cultura e promozione della città
tel +39 040 3360340-43
ufficio.cultura@comunedimuggia.ts.it
www.gruppo78.it
info Gruppo78
tel/fax +39 040 567136
info@gruppo78.it;
20
ottobre 2011
Convergenze
Dal 20 ottobre al 13 novembre 2011
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MUSEO D’ARTE MODERNA UGO CARA’
Muggia, Via Roma, 9, (Trieste)
Muggia, Via Roma, 9, (Trieste)
Orario di apertura
da mar. a sab. 10.00/12 .00 – 17.00/20.00; domenica solo 10.00/12.00
Vernissage
20 Ottobre 2011, ore 18.30
Sito web
www.gruppo78.it
Autore
Curatore