Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Corazón partío
collettiva-serata per la notte bianca
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 2 settembre 2006 la Galleria Piziarte,partecipa alla terza edizione
della Notte Bianca di Teramo presentando una collettiva dal titolo
"Corazón partío"
Nel testo che accompagna la mostra la giovane critica d'arte Donatella
Lanciotti scrive:
"Tra i corridoi sfilano al lato, ammiccando dalla pareti, immagini che
feriscono, siano esse bizzarre fotografie umane, o istantanee femminili e
intime, o agghiaccianti volti mutanti. Per autodifesa si indaga il filo
conduttore tra queste immagini tra questi colori, per comprendere da dove
spuntino fuori gli artigli invisibili che graffiano la coscienza di chi
guarda. Si cerca il substrato comune che porta tutti questi autori a
raccontarsi in modo così cupo.
Sono sguardi tormentati, volti angosciati e dolenti, che accusano lo
spettatore indifeso con il loro stesso chiedere pietà.
Pietà.
Pietà per un mondo che non li ha accettati, e li ha costretti a modificarsi,
a scomporsi e ricostruirsi in nome di un ideale, estetico, o sociale, o
tecnologico.
Sono anime straziate, racchiuse su se stesse, a contarsi i dolori, a
chiedersi ossessivamente “perché”, fino ad alzare inaspettatamente lo
sguardo, incontrare quello dello spettatore, e rivolgergli la stessa
domanda. Perché? Perché essere cittadini in un mondo che impone ritmi
insostenibili, talmente veloci che i ricordi non riescono ad adeguarsi?
nascono così nella memoria immagini metà scultura e metà cyborg, come se il
passato fosse ancora lì, parzialmente fuori dalla bocca dell’iguana Futuro,
che si sforza inutilmente di digerirlo.
E perché continuare ad esistere all’interno di una società che impone il
conformarsi, che elogia chi non si accetta ed emula illustri sconosciuti?
Esiste uno standard emozionale previsto, una regola non scritta per cui
l’identità di ciascuno deve comunque seguire il percorso, un modo di
manifestare se stessi e i propri sentimenti.
C’è un unico modo autorizzato di manifestare le emozioni, influenzato da una
drammaturgia del sentimento segnalata costantemente ad ogni pertugio
affettivo. Solo questo modo diventa riconoscibile. Solo questo modo è
“legittimato” dalla società. Non si soffre per amore se non straziandosi
come in una telenovela. Non si ricopre il proprio ruolo nella società se non
proclamandolo davanti a tutti. Non si subisce lo scorrere degli anni se non
sabotando l’orologio biologico, spostando le lancette avanti nell’infanzia,
per abbandonare il più presto possibile il periodo della individualità, e
poi indietro nell’età adulta, così da assimilarsi sempre più alla bellezza
eterna dei cadaveri dei faraoni, mummificati e per sempre uguali ad un solo
istante della propria esistenza.
Ognuno è impietosamente chiamato a rivestire un ruolo cinematografico, anche
se non è in parte, anche se la sua interpretazione risulta spietatamente
ridicola e incongruente. Non c’è nessun ambiente in cui potersi ritirare,
nessun luogo dove le telecamere non siano pronte a catturare colori e forme
corporee, a costo di raccontare un corpo cadavere, o senza testa, o
macabramente in piena fase mutante.
C’è tutto questo, nei pochi passi tra le immagini: c’è in comune tra tutti
questi autori, tra la loro ironia e le loro fobie, tra la loro sensibilità
ed i loro incubi, in tutti velata o palese la stessa domanda reiterata e
cattiva, che chiunque vorrebbe dimenticare: cosa ci faccio qui?"
02
settembre 2006
Corazón partío
02 settembre 2006
arte contemporanea
Location
PIZIARTE
Teramo, Viale Cavour, 39, (Teramo)
Teramo, Viale Cavour, 39, (Teramo)
Orario di apertura
18.30-03
Vernissage
2 Settembre 2006, ore 18.30-03
Autore
Curatore