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Còrdova – Opere
Ultima ricerca dell’artista, quindici lavori dedicati al tema del labirinto, che diviene, nell’opera dell’autore, cruccio vitale da risolvere, da superare, sia visivamente che fisicamente.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria San Lorenzo chiude la prima metà della stagione espositiva con la personale del giovanissimo artista, sardo di nascita ma milanese di adozione, Còrdova, al secolo Giancarlo Orecchioni (classe 1978).
Selezionato tra i partecipanti alla 54° edizione della Biennale di Venezia, esporrà al MAN (Museo d’Arte Nuoro) insieme agli altri artisti sardi segnalati per la kermesse “Sgarbiana”.
Alla Galleria San Lorenzo proporrà il frutto della sua ultimissima ricerca. Circa quindici lavori, tutti indirizzati sul tema del labirinto.
Labirinto che diviene, nell’opera dell’autore, cruccio vitale da risolvere, da superare, sia visivamente che fisicamente. Una mostra di grande suggestione, ben pensata e ben risolta, grazie anche al supporto curatoriale di Davide Bramante che accompagna l’esposizione con un significativo testo critico.
CÓRDOVA AUTOPRESENTAZIONE
Non vi è maggior guaio nell’Arte di dover trovare attraverso un solo sguardo quasi attento una illuminante e chiara consapevolezza dell’opera creata.
Un atteggiamento calcolato mirante a comprendere lo stato delle cose è errato e privo di istinto ed intuizione.
L’Arte non svelerà mai le idee universali del mondo creato, ma potrà abolire attraverso una visione pura ogni tipo di forma limitante di pensiero per condurci a riflettere nelle sfere più alte dell’intelletto.
Il pensiero limitante offusca la vita di tutti noi esseri viventi e abolendo questo stato deprimente che ci rende fragili e soggetti a manipolazioni, si potrà cosi trovare la strada per un linguaggio più semplice, libero da scaltri ed empirici risultati.
Cominciai a disegnare in età molto giovane.
I miei primi maestri furono mio padre e l’esperienza –intuitiva.
Sono diventato pittore attraverso la scultura.
Dipingo cercando la rivelazione del vuoto, l’inatteso peso del tangibile per restituirlo allo sguardo.
Ora nel mio lavoro cerco, prima di tutto, l’elemento tragico nel luogo più intimo dove si forma il pensiero.
Il nostro ambiente psichico e fisico. La nostra personale struttura intellettuale. La nostra capacità di poter concepire ad un livello quasi molecolare le nostre idee.
Sono questi gli elementi essenziali per concretizzare visivamente e plasticamente le nostre esperienze.
Lo spazio primario, attraverso cui le nostre intime e personali idee riescono a manifestarsi, è inizialmente custodito in un luogo congelato nel tempo e nello spazio, dove ha avuto in origine il caos e dove quotidianamente si manifesta l’input della vita per ognuno di noi esseri viventi.
E’ qui, in questo spazio, che vengono inconsciamente concepiti i nostri desideri, i nostri vari simboli e le nostre forme.
Nel mio lavoro il caos superata l’esperienza della pura invenzione ha essenzialmente e concretamente una parvenza fisica e quindi materialmente tangibile e dimostrabile.
Attraverso i miei simboli - tracciati il lavoro diviene la visione finale di un serie di labirinti - mappa all’interno del mio spazio visivo; uno spazio dove i bordi di confine delle singole opere divengono realmente i miei errori e i miei limiti.
Errori a cui succedono altri innumerevoli errori.
I miei dipinti non sono parti di sogni ma sezioni viscerali di realtà, labirinti mentali, dove l’essere umano nasconde la sua linfa più intima.
Il caos che diventa vita attraverso i ricordi di una casa, di un pozzo, di vie assolate, di segni blu, di un incendio, di architetture, di città, di natura, di fragili visioni.
Queste suggestioni mnemoniche rivivono fondendosi col presente.
Un presente eternamente confuso che precede l’atto creativo.
Non credo in uno sviluppo temporale dell’arte ma in una immersione totale dove tutto si confonde, passato, presente, futuro e il nulla compreso.
Dove tutto diventa presagio e a sua volta immagine.
Grazie a Roberto Milani, gallerista della San Lorenzo, ho accolto la generosa proposta di esporre una selezione del mio ultimo lavoro presso tale galleria.
L’esposizione non avrà un titolo – tema ma solo la necessità di rappresentare semplicemente il mio lavoro con – CÓRDOVA OPERE –.
Una serie di grandi e piccoli dipinti dialogheranno con alcune sculture.
Inoltre una serie di grandi lavori, dal titolo Alma Negra, decontestualizzerà rivelando l’immagine del mio lavoro che traendo la principale essenza dal vuoto si materializzerà attraverso segni – simboli, segni – tracciati, segni- labirinti, segni – mappe.
Nei miei dipinti, immersi in una dimensione avvolte lirica e avvolte razional – concreta, traggo l’ipotesi iniziale da vari ambienti, dalla poesia, dalle letteratura, dalla scienza, da labirintici intrecci relazionali di varie discipline e non.
In primis è la natura in continuo evolversi che crea l’input iniziale per affrontare un dipinto o una serie di opere.
Nel mio lavoro i vari segni –mappa, si relazionano a vari stati gassosi (Nuvole), le quali alcune volte libere ed altre intrappolate tra i tanti segni scuri rappresentano l’immagine dell’idea pensiero che tende a materializzarsi in altri piccoli segni ma avvolte a smaterializzarsi perdendo consistenza.
I forti segni scuri sovrapponendosi determinano i labirinti che ognuno di noi affronta quotidianamente nel proprio io interiore.
Il mio lavoro aperto ad innumerevoli sguardi in definitiva non rappresenta nulla dell’uomo ma trae l’intima essenza da esso.
Córdova, Milano 29 aprile 2011
PRESENTAZIONE ALLA MOSTRA DI CÓRDOVA
PRESSO LA GALLERIA SAN LORENZO, MILANO
Da un dialogo con ……
Conoscendo ormai da un anno più a fondo e da vicino il lavoro di CÓRDOVA, ho assunto la responsabilità (che non è poco) di concepire insieme a lui il concetto del suo lavoro, sia in maniera formale che installativo.
Riconosco che l’Artista di cui parlo ha un modo di pensare e comunicare (non comune a tutti).
Egli si ciba di storia, si nutre di una storia non molta lontana, non quella storia dove esseri viventi hanno compiuto gesta o si sono interrogati sul perché della vita, ma Córdova si nutre di una storia “pittorica recente” che scava le sue radici in una sorta di pittura che non parla di figura o astrazione, di gestualità o segno (per quanto esso sia presente) ma parla di una pittura che ci riconduce a “Strutture”, costruzioni dell’impossibile, dove masse forse murarie contrastano con inquietanti e affascinati nubi (quel non so che della pittura).
Qui sono presenti “labirinti” che per convenzione chiamo così, ma in realtà non sono nemmeno quelli… in queste strutture labirintiche non esiste una vera e propria via di fuga anzi avvolte viene ostacolata da elementi scultura (feltrici).
Se postando lo sguardo e per un attimo vedessimo planimetricamente l’opera, essa potrebbe essere una visione aerea di luoghi lontani devastati forse da un cataclisma o da un esplosione Nucleare?
La mostra si apre con circa dieci lavori di grande e piccola dimensione dove elementi di diversa natura entrano in perfetto connubio in due spazi separati, proprio come i suoi dipinti, uno spazio superiore che fa da ingresso a questo affascinante mondo struttura e uno spazio inferiore dove c’è poco da scherzare.
Giuseppe Bombaci, Milano 15/04/2011
Selezionato tra i partecipanti alla 54° edizione della Biennale di Venezia, esporrà al MAN (Museo d’Arte Nuoro) insieme agli altri artisti sardi segnalati per la kermesse “Sgarbiana”.
Alla Galleria San Lorenzo proporrà il frutto della sua ultimissima ricerca. Circa quindici lavori, tutti indirizzati sul tema del labirinto.
Labirinto che diviene, nell’opera dell’autore, cruccio vitale da risolvere, da superare, sia visivamente che fisicamente. Una mostra di grande suggestione, ben pensata e ben risolta, grazie anche al supporto curatoriale di Davide Bramante che accompagna l’esposizione con un significativo testo critico.
CÓRDOVA AUTOPRESENTAZIONE
Non vi è maggior guaio nell’Arte di dover trovare attraverso un solo sguardo quasi attento una illuminante e chiara consapevolezza dell’opera creata.
Un atteggiamento calcolato mirante a comprendere lo stato delle cose è errato e privo di istinto ed intuizione.
L’Arte non svelerà mai le idee universali del mondo creato, ma potrà abolire attraverso una visione pura ogni tipo di forma limitante di pensiero per condurci a riflettere nelle sfere più alte dell’intelletto.
Il pensiero limitante offusca la vita di tutti noi esseri viventi e abolendo questo stato deprimente che ci rende fragili e soggetti a manipolazioni, si potrà cosi trovare la strada per un linguaggio più semplice, libero da scaltri ed empirici risultati.
Cominciai a disegnare in età molto giovane.
I miei primi maestri furono mio padre e l’esperienza –intuitiva.
Sono diventato pittore attraverso la scultura.
Dipingo cercando la rivelazione del vuoto, l’inatteso peso del tangibile per restituirlo allo sguardo.
Ora nel mio lavoro cerco, prima di tutto, l’elemento tragico nel luogo più intimo dove si forma il pensiero.
Il nostro ambiente psichico e fisico. La nostra personale struttura intellettuale. La nostra capacità di poter concepire ad un livello quasi molecolare le nostre idee.
Sono questi gli elementi essenziali per concretizzare visivamente e plasticamente le nostre esperienze.
Lo spazio primario, attraverso cui le nostre intime e personali idee riescono a manifestarsi, è inizialmente custodito in un luogo congelato nel tempo e nello spazio, dove ha avuto in origine il caos e dove quotidianamente si manifesta l’input della vita per ognuno di noi esseri viventi.
E’ qui, in questo spazio, che vengono inconsciamente concepiti i nostri desideri, i nostri vari simboli e le nostre forme.
Nel mio lavoro il caos superata l’esperienza della pura invenzione ha essenzialmente e concretamente una parvenza fisica e quindi materialmente tangibile e dimostrabile.
Attraverso i miei simboli - tracciati il lavoro diviene la visione finale di un serie di labirinti - mappa all’interno del mio spazio visivo; uno spazio dove i bordi di confine delle singole opere divengono realmente i miei errori e i miei limiti.
Errori a cui succedono altri innumerevoli errori.
I miei dipinti non sono parti di sogni ma sezioni viscerali di realtà, labirinti mentali, dove l’essere umano nasconde la sua linfa più intima.
Il caos che diventa vita attraverso i ricordi di una casa, di un pozzo, di vie assolate, di segni blu, di un incendio, di architetture, di città, di natura, di fragili visioni.
Queste suggestioni mnemoniche rivivono fondendosi col presente.
Un presente eternamente confuso che precede l’atto creativo.
Non credo in uno sviluppo temporale dell’arte ma in una immersione totale dove tutto si confonde, passato, presente, futuro e il nulla compreso.
Dove tutto diventa presagio e a sua volta immagine.
Grazie a Roberto Milani, gallerista della San Lorenzo, ho accolto la generosa proposta di esporre una selezione del mio ultimo lavoro presso tale galleria.
L’esposizione non avrà un titolo – tema ma solo la necessità di rappresentare semplicemente il mio lavoro con – CÓRDOVA OPERE –.
Una serie di grandi e piccoli dipinti dialogheranno con alcune sculture.
Inoltre una serie di grandi lavori, dal titolo Alma Negra, decontestualizzerà rivelando l’immagine del mio lavoro che traendo la principale essenza dal vuoto si materializzerà attraverso segni – simboli, segni – tracciati, segni- labirinti, segni – mappe.
Nei miei dipinti, immersi in una dimensione avvolte lirica e avvolte razional – concreta, traggo l’ipotesi iniziale da vari ambienti, dalla poesia, dalle letteratura, dalla scienza, da labirintici intrecci relazionali di varie discipline e non.
In primis è la natura in continuo evolversi che crea l’input iniziale per affrontare un dipinto o una serie di opere.
Nel mio lavoro i vari segni –mappa, si relazionano a vari stati gassosi (Nuvole), le quali alcune volte libere ed altre intrappolate tra i tanti segni scuri rappresentano l’immagine dell’idea pensiero che tende a materializzarsi in altri piccoli segni ma avvolte a smaterializzarsi perdendo consistenza.
I forti segni scuri sovrapponendosi determinano i labirinti che ognuno di noi affronta quotidianamente nel proprio io interiore.
Il mio lavoro aperto ad innumerevoli sguardi in definitiva non rappresenta nulla dell’uomo ma trae l’intima essenza da esso.
Córdova, Milano 29 aprile 2011
PRESENTAZIONE ALLA MOSTRA DI CÓRDOVA
PRESSO LA GALLERIA SAN LORENZO, MILANO
Da un dialogo con ……
Conoscendo ormai da un anno più a fondo e da vicino il lavoro di CÓRDOVA, ho assunto la responsabilità (che non è poco) di concepire insieme a lui il concetto del suo lavoro, sia in maniera formale che installativo.
Riconosco che l’Artista di cui parlo ha un modo di pensare e comunicare (non comune a tutti).
Egli si ciba di storia, si nutre di una storia non molta lontana, non quella storia dove esseri viventi hanno compiuto gesta o si sono interrogati sul perché della vita, ma Córdova si nutre di una storia “pittorica recente” che scava le sue radici in una sorta di pittura che non parla di figura o astrazione, di gestualità o segno (per quanto esso sia presente) ma parla di una pittura che ci riconduce a “Strutture”, costruzioni dell’impossibile, dove masse forse murarie contrastano con inquietanti e affascinati nubi (quel non so che della pittura).
Qui sono presenti “labirinti” che per convenzione chiamo così, ma in realtà non sono nemmeno quelli… in queste strutture labirintiche non esiste una vera e propria via di fuga anzi avvolte viene ostacolata da elementi scultura (feltrici).
Se postando lo sguardo e per un attimo vedessimo planimetricamente l’opera, essa potrebbe essere una visione aerea di luoghi lontani devastati forse da un cataclisma o da un esplosione Nucleare?
La mostra si apre con circa dieci lavori di grande e piccola dimensione dove elementi di diversa natura entrano in perfetto connubio in due spazi separati, proprio come i suoi dipinti, uno spazio superiore che fa da ingresso a questo affascinante mondo struttura e uno spazio inferiore dove c’è poco da scherzare.
Giuseppe Bombaci, Milano 15/04/2011
15
giugno 2011
Còrdova – Opere
Dal 15 giugno al 10 luglio 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA SAN LORENZO
Milano, Via Giuseppe Sirtori, 31, (Milano)
Milano, Via Giuseppe Sirtori, 31, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19
Vernissage
15 Giugno 2011, ore 18.30
Autore
Curatore