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Corpi esposti. Estetiche e anestesie del corpo nell’arte contemporanea
É questo il titolo intrigante del nuovo progetto espositivo della Galleria Barbara Frigerio, con il quale sono stati coinvolti oltre venti artisti contemporanei interrogati o meglio “provocati” su un tema che, da sempre, incrocia e si confronta con i linguaggi creativi contemporanei.
Comunicato stampa
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Corpi esposti: “se l’esposizione è l’atto del porre all’esterno, del mostrare, del mettere a nudo, la parola suggerisce l’idea che ad essere esposta sia, innanzitutto, la propria pelle: ex-peau-sition”. Così si esprime il filosofo contemporaneo Jean Luc Nancy, introducendo, nella parola esposizione, il termine francese “peau”, pelle: attraverso la materia che riveste il corpo, che lo protegge e racchiude, ci es-poniamo all’esterno, ci offriamo al mondo che ci attraversa, chiedendo al nostro corpo di essere cerniera, filtro, legame e barriera rispetto a ciò che ci sta di fronte, che è altro, diverso.
Quando l’artista crea, cede la sua corporeità all’opera, qualunque essa sia, trasferisce e con-fonde il suo corpo nel corpo dell’opera: qui confluiscono la sua energia, il lavoro delle braccia, le pressioni delle mani, l’esperienza degli occhi e i meccanismi del pensiero. È l’opera, allora, corpo esposto, traccia dell’esserci dell’artista nel mondo.
Ma l’artista, attraverso l’opera, a noi si es-pone: ci interroga, ci chiama a sé, ci coinvolge, ci respinge, ci stringe e costringe alla presa di coscienza della sua presenza, della sua corporeità. Ci invita alla resa: dobbiamo abbandonare le nostre barriere, i nostri confini. L’opera d’arte è luogo d’identità, punto di fusione tra me e l’altro. Tra il mio corpo e il tuo.
Cosa è, cosa sente, cosa vive l’artista attraverso il corpo fatto a pezzi e riemerso dal diluvio del Novecento, rappresentato, trasfigurato e digitalizzato, composto, ricomposto e scomposto nel delirio di fusioni e transumanze linguistiche, fisiologiche, genetiche e culturali, di protesi tecnologiche, di visioni virtuali che caratterizzano il XXI secolo? Può ancora “essere corpo” nel suo es-porsi al mondo, all’altro, all’incontro tra corpi?
A queste domande rispondono gli artisti invitati da Barbara Frigerio: dai corpi esposti ai corpi scomposti, visioni di anatomie dissezionate sul tavolo chirurgico dell’arte, nelle opere di Maurizio Galimberti, Gianluca Chiodi, Claudia Scarsella, alle archeologie del corpo ripercorse e rintracciate nella memoria scultorea o nel plasma pittorico di Simone Pellegrini, Girolamo Ciulla, Alexandros Yiorkadjis; dai corpi-anima di Marcello Gobbi e Juan Cossio, metafore estetiche di una scelta etica, di una volontà privata o di un principio universale, ai corpi-traccia di un racconto che si fa gesto e segno, cicatrice e bisbiglio nelle opere di Giovanni Sesia e Mirko Baricchi, tra dramma e desiderio, incubo e sogno in Guido Talarico e Martin Pallottini. Corpi immaginari, corpi di carni pittoriche, di epidermidi scultoree che espongono sé all’arte, e viceversa, alla ricerca di nuove mitologie, in Willy Verginer, Bruno Walpoth, Alex Kanevsky, nelle ricerche fotografiche e pittoriche di Neil Douglas e Gabriele Marsile, corpi irriverenti, crudi e crudeli quelli di Diego Conte, in un delirio compositivo che diventa arma e difesa ultima dell’artista, del suo esporsi a noi…
Sono, queste, solo alcune delle suggestioni e degli spunti proposti nel percorso espositivo della Galleria Barbara Frigerio Contemporary Art: una mostra che nasce dalle risposte creative che gli artisti selezionati hanno saputo dare ad un tema quanto mai scottante e intrigante e che ora, attraverso le loro opere, offrono al nostro sguardo: cosa è, oggi, come si manifesta, dove abita il corpo, espressione e brivido del nostro esporci al mondo?
Ilaria Bignotti
Quando l’artista crea, cede la sua corporeità all’opera, qualunque essa sia, trasferisce e con-fonde il suo corpo nel corpo dell’opera: qui confluiscono la sua energia, il lavoro delle braccia, le pressioni delle mani, l’esperienza degli occhi e i meccanismi del pensiero. È l’opera, allora, corpo esposto, traccia dell’esserci dell’artista nel mondo.
Ma l’artista, attraverso l’opera, a noi si es-pone: ci interroga, ci chiama a sé, ci coinvolge, ci respinge, ci stringe e costringe alla presa di coscienza della sua presenza, della sua corporeità. Ci invita alla resa: dobbiamo abbandonare le nostre barriere, i nostri confini. L’opera d’arte è luogo d’identità, punto di fusione tra me e l’altro. Tra il mio corpo e il tuo.
Cosa è, cosa sente, cosa vive l’artista attraverso il corpo fatto a pezzi e riemerso dal diluvio del Novecento, rappresentato, trasfigurato e digitalizzato, composto, ricomposto e scomposto nel delirio di fusioni e transumanze linguistiche, fisiologiche, genetiche e culturali, di protesi tecnologiche, di visioni virtuali che caratterizzano il XXI secolo? Può ancora “essere corpo” nel suo es-porsi al mondo, all’altro, all’incontro tra corpi?
A queste domande rispondono gli artisti invitati da Barbara Frigerio: dai corpi esposti ai corpi scomposti, visioni di anatomie dissezionate sul tavolo chirurgico dell’arte, nelle opere di Maurizio Galimberti, Gianluca Chiodi, Claudia Scarsella, alle archeologie del corpo ripercorse e rintracciate nella memoria scultorea o nel plasma pittorico di Simone Pellegrini, Girolamo Ciulla, Alexandros Yiorkadjis; dai corpi-anima di Marcello Gobbi e Juan Cossio, metafore estetiche di una scelta etica, di una volontà privata o di un principio universale, ai corpi-traccia di un racconto che si fa gesto e segno, cicatrice e bisbiglio nelle opere di Giovanni Sesia e Mirko Baricchi, tra dramma e desiderio, incubo e sogno in Guido Talarico e Martin Pallottini. Corpi immaginari, corpi di carni pittoriche, di epidermidi scultoree che espongono sé all’arte, e viceversa, alla ricerca di nuove mitologie, in Willy Verginer, Bruno Walpoth, Alex Kanevsky, nelle ricerche fotografiche e pittoriche di Neil Douglas e Gabriele Marsile, corpi irriverenti, crudi e crudeli quelli di Diego Conte, in un delirio compositivo che diventa arma e difesa ultima dell’artista, del suo esporsi a noi…
Sono, queste, solo alcune delle suggestioni e degli spunti proposti nel percorso espositivo della Galleria Barbara Frigerio Contemporary Art: una mostra che nasce dalle risposte creative che gli artisti selezionati hanno saputo dare ad un tema quanto mai scottante e intrigante e che ora, attraverso le loro opere, offrono al nostro sguardo: cosa è, oggi, come si manifesta, dove abita il corpo, espressione e brivido del nostro esporci al mondo?
Ilaria Bignotti
05
maggio 2011
Corpi esposti. Estetiche e anestesie del corpo nell’arte contemporanea
Dal 05 maggio al 25 giugno 2011
arte contemporanea
Location
BARBARA FRIGERIO CONTEMPORARY ART
Milano, Via Savona, 61, (Milano)
Milano, Via Savona, 61, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13 16-19.30
Vernissage
5 Maggio 2011, ore 18.00
Autore