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Corpo Sociale
Il curatore ha selezionato per questa edizione due artisti per ciascuna delle gallerie coinvolte. L’idea, rispetto alle passate edizioni, è quella di realizzare un vero e proprio progetto espositivo organico, mettendo in dialogo le opere degli artisti selezionati l’una con l’altra
Comunicato stampa
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CORPO SOCIALE 08: 4 giorni, 8 artisti, 4 gallerie coinvolte
Giunto alla quarta edizione, il progetto inserito durante la settimana calda del Miart, si avvale quest’anno della cura generale di Lóránd Hegyi. Il curatore ungherese, direttore del Musée d’Art Moderne Saint-Etienne Métropole, ha selezionato per questa edizione due artisti per ciascuna delle gallerie coinvolte. L’idea, rispetto alle passate edizioni, è quella di realizzare un vero e proprio progetto espositivo organico, mettendo in dialogo le opere degli artisti selezionati l’una con l’altra, al dilà delle appartenenze di scuderia e abbandonando lo schema delle passate edizioni che vedeva la presenza di ciascuna galleria delimitata in una delle sale dello spazio espositivo. Il taglio organico e decisamente internazionale di questa edizione di Corpo Sociale si propone ancora una volta la costruzione di nuove modalità collaborative, la creazione di una rete e uno sguardo eterogeneo sulle proposte più recenti di alcune gallerie italiane.
GALLERIA MICHELA RIZZO, Venezia
Barry X Ball
(Pasadena, California, 1955. Vive e lavora a New York dal 1978)
Portatrice di una singolare diversità, la scultura di Barry X Ball comunica le impronte culturali tradizionali, moderate e modulate da un accento tecnologico che abbisogna di computer, penna ottica, muscoli forti, intelligenza trasversale. Marmo italiano o californiano, fondi oro, siano essi bizantini o giapponesi, onice iraniano traslucido, colle siliconate, i motivi black and white figli dell’antico gotico pisano, le tecniche di restauro, si assommano con precisione da archivista per costituire opere destinate a rimanere nel tempo, non solo per la loro massiccia fisicità, ma per un’organicità e forza di contenuto che si crea di rado nel rutilante mondo dell’arte contemporanea.
Lawrence Carrol
(Nato nel 1954, è un artista americano di origine australiana)
L’arte di Carroll nasce direttamente dalla sua sensibilità, dal suo sguardo e dalle sue mani, come necessità primaria di conferire umanità all’oggetto della comunicazione visiva. Carroll costruisce da sé i telai per le sue opere e sperimenta le diverse possibilità di porsi nello spazio della tela dipinta, con elementi di dimensioni molto diverse, spesso assemblati tra loro, sporgenti dal muro, con una profondità accentuata che rivela nuovi modi creativi. I telai di legno diventano volumi concavi o convessi, che interagiscono con l’ambiente sia con il loro aggetto che con la loro posizione frontale, di taglio, in un angolo. Contengono a loro volta oggetti - fiori, lampadine, scarpe, tele dipinte e ripiegate su se stesse - che complicano con le loro forme le sagome semplici, mai perfettamente squadrate, e si rivelano come una scoperta inattesa in un contesto inusuale.
GALLERIA PACK, Milano
Alberto di Fabio
(Avvezzano, 1966)
Il percorso pittorico di Alberto di Fabio è incentrato sulla rappresentazione del microcosmo della natura, e illustra la costante ricerca dell’artista nel passare dall’infinitamente piccolo ad una visione macrocosmica della realtà. Da sempre l’indagine dell’artista si concentra su tematiche ambientali, i suoi dipinti giocano con la realtà
ovvia delle forme per svelarne valenze implicite, ribaltando la percezione del mondo dell’immagine. Le grandi installazioni, composte di singolari pitture su carte cinesi, attivano una vera e propria esplorazione della struttura della materia. La parete si anima sotto le partiture eleganti, le tessiture aggrovigliate, le scale tonali.
Robert Gligorov
(Kriva Palanca, Macedonia, 1960)
L’artista sperimenta materiali e linguaggi diversi, verso tematiche e intuizioni mai ripetitive. Attore, illustratore, performer, utilizza il video e la fotografia, l’installazione e la pittura piegandoli alle esigenze di una ricerca che si misura sempre con i limiti e le ambiguità della rappresentazione. Artista poliedrico per eccellenza, Gligorov indaga continuamente e meticolosamente le mutevoli sfaccettature della realtà, testando da un lato l’artificioso volto delle cose e rovesciando dall’altro ciò che pare reale e attendibile per renderlo fantasioso e ironico.
LIPANJE PUNTIN ARTECONTEMPORANEA, Roma, Trieste
Romani Erkiletlian
(Parigi, 1972)
La ricerca di Erkiletlian, basata su ciò che lui stesso definisce “l’interazione tra struttura e figura”, coniuga la freddezza geometrica delle strade e delle architetture, che scaturiscono dai suoi studi fotografici, con l’espressionismo della figura umana e l’emotività dell’intervento pittorico. Le opere della serie RTC sono invece fotografie di strade e di grattaceli scattate a New York, perlopiù notturne, sulle quali Erkiletlian interviene digitalmente prima ancora che manualmente.
Serse
(San Polo del Piave, 1952)
Le sue opere sono riflessioni su questioni di storia contemporanea filtrate attraverso l’intervento dei mass media, romanzi, pièce teatrali, opere d’arte contemporanea e trattati scientifici. L’artista realizza disegni a grafite su carta che vengono poi montati su lastre di alluminio seguendo tematiche successive o incrociate dai titoli enigmatici oltre che poetici. Il cielo sopra il Cremlino è una rivisitazione del simbolo del comunismo che trionfa sul Cremlino, addolcito dalla presenza di soffice nevischio.
NOIRE CONTEMPORARY ART, Torino
AES+F
(Tatiana Arzamasova, Lev Evzovich, Evgeny Svyatsky e Vladimir Fridkes)
Gli AES+F sono interessati ad una ricerca formale ricca di contenuti, che associa alla cultura popolare, mediatica e di massa, quella più raffinata, di reminescenze classiche. Gli artisti tendono ad una fusione tecnologicamente perfetta delle narrative in contrasto tra passato e presente, per proiettarsi in una visione surreale del futuro. Una rappresentazione ironica, ossessionata dal confronto con i grandi maestri che si esprime in un progetto barocco modellato attraverso il mondo cinematografico e riversato su pellicole dal tono Hollywoodiano, dove sembra di rivivere l'epopea dei primi film in costume. Un progetto che mette in risalto in maniera insolita il tema della ribellione giovanile, sempre più filtrato nei sistemi di comunicazione ebbri di iperrealismo virtuale. Opere che denunciano la commedia e il dramma dei conflitti sociali consumati all'interno di asettici sistemi mediatici.
Hung – Chin Peng
Nella serie di opere intitolate Canine Monk (2007), il cane di Peng, letteralmente, entra nello spazio estetico dell’artista, suo padrone, come soggetto creativo. Nei video, il cane scrive versi estratti dalle sacre scritture direttamente sul muro. L’artista, prima dipinge le parole ad olio e poi le ricopre con cibo per cani. A un tempo creatura innocente, specie inferiore, così come compagno fidato, il cane possiede una posizione ambivalente come mediatore dei sacri testi. Mentre l’artista William Wegman spesso veste i suoi cani e li dispone dentro scenari antropomorfi, il compagno di Peng a quattro zampe è elevato a soggetto attivo, quasi sostituendo il suo omologo umano. Il cane interviene tra il lettore e il testo spersonalizzando quelli che spesso sono passaggi familiari. L’opera tocca quindi questioni che normalmente non vengono analizzate: chi è il soggetto scrivente di questi scritti e a chi sono indirizzati. Ad esempio quando, articolate attraverso le labbra del cane, le parole, stranamente, sembrano tutte più umane.
Giunto alla quarta edizione, il progetto inserito durante la settimana calda del Miart, si avvale quest’anno della cura generale di Lóránd Hegyi. Il curatore ungherese, direttore del Musée d’Art Moderne Saint-Etienne Métropole, ha selezionato per questa edizione due artisti per ciascuna delle gallerie coinvolte. L’idea, rispetto alle passate edizioni, è quella di realizzare un vero e proprio progetto espositivo organico, mettendo in dialogo le opere degli artisti selezionati l’una con l’altra, al dilà delle appartenenze di scuderia e abbandonando lo schema delle passate edizioni che vedeva la presenza di ciascuna galleria delimitata in una delle sale dello spazio espositivo. Il taglio organico e decisamente internazionale di questa edizione di Corpo Sociale si propone ancora una volta la costruzione di nuove modalità collaborative, la creazione di una rete e uno sguardo eterogeneo sulle proposte più recenti di alcune gallerie italiane.
GALLERIA MICHELA RIZZO, Venezia
Barry X Ball
(Pasadena, California, 1955. Vive e lavora a New York dal 1978)
Portatrice di una singolare diversità, la scultura di Barry X Ball comunica le impronte culturali tradizionali, moderate e modulate da un accento tecnologico che abbisogna di computer, penna ottica, muscoli forti, intelligenza trasversale. Marmo italiano o californiano, fondi oro, siano essi bizantini o giapponesi, onice iraniano traslucido, colle siliconate, i motivi black and white figli dell’antico gotico pisano, le tecniche di restauro, si assommano con precisione da archivista per costituire opere destinate a rimanere nel tempo, non solo per la loro massiccia fisicità, ma per un’organicità e forza di contenuto che si crea di rado nel rutilante mondo dell’arte contemporanea.
Lawrence Carrol
(Nato nel 1954, è un artista americano di origine australiana)
L’arte di Carroll nasce direttamente dalla sua sensibilità, dal suo sguardo e dalle sue mani, come necessità primaria di conferire umanità all’oggetto della comunicazione visiva. Carroll costruisce da sé i telai per le sue opere e sperimenta le diverse possibilità di porsi nello spazio della tela dipinta, con elementi di dimensioni molto diverse, spesso assemblati tra loro, sporgenti dal muro, con una profondità accentuata che rivela nuovi modi creativi. I telai di legno diventano volumi concavi o convessi, che interagiscono con l’ambiente sia con il loro aggetto che con la loro posizione frontale, di taglio, in un angolo. Contengono a loro volta oggetti - fiori, lampadine, scarpe, tele dipinte e ripiegate su se stesse - che complicano con le loro forme le sagome semplici, mai perfettamente squadrate, e si rivelano come una scoperta inattesa in un contesto inusuale.
GALLERIA PACK, Milano
Alberto di Fabio
(Avvezzano, 1966)
Il percorso pittorico di Alberto di Fabio è incentrato sulla rappresentazione del microcosmo della natura, e illustra la costante ricerca dell’artista nel passare dall’infinitamente piccolo ad una visione macrocosmica della realtà. Da sempre l’indagine dell’artista si concentra su tematiche ambientali, i suoi dipinti giocano con la realtà
ovvia delle forme per svelarne valenze implicite, ribaltando la percezione del mondo dell’immagine. Le grandi installazioni, composte di singolari pitture su carte cinesi, attivano una vera e propria esplorazione della struttura della materia. La parete si anima sotto le partiture eleganti, le tessiture aggrovigliate, le scale tonali.
Robert Gligorov
(Kriva Palanca, Macedonia, 1960)
L’artista sperimenta materiali e linguaggi diversi, verso tematiche e intuizioni mai ripetitive. Attore, illustratore, performer, utilizza il video e la fotografia, l’installazione e la pittura piegandoli alle esigenze di una ricerca che si misura sempre con i limiti e le ambiguità della rappresentazione. Artista poliedrico per eccellenza, Gligorov indaga continuamente e meticolosamente le mutevoli sfaccettature della realtà, testando da un lato l’artificioso volto delle cose e rovesciando dall’altro ciò che pare reale e attendibile per renderlo fantasioso e ironico.
LIPANJE PUNTIN ARTECONTEMPORANEA, Roma, Trieste
Romani Erkiletlian
(Parigi, 1972)
La ricerca di Erkiletlian, basata su ciò che lui stesso definisce “l’interazione tra struttura e figura”, coniuga la freddezza geometrica delle strade e delle architetture, che scaturiscono dai suoi studi fotografici, con l’espressionismo della figura umana e l’emotività dell’intervento pittorico. Le opere della serie RTC sono invece fotografie di strade e di grattaceli scattate a New York, perlopiù notturne, sulle quali Erkiletlian interviene digitalmente prima ancora che manualmente.
Serse
(San Polo del Piave, 1952)
Le sue opere sono riflessioni su questioni di storia contemporanea filtrate attraverso l’intervento dei mass media, romanzi, pièce teatrali, opere d’arte contemporanea e trattati scientifici. L’artista realizza disegni a grafite su carta che vengono poi montati su lastre di alluminio seguendo tematiche successive o incrociate dai titoli enigmatici oltre che poetici. Il cielo sopra il Cremlino è una rivisitazione del simbolo del comunismo che trionfa sul Cremlino, addolcito dalla presenza di soffice nevischio.
NOIRE CONTEMPORARY ART, Torino
AES+F
(Tatiana Arzamasova, Lev Evzovich, Evgeny Svyatsky e Vladimir Fridkes)
Gli AES+F sono interessati ad una ricerca formale ricca di contenuti, che associa alla cultura popolare, mediatica e di massa, quella più raffinata, di reminescenze classiche. Gli artisti tendono ad una fusione tecnologicamente perfetta delle narrative in contrasto tra passato e presente, per proiettarsi in una visione surreale del futuro. Una rappresentazione ironica, ossessionata dal confronto con i grandi maestri che si esprime in un progetto barocco modellato attraverso il mondo cinematografico e riversato su pellicole dal tono Hollywoodiano, dove sembra di rivivere l'epopea dei primi film in costume. Un progetto che mette in risalto in maniera insolita il tema della ribellione giovanile, sempre più filtrato nei sistemi di comunicazione ebbri di iperrealismo virtuale. Opere che denunciano la commedia e il dramma dei conflitti sociali consumati all'interno di asettici sistemi mediatici.
Hung – Chin Peng
Nella serie di opere intitolate Canine Monk (2007), il cane di Peng, letteralmente, entra nello spazio estetico dell’artista, suo padrone, come soggetto creativo. Nei video, il cane scrive versi estratti dalle sacre scritture direttamente sul muro. L’artista, prima dipinge le parole ad olio e poi le ricopre con cibo per cani. A un tempo creatura innocente, specie inferiore, così come compagno fidato, il cane possiede una posizione ambivalente come mediatore dei sacri testi. Mentre l’artista William Wegman spesso veste i suoi cani e li dispone dentro scenari antropomorfi, il compagno di Peng a quattro zampe è elevato a soggetto attivo, quasi sostituendo il suo omologo umano. Il cane interviene tra il lettore e il testo spersonalizzando quelli che spesso sono passaggi familiari. L’opera tocca quindi questioni che normalmente non vengono analizzate: chi è il soggetto scrivente di questi scritti e a chi sono indirizzati. Ad esempio quando, articolate attraverso le labbra del cane, le parole, stranamente, sembrano tutte più umane.
02
aprile 2008
Corpo Sociale
Dal 02 al 05 aprile 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA PACK
Milano, Viale Sabotino, 22, (Milano)
Milano, Viale Sabotino, 22, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 13.00 alle 19.30
Vernissage
2 Aprile 2008, dalle 18.00 alle 21.00
Autore
Curatore