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Corporale
Mostra collettiva di tre artiste
Comunicato stampa
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L’uomo desto e cosciente dice: Io sono corpo e niente altro al di fuori di ciò: e l’anima non è niente altro che una parola per significar qualche cosa che si trova nel corpo.
Il corpo è un grande sistema, una cosa molteplice con un senso solo (...) “Io”, dici tu, e vai superbo di questa parola. Ma più grande ancora – e tu non vuoi crederlo – è il tuo corpo e il suo sistema; esso non dice “Io”, ma è “Io”.
Dietro ai tuoi pensieri ed ai tuoi sentimenti, o fratello, sta un potente dominatore, un savio ignoto – che si chiama il proprio essere. Egli abita il tuo corpo: è il tuo corpo. Così parlò Zarathustra.
Friedrich Wilhelm Nietzsche
Il corpo nella storia dell’arte è il soggetto più antico: sin dalle prime forme di rappresentazione, il corpo umano è il soggetto delle diverse pratiche artistiche. Senza il corpo non ci sarebbe l’arte stessa, così come tutto ciò che è prodotto umano.
L’uso del corpo come soggetto/oggetto assume oggi intenti e significati molteplici , talvolta opposti. Dall’indagine sulla forma fino alla sua trasfigurazione, dalla valenza individuale, sociale o politica, il corpo continua ad esser simbolo.
Il simbolo, come indica il verbo greco sym-bállein, è composizione.
Corporale, attraverso le opere delle tre artiste esposte, racconta l’”Essere corpo” nell’accezione fisica, materica e metaforica.
Le immagini fotografiche di Emanuela Sforza, con l’essenzialità di bianchi e neri fortemente contrastati, ritraggono corpi di grandi danzatori, in cui emerge la vicinanza con la scultura ed il linguaggio plastico. Per lei, affascinata dall’essere umano che comunica con un linguaggio gestuale, fotografare la danza è cogliere l’essenza, la perfezione formale dell’azione; è esternare il suo amore per l’arte e per chi la crea.
Le tele di Isabellangela Germinario mostrano corpi sospesi, frammentati, strappi fisici, collegati da fili, che diventano rappresentazione figurata di instabile precarietà.
Valentina Crasto, con filo di cotone su tela, compone immagini di corpi che nella loro tattilità evocano un femminile inteso come qualità intima, presente in ogni esistenza umana. La sua performance “Opera: primo studio” racconta il dialogo tra corpo fisico, materia e forma.
Corpi, seppur nella diversità dei percorsi artistici, intesi come poesia nel senso di poièsis. Corpi come atti creativi.
Il corpo è un grande sistema, una cosa molteplice con un senso solo (...) “Io”, dici tu, e vai superbo di questa parola. Ma più grande ancora – e tu non vuoi crederlo – è il tuo corpo e il suo sistema; esso non dice “Io”, ma è “Io”.
Dietro ai tuoi pensieri ed ai tuoi sentimenti, o fratello, sta un potente dominatore, un savio ignoto – che si chiama il proprio essere. Egli abita il tuo corpo: è il tuo corpo. Così parlò Zarathustra.
Friedrich Wilhelm Nietzsche
Il corpo nella storia dell’arte è il soggetto più antico: sin dalle prime forme di rappresentazione, il corpo umano è il soggetto delle diverse pratiche artistiche. Senza il corpo non ci sarebbe l’arte stessa, così come tutto ciò che è prodotto umano.
L’uso del corpo come soggetto/oggetto assume oggi intenti e significati molteplici , talvolta opposti. Dall’indagine sulla forma fino alla sua trasfigurazione, dalla valenza individuale, sociale o politica, il corpo continua ad esser simbolo.
Il simbolo, come indica il verbo greco sym-bállein, è composizione.
Corporale, attraverso le opere delle tre artiste esposte, racconta l’”Essere corpo” nell’accezione fisica, materica e metaforica.
Le immagini fotografiche di Emanuela Sforza, con l’essenzialità di bianchi e neri fortemente contrastati, ritraggono corpi di grandi danzatori, in cui emerge la vicinanza con la scultura ed il linguaggio plastico. Per lei, affascinata dall’essere umano che comunica con un linguaggio gestuale, fotografare la danza è cogliere l’essenza, la perfezione formale dell’azione; è esternare il suo amore per l’arte e per chi la crea.
Le tele di Isabellangela Germinario mostrano corpi sospesi, frammentati, strappi fisici, collegati da fili, che diventano rappresentazione figurata di instabile precarietà.
Valentina Crasto, con filo di cotone su tela, compone immagini di corpi che nella loro tattilità evocano un femminile inteso come qualità intima, presente in ogni esistenza umana. La sua performance “Opera: primo studio” racconta il dialogo tra corpo fisico, materia e forma.
Corpi, seppur nella diversità dei percorsi artistici, intesi come poesia nel senso di poièsis. Corpi come atti creativi.
24
gennaio 2020
Corporale
Dal 24 al 26 gennaio 2020
arte contemporanea
Location
ASSOCIAZIONE CULTURALE SAMA’
Bologna, Via Zamboni, 72, (BO)
Bologna, Via Zamboni, 72, (BO)
Orario di apertura
venerdì dalle 19 alle 24
sabato dalle 18 alle 23
domenica dalle 11 alle 15
Vernissage
24 Gennaio 2020, h 19
Sito web
Autore
Progetto grafico
Produzione organizzazione