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Corpus. Arte In Azione – Angela Barretta
Una rassegna di otto performance che approfondisce due filoni distinti ma complementari: uno indaga il corpo nella sua accezione più estrema, l’altro analizza gli sconfinamenti e le tangenze che ibridano i territori delle arti visive con quelli della musica e del teatro.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Angela Barretta
FAPMAKON (durata 30’)
La ricerca di Angela Barretta si concentra sui temi e le forme della religiosità popolare: credenze,
riti e superstizioni risalenti alle più antiche tradizioni greche e cristiane permeano
tutto il suo lavoro. Il corpo è sempre al centro della sua opera, come materia modificabile,
dominatrice, santificata nel suo essere irriducibilmente viva e pulsante – un'energia che
supera e determina il pensiero. I suoi lavori sono intrisi di sofferenza, spiritualità, carnalità
e ascesi. La performance mette in scena una tendenza insita all’animo umano: il tentare. Il
tentativo equivale al contatto. Il punto in cui i due protagonisti si incontrano, creano il contatto,
è anche ciò che li divide: un frutto, il frutto. L’offerta della mela è la proposta di un
FAPMAKON [phàrmakon], termine anfibologico: sia rimedio che veleno. Il frutto della fortuna:
ogni cosa trapassa sfumando da un opposto di senso all’altro. Dono o tranello, invito o
rifiuto? La mela si moltiplica in tante mele e l’una dopo l’altra cadono tutte irrimediabilmente
al suolo in una continua attrazione e repulsione, metafora della relazione che mantiene
gli individui allo stesso tempo uniti e separati.
Corpus. Arte In Azione è il programma di performance che si svolge dal 6 al 26 giugno negli spazi del Museo Madre realizzato in collaborazione con il Napoli Teatro Festival.
La rassegna indaga alcune esperienze che vedono il corpo, il Leib husserliano, nella duplice veste di protagonista e deuteragonista, soggetto e oggetto, attore e opera, caratteristica che dalle avanguardie a oggi ha creato un forte legame - ancorché sotterraneo e poco esplorato - tra una certa idea della pratica artistica e le sperimentazioni teatrali più radicali. Nel variegato panorama della performance si è scelto di approfondire due filoni distinti ma complementari: uno caratterizzato da un significativo nesso con quelle tematiche corporali che si riaffermano sulla scena dell’arte a partire dall’inizio degli anni novanta, un altro invece contraddistinto da una serie di sconfinamenti e tangenze che ibridano i territori delle arti visive con quelli della musica e del teatro.
Nel primo il corpo è indagato nella sua accezione più estrema, diviene luogo di malattia e di morte per tracciare i contorni di una alterità deviata. Automutilazioni, tagli, incisioni, esibizioni di fluidi corporali contraddistinguono la ricerca degli artisti vicini al cosiddetto fenomeno del “neoprimitivismo”, del quale Ron Athey è sicuramente uno dei rappresentanti più prestigiosi ed emblematici. L’artista mette in scena, senza mediazione alcuna, tematiche scomode e non di rado sgradevoli, un modus operandi che appartiene anche alla napoletana Angela Barretta. Di altrettanto impatto ma spinto da motivazioni esistenziali diverse è il lavoro di Kira O’Reilly che abbina alle classiche istanze bodiste una fascinazione per le biotecnologie e per le proficue e inquietanti interrelazioni tra arte e scienza. La poetica di Gabrjiel Savic Ra, erede della gloriosa tradizione balcanica, si caratterizza per il recupero di alcune tematiche care alla Body Art “storica” aggiornata su istanze più contemporanee. Uno sconfinamento di matrice schiettamente teatrale diviene l’espediente di Milica Tomic per gettare uno sguardo impietoso sulle lacerazioni e le violenze subite nella ex Jugoslavia. Una riattualizzazione simbolica presente anche nel lavoro di Andrea Cusumano, qui con Marino Formenti, che spinge alle estreme conseguenze l’idea di “teatro totale” insita nell’Orgyen Mysterien Theater del suo maestro: Hermann Nitsch.
L’altro filone di indagine analizza la performance nella sua accezione più trasversale. L’azione performativa si caratterizza per una commistione di gestualità corporea abbinata all’elemento sonoro che assume una importanza preponderante. È il caso di Jamie Shovlin e dei suoi Lustfaust che portano in scena sonorità spiccatamente noise fatte di musica industrial e di sperimentazioni elettroniche; dello svedese Tobias Benstrup infine, dove l’atto performativo si stempera nel fascino atemporale dell’androginia, cortocircuita una estetica noir e suggestioni new wave, elementi pop e un vocabolario formale prossimo al video game.
L’istanza espositiva si integra con quella documentaria nella Project Room del Museo Madre che per tutto il periodo della rassegna si trasforma in una video room. Il ciclo di proiezioni, realizzato in collaborazione con Lois Keidan e Andrew Mitchelson, rispettivamente direttrice e project manager della Live Art Development Agency di Londra, offre l’occasione di visionare una serie di materiali inediti sulla performance “estrema” e allo stesso tempo un focus di approfondimento sugli artisti invitati ad agire live al Madre.
Programma
* 6 giugno h 21 Ron Athey History of Ecstasy
* 10 giugno h.24 Andrea Cusumano e Marino Formenti Le ali della farfalla
* 11 giugno h.22 Gabrjiel Savic' Ra Balkan Opera - Final Act
* 15 giugno h.22.30 Milica Tomic Story of the Eye
* 18 giugno h. 22.30 Angela Barretta ΦΑΡΜΑΚΟΝ
* 22 giugno h.23 Jamie Shovlin presenta Lustfaust
* 24 giugno h.19 Kira O'Reilly Untitled (Syncope)
* 26 giugno h. 23 Tobias Bernstrup A.S.F.R.
INFORMAZIONI
Ufficio Stampa MADRE
Costanza Pellegrini, Juliana Fisichella: +39 081 19978024 – fax: +39 081 19978026 e-mail: pellegrini@museomadre.it
Electa
Ilaria Maggi: +39 02 21563250 – fax: + 39 0221563314 e-mail: imaggi@mondadori.it
Carolina Perreca: + 390814297435 fax: +39 081 4297433 e-mail:comunicazione.napoli.electa@mondadori.it
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.
CORPUS. ART IN ACTION
curated by Adriana Rispoli | Eugenio Viola
Corpus. Arte In Azione is the performances’ programming that it twill take place between 6th and 26th of June in Madre Museum organized in collaboration with Napoli Teatro Festival.
Corpus. Art in Action, investigates some artistic experiences that view the body – the Husserlian “Lieb” - in the dual role of leading player and supporting actor, subject and object, actor and work of art – a characteristic which from the avant-gardes through to today has created a strong bond (albeit underground and little known) between a certain notion of artistic praxis and the most radical theatrical experiments.
Within the varied panorama of the performing arts, the focus was put on two distinct but complementary paths of research: the first characterized by an important nexus with those body-related themes that began to emerge on the artistic scene in the early 1990s, and another distinguished by a series of boundary-breakings and artistic tangents that hybridized the visual-arts terrain with that of music and theatre.
In the former, the body is studied in its most extreme form. It becomes a location of sickness and death to trace the boundaries of a certain “other-ness.” Self-mutilations, cuts, incisions, displays of bodily fluids – these actions characterized the work by artists of the so-called “neo-primitivism” phenomenon, of which Ron Athey is certainly one of the most renown and emblematic representatives. Without any type of inter-mediation, the artist brings uncomfortable and – not infrequently – unpleasant topics to the stage. This m.o. is a part of Neapolitan artist Angela Barretta's work. Of equal impact, but spurred by different existential motivations, is the work of Kira O'Reilly, who joins a fascination for biotechnologies and the profitable and disquieting inter-relationships between art and science with the classic actions of Body Art. The poetics of Gabrijel Savic Ra (heir apparent to the glorious Balkan tradition) required the recuperation of some themes dear to the “historical” Body-Art movement, but updates them in a contemporary fashion. This patently theatrical “going outside of the lines” becomes the expedient by which Milica Tomic casts a merciless look back at the laceration and violence borne during the war in the former Yugoslavia. A symbolic re-actualization is also present in the work of Andrea Cusumano – here with Marino Formenti – who pushes the envelope in terms of the extreme consequences of the “total theatre” idea, embedded within the Orgyen Mysterien Theater created by his teacher, Hermann Nitsch.
The other through-line analyzes performance in its most transversal definition. The performance action is characterized by a fusion of bodily gesture accompanied by a sound element that takes on a dominant importance.
This is the case of Jamie Shovlin and his Lustfaust, who bring an in-your-face “noise”-type sound onto the scene, made through the combustion of industrial music and by electronic experimentations, and by the Swede Tobias Bernstrup, in whose work the performance act is steeped in the timeless curiosity of androgyny, short-circuiting a noir aesthetic with a new-wave vibe, pop elements, and a formal vocabulary most closely related to the world of video games.
The exhibit element is integrated with the documentary one in Madre Museum's Project Room, which for the run of the events will be transformed into a video room. The cycle of screenings – created in collaboration with Lois Keidan and Andrew Mitchelson, director and project manager (respectively) of the Live Art Development Agency of London – offers visitors the chance to view a series of never-before-seen footage on “extreme” performance art, while at the same time acting as a focal point for further exploration on the artists invited to perform live at the Madre.
Program:
* 6 June h 21 Ron Athey History of Ecstasy
* 10 June h.24 Andrea Cusumano e Marino Formenti Le ali della farfalla
* 11 June h.22 Gabrjiel Savic' Ra Balkan Opera - Final Act
* 15 June h.22.30 Milica Tomic Story of the Eye
* 18 June h. 22.30 Angela Barretta ΦΑΡΜΑΚΟΝ
* 22 June h.23 Jamie Shovlin presenta Lustfaust
* 24 June h.19 Kira O'Reilly Untitled (Syncope)
* 26 June h. 23 Tobias Bernstrup A.S.F.R.
FAPMAKON (durata 30’)
La ricerca di Angela Barretta si concentra sui temi e le forme della religiosità popolare: credenze,
riti e superstizioni risalenti alle più antiche tradizioni greche e cristiane permeano
tutto il suo lavoro. Il corpo è sempre al centro della sua opera, come materia modificabile,
dominatrice, santificata nel suo essere irriducibilmente viva e pulsante – un'energia che
supera e determina il pensiero. I suoi lavori sono intrisi di sofferenza, spiritualità, carnalità
e ascesi. La performance mette in scena una tendenza insita all’animo umano: il tentare. Il
tentativo equivale al contatto. Il punto in cui i due protagonisti si incontrano, creano il contatto,
è anche ciò che li divide: un frutto, il frutto. L’offerta della mela è la proposta di un
FAPMAKON [phàrmakon], termine anfibologico: sia rimedio che veleno. Il frutto della fortuna:
ogni cosa trapassa sfumando da un opposto di senso all’altro. Dono o tranello, invito o
rifiuto? La mela si moltiplica in tante mele e l’una dopo l’altra cadono tutte irrimediabilmente
al suolo in una continua attrazione e repulsione, metafora della relazione che mantiene
gli individui allo stesso tempo uniti e separati.
Corpus. Arte In Azione è il programma di performance che si svolge dal 6 al 26 giugno negli spazi del Museo Madre realizzato in collaborazione con il Napoli Teatro Festival.
La rassegna indaga alcune esperienze che vedono il corpo, il Leib husserliano, nella duplice veste di protagonista e deuteragonista, soggetto e oggetto, attore e opera, caratteristica che dalle avanguardie a oggi ha creato un forte legame - ancorché sotterraneo e poco esplorato - tra una certa idea della pratica artistica e le sperimentazioni teatrali più radicali. Nel variegato panorama della performance si è scelto di approfondire due filoni distinti ma complementari: uno caratterizzato da un significativo nesso con quelle tematiche corporali che si riaffermano sulla scena dell’arte a partire dall’inizio degli anni novanta, un altro invece contraddistinto da una serie di sconfinamenti e tangenze che ibridano i territori delle arti visive con quelli della musica e del teatro.
Nel primo il corpo è indagato nella sua accezione più estrema, diviene luogo di malattia e di morte per tracciare i contorni di una alterità deviata. Automutilazioni, tagli, incisioni, esibizioni di fluidi corporali contraddistinguono la ricerca degli artisti vicini al cosiddetto fenomeno del “neoprimitivismo”, del quale Ron Athey è sicuramente uno dei rappresentanti più prestigiosi ed emblematici. L’artista mette in scena, senza mediazione alcuna, tematiche scomode e non di rado sgradevoli, un modus operandi che appartiene anche alla napoletana Angela Barretta. Di altrettanto impatto ma spinto da motivazioni esistenziali diverse è il lavoro di Kira O’Reilly che abbina alle classiche istanze bodiste una fascinazione per le biotecnologie e per le proficue e inquietanti interrelazioni tra arte e scienza. La poetica di Gabrjiel Savic Ra, erede della gloriosa tradizione balcanica, si caratterizza per il recupero di alcune tematiche care alla Body Art “storica” aggiornata su istanze più contemporanee. Uno sconfinamento di matrice schiettamente teatrale diviene l’espediente di Milica Tomic per gettare uno sguardo impietoso sulle lacerazioni e le violenze subite nella ex Jugoslavia. Una riattualizzazione simbolica presente anche nel lavoro di Andrea Cusumano, qui con Marino Formenti, che spinge alle estreme conseguenze l’idea di “teatro totale” insita nell’Orgyen Mysterien Theater del suo maestro: Hermann Nitsch.
L’altro filone di indagine analizza la performance nella sua accezione più trasversale. L’azione performativa si caratterizza per una commistione di gestualità corporea abbinata all’elemento sonoro che assume una importanza preponderante. È il caso di Jamie Shovlin e dei suoi Lustfaust che portano in scena sonorità spiccatamente noise fatte di musica industrial e di sperimentazioni elettroniche; dello svedese Tobias Benstrup infine, dove l’atto performativo si stempera nel fascino atemporale dell’androginia, cortocircuita una estetica noir e suggestioni new wave, elementi pop e un vocabolario formale prossimo al video game.
L’istanza espositiva si integra con quella documentaria nella Project Room del Museo Madre che per tutto il periodo della rassegna si trasforma in una video room. Il ciclo di proiezioni, realizzato in collaborazione con Lois Keidan e Andrew Mitchelson, rispettivamente direttrice e project manager della Live Art Development Agency di Londra, offre l’occasione di visionare una serie di materiali inediti sulla performance “estrema” e allo stesso tempo un focus di approfondimento sugli artisti invitati ad agire live al Madre.
Programma
* 6 giugno h 21 Ron Athey History of Ecstasy
* 10 giugno h.24 Andrea Cusumano e Marino Formenti Le ali della farfalla
* 11 giugno h.22 Gabrjiel Savic' Ra Balkan Opera - Final Act
* 15 giugno h.22.30 Milica Tomic Story of the Eye
* 18 giugno h. 22.30 Angela Barretta ΦΑΡΜΑΚΟΝ
* 22 giugno h.23 Jamie Shovlin presenta Lustfaust
* 24 giugno h.19 Kira O'Reilly Untitled (Syncope)
* 26 giugno h. 23 Tobias Bernstrup A.S.F.R.
INFORMAZIONI
Ufficio Stampa MADRE
Costanza Pellegrini, Juliana Fisichella: +39 081 19978024 – fax: +39 081 19978026 e-mail: pellegrini@museomadre.it
Electa
Ilaria Maggi: +39 02 21563250 – fax: + 39 0221563314 e-mail: imaggi@mondadori.it
Carolina Perreca: + 390814297435 fax: +39 081 4297433 e-mail:comunicazione.napoli.electa@mondadori.it
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.
CORPUS. ART IN ACTION
curated by Adriana Rispoli | Eugenio Viola
Corpus. Arte In Azione is the performances’ programming that it twill take place between 6th and 26th of June in Madre Museum organized in collaboration with Napoli Teatro Festival.
Corpus. Art in Action, investigates some artistic experiences that view the body – the Husserlian “Lieb” - in the dual role of leading player and supporting actor, subject and object, actor and work of art – a characteristic which from the avant-gardes through to today has created a strong bond (albeit underground and little known) between a certain notion of artistic praxis and the most radical theatrical experiments.
Within the varied panorama of the performing arts, the focus was put on two distinct but complementary paths of research: the first characterized by an important nexus with those body-related themes that began to emerge on the artistic scene in the early 1990s, and another distinguished by a series of boundary-breakings and artistic tangents that hybridized the visual-arts terrain with that of music and theatre.
In the former, the body is studied in its most extreme form. It becomes a location of sickness and death to trace the boundaries of a certain “other-ness.” Self-mutilations, cuts, incisions, displays of bodily fluids – these actions characterized the work by artists of the so-called “neo-primitivism” phenomenon, of which Ron Athey is certainly one of the most renown and emblematic representatives. Without any type of inter-mediation, the artist brings uncomfortable and – not infrequently – unpleasant topics to the stage. This m.o. is a part of Neapolitan artist Angela Barretta's work. Of equal impact, but spurred by different existential motivations, is the work of Kira O'Reilly, who joins a fascination for biotechnologies and the profitable and disquieting inter-relationships between art and science with the classic actions of Body Art. The poetics of Gabrijel Savic Ra (heir apparent to the glorious Balkan tradition) required the recuperation of some themes dear to the “historical” Body-Art movement, but updates them in a contemporary fashion. This patently theatrical “going outside of the lines” becomes the expedient by which Milica Tomic casts a merciless look back at the laceration and violence borne during the war in the former Yugoslavia. A symbolic re-actualization is also present in the work of Andrea Cusumano – here with Marino Formenti – who pushes the envelope in terms of the extreme consequences of the “total theatre” idea, embedded within the Orgyen Mysterien Theater created by his teacher, Hermann Nitsch.
The other through-line analyzes performance in its most transversal definition. The performance action is characterized by a fusion of bodily gesture accompanied by a sound element that takes on a dominant importance.
This is the case of Jamie Shovlin and his Lustfaust, who bring an in-your-face “noise”-type sound onto the scene, made through the combustion of industrial music and by electronic experimentations, and by the Swede Tobias Bernstrup, in whose work the performance act is steeped in the timeless curiosity of androgyny, short-circuiting a noir aesthetic with a new-wave vibe, pop elements, and a formal vocabulary most closely related to the world of video games.
The exhibit element is integrated with the documentary one in Madre Museum's Project Room, which for the run of the events will be transformed into a video room. The cycle of screenings – created in collaboration with Lois Keidan and Andrew Mitchelson, director and project manager (respectively) of the Live Art Development Agency of London – offers visitors the chance to view a series of never-before-seen footage on “extreme” performance art, while at the same time acting as a focal point for further exploration on the artists invited to perform live at the Madre.
Program:
* 6 June h 21 Ron Athey History of Ecstasy
* 10 June h.24 Andrea Cusumano e Marino Formenti Le ali della farfalla
* 11 June h.22 Gabrjiel Savic' Ra Balkan Opera - Final Act
* 15 June h.22.30 Milica Tomic Story of the Eye
* 18 June h. 22.30 Angela Barretta ΦΑΡΜΑΚΟΝ
* 22 June h.23 Jamie Shovlin presenta Lustfaust
* 24 June h.19 Kira O'Reilly Untitled (Syncope)
* 26 June h. 23 Tobias Bernstrup A.S.F.R.
18
giugno 2009
Corpus. Arte In Azione – Angela Barretta
18 giugno 2009
performance - happening
serata - evento
serata - evento
Location
MADRE – MUSEO D’ARTE DONNA REGINA
Napoli, Via Luigi Settembrini, 79, (Napoli)
Napoli, Via Luigi Settembrini, 79, (Napoli)
Vernissage
18 Giugno 2009, ore 22.30 Sala Polifunzionale
Ufficio stampa
ELECTA
Ufficio stampa
ELECTA NAPOLI
Autore
Curatore