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Corrado Grappeggia – Il colore della satira
La mostra si compone di circa 30 opere inneggianti alle deformazioni sociali e sottolineando pregi e difetti di personaggi comuni e non. Una coloratissima rivisitazione grostziana della realtà contemporanea.
Comunicato stampa
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E’ una ricerca di teknè, satira sociale ed allegra comicità, ma al contempo di profonda analisi introspettiva, quella che porta il poliedrico Grappeggia ad esprimersi pittoricamente attraverso soggetti e situazioni di grotziana memoria. Una ricerca da autodidatta che ha comunque portato l’autore ad un rapporto totalmente nuovo con il passato evitandogli qualsiasi approccio”colto”alla materia. Cosa che, di per sé, si rivela un fattore tutt’altro che negativo, anzi vantaggioso, specie quando si riesce a sfruttarlo nel giusto modo. E specie quando, all’applicazione artistica intesa in senso pittorico, si coniuga la passione per la musica e la strumentistica e si abbinano la koinè grafica, e quella per il rigo musicale, alla poesia ed alla lettura dei classici o delle nuove proposte. Da autodidatta, pertanto, Corrado non sarebbe capace di intellettualismi gratuiti e quindi si muove, per intuito. E l’intuito, qualche volta, può generare situazioni di rielaborazione critica assai interessanti, non convenzionali, proprio per il fatto di trascurare o conoscere poco quei binari di ufficialità che per altri varrebbero invece come il Vangelo. L’intuito si muove per ipotesi azzardate, non altrimenti dimostrate e forse non dimostrabili, ma dalle quali possono comunque derivare sviluppi importanti. L’intuito si muove confidando sulla pratica, sull’esperienza diretta, non sulla teoria, su un’idea platonica che sorvola il contatto materiale con il mondo piuttosto che attraversarlo. Confidando su intuito ed azione pratica, Grappeggia è pervenuto autonomamente ad un risultato di interpretazione pittorica al quale , probabilmente, non sarebbe mai arrivato leggendo i sacri manuali accademici. Non si sta parlando di intenti retrospettivi, di citazionismo colto o di altre volontà programmaticamente imitatorie. L’autore si “limita” a conoscere, ad osservare con occhio critico e distaccato, ad apprendere, a rielaborare. Con queste premesse, pittura, musica e letteratura si compenetrano nell’incedere dell’artista. La pittura, in particolare, si carica di segni e significanti che riportano ad una composizione rigorosa ed a soggetti prediletti, come le figure maschili e femminili, dal titolo più che connotativo Legato, naturalmente, ad una curiosità incessante, ad un peregrinare continuo, ad un desiderio profondo di riuscire a cogliere in tutto quanto lo circonda il lato oscuro e quello illuminato, la drammaticità e l’allegria velate sempre, queste ultime, da una sana rilettura comico-satirica. Il tutto raccolto nella modernità figurativa, nella correttezza e nell’equilibrio della sintesi formale; in una parola nella civiltà della sua pittura. C’è tanta "inurbanità" nell’arte dei nostri giorni, talvolta intenzionale, talvolta anche positiva, il più delle volte involontaria e infelice, che, quando si incontrano eccezioni, non ci si può che rallegrare. Specie per la vitalità delle immagini di Grappeggia che nascono dai colori caldi (i colori del sole, del sud, del mediterraneo) E di colori caldi si nutrono, in particolare, le figure dell’artista, vero fulcro di una produzione dal sapore hogarthiano, ora come volumetrie sferiche delle Giunoni del Picasso rappelé à l’ordre, ora trattate in modo nabis o preraffaellitico, ora riportate al pensiero di un “falso naïve” come Ligabue che fanno esplodere la carne, il sangue ed il cervello. Stanno, le figure di Grappeggia, in un limbo ambiguo e singolare, a mezza strada tra idealizzazione, espressionismo e caricaturalità (si ammirino opere come “Dal sarto”, “Arlecchino al circo”, “Servizio all’osteria” o, ancora, “In discoteca”). È merito di una cifra stilistica sintetica, precisa ed essenziale allo stesso tempo, di grande efficacia comunicativa, che riesce a sottolineare quanto, per l’artista, la società ed i suoi stilemi siano “quell'elemento” in natura che soddisfano, rallegrano o , anche, intristiscono l'uomo da tutti i punti di vista. Una società vivibile ma risibile, esasperata nelle misure ed esaltata nei comportamenti, derisa nei suoi difetti, ma condivisa nei giusti valori morali. Ingigantita sempre nella negatività, sottolineata comunque nei pregi. Fermata con colori e pennelli per poterla interpretare non con occhio fotografico, ma con una revisione introspettiva di grande effetto e di piacevole lettura.
Giorgio Barberis
Giorgio Barberis
07
maggio 2009
Corrado Grappeggia – Il colore della satira
Dal 07 maggio al 07 giugno 2009
arte contemporanea
Location
ROMA ROOM ART GALLERY
Savigliano, Corso Roma, 1, (Cuneo)
Savigliano, Corso Roma, 1, (Cuneo)
Orario di apertura
da martedì a domenica: 10/12 – 14/19
Autore
Curatore