Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Corrado Veneziano – Pietas
In esposizione dieci tele di lino firmate dall’artista Corrado Veneziano, che, riprendendo la struttura visiva della Sacra Sindone, rappresentano alcuni tra i dittatori più sanguinari del ventesimo secolo (da Hitler a Mussolini, da Videla a Gheddafi, da Bin Laden a Pinochet) immaginati nella loro posizione mortuaria con le palpebre chiuse, le mani congiunte sotto il ventre e i tratti del viso trasfigurati e colti in una dimensione eterea e astratta come solo la percezione della morte può produrre
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Arte: alle Case Romane del Celio la “Pìetas” di Corrado Veneziano
In esposizione dal 20 aprile fino al 2 maggio prossimo a Roma, dieci tele con le immagini dei
dittatori più sanguinari del XX e XXI secolo interpretano la Sacra Sindone.
Fra i ritratti anche Hitler, Mussolini, Bin Laden e Gheddafi.
Roma, 16 aprile 2017 – D’intesa con il Ministero dell’Interno, con il Ministero dei Beni Culturali, e
con la Società coop. Spazio Libero, prende il via giovedì 20 aprile alle 18.00, a Roma, nello
straordinario complesso archeologico delle Case Romane del Celio (Clivo di Scauro), “Pìetas”, la
mostra di Corrado Veneziano a cura di Raffaella Salato.
L’esposizione, in programma fino al 2 maggio prossimo (orario: tutti i giorni, dal giovedì al lunedì,
dalle 10.00-13.00 e dalle 15.00-18.00, ingresso al pubblico: intero 8 euro, ridotto 6 euro) in uno dei
poli museali più affascinanti dell’intero patrimonio laziale, presenta dieci tele di lino installate su
strutture autoportanti che interpretano e riprendono la struttura visiva della Sacra Sindone, una
delle forme estetiche più illuminanti della condizione mortuaria al di là di ogni risvolto di natura religiosa.
I dieci sudari, che rappresentano altrettante figure umane immaginate in posizione funebre,
sembrerebbero ritrarre uomini apparentemente comuni. In realtà, le somiglianze richiamano alla
mente dello spettatore alcuni personaggi tristemente noti, annoverabili fra i despoti e i dittatori più
sanguinari del XX e XXI secolo: Hitler, Mussolini, Pol Pot, Videla, Batista, Bin Laden, Gheddafi,
Mobutu e Pinochet.
Ritratti a misura reale, con le palpebre chiuse e le mani congiunte sotto il ventre in una postura che
ricorda la Sacra Sindone, i soggetti di questi lavori, su cui evidente è il lavorìo intenso condotto
dalla mano dell’artista, presentano i tratti del viso e del corpo trasfigurati e colti in una
dimensione eterea, astratta, allo stesso tempo distaccata e appartata che solo la percezione della
morte può produrre.
Nell’attimo solenne della dipartita, dunque, come dimostrano le opere di Veneziano, anche il volto di
un individuo, assolutamente esecrabile in vita e privo di alcun genere di pentimento, può essere
rappresentato in un’espressione più umana e dignitosa, risultato di quell’elevato sentimento
della pìetas latina che insiste tra l’altro sul rispetto e sull’amore dovuto comunque a ogni essere
umano a prescindere dalle nefandezze che gli sono appartenute. Come se la scomparsa terrena fosse
capace di allontanare lo sdegno e il ripudio per portare al suo posto una qualche forma di
rasserenamento.
Partendo dalle considerazioni di Ricoeur e Lèvinas, che avevano posto l’attenzione sull’assunto
della religione cristiana secondo cui qualsiasi volto “potrebbe essere quello di Cristo”, Veneziano
recupera l’immagine della Sindone e con un gioco di sostituzioni-trasformazioni riesce, dunque, a
“trasferire” sul lenzuolo di lino le sembianze di uomini la cui ferocia ha segnato la storia
dell’umanità.
“Il volto di Cristo – ha detto Veneziano – è, allo stesso tempo, l’immagine più riprodotta e la
raffigurazione più astratta e priva di documentazione che ci sia. In questo senso l’operazione di
ragionevole verosimiglianza delle immagini di Pìetas , progetto che ha preso forma dentro di me
durante il Giubileo della Misericordia, potrebbe rappresentare un tributo all’arricchimento
semantico dell’immagine del Salvatore, ma anche diventare un onesto lavoro di allargamento delle
opzioni figurative in cui questi si è materializzato”.
Molteplici le domande che l’esposizione pone, infinite le questioni estetiche e artistiche, le
problematiche politiche, religiose, psicologiche e sociologiche. In questo senso la mostra diventa
l’occasione per riflettere sulla distanza tra mondi incomparabili o distanti, come quello della vita e della
morte, della immanenza e della trascendenza, della guerra e della pace. Mentre, per l’ennesima volta,
come ha scritto in passato Achille Bonito Oliva le opere di Veneziano ”massaggiano il muscolo
atrofizzato della memoria collettiva”.
L’appuntamento per il Vernissage è fissato per giovedì 20 aprile alle ore 18.
Note biografiche:
Corrado Veneziano (Tursi, 1958) ha alternato le sue attività di ricerca e di docenza accademica con il suo
permanente lavoro di artista. Regista teatrale per Festival e rassegne internazionali (spesso con la Biennale
di Venezia) e regista televisivo per la Divisione ragazzi di Rai 3 e per Rainews 24, ha pubblicato molteplici
volumi (sulla comunicazione e la espressività) con importanti case editrici italiane. Ha tenuto laboratori e
seminari in università e accademie, in Europa, negli Stati Uniti, in Africa. Nel 2013 ha presentato per la prima
volta i suoi lavori pittorici a Roma, raccogliendo l'attenzione lusinghiera del critico Achille Bonito Oliva e
dell'antropologo Marc Augè.
Sulla sua produzione pittorica vale la pena sottolineare la mostra ospitata con il sostegno del Ministero degli
Esteri e ospitata a Bruxelles nel primo semestre europeo di presidenza italiana (2014) e due eventi, del
2015. Il primo è legato alla personale ISBN 9788820302092 tenutasi a Parigi nell'Espace en Cours diretto da
Julie Heintz; il secondo è invece relativo al quadro che la Rai gli ha commissionato per il 67° Prix Italia -
Concorso internazionale della Tv, del web e della radio. La mostra parigina si è inscritta nelle manifestazioni
francesi sul 750 anniversario della nascita di Dante Alighieri; l'opera per il Prix Italia (tenutosi a Torino tra il
19 e il 24 settembre) è diventata l'immagine-simbolo della rassegna 2015 del Prix, intitolata "Il potere delle
Storie. Il laboratorio della Creatività". Anche il 2016 ha registrato varie iniziative pittoriche e artistiche, tra cui
vale la pena di citare la personale alla antica Galleria Nevskij 8 di San Pietroburgo dal titolo "I codici
dell'anima" in cui Veneziano ha presentato, per larga parte, i lavori dedicati ai codici ISBN. Recentemente
(San Pietroburgo, gennaio-febbraio 2017) l’artista è stato impegnato in esposizione in quel medesimo spazio
con la personale “Segni, loghi e corruzioni”, a cura di Raffaella Salato. In occasione dell’anniversario dei 60
anni del Trattato di Roma, l’artista ha “ripensato” il logo dell’UE presentando 3 installazioni di dimensioni
considerevoli.
Alcune note critiche:
Achille Bonito Oliva ”L’anima dei non luoghi”
“(…) Eppure egli è un artista tipicamente europeo che partecipa anche alla postmodernità attraverso
l'assunzione del metodo dell'assemblaggio, della conversione, del riciclaggio, della contaminazione;
insomma di una serie di passaggi stilistici differenziati”. “(…) Inserirsi nel mercato dell'arte contemporanea è
un fatto statistico, di circostanza, di contesto. Quello che è importante è riconoscere quando un lavoro è
capace di viaggiare su diverse lunghezze d'onda: viaggiare tra l'alto e il basso del sogno dell'arte. Questo è
in grado di fare Veneziano in quanto ha il coraggio di non assumere un'iconografia eclatante ma, anzi,
segnala l'orgoglio di chi utilizza l'arte per sviluppare una scoperta. L'arte come svelamento e l'arte come
sollecitazione e ampliamento della sensibilità: per chi la fa e per chi la riceve. In questo senso, quella di
Corrado Veneziano, può definirsi - anche - un'arte sociale”.
Marc Augé, “L’anima dei non luoghi”
“(…) Devo ammettere di aver attraversato larga parte del mio lavoro intellettuale a spiegare cosa sia un non-
luogo. E ora, un po’ inaspettatamente, vedo rappresentato questo concetto nell’arte figurativa: per
l’esattezza nelle opere pittoriche di Corrado Veneziano. Ho sempre sperato (e aspettato) che un artista
potesse appropriarsi di uno spazio che è considerato normalmente un non-luogo, e ho avuto la conferma
immaginata: che cimentandosi con uno spazio non definito (non puntualmente localizzabile) il pittore
stabilisca e rafforzi – comunque – una relazione con il medesimo spazio. E Veneziano rimarca proprio
l’esistenza dell’arricchente opposizione tra luogo e non luogo; la trasposizione pittorica diventa protagonista
del non-luogo laddove ne propone una inedita, intensa rappresentazione."
Derrick De Kerckhove Non luoghi > No loghi
“(…) È questa ricerca dello "sguardo di chi guarda" che mi intriga in Veneziano. L'educazione allo sguardo e
dello sguardo è propria dell'arte visiva. Ma pochi artisti contemporanei lo fanno deliberatamente, pittori o
fotografi, scultori o registi.
Veneziano chiede allo spettatore di creare il quadro con lui: per distinguere forme sfocate, e per perseguire
una proposta visiva ulteriore. Oppure, come nel caso del quadro del codice QR, per legare e correlare una
moltitudine di ombre fluide, appena riconoscibili tra singole tessere. Un quadro luminoso e ricco di speranza:
come molte altre opere di questo artista”.
In esposizione dal 20 aprile fino al 2 maggio prossimo a Roma, dieci tele con le immagini dei
dittatori più sanguinari del XX e XXI secolo interpretano la Sacra Sindone.
Fra i ritratti anche Hitler, Mussolini, Bin Laden e Gheddafi.
Roma, 16 aprile 2017 – D’intesa con il Ministero dell’Interno, con il Ministero dei Beni Culturali, e
con la Società coop. Spazio Libero, prende il via giovedì 20 aprile alle 18.00, a Roma, nello
straordinario complesso archeologico delle Case Romane del Celio (Clivo di Scauro), “Pìetas”, la
mostra di Corrado Veneziano a cura di Raffaella Salato.
L’esposizione, in programma fino al 2 maggio prossimo (orario: tutti i giorni, dal giovedì al lunedì,
dalle 10.00-13.00 e dalle 15.00-18.00, ingresso al pubblico: intero 8 euro, ridotto 6 euro) in uno dei
poli museali più affascinanti dell’intero patrimonio laziale, presenta dieci tele di lino installate su
strutture autoportanti che interpretano e riprendono la struttura visiva della Sacra Sindone, una
delle forme estetiche più illuminanti della condizione mortuaria al di là di ogni risvolto di natura religiosa.
I dieci sudari, che rappresentano altrettante figure umane immaginate in posizione funebre,
sembrerebbero ritrarre uomini apparentemente comuni. In realtà, le somiglianze richiamano alla
mente dello spettatore alcuni personaggi tristemente noti, annoverabili fra i despoti e i dittatori più
sanguinari del XX e XXI secolo: Hitler, Mussolini, Pol Pot, Videla, Batista, Bin Laden, Gheddafi,
Mobutu e Pinochet.
Ritratti a misura reale, con le palpebre chiuse e le mani congiunte sotto il ventre in una postura che
ricorda la Sacra Sindone, i soggetti di questi lavori, su cui evidente è il lavorìo intenso condotto
dalla mano dell’artista, presentano i tratti del viso e del corpo trasfigurati e colti in una
dimensione eterea, astratta, allo stesso tempo distaccata e appartata che solo la percezione della
morte può produrre.
Nell’attimo solenne della dipartita, dunque, come dimostrano le opere di Veneziano, anche il volto di
un individuo, assolutamente esecrabile in vita e privo di alcun genere di pentimento, può essere
rappresentato in un’espressione più umana e dignitosa, risultato di quell’elevato sentimento
della pìetas latina che insiste tra l’altro sul rispetto e sull’amore dovuto comunque a ogni essere
umano a prescindere dalle nefandezze che gli sono appartenute. Come se la scomparsa terrena fosse
capace di allontanare lo sdegno e il ripudio per portare al suo posto una qualche forma di
rasserenamento.
Partendo dalle considerazioni di Ricoeur e Lèvinas, che avevano posto l’attenzione sull’assunto
della religione cristiana secondo cui qualsiasi volto “potrebbe essere quello di Cristo”, Veneziano
recupera l’immagine della Sindone e con un gioco di sostituzioni-trasformazioni riesce, dunque, a
“trasferire” sul lenzuolo di lino le sembianze di uomini la cui ferocia ha segnato la storia
dell’umanità.
“Il volto di Cristo – ha detto Veneziano – è, allo stesso tempo, l’immagine più riprodotta e la
raffigurazione più astratta e priva di documentazione che ci sia. In questo senso l’operazione di
ragionevole verosimiglianza delle immagini di Pìetas , progetto che ha preso forma dentro di me
durante il Giubileo della Misericordia, potrebbe rappresentare un tributo all’arricchimento
semantico dell’immagine del Salvatore, ma anche diventare un onesto lavoro di allargamento delle
opzioni figurative in cui questi si è materializzato”.
Molteplici le domande che l’esposizione pone, infinite le questioni estetiche e artistiche, le
problematiche politiche, religiose, psicologiche e sociologiche. In questo senso la mostra diventa
l’occasione per riflettere sulla distanza tra mondi incomparabili o distanti, come quello della vita e della
morte, della immanenza e della trascendenza, della guerra e della pace. Mentre, per l’ennesima volta,
come ha scritto in passato Achille Bonito Oliva le opere di Veneziano ”massaggiano il muscolo
atrofizzato della memoria collettiva”.
L’appuntamento per il Vernissage è fissato per giovedì 20 aprile alle ore 18.
Note biografiche:
Corrado Veneziano (Tursi, 1958) ha alternato le sue attività di ricerca e di docenza accademica con il suo
permanente lavoro di artista. Regista teatrale per Festival e rassegne internazionali (spesso con la Biennale
di Venezia) e regista televisivo per la Divisione ragazzi di Rai 3 e per Rainews 24, ha pubblicato molteplici
volumi (sulla comunicazione e la espressività) con importanti case editrici italiane. Ha tenuto laboratori e
seminari in università e accademie, in Europa, negli Stati Uniti, in Africa. Nel 2013 ha presentato per la prima
volta i suoi lavori pittorici a Roma, raccogliendo l'attenzione lusinghiera del critico Achille Bonito Oliva e
dell'antropologo Marc Augè.
Sulla sua produzione pittorica vale la pena sottolineare la mostra ospitata con il sostegno del Ministero degli
Esteri e ospitata a Bruxelles nel primo semestre europeo di presidenza italiana (2014) e due eventi, del
2015. Il primo è legato alla personale ISBN 9788820302092 tenutasi a Parigi nell'Espace en Cours diretto da
Julie Heintz; il secondo è invece relativo al quadro che la Rai gli ha commissionato per il 67° Prix Italia -
Concorso internazionale della Tv, del web e della radio. La mostra parigina si è inscritta nelle manifestazioni
francesi sul 750 anniversario della nascita di Dante Alighieri; l'opera per il Prix Italia (tenutosi a Torino tra il
19 e il 24 settembre) è diventata l'immagine-simbolo della rassegna 2015 del Prix, intitolata "Il potere delle
Storie. Il laboratorio della Creatività". Anche il 2016 ha registrato varie iniziative pittoriche e artistiche, tra cui
vale la pena di citare la personale alla antica Galleria Nevskij 8 di San Pietroburgo dal titolo "I codici
dell'anima" in cui Veneziano ha presentato, per larga parte, i lavori dedicati ai codici ISBN. Recentemente
(San Pietroburgo, gennaio-febbraio 2017) l’artista è stato impegnato in esposizione in quel medesimo spazio
con la personale “Segni, loghi e corruzioni”, a cura di Raffaella Salato. In occasione dell’anniversario dei 60
anni del Trattato di Roma, l’artista ha “ripensato” il logo dell’UE presentando 3 installazioni di dimensioni
considerevoli.
Alcune note critiche:
Achille Bonito Oliva ”L’anima dei non luoghi”
“(…) Eppure egli è un artista tipicamente europeo che partecipa anche alla postmodernità attraverso
l'assunzione del metodo dell'assemblaggio, della conversione, del riciclaggio, della contaminazione;
insomma di una serie di passaggi stilistici differenziati”. “(…) Inserirsi nel mercato dell'arte contemporanea è
un fatto statistico, di circostanza, di contesto. Quello che è importante è riconoscere quando un lavoro è
capace di viaggiare su diverse lunghezze d'onda: viaggiare tra l'alto e il basso del sogno dell'arte. Questo è
in grado di fare Veneziano in quanto ha il coraggio di non assumere un'iconografia eclatante ma, anzi,
segnala l'orgoglio di chi utilizza l'arte per sviluppare una scoperta. L'arte come svelamento e l'arte come
sollecitazione e ampliamento della sensibilità: per chi la fa e per chi la riceve. In questo senso, quella di
Corrado Veneziano, può definirsi - anche - un'arte sociale”.
Marc Augé, “L’anima dei non luoghi”
“(…) Devo ammettere di aver attraversato larga parte del mio lavoro intellettuale a spiegare cosa sia un non-
luogo. E ora, un po’ inaspettatamente, vedo rappresentato questo concetto nell’arte figurativa: per
l’esattezza nelle opere pittoriche di Corrado Veneziano. Ho sempre sperato (e aspettato) che un artista
potesse appropriarsi di uno spazio che è considerato normalmente un non-luogo, e ho avuto la conferma
immaginata: che cimentandosi con uno spazio non definito (non puntualmente localizzabile) il pittore
stabilisca e rafforzi – comunque – una relazione con il medesimo spazio. E Veneziano rimarca proprio
l’esistenza dell’arricchente opposizione tra luogo e non luogo; la trasposizione pittorica diventa protagonista
del non-luogo laddove ne propone una inedita, intensa rappresentazione."
Derrick De Kerckhove Non luoghi > No loghi
“(…) È questa ricerca dello "sguardo di chi guarda" che mi intriga in Veneziano. L'educazione allo sguardo e
dello sguardo è propria dell'arte visiva. Ma pochi artisti contemporanei lo fanno deliberatamente, pittori o
fotografi, scultori o registi.
Veneziano chiede allo spettatore di creare il quadro con lui: per distinguere forme sfocate, e per perseguire
una proposta visiva ulteriore. Oppure, come nel caso del quadro del codice QR, per legare e correlare una
moltitudine di ombre fluide, appena riconoscibili tra singole tessere. Un quadro luminoso e ricco di speranza:
come molte altre opere di questo artista”.
20
aprile 2017
Corrado Veneziano – Pietas
Dal 20 aprile al 02 maggio 2017
arte contemporanea
Location
CASE ROMANE DEL CELIO
Roma, Piazza Dei Santi Giovanni E Paolo, (Roma)
Roma, Piazza Dei Santi Giovanni E Paolo, (Roma)
Biglietti
intero 8 euro, ridotto 6 euro
Orario di apertura
tutti i giorni, dal giovedì al lunedì, con orario 10.00-13.00 e 15.00-18.00
Vernissage
20 Aprile 2017, ore 18
Autore