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Corrente: le parole della vita. Opere 1930/1945
La mostra vuole esplorare il complesso movimento che nacque attorno alla rivista “Corrente”, fondata a Milano dal diciassettenne Ernesto Treccani nel 1938. A Palazzo Reale sono quindi ordinate oltre un centinaio di opere, provenienti da collezioni private, musei italiani e svizzeri.
Comunicato stampa
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L’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, dal 17 giugno al 7 settembre 2008, presenta a Palazzo Reale la mostra Corrente: le parole della vita. Opere 1930/1945 realizzata con la collaborazione delle Civiche Raccolte d’Arte di Milano. La mostra vuole esplorare il complesso movimento che nacque attorno alla rivista “Corrente”, fondata a Milano dal diciassettenne Ernesto Treccani nel 1938. L’artista fu il giovanissimo direttore della rivista, finanziata inizialmente dai mezzi del padre: quel conte Giovanni Treccani degli Alfieri al quale si deve la fondazione dell’omonimo Istituto Enciclopedico. “Corrente” ebbe solo due anni di vita. La sua pubblicazione venne, infatti, soppressa d’autorità dal regime in corrispondenza dell’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940. Attorno alla rivista si formarono comunque, in accesa dialettica, molti degli intellettuali che avrebbero dominato la scena italiana del dopoguerra: da Giancarlo Vigorelli a Dino Del Bo, da Raffaele De Grada a Dino Formaggio, da Alberto Lattuada a Luigi Comencini.
Del complesso movimento, che conobbe anche aspetti letterari, filosofici, critici e politici, viene ricostruito il clima artistico attraverso l’esposizione di dipinti e sculture dei suoi protagonisti e degli artisti che si riconobbero, anche se per poco tempo, nello spirito del movimento, partecipando alle due grandi mostre organizzate, sempre a Milano, da “Corrente” o alle mostre ordinate alla Bottega di Corrente, la piccola galleria in via della Spiga, che continuò in pratica l’attività artistica ed editoriale della rivista, fino al 1943.
A Palazzo Reale sono quindi ordinate oltre un centinaio di opere, provenienti da collezioni private, musei italiani e svizzeri. Gli artisti sono Arnaldo Badodi, Renato Birolli, Luigi Broggini, Bruno Cassinari, Sandro Cherchi, Lucio Fontana, Piero Gauli, Genni Wiegmann Mucchi, Renato Guttuso, Dino Lanaro, Mario Mafai, Manzù, Giuseppe Migneco, Ennio Morlotti, Gabriele Mucchi, Giovanni Paganin, Fausto Pirandello, Giuseppe Santomaso, Aligi Sassu, Scipione (Gino Bonichi), Fiorenzo Tomea, Ernesto Treccani, Italo Valenti ed Emilio Vedova.
Le opere appartengono a un arco temporale allargato, rispetto alla vita della rivista: gli anni compresi tra il 1930 e il 1945. Questo per avere modo di ricostruire l’humus culturale dal quale nacque. “Corrente”, infatti, è il centro dove convergono vettori di un’opposizione, culturale e politica, provenienti da un area geograficamente e ideologicamente vasta. Un’area che nella stratigrafia del tempo comprende sia la Torino dei Sei, sia la Roma della Scuola di via Cavour, fino alla Milano di Edoardo Persico: la Milano dove Sassu, Birolli e Manzù intorno alla metà degli anni trenta vivono la loro prima stagione. Come termine ultimo si è preferito non il 1943, che segna la fine dell’attività editoriale ed espositiva della Galleria della Spiga (che aveva raccolto l’eredità della rivista e poi della Bottega di Corrente), bensì il 1945, inteso come ideale cesura storica nel percorso poetico dei singoli artisti.
Il titolo della mostra si rifà a una pagina scritta da Treccani nella primavera del 1943. “Sento in me crescere la vita e la volontà di comunicare. Ho in mente un quadro, che dovrà essere pieno di vita e di morte. Neri, bianchi, grigi, e qualche rosso come un lampo. Dobbiamo parlare agli uomini le parole della vita”. E sono proprio “le parole della vita” quelle che ritroviamo nelle immagini delle opere in mostra. Contro l’allegoria della metafisica, il mito di Novecento, il gelo dell’astrazione o la magniloquenza dell’arte di regime, ecco il realismo di Corrente che, nello sprofondare nella tragedia di quegli anni di guerra, trova finalmente i termini primi di un discorso che tocca il cuore dell’uomo. Ecco la vitalità di Signorina seduta di Fontana (Milano, Civiche Racolte d’Arte, Museo del Novecento), l’intenso Ritratto di Mario Alicata, di Guttuso, la congestione segnica del Caffè alle Zattere di Vedova, del 1943, che anticipa potentemente la sua ricerca a venire.
Il clima letterario e artistico del movimento di Corrente trova una ricostruzione attraverso l’esposizione, accanto alle opere, di una ricca selezione di documenti originali provenienti dagli Archivi di Corrente, dal Fondo Vittorio Sereni, dall’Archivio Salvatore Quasimodo, dall’Archivio Piero Gauli e da altri archivi pubblici.
La cura della mostra e il coordinamento scientifico sono affidati a Marina Pizziolo, che negli ultimi dieci anni ha curato le principali esposizioni dedicate al movimento di Corrente (al Museo della Permanente, a Milano; a Roma, a Castel Sant’Angelo; alla Fondazione Bandera, a Busto Arsizio), nonché grandi antologiche dedicate ai suoi protagonisti.
Il catalogo, edito da Skira, contiene testi di Marina Pizziolo, Renata Ghiazza, Conservatore delle Civiche Raccolte d’Arte del Comune di Milano, e Beba Marsano.
Del complesso movimento, che conobbe anche aspetti letterari, filosofici, critici e politici, viene ricostruito il clima artistico attraverso l’esposizione di dipinti e sculture dei suoi protagonisti e degli artisti che si riconobbero, anche se per poco tempo, nello spirito del movimento, partecipando alle due grandi mostre organizzate, sempre a Milano, da “Corrente” o alle mostre ordinate alla Bottega di Corrente, la piccola galleria in via della Spiga, che continuò in pratica l’attività artistica ed editoriale della rivista, fino al 1943.
A Palazzo Reale sono quindi ordinate oltre un centinaio di opere, provenienti da collezioni private, musei italiani e svizzeri. Gli artisti sono Arnaldo Badodi, Renato Birolli, Luigi Broggini, Bruno Cassinari, Sandro Cherchi, Lucio Fontana, Piero Gauli, Genni Wiegmann Mucchi, Renato Guttuso, Dino Lanaro, Mario Mafai, Manzù, Giuseppe Migneco, Ennio Morlotti, Gabriele Mucchi, Giovanni Paganin, Fausto Pirandello, Giuseppe Santomaso, Aligi Sassu, Scipione (Gino Bonichi), Fiorenzo Tomea, Ernesto Treccani, Italo Valenti ed Emilio Vedova.
Le opere appartengono a un arco temporale allargato, rispetto alla vita della rivista: gli anni compresi tra il 1930 e il 1945. Questo per avere modo di ricostruire l’humus culturale dal quale nacque. “Corrente”, infatti, è il centro dove convergono vettori di un’opposizione, culturale e politica, provenienti da un area geograficamente e ideologicamente vasta. Un’area che nella stratigrafia del tempo comprende sia la Torino dei Sei, sia la Roma della Scuola di via Cavour, fino alla Milano di Edoardo Persico: la Milano dove Sassu, Birolli e Manzù intorno alla metà degli anni trenta vivono la loro prima stagione. Come termine ultimo si è preferito non il 1943, che segna la fine dell’attività editoriale ed espositiva della Galleria della Spiga (che aveva raccolto l’eredità della rivista e poi della Bottega di Corrente), bensì il 1945, inteso come ideale cesura storica nel percorso poetico dei singoli artisti.
Il titolo della mostra si rifà a una pagina scritta da Treccani nella primavera del 1943. “Sento in me crescere la vita e la volontà di comunicare. Ho in mente un quadro, che dovrà essere pieno di vita e di morte. Neri, bianchi, grigi, e qualche rosso come un lampo. Dobbiamo parlare agli uomini le parole della vita”. E sono proprio “le parole della vita” quelle che ritroviamo nelle immagini delle opere in mostra. Contro l’allegoria della metafisica, il mito di Novecento, il gelo dell’astrazione o la magniloquenza dell’arte di regime, ecco il realismo di Corrente che, nello sprofondare nella tragedia di quegli anni di guerra, trova finalmente i termini primi di un discorso che tocca il cuore dell’uomo. Ecco la vitalità di Signorina seduta di Fontana (Milano, Civiche Racolte d’Arte, Museo del Novecento), l’intenso Ritratto di Mario Alicata, di Guttuso, la congestione segnica del Caffè alle Zattere di Vedova, del 1943, che anticipa potentemente la sua ricerca a venire.
Il clima letterario e artistico del movimento di Corrente trova una ricostruzione attraverso l’esposizione, accanto alle opere, di una ricca selezione di documenti originali provenienti dagli Archivi di Corrente, dal Fondo Vittorio Sereni, dall’Archivio Salvatore Quasimodo, dall’Archivio Piero Gauli e da altri archivi pubblici.
La cura della mostra e il coordinamento scientifico sono affidati a Marina Pizziolo, che negli ultimi dieci anni ha curato le principali esposizioni dedicate al movimento di Corrente (al Museo della Permanente, a Milano; a Roma, a Castel Sant’Angelo; alla Fondazione Bandera, a Busto Arsizio), nonché grandi antologiche dedicate ai suoi protagonisti.
Il catalogo, edito da Skira, contiene testi di Marina Pizziolo, Renata Ghiazza, Conservatore delle Civiche Raccolte d’Arte del Comune di Milano, e Beba Marsano.
17
giugno 2008
Corrente: le parole della vita. Opere 1930/1945
Dal 17 giugno al 07 settembre 2008
arte contemporanea
Location
PALAZZO REALE DI MILANO
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Biglietti
€ 9,00 intero - € 7,00 ridotto - € 4,50 ridotto speciale scuole – gratuito minori di 6 anni (il biglietto comprende l’ingresso alla mostra Aligi Sassu: dal mito alla realtà)
Orario di apertura
mart-merc-ven-sab-dom h 9.30/19.30; giov h 9.30/22.30; lun 14.30/19.30 (il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura)
Vernissage
17 Giugno 2008, ore 18.30 su invito
Sito web
www.comune.milano.it
Editore
SKIRA
Ufficio stampa
ROSI FONTANA
Autore
Curatore