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Correnti I – Animalia
Correnti I – Animalia, un duo show che vede protagoniste Ella Littwitz ed Elena Mazzi, il primo di più fasi esplorative ed espositive. L’idea del progetto Correnti nasce dalla necessità di riflettere su questi andamenti, siano essi antropologici, geopolitici, fisici, storici, metaforici, e così via.
Comunicato stampa
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Rita Urso artopiagallery è lieta di presentare Correnti I – Animalia, un duo show che vede protagoniste Ella Littwitz (1982, Israele) ed Elena Mazzi (1984, Reggio Emilia).
Parlare di correnti significa immaginare movimenti, andate e ritorni, non necessariamente intonati. L’idea del progetto Correnti, che si articola in più fasi esplorative ed espositive, nasce dalla necessità di riflettere su questi andamenti, siano essi antropologici, geopolitici, fisici, storici, metaforici, e così via.
Il primo capitolo di questa indagine Correnti I - Animalia è dedicato agli animali, compreso l’uomo. Da qui l’idea di un titolo che richiamasse il concetto generale alla base della ricerca, e di un sottotitolo più specifico che evocasse la classificazione scientifica del Regno così come da Linnaeus (1758).
Ella Littwitz ed Elena Mazzi sono le artiste invitate a compiere questa prima navigazione. Con le loro opere attraversano una parte del globo terrestre interrogandosi sullo stato e sul futuro del rapporto tra uomo e ambiente naturale.
Littwitz segue le tracce che le correnti umane imprimono, più o meno consapevolmente, ai territori che percorrono, mostrandoci l’evidenza di questo passaggio. Mazzi ricerca l’equilibrio della dimensione umana con quella vegetale affidandosi all’armonia di un panorama nel quale il regno animale vive con maggior sintonia al suo ecosistema. Da un lato le terre emerse e bagnate dal mar Mediterraneo, dall’altro quelle lambite dall’Oceano Atlantico Settentrionale. Correnti I – Animalia si muove, infatti, su più fronti, guardando l’uomo e l’ambiente naturale su scale e a latitudini differenti. Littwitz ci coinvolge nei movimenti che si generano attorno al Mediterraneo e che cercano di superarne i confini: le rotte migratorie degli uomini attraverso il mare e quelle delle particelle di sabbia nel deserto del Sahara. O ancora i “nodi”, che in navigazione sono unità di misura della velocità e strumenti usati per unire in sicurezza due linee, evocano il paradosso di un’entità che al tempo stesso conduce movimento e crea stabilità. Mazzi ci restituisce l’intimità di uno specifico vissuto personale in cerca di una rinnovata sintonia tra corpo e paesaggio, un riavvicinamento alla natura del proprio corpo – che ha sofferto un tragico incidente responsabile della rottura di alcune vertebre – attraverso l’immersione nella natura più vasta di un fiordo dell’Islanda. Queste terre rivelano una rara armonia tra uomo e ambiente: le piscine naturali, scoperte da Mazzi per praticare la riabilitazione, si alimentano con l’acqua calda proveniente da fonti geotermiche, nello specifico di un vulcano; le ossa dei cetacei, raccolte dai locali in collezioni vernacolari di case e giardini, creano l’incontro con un’altra specie nell’atto di riequilibrare forma e materia, ponendo di fronte la stabilità dello scheletro alla propria fragilità.
Ella Littwitz (1982, Israele. Vive e lavora in Israele).
Littwitz ha completato gli studi presso HISK (Ghent, BE) nell’anno accademico 2014 – 2015. La sua ricerca artistica interessa le branche dell’archeologia, della storia, della botanica. Littwitz indaga il panorama politico, sociale e culturale, appropriandosi degli elementi connessi alla terra. Fondamentale nella sua pratica è l’analisi dell’impulso umano a creare ideologie sovraniste, tracciando limiti, confini e frontiere, spesso prendendo il controllo sulla natura. Littwitz si concentra in particolare sui luoghi tra Israele e Palestina come territori-bivio. Le sue opere fanno eco alla narrativa biblica e moderna, ponendosi come esempi di transizione, trasfigurazione e formazione di costrutti politici. Littwitz è stata protagonista di mostre personali a livello internazionale in luoghi come: CCA Tel Aviv (IL), Kunsthalle St Gallen (CH), La Panera Art Center (ES), MWW Muzeum Współczesne Wrocław (PL) e Salzburger Kunstverein (AT). I suoi lavori sono stati esposti al National Museum of Contemporary Art di Atene (EL), al MOCAK Museum of Contemporary Art di Cracovia (PL), alla 12° Biennale di Instanbul (TR), al Museo di Israele (IL), al Museo di Tel Aviv (IL) e alla Kunsthalle di Tallinn (EE). Littwitz ha ricevuto i seguenti premi: Ministry of Culture - Creative Encouragement (IL), Dr. Georg and Josi Guggenheim foundation (CH), Botin Foundation (ES), Stiftung Kunstfonds (DE), oltre ad avere ottenuto l’Artist Grant for Exceptional Work in Uncertain Times (IL). Le sue opere sono state acquisite dal Museo di Israele (Gerusalemme, IL), dalla Kunsthaus di Zurigo (Zurigo, CH), dalla The Vehbi Koç Foundation (Istanbul, TR), dal Museo di Tel Aviv (Tel Aviv, IL) e dallo S.M.A.K., il Municipal Museum of Contemporary Art - Ghent (Ghent, BE).
Elena Mazzi (1984, Reggio Emilia. Vive e lavora a Torino).
Dopo gli studi presso l’Università di Siena (IT) e lo IUAV di Venezia (IT), ha trascorso un periodo di formazione al Royal Institute of Art (Konsthögskolan) di Stoccolma (SE). Partendo dall’esame di territori specifici, nelle sue opere rilegge il patrimonio culturale e naturale dei luoghi intrecciando storie, fatti e fantasie trasmesse dalle comunità locali, nell’intento di suggerire possibili risoluzioni del conflitto uomo-natura-cultura. La sua metodologia di lavoro, vicina all’antropologia, privilegia un approccio olistico volto a ricucire fratture in atto nella società, che parte dall’osservazione e procede combinando saperi diversi. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive, in istituzioni quali: der TANK di Basilea (CH), MADRE di Napoli (IT), ar/ge kunst di Bolzano (IT), Sodertalje Konsthall a Stoccolma (SE), Whitechapel Gallery di Londra (UK), BOZAR a Bruxelles (BE), Museo del Novecento di Firenze (IT), MAGA di Gallarate (IT), GAMeC a Bergamo (IT), MAMbo a Bologna (IT), AlbumArte a Roma (IT), Sonje Art Center a Seoul (KOR), Palazzo Fortuny a Venezia (IT), Fondazione Golinelli a Bologna (IT), 16° Quadriennale di Roma (IT), GAM di Torino (IT), 14° Biennale di Istanbul (TR), 17° BJCEM Biennale del Mediterraneo, COP17 a Durban (ZA), Istituto Italiano di Cultura a New York (USA), Bruxelles (BE), Stoccolma (SE), Johannesburg (ZA) e Cape Town (ZA), Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (IT). È vincitrice, tra gli altri, di Cantica21 promosso dal Ministero degli Esteri e dal Ministero dei Beni Culturali e della 7° edizione dell'Italian Council promosso dal Ministero dei Beni Culturali. Elena Mazzi sta attualmente conseguendo un dottorato di ricerca presso Villa Arson a Nizza (FR).
Parlare di correnti significa immaginare movimenti, andate e ritorni, non necessariamente intonati. L’idea del progetto Correnti, che si articola in più fasi esplorative ed espositive, nasce dalla necessità di riflettere su questi andamenti, siano essi antropologici, geopolitici, fisici, storici, metaforici, e così via.
Il primo capitolo di questa indagine Correnti I - Animalia è dedicato agli animali, compreso l’uomo. Da qui l’idea di un titolo che richiamasse il concetto generale alla base della ricerca, e di un sottotitolo più specifico che evocasse la classificazione scientifica del Regno così come da Linnaeus (1758).
Ella Littwitz ed Elena Mazzi sono le artiste invitate a compiere questa prima navigazione. Con le loro opere attraversano una parte del globo terrestre interrogandosi sullo stato e sul futuro del rapporto tra uomo e ambiente naturale.
Littwitz segue le tracce che le correnti umane imprimono, più o meno consapevolmente, ai territori che percorrono, mostrandoci l’evidenza di questo passaggio. Mazzi ricerca l’equilibrio della dimensione umana con quella vegetale affidandosi all’armonia di un panorama nel quale il regno animale vive con maggior sintonia al suo ecosistema. Da un lato le terre emerse e bagnate dal mar Mediterraneo, dall’altro quelle lambite dall’Oceano Atlantico Settentrionale. Correnti I – Animalia si muove, infatti, su più fronti, guardando l’uomo e l’ambiente naturale su scale e a latitudini differenti. Littwitz ci coinvolge nei movimenti che si generano attorno al Mediterraneo e che cercano di superarne i confini: le rotte migratorie degli uomini attraverso il mare e quelle delle particelle di sabbia nel deserto del Sahara. O ancora i “nodi”, che in navigazione sono unità di misura della velocità e strumenti usati per unire in sicurezza due linee, evocano il paradosso di un’entità che al tempo stesso conduce movimento e crea stabilità. Mazzi ci restituisce l’intimità di uno specifico vissuto personale in cerca di una rinnovata sintonia tra corpo e paesaggio, un riavvicinamento alla natura del proprio corpo – che ha sofferto un tragico incidente responsabile della rottura di alcune vertebre – attraverso l’immersione nella natura più vasta di un fiordo dell’Islanda. Queste terre rivelano una rara armonia tra uomo e ambiente: le piscine naturali, scoperte da Mazzi per praticare la riabilitazione, si alimentano con l’acqua calda proveniente da fonti geotermiche, nello specifico di un vulcano; le ossa dei cetacei, raccolte dai locali in collezioni vernacolari di case e giardini, creano l’incontro con un’altra specie nell’atto di riequilibrare forma e materia, ponendo di fronte la stabilità dello scheletro alla propria fragilità.
Ella Littwitz (1982, Israele. Vive e lavora in Israele).
Littwitz ha completato gli studi presso HISK (Ghent, BE) nell’anno accademico 2014 – 2015. La sua ricerca artistica interessa le branche dell’archeologia, della storia, della botanica. Littwitz indaga il panorama politico, sociale e culturale, appropriandosi degli elementi connessi alla terra. Fondamentale nella sua pratica è l’analisi dell’impulso umano a creare ideologie sovraniste, tracciando limiti, confini e frontiere, spesso prendendo il controllo sulla natura. Littwitz si concentra in particolare sui luoghi tra Israele e Palestina come territori-bivio. Le sue opere fanno eco alla narrativa biblica e moderna, ponendosi come esempi di transizione, trasfigurazione e formazione di costrutti politici. Littwitz è stata protagonista di mostre personali a livello internazionale in luoghi come: CCA Tel Aviv (IL), Kunsthalle St Gallen (CH), La Panera Art Center (ES), MWW Muzeum Współczesne Wrocław (PL) e Salzburger Kunstverein (AT). I suoi lavori sono stati esposti al National Museum of Contemporary Art di Atene (EL), al MOCAK Museum of Contemporary Art di Cracovia (PL), alla 12° Biennale di Instanbul (TR), al Museo di Israele (IL), al Museo di Tel Aviv (IL) e alla Kunsthalle di Tallinn (EE). Littwitz ha ricevuto i seguenti premi: Ministry of Culture - Creative Encouragement (IL), Dr. Georg and Josi Guggenheim foundation (CH), Botin Foundation (ES), Stiftung Kunstfonds (DE), oltre ad avere ottenuto l’Artist Grant for Exceptional Work in Uncertain Times (IL). Le sue opere sono state acquisite dal Museo di Israele (Gerusalemme, IL), dalla Kunsthaus di Zurigo (Zurigo, CH), dalla The Vehbi Koç Foundation (Istanbul, TR), dal Museo di Tel Aviv (Tel Aviv, IL) e dallo S.M.A.K., il Municipal Museum of Contemporary Art - Ghent (Ghent, BE).
Elena Mazzi (1984, Reggio Emilia. Vive e lavora a Torino).
Dopo gli studi presso l’Università di Siena (IT) e lo IUAV di Venezia (IT), ha trascorso un periodo di formazione al Royal Institute of Art (Konsthögskolan) di Stoccolma (SE). Partendo dall’esame di territori specifici, nelle sue opere rilegge il patrimonio culturale e naturale dei luoghi intrecciando storie, fatti e fantasie trasmesse dalle comunità locali, nell’intento di suggerire possibili risoluzioni del conflitto uomo-natura-cultura. La sua metodologia di lavoro, vicina all’antropologia, privilegia un approccio olistico volto a ricucire fratture in atto nella società, che parte dall’osservazione e procede combinando saperi diversi. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive, in istituzioni quali: der TANK di Basilea (CH), MADRE di Napoli (IT), ar/ge kunst di Bolzano (IT), Sodertalje Konsthall a Stoccolma (SE), Whitechapel Gallery di Londra (UK), BOZAR a Bruxelles (BE), Museo del Novecento di Firenze (IT), MAGA di Gallarate (IT), GAMeC a Bergamo (IT), MAMbo a Bologna (IT), AlbumArte a Roma (IT), Sonje Art Center a Seoul (KOR), Palazzo Fortuny a Venezia (IT), Fondazione Golinelli a Bologna (IT), 16° Quadriennale di Roma (IT), GAM di Torino (IT), 14° Biennale di Istanbul (TR), 17° BJCEM Biennale del Mediterraneo, COP17 a Durban (ZA), Istituto Italiano di Cultura a New York (USA), Bruxelles (BE), Stoccolma (SE), Johannesburg (ZA) e Cape Town (ZA), Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (IT). È vincitrice, tra gli altri, di Cantica21 promosso dal Ministero degli Esteri e dal Ministero dei Beni Culturali e della 7° edizione dell'Italian Council promosso dal Ministero dei Beni Culturali. Elena Mazzi sta attualmente conseguendo un dottorato di ricerca presso Villa Arson a Nizza (FR).
29
settembre 2022
Correnti I – Animalia
Dal 29 settembre al 18 novembre 2022
arte contemporanea
Location
ARTOPIA GALLERY
Milano, Via Lazzaro Papi, 2, (Milano)
Milano, Via Lazzaro Papi, 2, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 15-19
Vernissage
29 Settembre 2022, ore 18-22
Autore
Curatore