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Corrispondenze

Corrispondenze è stata progettata nel 1994 da Pablo Echaurren, Marina Zatta e Claudia Gagliardi e si svolse con la collaborazione del detenuto politico Renato Curcio, allora presidente della Coop. Editoriale “Sensibili alle foglie”.

L’idea scaturì dalla voglia di far incontrare linguaggi pittorici provenienti da diverse realtà sociali: quelli nati all’interno della consacrazione del mondo dell’arte e quelli nati in situazioni di reclusione, sia carcerarie che manicomiali.
Si trattava in pratica di mettere in relazione linguaggi artistici codificati ed espressioni creative devianti.

Sin dall’inizio i curatori dell’iniziativa avvertirono il rischio di cadere nello sfruttamento intellettuale del dolore altrui e sentirono la necessità di creare dei paletti ideali all’interno dei quali questo rischio fosse nullo.
Presero quindi la decisione di impostare tutta l’operazione sul piano del “gioco”, anzi che su quello della “serietà”, per evitare di cadere nel tranello della commiserazione. Decisero che lo scambio ed il confronto tra i due linguaggi avrebbero dovuto essere inseriti in un meccanismo che doveva rendere disponibili tutti i partecipanti a mettersi in gioco, a rischiare al di là di sé stessi per accettare di incontrare davvero il linguaggio dell’altro con la finalità del dialogo.

Crearono quindi un meccanismo semplice nella sua progettazione, ma complesso sul piano della messa in discussione psicologica; su uno stesso foglio avrebbero lavorato a quattro mani un pittore recluso ed uno libero e famoso, riconosciuto socialmente nel suo ruolo di creatore d’arte. Per impedire che uno dei due potesse determinare il risultato finale dell’opera si stabilì che ogni coppia di artisti avrebbe realizzato due disegni, in modo che ciascuno avesse l’opportunità di iniziare per primo e di finire per ultimo il lavoro, creando un meccanismo paritetico, che non riconosceva all’artista famoso alcun tipo di diritto a prevalere con il suo gusto estetico sull’altro.

Così come quando scriviamo una lettera, attraverso il tono che scegliamo di usare determiniamo la risposta dell’altro, in questo gioco che passava attraverso i linguaggi pittorici, ciascuno aveva l’opportunità di scegliere, attraverso il discorso iniziale, il “tono” del “dialogo” ma non poteva in alcun modo sottrarsi alla “risposta” che avrebbe provocato.

Nacquero, giocando a Corrispondenze, 44 opere su carta, realizzate da 22 notissimi artisti in coppia con 22 persone ospiti delle realtà carcerarie di Rebibbia maschile, femminile e della terza casa circondariale, del carcere veneziano della Giudecca, dell’O.P.G. di Castiglione delle Stiviere, del Centro di Salute Mentale della U.S.L. 23 di Napoli.

La mostra fu esposta a Roma ed in diverse città del centro Italia, tra cui spicca la partecipazione al festival rock “Arezzo Wave” del 1995 che permise anche la pubblicazione di un catalogo.

Il grande valore dell’intera operazione fu la forza di maturazione emotiva che il rapportarsi con le realtà di vite davvero complesse offrì agli artisti famosi da un lato e, dall’altro, la possibilità di reimmettersi all’interno del tessuto connettivo sociale attraverso un’esperienza culturale offerta ai detenuti.

L’associazione Soqquadro, in collaborazione con la galleria GARD e grazie al Patrocinio dell’XI Municipio del Comune di Roma, è riuscita oggi a recuperare questa straordinaria mostra per riproporla al pubblico romano, certa che il valore culturale e sociale dell’iniziativa è rimasto invariato nel tempo.

 
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24 ottobre 2003

Corrispondenze

Dal 24 ottobre all'otto novembre 2003
arte contemporanea
Location
GALLERIA GARD
Roma, Via Dei Conciatori, 3/I, (Roma)
Orario di apertura
DALLE 16.00 ALLE 20.00, CHIUSO LA DOMENICA
Vernissage
24 Ottobre 2003, h.18.30

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