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Cosimo Cavallo – Sacro
Cosimo Cavallo, pittore contemporaneo e artista del collettivo di Cavallerizza Reale, presenta il suo ultimo ciclo sulla pittura.
Comunicato stampa
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Cosimo Cavallo è un pittore. Maestro fecondo del colore.
Lo abbiamo conosciuto attraverso i disegni a biro di volti eseguiti con gesto fluido e insieme intricato ma “fatti con senso”. Espressioni universali e caratteristiche dell’uomo contemporaneo restituite ad olio su carta negli Alieni, volti che acquistano tridimensionalità ed espressività grazie allo studio sapiente della luce nelle declinazioni con le quali raggiunge il nostro occhio e attiva la ragione sempre connessa alla Natura, di cui facciamo parte insieme all’opera stessa che è racchiusa nella tela e riflette l’arte: tecnica capace di riprodurre il mondo a partire dalla sua essenza.
I colori che Cosimo Cavallo accosta in campi che creano le forme (sfere, portici, teste, tronchi d’albero, etc.) non sono mai casuali ma sono il frutto di un attento studio sulla natura stessa delle tinte e delle relazioni che esistono tra esse e l’occhio dello spettatore che in questi accostamenti trova paesaggi, storie ed emozioni che attingono dall’Iperuranio l’universalità nella loro presenza particolare. Il nostro intimo è mosso senza che nella pittura di Cavallo i sentimenti vengano mai indagati. Le emozioni che fanno parte del mondo in cui viviamo, sono il risultato di relazioni e proiezioni che Cosimo sublima in Passione interiore da esprimere per riportare ai cosmi sulla nostra testa piuttosto che all’esperienza sentimentale sulla Terra. Slancio che supera il razionale incapace da solo di rivelare la relazione tra Uomo e Natura che è amalgama e appartenenza.
I nostri sensi interagiscono con la Natura di cui adottiamo il linguaggio mentre siamo trasportati da essa. Non siamo liberi di scegliere ma siamo capaci di valutare il nostro passaggio.
Per Cosimo Cavallo la pittura è come la musica classica. Si basa sulla composizione, l’accostamento e il metodo. Non è abbandono ma progetto.
Nel Sacro il pittore guarda ai grandi Maestri quali J. Pollock, per la tecnica, il gesto; P. Picasso, per il rapporto con il colore; H. Matisse per il modello simbolico e le soddisfazioni percettive che raggiunge; infine a M. Rothko per la complessità compositiva che abbraccia anche lo spazio stesso che accoglie il quadro.
Cosimo Cavallo vuole e può far progredire la ricerca sul linguaggio dopo i grandi traguardi raggiunti nel Novecento attraverso uno studio incessante sulla relazione tra i nostri sensi e l’Universo ma senza trascurare l’aspetto ludico che ha sempre caratterizzato il lavoro dei grandi artisti trasformando esecuzioni perfette in capolavori.
Il discorso di Pollock si palesa sulla tela grazie alla texture. La campitura dà un risultato sensoriale complessivo come l’accostamento dei colori in Matisse e Picasso raggiunge un livello simbolico che trascende il disegno. In M. Rothko la composizione riguarda il tempo stesso dell’osservazione dell’opera, coinvolge lo spazio intorno ad essa.
Quando rimproverarono a Pollock di non andare “fuori” a osservare la Natura, l’artista del dripping, rispose “Io, sono Natura”. Cosimo anche ha superato il limite proprio all’uomo contemporaneo e ha aperto il canale non solo alla creatività ma al Cosmo, alla luce, all’aria, alle forme, alla vita insomma, sublimata e spuria dalle contingenze esistenziali che ci allontanano dalla Natura in quanto eternità.
Cosimo Cavallo nei Sacro fa risuonare su una tastiera l’organo di Bach. La composizione è tutto. I colori sono scelti con massima cura e danno vita alla forma, veicoli terreni che spalancano la porta allo spirituale. Si torna ai Maestri del Trecento che riuscivano ad immaginare l’infinito (Giulia Sinibaldi). Giotto sente la Natura dentro di sé, la intuisce ma come in Giotto l’arte di Cosimo Cavallo si comprende con la Ragione perché non è fatta per i soli sensi. È fatta per l’Uomo savio, è fatta della Natura stessa di cui siamo parte.
“Il Sacro sono dei dipinti e come tali vanno guardati” avverte Cosimo Cavallo. Ammonizione che ricorda l’”Oltre la tela il nulla” di A. Wharol. Non c’è una versione laterale. Cosimo è tutto qui. La tela viene sensibilizzata, rielaborata e infine, reagendo alla luce, dice ciò che il pittore vede dentro, ancor prima di approcciarsi al supporto che non è un campo di prova ma il campo della tecnica, della composizione. Nel ciclo Stelle per “vedere” gli astri, bisogna leggere lo spazio del foglio. Nel Sacro l’oggetto non c’è, nessuna storia ma una prova magistrale di come rispettando i canoni si possa raggiungere il verbo condiviso. L’illuminazione, il divino.
Giovanna Preve
Lo abbiamo conosciuto attraverso i disegni a biro di volti eseguiti con gesto fluido e insieme intricato ma “fatti con senso”. Espressioni universali e caratteristiche dell’uomo contemporaneo restituite ad olio su carta negli Alieni, volti che acquistano tridimensionalità ed espressività grazie allo studio sapiente della luce nelle declinazioni con le quali raggiunge il nostro occhio e attiva la ragione sempre connessa alla Natura, di cui facciamo parte insieme all’opera stessa che è racchiusa nella tela e riflette l’arte: tecnica capace di riprodurre il mondo a partire dalla sua essenza.
I colori che Cosimo Cavallo accosta in campi che creano le forme (sfere, portici, teste, tronchi d’albero, etc.) non sono mai casuali ma sono il frutto di un attento studio sulla natura stessa delle tinte e delle relazioni che esistono tra esse e l’occhio dello spettatore che in questi accostamenti trova paesaggi, storie ed emozioni che attingono dall’Iperuranio l’universalità nella loro presenza particolare. Il nostro intimo è mosso senza che nella pittura di Cavallo i sentimenti vengano mai indagati. Le emozioni che fanno parte del mondo in cui viviamo, sono il risultato di relazioni e proiezioni che Cosimo sublima in Passione interiore da esprimere per riportare ai cosmi sulla nostra testa piuttosto che all’esperienza sentimentale sulla Terra. Slancio che supera il razionale incapace da solo di rivelare la relazione tra Uomo e Natura che è amalgama e appartenenza.
I nostri sensi interagiscono con la Natura di cui adottiamo il linguaggio mentre siamo trasportati da essa. Non siamo liberi di scegliere ma siamo capaci di valutare il nostro passaggio.
Per Cosimo Cavallo la pittura è come la musica classica. Si basa sulla composizione, l’accostamento e il metodo. Non è abbandono ma progetto.
Nel Sacro il pittore guarda ai grandi Maestri quali J. Pollock, per la tecnica, il gesto; P. Picasso, per il rapporto con il colore; H. Matisse per il modello simbolico e le soddisfazioni percettive che raggiunge; infine a M. Rothko per la complessità compositiva che abbraccia anche lo spazio stesso che accoglie il quadro.
Cosimo Cavallo vuole e può far progredire la ricerca sul linguaggio dopo i grandi traguardi raggiunti nel Novecento attraverso uno studio incessante sulla relazione tra i nostri sensi e l’Universo ma senza trascurare l’aspetto ludico che ha sempre caratterizzato il lavoro dei grandi artisti trasformando esecuzioni perfette in capolavori.
Il discorso di Pollock si palesa sulla tela grazie alla texture. La campitura dà un risultato sensoriale complessivo come l’accostamento dei colori in Matisse e Picasso raggiunge un livello simbolico che trascende il disegno. In M. Rothko la composizione riguarda il tempo stesso dell’osservazione dell’opera, coinvolge lo spazio intorno ad essa.
Quando rimproverarono a Pollock di non andare “fuori” a osservare la Natura, l’artista del dripping, rispose “Io, sono Natura”. Cosimo anche ha superato il limite proprio all’uomo contemporaneo e ha aperto il canale non solo alla creatività ma al Cosmo, alla luce, all’aria, alle forme, alla vita insomma, sublimata e spuria dalle contingenze esistenziali che ci allontanano dalla Natura in quanto eternità.
Cosimo Cavallo nei Sacro fa risuonare su una tastiera l’organo di Bach. La composizione è tutto. I colori sono scelti con massima cura e danno vita alla forma, veicoli terreni che spalancano la porta allo spirituale. Si torna ai Maestri del Trecento che riuscivano ad immaginare l’infinito (Giulia Sinibaldi). Giotto sente la Natura dentro di sé, la intuisce ma come in Giotto l’arte di Cosimo Cavallo si comprende con la Ragione perché non è fatta per i soli sensi. È fatta per l’Uomo savio, è fatta della Natura stessa di cui siamo parte.
“Il Sacro sono dei dipinti e come tali vanno guardati” avverte Cosimo Cavallo. Ammonizione che ricorda l’”Oltre la tela il nulla” di A. Wharol. Non c’è una versione laterale. Cosimo è tutto qui. La tela viene sensibilizzata, rielaborata e infine, reagendo alla luce, dice ciò che il pittore vede dentro, ancor prima di approcciarsi al supporto che non è un campo di prova ma il campo della tecnica, della composizione. Nel ciclo Stelle per “vedere” gli astri, bisogna leggere lo spazio del foglio. Nel Sacro l’oggetto non c’è, nessuna storia ma una prova magistrale di come rispettando i canoni si possa raggiungere il verbo condiviso. L’illuminazione, il divino.
Giovanna Preve
04
dicembre 2021
Cosimo Cavallo – Sacro
Dal 04 al 19 dicembre 2021
arte contemporanea
Location
Casa Museo Zonarosato
Torino, Via Exilles, 84, (TO)
Torino, Via Exilles, 84, (TO)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-12 e sabato e domenica ore 15-20
Vernissage
4 Dicembre 2021, dalle 17 alle 21
Sito web
Autore
Autore testo critico