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Cosimo Veneziano – Rompi la finestra e ruba i frammenti!
Inaugura ad AlbumArte la prima mostra personale a Roma di Cosimo Veneziano, a cura di Benedetta Carpi De Resmini, una mostra breve che porta a Roma un gruppo di lavori che ragionano sul concetto di monumento e corpo.
Comunicato stampa
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Il 29 gennaio 2018 inaugura ad AlbumArte la prima mostra personale a Roma di Cosimo Veneziano (Moncalieri 1983, vive e lavora a Leeds, UK) dal titolo Rompi la finestra e ruba i frammenti!, a cura di Benedetta Carpi De Resmini, una mostra breve che porta a Roma un gruppo di lavori che ragionano sul concetto di monumento e corpo. Alcune opere sono state presentate nel 2016 presso il MEF - Museo Ettore Fico di Torino. La mostra inaugura il ciclo di mostre AlbumArte | Flash! *
Il titolo che la curatrice ha voluto per la mostra “trae ispirazione da un’opera dello scultore lituano Mindaugas Navakas, vuole porsi come riflessione giocosa su quello che la storia della scultura / monumento, associata all’opera di Cosimo Veneziano, rappresenta oggi”.
Il lavoro sui monumenti e sul mutevole destino dell’opera pubblica fuori dal suo contesto temporale o politico, quello che rappresenta un monumento del passato quando cambia la mentalità dominante e cambiano i fatti reali di un luogo o di una nazione, o addirittura di tante nazioni quando sono sotto un unico regime, ha sempre generato proficue riflessioni dell’uomo intelligente. Non solo da parte di chi deve (o dovrebbe) conservare il monumento come testimonianza di un evento passato, ma anche di chi ha saputo leggere in quelle opere dell’altro. Per esempio, nei paesi governati da dittature, il monumento pubblico assume un ruolo celebrativo preciso, talmente impregnato di significati che è la prima cosa che si distrugge quando quel regime cade. Nei boschi dei paesi dell’ex URSS, ci sono dei suggestivi depositi di monumenti non più utilizzabili, perché quello per cui sono stati eretti non esiste più o non vuol essere ricordato da nessuno.
Oppure altre opere pubbliche del passato anche prossimo, finiscono per non avere più il potere di testimoniare qualcosa di attuale importanza, perché la fama o il fine di quell’opera è stato decontestualizzato dallo scorrere spesso incalzante di altri eventi. Perciò non solo il monumento al dittatore deposto, ma anche la targa di un Istituto che ha dato lavoro a molte persone e che oggi giace abbandonato e devastato dall’incuria e che prima, all’epoca dei fatti, incuteva rispetto ed esprimeva autorevolezza. E proprio per quanto fosse prima interprete delle proiezioni di chi lo ammirava o al quale era destinato, ecco che nella sfera pubblica del monumento e dell’opera pubblica, comincia a insinuarsi, differenziandosi, oltre allo sguardo, il sentire dell’altro, che è il singolo. I singoli. La comunità presa talmente in forma di particolare, che si frammenta e diventa l’individuo. Non quel singolo che ha ispirato il monumento ma quello per cui è stato realizzato, cioè l’individuo ed entriamo perciò nella sfera personale. È qui che Veneziano indaga ed è in queste pieghe che l’artista formula ipotesi diverse. Non è un riciclo della materia, ma una reinterpretazione della materia superstite che suscita la riflessione di Cosimo Veneziano, proprio nel momento in cui da pubblico diventa privato e lo diventa perché l’artista comincia qui a considerare il coinvolgimento di altre storie più piccole, ma evidentemente per lui, non più banali. Scompone e frantuma l’idea di opera pubblica e la riporta tra noi, con quello che resta e dandogli un’altra vita, perché la sua vita è insita nell’interpretazione.
Parte centrale della mostra romana, sarà la presentazione presso La Galleria Nazionale di Roma, del catalogo ragionato dell’artista con tutte le opere dal 2007 al 2017. Il catalogo include i testi dei curatori: Michael Birchall, Benedetta Carpi De Resmini, Kateryna Filyuk, Elena Forin, Andrea Lerda, Matteo Luchetti, Silvia Simoncelli, Marco Trulli, di Cristina Cobianchi e della giurista Alessandra Donati (Zamorani Editore, Torino, ottobre 2017).
Si ringrazia Casale del Giglio per la degustazione dei vini.
________________________________________
Cosimo Veneziano (Moncalieri - TO, 1983) vive e lavora a Leeds, Regno Unito. Ha preso parte a diversi progetti di formazione e residenza, tra i quali: il XVII Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti di Como (tutor Liliana Moro), 2012; il progetto transfrontaliero “Acteurs transculturels” (tutor Luca Vitone e Saadane Afif ), 2013; Villa Sträuli, Winthertur, Svizzera, 2015; Lugar a Dudas, Cali, Colombia, per il network Resò e CARS, Omegna, 2013. Tra le mostre personali, si ricordano: Verso occidente l’impero dirige il suo corso, presso la Galleria Alberto Peola, Torino, 2014; Monochrome, Villa Straüli, Winterthur, 2015; Los contrabandistas copiaron una escultura de mucho valor, presso Lugar a Dudas, Cali, Colombia, 2013; Cattedrale, presso Careof DOCVA, Milano, 2013; L’epoca delle passioni tristi al Tirana Institute for Contemporary Art, Tirana, 2011; Campo volo, presso lo spazio Blank, Torino, 2011; La possibilità di un’isola, Associazione Barriera, Torino, 2009. Suoi lavori sono stati inclusi in mostre collettive presso: CESAC Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee, Caraglio, Cuneo; Herschel Museum of Astronomy, Bath; Kunstalle di São Paulo; Galleria Civica di Bolzano. Oltre alle opere esposte in collettive e personali, la sua produzione si è sviluppata verso l’ideazione di opere nello spazio pubblico, tra le quali il monumento dedicato a Pinot Gallizio e Constant ad Alba e i progetti per Nuovi Committenti a Rovigo e Dencity a Milano. Cosimo Veneziano è co-fondatore della residenza Internazionale Progetto Diogene nata nel 2007 a Torino.
*AlbumArte | Flash! è un ciclo di mostre brevi che vengono ospitate da AlbumArte per un periodo di massimo 15 giorni. Il ciclo comprende mostre itineranti, mostre che vogliono concentrare lo sguardo su un preciso particolare artistico, mostre per eventi speciali o mostre prodotte da altre fondazioni e musei, in Italia o all’estero e che vengono presentate per la prima volta al pubblico romano. Questi progetti completano la ricerca di AlbumArte, diventando apporti molto dinamici della piattaforma inclusiva di dialogo e confronto che, come giovane spazio indipendente, AlbumArte è diventato in città.
Il titolo che la curatrice ha voluto per la mostra “trae ispirazione da un’opera dello scultore lituano Mindaugas Navakas, vuole porsi come riflessione giocosa su quello che la storia della scultura / monumento, associata all’opera di Cosimo Veneziano, rappresenta oggi”.
Il lavoro sui monumenti e sul mutevole destino dell’opera pubblica fuori dal suo contesto temporale o politico, quello che rappresenta un monumento del passato quando cambia la mentalità dominante e cambiano i fatti reali di un luogo o di una nazione, o addirittura di tante nazioni quando sono sotto un unico regime, ha sempre generato proficue riflessioni dell’uomo intelligente. Non solo da parte di chi deve (o dovrebbe) conservare il monumento come testimonianza di un evento passato, ma anche di chi ha saputo leggere in quelle opere dell’altro. Per esempio, nei paesi governati da dittature, il monumento pubblico assume un ruolo celebrativo preciso, talmente impregnato di significati che è la prima cosa che si distrugge quando quel regime cade. Nei boschi dei paesi dell’ex URSS, ci sono dei suggestivi depositi di monumenti non più utilizzabili, perché quello per cui sono stati eretti non esiste più o non vuol essere ricordato da nessuno.
Oppure altre opere pubbliche del passato anche prossimo, finiscono per non avere più il potere di testimoniare qualcosa di attuale importanza, perché la fama o il fine di quell’opera è stato decontestualizzato dallo scorrere spesso incalzante di altri eventi. Perciò non solo il monumento al dittatore deposto, ma anche la targa di un Istituto che ha dato lavoro a molte persone e che oggi giace abbandonato e devastato dall’incuria e che prima, all’epoca dei fatti, incuteva rispetto ed esprimeva autorevolezza. E proprio per quanto fosse prima interprete delle proiezioni di chi lo ammirava o al quale era destinato, ecco che nella sfera pubblica del monumento e dell’opera pubblica, comincia a insinuarsi, differenziandosi, oltre allo sguardo, il sentire dell’altro, che è il singolo. I singoli. La comunità presa talmente in forma di particolare, che si frammenta e diventa l’individuo. Non quel singolo che ha ispirato il monumento ma quello per cui è stato realizzato, cioè l’individuo ed entriamo perciò nella sfera personale. È qui che Veneziano indaga ed è in queste pieghe che l’artista formula ipotesi diverse. Non è un riciclo della materia, ma una reinterpretazione della materia superstite che suscita la riflessione di Cosimo Veneziano, proprio nel momento in cui da pubblico diventa privato e lo diventa perché l’artista comincia qui a considerare il coinvolgimento di altre storie più piccole, ma evidentemente per lui, non più banali. Scompone e frantuma l’idea di opera pubblica e la riporta tra noi, con quello che resta e dandogli un’altra vita, perché la sua vita è insita nell’interpretazione.
Parte centrale della mostra romana, sarà la presentazione presso La Galleria Nazionale di Roma, del catalogo ragionato dell’artista con tutte le opere dal 2007 al 2017. Il catalogo include i testi dei curatori: Michael Birchall, Benedetta Carpi De Resmini, Kateryna Filyuk, Elena Forin, Andrea Lerda, Matteo Luchetti, Silvia Simoncelli, Marco Trulli, di Cristina Cobianchi e della giurista Alessandra Donati (Zamorani Editore, Torino, ottobre 2017).
Si ringrazia Casale del Giglio per la degustazione dei vini.
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Cosimo Veneziano (Moncalieri - TO, 1983) vive e lavora a Leeds, Regno Unito. Ha preso parte a diversi progetti di formazione e residenza, tra i quali: il XVII Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti di Como (tutor Liliana Moro), 2012; il progetto transfrontaliero “Acteurs transculturels” (tutor Luca Vitone e Saadane Afif ), 2013; Villa Sträuli, Winthertur, Svizzera, 2015; Lugar a Dudas, Cali, Colombia, per il network Resò e CARS, Omegna, 2013. Tra le mostre personali, si ricordano: Verso occidente l’impero dirige il suo corso, presso la Galleria Alberto Peola, Torino, 2014; Monochrome, Villa Straüli, Winterthur, 2015; Los contrabandistas copiaron una escultura de mucho valor, presso Lugar a Dudas, Cali, Colombia, 2013; Cattedrale, presso Careof DOCVA, Milano, 2013; L’epoca delle passioni tristi al Tirana Institute for Contemporary Art, Tirana, 2011; Campo volo, presso lo spazio Blank, Torino, 2011; La possibilità di un’isola, Associazione Barriera, Torino, 2009. Suoi lavori sono stati inclusi in mostre collettive presso: CESAC Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee, Caraglio, Cuneo; Herschel Museum of Astronomy, Bath; Kunstalle di São Paulo; Galleria Civica di Bolzano. Oltre alle opere esposte in collettive e personali, la sua produzione si è sviluppata verso l’ideazione di opere nello spazio pubblico, tra le quali il monumento dedicato a Pinot Gallizio e Constant ad Alba e i progetti per Nuovi Committenti a Rovigo e Dencity a Milano. Cosimo Veneziano è co-fondatore della residenza Internazionale Progetto Diogene nata nel 2007 a Torino.
*AlbumArte | Flash! è un ciclo di mostre brevi che vengono ospitate da AlbumArte per un periodo di massimo 15 giorni. Il ciclo comprende mostre itineranti, mostre che vogliono concentrare lo sguardo su un preciso particolare artistico, mostre per eventi speciali o mostre prodotte da altre fondazioni e musei, in Italia o all’estero e che vengono presentate per la prima volta al pubblico romano. Questi progetti completano la ricerca di AlbumArte, diventando apporti molto dinamici della piattaforma inclusiva di dialogo e confronto che, come giovane spazio indipendente, AlbumArte è diventato in città.
29
gennaio 2018
Cosimo Veneziano – Rompi la finestra e ruba i frammenti!
Dal 29 gennaio al 10 febbraio 2018
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
ALBUMARTE
Roma, Via Flaminia, 122, (Roma)
Roma, Via Flaminia, 122, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 15.00-19.00
Vernissage
29 Gennaio 2018, ore 18.30
Autore
Curatore