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COSMONAUTI. Viaggio nella libera dimensione
Gli studenti del dipartimento di Arti Visive, della Libera Accademia
di Belle Arti LABA, sono stati invitati a relazionarsi con un maestro
dell’arte contemporanea come Piero Manzoni, nativo di Soncino
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Gli studenti del dipartimento di Arti Visive, della Libera Accademia
di Belle Arti LABA, sono stati invitati a relazionarsi con un maestro
dell'arte contemporanea come Piero Manzoni, nativo di Soncino. La
mostra ospita pezzi inediti creati appositamente per omaggiare Manzoni
e la sua produzione artistica. Le modalità espressive di ognuno
approdano dalla sensibilità personale. Queste riflessioni;
dall'esaltazione alla critica, sono frutto di una visione più vicina
alla nostra contemporaneità.
ARTISTI ESPOSTI:
Anna Negretti, Cristina Bottoni, Matina Speri, Giulia Pucillo, Lisa
Colombo, Giulio Ciocca, Davide Tolasi, Sara Manchi, Barbara Ludovica
Denti, Giulia Calzoni, Elisa Mora, Gabriele Martinoni, Lorenzo
Morandi, Antonella Salvadore, Fabiano Pizzulo.
«νδρα μοι ννεπε, Μο�σα, πολ�τροπον, Cς
μ�λα πολλ¬ πλ�γχθη, πε¯ Τρο�ης 1ερxν
πτολ�εθρον περσεν»
«Narrami, Oh Musa, dell’uomo dal versatile ingegno, che tanto
vagò, dopo che distrusse la rocca sacra di Troia.» ...(Odissea,
Proemio)
Ogni qualvolta si parla di Manzoni sono queste le parole che mi
vengono in mente, parole che hanno duemilacinquecento anni, forse
anche di più, ma che meglio sottolineano una genialità senza tempo.
Quando Omero decide di dare un epiteto a Ulisse usa questo "versatile"
intendendolo come eclettico, poliedrico, talmente illuminato che
prevede e determina gli eventi. Questa sotto ogni punto di vista è
stata una caratteristica dell'operato di Manzoni. Ogni opera è stata
affrontata e vissuta come se fosse la prima e al tempo stesso
l'ultima. Ogni volta fa tabula rasa del proprio operato affrontando
tutte le volte la propria storia e trovando sempre nuove soluzioni,
nuove risposte. Manzoni è l'uomo del dada, dell'astratto, del
concettuale e del materico.
Geniale. Non esiste un altro aggettivo che possa descrivere meglio un
estro artistico del calibro di quello di Manzoni. Ancora oggi queste
opere sono controverse e senza ombra di dubbio riescono a scuotere il
fruitore nel profondo. Ancora oggi l’operazione mentale che stava
alla base dell’arte di Manzoni riesce ad affascinare, coinvolgere e
risultare assolutamente all’avanguardia in questo periodo dove la
tecnologia è al primo posto anche in campo artistico. La semplicità
dell’opera in sé stessa è superata dall’ironia che Manzoni usa
in ogni sua performance artistica. Performance è l’unica parola che
può giustificare l’opera di Manzoni. Infatti, non è il manufatto
ad essere opera, ma lo è tutto il processo, mentale e anche fisico,
che porta Manzoni all’assoluta genialità.
Per affrontare un estro così mutevole non ci si può affidare ad una
sola versione o ad un solo occhio. Premesso ciò l'intento di questa
mostra è rivedere sotto un occhio critico, ma al tempo stesso
sensibile, le opere di Manzoni. Uno sguardo neutro, ma sempre dedito
all’azione di uno dei maestri dell’arte contemporanea; quindi già
la partenza di questo progetto artistico è una contraddizione che
già sarebbe un’ottima base vista la profonda ironia che pervade
ogni opera di Manzoni.
Questa mostra raccoglie nuove visioni del mondo che, è molto diverso
da quello degli anni 50 in cui Piero Manzoni operava, ma che alla fine
contiene gli stessi uomini e le stesse donne di allora. L’arte e la
storia cambiano radicalmente in pochissimo tempo, ma l’essere umano
impiega ancora moltissimi anni a adattarsi a certi cambiamenti, quindi
non è anacronistico riflettere su visioni di cinquanta anni fa, lo
sarebbe se queste opere fossero semplicemente copia di opere.
Fondamentale è quindi la sperimentazione. Infatti, se ad un occhio
poco attento alcune opere sembrano solo un rifacimento di opere di
Manzoni, ad un secondo sguardo si può intuire come il cambiamento del
medium, del mezzo, dello stile non è un semplice cambiamento
artistico, ma più profondamente è una nuova visione, più fresca, è
assolutamente sposata col proprio tempo.
L’opera in questa mostra è, sintetizzando: dialogo tra
l’artista/artefice e l’artista/soggetto. Dove l’importanza
dell’artefice e del soggetto è la stessa e quindi si focalizza
l’attenzione sul dialogo.
Un brain-storming dove la sensibilità di ogni artista è stata
colpita da un'opera o da un'altra, piuttosto che da un atteggiamento o
da una frase, con la freschezza e l'ingenuità che è propria di un
mondo pre-accademico e pre-sociale, e che caratterizza il lavoro di
Manzoni.
Aggettivi, questi, dovuti forse alla giovane età degli artisti, ma
vogliamo ricordare che Manzoni muore a soli trenta anni, che quindi
anche lui era un giovane artista, con una profonda sfiducia nella
società borghese cui apparteneva, con una rabbia giovanile che ancora
non si era spenta, e che queste caratteristiche lo rendono più simile
a questi giovani artisti che ad altri più maturi e forse meglio
documentati e più istruiti. La rabbia, la noia, la dedizione e la
curiosità sono tutte contenute in queste opere che secondo un parere,
forse un po’ di parte, sono un ottimo specchio per questo tempo e al
tempo stesso un ottimo spaccato su un’arte che forse mai passerà
per le gallerie e i musei.
L'intento non rimane un blando omaggio o una replica, ma un confronto
e una rivisitazione di uno dei maestri dell'arte contemporanea.
Paola Mariolini
Si ringrazia il comune di Soncino, gli insegnati del Dipartimento di
Arti Visive della Libera Accademia di Belle Arti LABA.
di Belle Arti LABA, sono stati invitati a relazionarsi con un maestro
dell'arte contemporanea come Piero Manzoni, nativo di Soncino. La
mostra ospita pezzi inediti creati appositamente per omaggiare Manzoni
e la sua produzione artistica. Le modalità espressive di ognuno
approdano dalla sensibilità personale. Queste riflessioni;
dall'esaltazione alla critica, sono frutto di una visione più vicina
alla nostra contemporaneità.
ARTISTI ESPOSTI:
Anna Negretti, Cristina Bottoni, Matina Speri, Giulia Pucillo, Lisa
Colombo, Giulio Ciocca, Davide Tolasi, Sara Manchi, Barbara Ludovica
Denti, Giulia Calzoni, Elisa Mora, Gabriele Martinoni, Lorenzo
Morandi, Antonella Salvadore, Fabiano Pizzulo.
«νδρα μοι ννεπε, Μο�σα, πολ�τροπον, Cς
μ�λα πολλ¬ πλ�γχθη, πε¯ Τρο�ης 1ερxν
πτολ�εθρον περσεν»
«Narrami, Oh Musa, dell’uomo dal versatile ingegno, che tanto
vagò, dopo che distrusse la rocca sacra di Troia.» ...(Odissea,
Proemio)
Ogni qualvolta si parla di Manzoni sono queste le parole che mi
vengono in mente, parole che hanno duemilacinquecento anni, forse
anche di più, ma che meglio sottolineano una genialità senza tempo.
Quando Omero decide di dare un epiteto a Ulisse usa questo "versatile"
intendendolo come eclettico, poliedrico, talmente illuminato che
prevede e determina gli eventi. Questa sotto ogni punto di vista è
stata una caratteristica dell'operato di Manzoni. Ogni opera è stata
affrontata e vissuta come se fosse la prima e al tempo stesso
l'ultima. Ogni volta fa tabula rasa del proprio operato affrontando
tutte le volte la propria storia e trovando sempre nuove soluzioni,
nuove risposte. Manzoni è l'uomo del dada, dell'astratto, del
concettuale e del materico.
Geniale. Non esiste un altro aggettivo che possa descrivere meglio un
estro artistico del calibro di quello di Manzoni. Ancora oggi queste
opere sono controverse e senza ombra di dubbio riescono a scuotere il
fruitore nel profondo. Ancora oggi l’operazione mentale che stava
alla base dell’arte di Manzoni riesce ad affascinare, coinvolgere e
risultare assolutamente all’avanguardia in questo periodo dove la
tecnologia è al primo posto anche in campo artistico. La semplicità
dell’opera in sé stessa è superata dall’ironia che Manzoni usa
in ogni sua performance artistica. Performance è l’unica parola che
può giustificare l’opera di Manzoni. Infatti, non è il manufatto
ad essere opera, ma lo è tutto il processo, mentale e anche fisico,
che porta Manzoni all’assoluta genialità.
Per affrontare un estro così mutevole non ci si può affidare ad una
sola versione o ad un solo occhio. Premesso ciò l'intento di questa
mostra è rivedere sotto un occhio critico, ma al tempo stesso
sensibile, le opere di Manzoni. Uno sguardo neutro, ma sempre dedito
all’azione di uno dei maestri dell’arte contemporanea; quindi già
la partenza di questo progetto artistico è una contraddizione che
già sarebbe un’ottima base vista la profonda ironia che pervade
ogni opera di Manzoni.
Questa mostra raccoglie nuove visioni del mondo che, è molto diverso
da quello degli anni 50 in cui Piero Manzoni operava, ma che alla fine
contiene gli stessi uomini e le stesse donne di allora. L’arte e la
storia cambiano radicalmente in pochissimo tempo, ma l’essere umano
impiega ancora moltissimi anni a adattarsi a certi cambiamenti, quindi
non è anacronistico riflettere su visioni di cinquanta anni fa, lo
sarebbe se queste opere fossero semplicemente copia di opere.
Fondamentale è quindi la sperimentazione. Infatti, se ad un occhio
poco attento alcune opere sembrano solo un rifacimento di opere di
Manzoni, ad un secondo sguardo si può intuire come il cambiamento del
medium, del mezzo, dello stile non è un semplice cambiamento
artistico, ma più profondamente è una nuova visione, più fresca, è
assolutamente sposata col proprio tempo.
L’opera in questa mostra è, sintetizzando: dialogo tra
l’artista/artefice e l’artista/soggetto. Dove l’importanza
dell’artefice e del soggetto è la stessa e quindi si focalizza
l’attenzione sul dialogo.
Un brain-storming dove la sensibilità di ogni artista è stata
colpita da un'opera o da un'altra, piuttosto che da un atteggiamento o
da una frase, con la freschezza e l'ingenuità che è propria di un
mondo pre-accademico e pre-sociale, e che caratterizza il lavoro di
Manzoni.
Aggettivi, questi, dovuti forse alla giovane età degli artisti, ma
vogliamo ricordare che Manzoni muore a soli trenta anni, che quindi
anche lui era un giovane artista, con una profonda sfiducia nella
società borghese cui apparteneva, con una rabbia giovanile che ancora
non si era spenta, e che queste caratteristiche lo rendono più simile
a questi giovani artisti che ad altri più maturi e forse meglio
documentati e più istruiti. La rabbia, la noia, la dedizione e la
curiosità sono tutte contenute in queste opere che secondo un parere,
forse un po’ di parte, sono un ottimo specchio per questo tempo e al
tempo stesso un ottimo spaccato su un’arte che forse mai passerà
per le gallerie e i musei.
L'intento non rimane un blando omaggio o una replica, ma un confronto
e una rivisitazione di uno dei maestri dell'arte contemporanea.
Paola Mariolini
Si ringrazia il comune di Soncino, gli insegnati del Dipartimento di
Arti Visive della Libera Accademia di Belle Arti LABA.
02
giugno 2011
COSMONAUTI. Viaggio nella libera dimensione
Dal 02 al 19 giugno 2011
arte contemporanea
Location
EX FILANDA MERONI
Soncino, Largo Cattaneo, (Cremona)
Soncino, Largo Cattaneo, (Cremona)
Orario di apertura
venerdì 18-22, sabato 14-22, domenica 10-12/16-22
Vernissage
2 Giugno 2011, ORE 11
Autore
Curatore