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Costantino Nivola – Seguo la traccia nera e sottile
115 opere grafiche, quasi tutte inedite, per gettare luce su un aspetto in larga parte inesplorato dell’attività di Costantino Nivola, noto per la sua attività di scultore in collaborazione con i maggiori architetti del suo tempo.
Comunicato stampa
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Benché Costantino Nivola (Orani, 1911 – Long Island, 1988), sia stato uno straordinario disegnatore (attivo, tra l’altro, come grafico e illustratore professionale per una decina d’anni, a Milano e a New York) l’aspetto grafico della sua attività è rimasto fino a oggi il meno conosciuto. La ragione è che, come scrive in catalogo la curatrice Giuliana Altea, l’artista si considerava soprattutto uno scultore, anzi, “uno scultore-costruttore, erede dei suoi lontani progenitori sardi costruttori di nuraghi e fedele all’eredità del padre muratore al fianco nel quale aveva lavorato nell’infanzia.” Amico di Le Corbusier, sotto la cui guida concluse la sua maturazione artistica, collaboratore di altri carismatici architetti modernisti come Eero Saarinen, Marcel Breuer, Josep Lluis Sert, tra gli anni Cinquanta e i Sessanta Nivola fu uno dei protagonisti del movimento internazionale per la “sintesi delle arti”, che puntava all’integrazione della scultura e della pittura nell’architettura.
Ma, anche se è sulla scultura che Nivola aveva costruito la propria identità di artista, il disegno ha rivestito per lui un ruolo centrale, tanto per la qualità dei lavori, quanto per il loro stretto legame con gli altri campi della sua ricerca. Questa mostra presenta la sua ricchissima produzione grafica attraverso 115 opere quasi tutte inedite, comprese in un periodo che va dal 1941 al 1980. Lasciando fuori le fasi iniziale e finale della sua carriera – meglio note - si concentra sugli anni centrali e più caldi, quelli in cui maturano le sue scelte decisive, e all’interno di questi privilegia episodi meno noti e aspetti poco indagati.
Viene documentata l’ampia varietà di registri che la grafica assume nell’opera di Nivola: l’illustrazione e la grafica editoriale; i disegni a carattere autobiografico e di riflessione privata; gli studi di ricerca per le sculture e i dipinti e i bozzetti finali sottoposti alla committenza e alle agenzie di controllo pubbliche; il graffito e l’arazzo come “disegni murali”; la grafica come strumento polemico e di denuncia politica e sociale.
Ne viene fuori un artista in gran parte diverso da quello che il pubblico è abituato a vedere.
Se nelle sculture in cemento e in pietra Nivola è creatore di un mondo mitico espresso in forme arcaiche, e nelle piccole terrecotte si dimostra narratore poetico e delicato, nei disegni appare anche quale lucido osservatore della propria vita intima, narratore vivace, malinconico e affettuoso evocatore del passato, cronista acutissimo e spiritoso, polemista acido e graffiante.
Il percorso della mostra
Snodato lungo un quarantennio di intensa attività (Nivola era un artista molto produttivo), l’itinerario della mostra esplora attraverso il materiale preparatorio e un’attenta ricerca bibliografica e d’archivio una serie di episodi cruciali nella carriera dell’artista.
Si inizia con il lavoro di illustratore e grafico per riviste come Interiors, The New Pencil Points, You, Harper’s Bazaar, Fortune, American Cookery, al quale Nivola, da poco giunto negli USA come esule antifascista, affianca una pratica del disegno intesa come strumento di definizione della propria identità e mezzo per esplorare la realtà ancora nuova e ostile di New York.
Segue l’episodio del viaggio in Sardegna del 1952, in cui Nivola, incaricato da Fortune di fare un reportage grafico sulla lotta antimalarica promossa dalla Rockefeller Foundation, percorse tutta l’isola riportandone una massa di vivacissimi acquerelli; esperienza che sarebbe poi sfociata nel progetto (pubblicato su Interiors nel 1953, ma mai realizzato) del “pergola-village”, il paese-pergolato: l’artista immaginava di unire l’una all’altra per mezzo di pergolati le case di Orani, suo luogo natale in Barbagia, trasformando le strade in spazi intimi, da vivere collettivamente.
L’attività nell’arte pubblica e la collaborazione con gli architetti sono documentate attraverso disegni e bozzetti preparatori di alcune tra le sue opere maggiori: il rilievo per lo showroom Olivetti di New York (1953-54, con lo studio BBPR); i college Morse e Stiles dell’Università di Yale (1960-62, con Eero Saarinen); la Stephen Wise Recreation Area di New York (1964, con Richard Stein); i graffiti della chiesa di Sa Itria a Orani (1958), della P.S. 17 a New York (1968-71, di nuovo con Stein) e di casa Satta a Capitana, presso Cagliari (1972).
Oltre al graffito, viene esaminata l’attività dell’artista nel campo dell’arazzo, altra forma di “disegno murale” cui si dedicò spinto dall’esempio di Le Corbusier e della sua idea di muralnomad. Arazzi e bozzetti per arazzi gettano luce - come scrive nel catalogo Antonella Camarda – su modo in cui Nivola vedeva al “rapporto fra arti pure ed arti applicate, design industriale e tradizione artigiana, cosmopolitismo e profondo attaccamento alla propria terra di origine.”
I disegni per le piccole sculture in terracotta della serie dei Letti (dal 1959) indicano come Nivola si avvalesse del disegno anche per opere dall’aspetto incredibilmente fresco, spontaneo e immediato, mentre quelli per i dipinti della serie Figure maschili (1975-76), a loro volta raffiguranti delle sculture, lo mostrano intento ad esplorare i reciproci rapporti tra le tecniche.
La sezione conclusiva rivela un artista impegnato nella denuncia politica e civile, con le serie di disegni sugli scontri tra polizia e manifestanti alla Convention democratica di Chicago del 1968, quelle di acida critica contro la massificazione (le Piscine di Los Angeles e Il profumo degli arrosti, degli anni Settanta), e infine l’amaro ciclo dedicato a Michele Schirru (anarchico americano di origine sarda, giustiziato nel 1931 per aver progettato di uccidere Mussolini, e che il Duce volle far fucilare da un plotone di sardi volontari reclutati per “salvare l’onore dell’Isola”), nel quale un Nivola deluso e disincantato finisce per identificarsi.
Ma, anche se è sulla scultura che Nivola aveva costruito la propria identità di artista, il disegno ha rivestito per lui un ruolo centrale, tanto per la qualità dei lavori, quanto per il loro stretto legame con gli altri campi della sua ricerca. Questa mostra presenta la sua ricchissima produzione grafica attraverso 115 opere quasi tutte inedite, comprese in un periodo che va dal 1941 al 1980. Lasciando fuori le fasi iniziale e finale della sua carriera – meglio note - si concentra sugli anni centrali e più caldi, quelli in cui maturano le sue scelte decisive, e all’interno di questi privilegia episodi meno noti e aspetti poco indagati.
Viene documentata l’ampia varietà di registri che la grafica assume nell’opera di Nivola: l’illustrazione e la grafica editoriale; i disegni a carattere autobiografico e di riflessione privata; gli studi di ricerca per le sculture e i dipinti e i bozzetti finali sottoposti alla committenza e alle agenzie di controllo pubbliche; il graffito e l’arazzo come “disegni murali”; la grafica come strumento polemico e di denuncia politica e sociale.
Ne viene fuori un artista in gran parte diverso da quello che il pubblico è abituato a vedere.
Se nelle sculture in cemento e in pietra Nivola è creatore di un mondo mitico espresso in forme arcaiche, e nelle piccole terrecotte si dimostra narratore poetico e delicato, nei disegni appare anche quale lucido osservatore della propria vita intima, narratore vivace, malinconico e affettuoso evocatore del passato, cronista acutissimo e spiritoso, polemista acido e graffiante.
Il percorso della mostra
Snodato lungo un quarantennio di intensa attività (Nivola era un artista molto produttivo), l’itinerario della mostra esplora attraverso il materiale preparatorio e un’attenta ricerca bibliografica e d’archivio una serie di episodi cruciali nella carriera dell’artista.
Si inizia con il lavoro di illustratore e grafico per riviste come Interiors, The New Pencil Points, You, Harper’s Bazaar, Fortune, American Cookery, al quale Nivola, da poco giunto negli USA come esule antifascista, affianca una pratica del disegno intesa come strumento di definizione della propria identità e mezzo per esplorare la realtà ancora nuova e ostile di New York.
Segue l’episodio del viaggio in Sardegna del 1952, in cui Nivola, incaricato da Fortune di fare un reportage grafico sulla lotta antimalarica promossa dalla Rockefeller Foundation, percorse tutta l’isola riportandone una massa di vivacissimi acquerelli; esperienza che sarebbe poi sfociata nel progetto (pubblicato su Interiors nel 1953, ma mai realizzato) del “pergola-village”, il paese-pergolato: l’artista immaginava di unire l’una all’altra per mezzo di pergolati le case di Orani, suo luogo natale in Barbagia, trasformando le strade in spazi intimi, da vivere collettivamente.
L’attività nell’arte pubblica e la collaborazione con gli architetti sono documentate attraverso disegni e bozzetti preparatori di alcune tra le sue opere maggiori: il rilievo per lo showroom Olivetti di New York (1953-54, con lo studio BBPR); i college Morse e Stiles dell’Università di Yale (1960-62, con Eero Saarinen); la Stephen Wise Recreation Area di New York (1964, con Richard Stein); i graffiti della chiesa di Sa Itria a Orani (1958), della P.S. 17 a New York (1968-71, di nuovo con Stein) e di casa Satta a Capitana, presso Cagliari (1972).
Oltre al graffito, viene esaminata l’attività dell’artista nel campo dell’arazzo, altra forma di “disegno murale” cui si dedicò spinto dall’esempio di Le Corbusier e della sua idea di muralnomad. Arazzi e bozzetti per arazzi gettano luce - come scrive nel catalogo Antonella Camarda – su modo in cui Nivola vedeva al “rapporto fra arti pure ed arti applicate, design industriale e tradizione artigiana, cosmopolitismo e profondo attaccamento alla propria terra di origine.”
I disegni per le piccole sculture in terracotta della serie dei Letti (dal 1959) indicano come Nivola si avvalesse del disegno anche per opere dall’aspetto incredibilmente fresco, spontaneo e immediato, mentre quelli per i dipinti della serie Figure maschili (1975-76), a loro volta raffiguranti delle sculture, lo mostrano intento ad esplorare i reciproci rapporti tra le tecniche.
La sezione conclusiva rivela un artista impegnato nella denuncia politica e civile, con le serie di disegni sugli scontri tra polizia e manifestanti alla Convention democratica di Chicago del 1968, quelle di acida critica contro la massificazione (le Piscine di Los Angeles e Il profumo degli arrosti, degli anni Settanta), e infine l’amaro ciclo dedicato a Michele Schirru (anarchico americano di origine sarda, giustiziato nel 1931 per aver progettato di uccidere Mussolini, e che il Duce volle far fucilare da un plotone di sardi volontari reclutati per “salvare l’onore dell’Isola”), nel quale un Nivola deluso e disincantato finisce per identificarsi.
06
maggio 2011
Costantino Nivola – Seguo la traccia nera e sottile
Dal 06 maggio al 03 settembre 2011
disegno e grafica
Location
PALAZZO DELLA FRUMENTARIA
Sassari, Via Delle Muraglie, 1, (Sassari)
Sassari, Via Delle Muraglie, 1, (Sassari)
Orario di apertura
Da lunedì a sabato
Dalle 10:00 alle 13:00
Dalle 16:00 alle 20:00
Vernissage
6 Maggio 2011, ore 18
Sito web
www.museonivola.it
Autore
Curatore