Un’esposizione che tocca i punti fondamentali della maturità dell’opera del Maestro novarese; iniziando dal 1996, con sculture di dichiarata matrice astratta, ma che a livello inconscio già evocano quello che solo con il figurativo del 2000 l’artista riuscirà ad ottenere: la bidimensionalità. Un ossimoro che forse contraddice la natura stessa e la ricerca che da sempre caratterizza la scultura nella storia dell’arte, ma che ha trovato nella “Folla ombra” del Peroni un nuovo significato; infatti, attraverso l’allungamento distorto dei volti che compongono la folla, e che di conseguenza tendono a perdere la loro terza dimensione, l’artista ci permette di comprendere come in realtà questo insieme di volti non sia caratterizzato da persone, ma dalle loro ombre.

Una folla di ombre dunque, le “nostre” ombre. La proiezione della nostra immagine posta di fronte al sole del tramonto, che grazie alla sua luce ci mostra la nostra ombra, la nostra anima. Ecco il significato dell’opera di Costantino Peroni, il quale, con l’ombra, ci porta a scoprire la nostra identità, consapevole del fatto che solo lo scorrere del tempo può aiutarci.