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Cristiana De Marchi / Alberto Magrin – Coincidenze
L’esposizione a doppia visuale De Marchi-Magrin intende sviluppare punti di vista convergenti su tematiche più che mai attuali. “Coincidenze” diventa così un focus che spazia su culture differenti guidandoci in un dialogo continuo, quasi un filo sottile che, se ricercato attentamente, indica una via
Comunicato stampa
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I mali del nostro tempo sono causati soprattutto dall'uomo stesso. Alcune persone crescono rimanendo attaccate alla visione del mondo che gli è stata trasmessa, altre cercano di guardare il mondo negli occhi e confrontarsi con stili di vita e di pensiero diversi. L'esposizione a doppia visuale De Marchi-Magrin intende sviluppare punti di vista convergenti su tematiche più che mai attuali. "Coincidenze" diventa così un focus che spazia su culture differenti guidandoci in un dialogo continuo, quasi un filo sottile che, se ricercato attentamente, indica una via.
Per Alberto Magrin La 'coincidenza' determina lo stato d'essere dell'Uomo in equilibrio ed in armonia con l'universo. In questa esposizione essa diventa un incontro. Il caso diventa così la legge più pura che possa esistere in natura che va oltre la natura stessa, manifestando il collegamento inscindibile tra relativo ed assoluto nonchè la nascita di ogni forma di vita e d'amore. Punto di unione tra la realtà e l'immaginazione, tra il desiderio e il sogno, tra il corpo e lo spirito, tra la morte e la vita. L''importanza di questa Co-Incindenza, qui intesa come punto di incontro, per Magrin è la base di ogni legge scientifica, artistica, economica, politica e religiosa in quanto può determinare o meno l'esistenza e la sussistenza di un essere umano. La teoria di Magrin diventa così un legante universale che, dal suo particolare punto di vista, potrebbe migliorare la ricerca, la crescita e l'evoluzione dell'umanità. L'interculturalità è una sfida, un percorso educativo, un'esperienza che contribuisce alla crescita. Abbracciare l'interculturalità significa scegliere di arricchirsi culturalmente attraverso il confronto con ciò che è altro da sè.
Il lavoro di Cristiana De Marchi ha interessi che spaziano tra letteratura, politica ed impegno sociale e che vengono riproposti in molte delle sue opere, siano esse oggetti ricamati, video o performance. Il lavoro dell'artista, italiana residente a Beirut e Dubai, esplora temi sociali e politici: memoria, identità, confini contestati e nazionalismi contemporanei. Tramite l'uso di tessuti, ricamo, video e performance, De Marchi istiga processi che attirano l'attenzione sugli strumenti del potere, esplorandone le strutture. Utilizzando il tessuto, come mezzo espressivo privilegiato, l'artista si concentra sul ruolo di concetti quali 'Religione' e 'Nazione' intesi come veicoli per riflessioni personali sui temi identitari. Queste due concezioni puramente convenzionali, racchiudono al loro interno le tematiche fondamentali (i nodi) indagate dall'uomo e dall'artista. Le riflessioni alle quali ci conducono le sue opere sono più che mai attuali e forniscono chiavi di lettura interessanti: un'Europa in bianco, senza distinzioni cromatiche, focalizza l'attenzione sulla questione dei confini geografici, frutto dell'arbitrarietà umana più che della realtà. O ancora, ci costringe a constatare lo stato di "cecità culturale", di superficialità, che ci affligge nel momento in cui ci confrontiamo con tematiche fondamentali difficili da accettare o che semplicemente non comprendiamo. Nelle sue opere fondamentale è la PAROLA; non solo nella sua semplice valenza semantica ma come parte integrante dell'opera, elemento fisicamente presente e tangibile grazie all'uso del tessuto. Presenza materiale e nominale che diventa veicolo di messaggi, profezie ed epifanie per lo spettatore. L'invito è quello di non limitarsi ad osservare le opere, ma di interagire con le superfici per ricercarne i significati nascosti e quelli perfettamente visibili.
Il dialogo che si crea immediatamente tra le opere dei due artisti aspira ad un'armonia universale che prende il via prima di tutto da un'armonia individuale. Una ricerca dentro di sè di quell'equilibrio interiore riflesso sul mondo esterno dalle opere che ognuno mette in atto. Il giorno di apertura è inoltre arricchito da una performance concepita dai due artisti come simbolo di dialogo tra diverse culture. Nella performance "Eterne sincronie" le simbologie sono diverse, dal Re pescatore al filo di Arianna, al tempo ritrovato, ai nodi come 'legami'. Un contatto diretto verrà creato dal balcone di Villa Brentano al parco inglese che la circonda, un'immagine visibile del dialogo intimo di "Coincidenze" che cerca di propagarsi al mondo esterno.
La mostra apre al pubblico Sabato 22 Settembre dalle ore 17:30. Visitabile fino al 21 Ottobre 2018 con i seguenti orari: da Martedì a Sabato ore 14:30 - 18:00 presso Villa Brentano, in via Magenta 25 a Busto Garolfo (MI).
Per Alberto Magrin La 'coincidenza' determina lo stato d'essere dell'Uomo in equilibrio ed in armonia con l'universo. In questa esposizione essa diventa un incontro. Il caso diventa così la legge più pura che possa esistere in natura che va oltre la natura stessa, manifestando il collegamento inscindibile tra relativo ed assoluto nonchè la nascita di ogni forma di vita e d'amore. Punto di unione tra la realtà e l'immaginazione, tra il desiderio e il sogno, tra il corpo e lo spirito, tra la morte e la vita. L''importanza di questa Co-Incindenza, qui intesa come punto di incontro, per Magrin è la base di ogni legge scientifica, artistica, economica, politica e religiosa in quanto può determinare o meno l'esistenza e la sussistenza di un essere umano. La teoria di Magrin diventa così un legante universale che, dal suo particolare punto di vista, potrebbe migliorare la ricerca, la crescita e l'evoluzione dell'umanità. L'interculturalità è una sfida, un percorso educativo, un'esperienza che contribuisce alla crescita. Abbracciare l'interculturalità significa scegliere di arricchirsi culturalmente attraverso il confronto con ciò che è altro da sè.
Il lavoro di Cristiana De Marchi ha interessi che spaziano tra letteratura, politica ed impegno sociale e che vengono riproposti in molte delle sue opere, siano esse oggetti ricamati, video o performance. Il lavoro dell'artista, italiana residente a Beirut e Dubai, esplora temi sociali e politici: memoria, identità, confini contestati e nazionalismi contemporanei. Tramite l'uso di tessuti, ricamo, video e performance, De Marchi istiga processi che attirano l'attenzione sugli strumenti del potere, esplorandone le strutture. Utilizzando il tessuto, come mezzo espressivo privilegiato, l'artista si concentra sul ruolo di concetti quali 'Religione' e 'Nazione' intesi come veicoli per riflessioni personali sui temi identitari. Queste due concezioni puramente convenzionali, racchiudono al loro interno le tematiche fondamentali (i nodi) indagate dall'uomo e dall'artista. Le riflessioni alle quali ci conducono le sue opere sono più che mai attuali e forniscono chiavi di lettura interessanti: un'Europa in bianco, senza distinzioni cromatiche, focalizza l'attenzione sulla questione dei confini geografici, frutto dell'arbitrarietà umana più che della realtà. O ancora, ci costringe a constatare lo stato di "cecità culturale", di superficialità, che ci affligge nel momento in cui ci confrontiamo con tematiche fondamentali difficili da accettare o che semplicemente non comprendiamo. Nelle sue opere fondamentale è la PAROLA; non solo nella sua semplice valenza semantica ma come parte integrante dell'opera, elemento fisicamente presente e tangibile grazie all'uso del tessuto. Presenza materiale e nominale che diventa veicolo di messaggi, profezie ed epifanie per lo spettatore. L'invito è quello di non limitarsi ad osservare le opere, ma di interagire con le superfici per ricercarne i significati nascosti e quelli perfettamente visibili.
Il dialogo che si crea immediatamente tra le opere dei due artisti aspira ad un'armonia universale che prende il via prima di tutto da un'armonia individuale. Una ricerca dentro di sè di quell'equilibrio interiore riflesso sul mondo esterno dalle opere che ognuno mette in atto. Il giorno di apertura è inoltre arricchito da una performance concepita dai due artisti come simbolo di dialogo tra diverse culture. Nella performance "Eterne sincronie" le simbologie sono diverse, dal Re pescatore al filo di Arianna, al tempo ritrovato, ai nodi come 'legami'. Un contatto diretto verrà creato dal balcone di Villa Brentano al parco inglese che la circonda, un'immagine visibile del dialogo intimo di "Coincidenze" che cerca di propagarsi al mondo esterno.
La mostra apre al pubblico Sabato 22 Settembre dalle ore 17:30. Visitabile fino al 21 Ottobre 2018 con i seguenti orari: da Martedì a Sabato ore 14:30 - 18:00 presso Villa Brentano, in via Magenta 25 a Busto Garolfo (MI).
22
settembre 2018
Cristiana De Marchi / Alberto Magrin – Coincidenze
Dal 22 settembre al 21 ottobre 2018
arte contemporanea
Location
VILLA BRENTANO
Busto Garolfo, via Magenta , 25, (Milano)
Busto Garolfo, via Magenta , 25, (Milano)
Orario di apertura
da Martedì a Sabato ore 14:30 - 18:00
Vernissage
22 Settembre 2018, ore 17.30
Autore