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Cristiana de Marchi – La Sindrome di Penelope
La Fusion Art Gallery – Inaudita presenta la mostra LA SINDROME DI PENELOPE di Cristiana de Marchi, artista italiana/libanese che vive e lavora tra Beirut e Dubai. La mostra rientra nella programmazione di NEsxT – Indepentent Art Festival.
Comunicato stampa
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La Fusion Art Gallery - Inaudita presenta la mostra LA SINDROME DI PENELOPE di Cristiana de Marchi, artista italiana/libanese che vive e lavora tra Beirut e Dubai. Cristiana lavora con diverse espressioni artistiche per esplorare questioni legate all'identità, allo spostamento, all'appartenenza e ai confini porosi che separano le regioni mentre ne permettono il contatto. La mostra rientra nella programmazione di NEsxT – Indepentent Art Festival ed è parte del circuito COLLA e di ContemporaryArt Torino e Piemonte.
C’è il momento in cui ogni scelta diventa irreversibile.– Marguerite Yourcenar
LA SINDROME DI PENELOPE
di Francesca Vesco e Elena Carta
La personale ripercorre l’attività artistica di Cristiana de Marchi degli ultimi anni, presentando un corpus di opere selezionate che coprono il periodo compreso fra 2011 e 2017. Italiana ma con un’esperienza ormai ventennale legata al Medio Oriente, Cristiana ha interessi che spaziano tra letteratura, religioni ed impegno sociale e che vengono riproposti in molte delle sue opere, siano esse oggetti ricamati, video, performance o installazioni.
In particolare tramite l’uso del tessuto, come mezzo espressivo privilegiato, l’artista si concentra sul ruolo di concetti quali ‘Religione’ e ‘Nazione’ intesi come veicoli per riflessioni personali sui temi identitari. Queste due concezioni puramente convenzionali, racchiudono al loro interno le tematiche fondamentali (i nodi) indagate dall’uomo e dall’artista.
Le riflessioni alle quali ci conducono le sue opere sono più che mai attuali e forniscono chiavi di lettura interessanti: così un palloncino, forzato sino al suo limite, diventa metafora dell’azione dell’uomo nella creazione e successiva distruzione di ideali universali, o un’Europa in bianco, senza distinzioni cromatiche, focalizza l’attenzione sulla questione dei confini geografici, frutto dell’arbitrarietà umana più che della realtà. O ancora, ci costringe a constatare lo stato di “cecità culturale”, di superficialità, che ci affligge nel momento in cui ci confrontiamo con tematiche fondamentali difficili da accettare o che semplicemente non comprendiamo.
Nelle sue opere fondamentale è la PAROLA; non solo nella sua semplice valenza semantica ma come parte integrante dell’opera, elemento fisicamente presente e tangibile grazie all’uso del tessuto. Presenza materiale e nominale che diventa veicolo di messaggi, profezie ed epifanie per lo spettatore. L’invito è quello di non limitarsi ad osservare le opere, ma di interagire con le superfici per ricercarne i significati nascosti e quelli perfettamente visibili. Ci si renderà allora conto, con un gioco di intrecci, ricami, nessi simbolici e linguistici, che la bandiera nazionale contiene, alla vista dei più attenti, il reale riferimento alla Patria.
Cristiana De Marchi (Torino, 1968; vive a Beirut e Dubai)
Ha studiato dal 1994 al 1999 presso l’Università degli Studi di Torino laureandosi (summa cum laude) in Scienze Umanistiche e poi in Archeologia Classica. Nel 2005 ha conseguito un Master in Mediazione Culturale e Didattica Museale. Nel 2012 ha completato un corso in Pratiche Curatoriali organizzato dal California College of Art USA in partnership con l’Emirates Foundation di Abu Dhabi.
Esposizioni: Wunderkammern Effimere Circuiti Dinamici, Milano, (2017), Contrappunti/Counterpoints, Villa Amoretti, Torino (2014); My Country, New York University, New York, USA (2014); Weaving Gaps, 1x1 Art Gallery, Dubai, UAE (2013); "Melting the Sky", una doppia esposizione con l'artista kuwaitiana Monira Al Qadiri, Dubai, (2016); Prima Biennale di Yinchuan, MoCa Yinchuan, Cina (2016); Santa Cruz Biennale, "Limitrofe", Centro Culturale di Santa Cruz, Bolivia (2016); Biennale della Pace, Teheran, Iran (2016); Groupe Mobile: Villa Vassilieff, Paris, France (2016); White Cube… Literally, IVDE gallery, Dubai, UAE (2016).
Residenze: Villaggio degli Artisti in Yinchuan, Cina (2016); Rijksakademie, Amsterdam, Paesi Bassi; Santa Fe Art Institute, USA (2014); University of Arts, Philadelphia, USA (2012) e presso il Vermont Art Center Manchester, USA (2017).
Cristiana de Marchi è stata vincitrice nel 2016 della 5° Edizione del Premio ORA ed è stata insignita della Shaikha Salama Foundation Fellowship (United Arab Emirates, 2017).
C’è il momento in cui ogni scelta diventa irreversibile.– Marguerite Yourcenar
LA SINDROME DI PENELOPE
di Francesca Vesco e Elena Carta
La personale ripercorre l’attività artistica di Cristiana de Marchi degli ultimi anni, presentando un corpus di opere selezionate che coprono il periodo compreso fra 2011 e 2017. Italiana ma con un’esperienza ormai ventennale legata al Medio Oriente, Cristiana ha interessi che spaziano tra letteratura, religioni ed impegno sociale e che vengono riproposti in molte delle sue opere, siano esse oggetti ricamati, video, performance o installazioni.
In particolare tramite l’uso del tessuto, come mezzo espressivo privilegiato, l’artista si concentra sul ruolo di concetti quali ‘Religione’ e ‘Nazione’ intesi come veicoli per riflessioni personali sui temi identitari. Queste due concezioni puramente convenzionali, racchiudono al loro interno le tematiche fondamentali (i nodi) indagate dall’uomo e dall’artista.
Le riflessioni alle quali ci conducono le sue opere sono più che mai attuali e forniscono chiavi di lettura interessanti: così un palloncino, forzato sino al suo limite, diventa metafora dell’azione dell’uomo nella creazione e successiva distruzione di ideali universali, o un’Europa in bianco, senza distinzioni cromatiche, focalizza l’attenzione sulla questione dei confini geografici, frutto dell’arbitrarietà umana più che della realtà. O ancora, ci costringe a constatare lo stato di “cecità culturale”, di superficialità, che ci affligge nel momento in cui ci confrontiamo con tematiche fondamentali difficili da accettare o che semplicemente non comprendiamo.
Nelle sue opere fondamentale è la PAROLA; non solo nella sua semplice valenza semantica ma come parte integrante dell’opera, elemento fisicamente presente e tangibile grazie all’uso del tessuto. Presenza materiale e nominale che diventa veicolo di messaggi, profezie ed epifanie per lo spettatore. L’invito è quello di non limitarsi ad osservare le opere, ma di interagire con le superfici per ricercarne i significati nascosti e quelli perfettamente visibili. Ci si renderà allora conto, con un gioco di intrecci, ricami, nessi simbolici e linguistici, che la bandiera nazionale contiene, alla vista dei più attenti, il reale riferimento alla Patria.
Cristiana De Marchi (Torino, 1968; vive a Beirut e Dubai)
Ha studiato dal 1994 al 1999 presso l’Università degli Studi di Torino laureandosi (summa cum laude) in Scienze Umanistiche e poi in Archeologia Classica. Nel 2005 ha conseguito un Master in Mediazione Culturale e Didattica Museale. Nel 2012 ha completato un corso in Pratiche Curatoriali organizzato dal California College of Art USA in partnership con l’Emirates Foundation di Abu Dhabi.
Esposizioni: Wunderkammern Effimere Circuiti Dinamici, Milano, (2017), Contrappunti/Counterpoints, Villa Amoretti, Torino (2014); My Country, New York University, New York, USA (2014); Weaving Gaps, 1x1 Art Gallery, Dubai, UAE (2013); "Melting the Sky", una doppia esposizione con l'artista kuwaitiana Monira Al Qadiri, Dubai, (2016); Prima Biennale di Yinchuan, MoCa Yinchuan, Cina (2016); Santa Cruz Biennale, "Limitrofe", Centro Culturale di Santa Cruz, Bolivia (2016); Biennale della Pace, Teheran, Iran (2016); Groupe Mobile: Villa Vassilieff, Paris, France (2016); White Cube… Literally, IVDE gallery, Dubai, UAE (2016).
Residenze: Villaggio degli Artisti in Yinchuan, Cina (2016); Rijksakademie, Amsterdam, Paesi Bassi; Santa Fe Art Institute, USA (2014); University of Arts, Philadelphia, USA (2012) e presso il Vermont Art Center Manchester, USA (2017).
Cristiana de Marchi è stata vincitrice nel 2016 della 5° Edizione del Premio ORA ed è stata insignita della Shaikha Salama Foundation Fellowship (United Arab Emirates, 2017).
31
ottobre 2017
Cristiana de Marchi – La Sindrome di Penelope
Dal 31 ottobre al 30 novembre 2017
arte contemporanea
Location
FUSION ART GALLERY
Torino, Piazza Amedeo Peyron, 9G, (Torino)
Torino, Piazza Amedeo Peyron, 9G, (Torino)
Orario di apertura
da giovedì a sabato ore 16 - 19.30
Vernissage
31 Ottobre 2017, ore 19
Autore
Curatore