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Cristiano Pinna – do go on eating
è la prima volta che espone a roma una serie di recenti dipinti, olio e tecnica mista su tele e tavole che intrecciano storie di santi, eremiti, gangsters musicisti, racconti che fondono parole, immagini e ritratti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
cristiano pinna, nato ad ancona nel 1969, studia a bologna, londra e milano. dopo un periodo di attività a roma oggi, vive in una casa studio sugli appennini tosco romagnoli. è la prima volta che espone a roma una serie di recenti dipinti, olio e tecnica mista su tele e tavole che intrecciano storie di santi, eremiti, gangsters musicisti, racconti che fondono parole, immagini e ritratti.
- Nascondi testo tra virgolette -
LE " ICONE DI CRISTIANO "
A proposito di Van Gogh, Giulio Carlo Argan osserva che Vincent " non è
pittore per vocazione, ma per disperazione". Potremmo dire, allora, con il
dovuto distacco dalla citazione storica, che Cristiano Pinna è pittore per
necessità. Un mestiere, il suo, che gli si impone a un certo punto della
vita come una vera e propria svolta esistenziale. Ed ecco che comincia a
maneggiare/manipolare gli strumenti tradizionali dell'arte: il colore,
innanzitutto, forte ma mai violento, carico semmai, con occhio attento a
certi esiti pop e iperrealisti come pure al nonsense d'ascendenza dada o a
surreali assemblages. L'artista gioca soprattutto con il ritratto, fedele
fino ad un'estenuata deformazione, caricaturale talora, flagrante sempre, se
non fosse per lo straniamento degli attributi in codice che ne costituiscono
la vera e segreta cifra: scritte interrotte, spesso in altre lingue,
ideogrammi, la piccola ape al polso del ragazzo dai capelli blu.
Evidenza ed enigma, un rebus probabilmente irresolubile, l'essere qui-ora e
l'altrove delle marionette, messaggi forti e chiari ma criptici, una
tecnica -letteralmente- di superficie e un senso -letteralmente- sprofondato.
Crediamo che la domanda posta da Pinna sia evidente, ancorché perennemente rinviata, soprattutto nell'immagine in cui l'artista guarda uno dei suoi ritratti (oppure sono I grandi occhi spalancati nel quadro che lo
ri-guardano?)
Maria Rosaria D'Angelo
Roma, aprile 2006
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LE " ICONE DI CRISTIANO "
A proposito di Van Gogh, Giulio Carlo Argan osserva che Vincent " non è
pittore per vocazione, ma per disperazione". Potremmo dire, allora, con il
dovuto distacco dalla citazione storica, che Cristiano Pinna è pittore per
necessità. Un mestiere, il suo, che gli si impone a un certo punto della
vita come una vera e propria svolta esistenziale. Ed ecco che comincia a
maneggiare/manipolare gli strumenti tradizionali dell'arte: il colore,
innanzitutto, forte ma mai violento, carico semmai, con occhio attento a
certi esiti pop e iperrealisti come pure al nonsense d'ascendenza dada o a
surreali assemblages. L'artista gioca soprattutto con il ritratto, fedele
fino ad un'estenuata deformazione, caricaturale talora, flagrante sempre, se
non fosse per lo straniamento degli attributi in codice che ne costituiscono
la vera e segreta cifra: scritte interrotte, spesso in altre lingue,
ideogrammi, la piccola ape al polso del ragazzo dai capelli blu.
Evidenza ed enigma, un rebus probabilmente irresolubile, l'essere qui-ora e
l'altrove delle marionette, messaggi forti e chiari ma criptici, una
tecnica -letteralmente- di superficie e un senso -letteralmente- sprofondato.
Crediamo che la domanda posta da Pinna sia evidente, ancorché perennemente rinviata, soprattutto nell'immagine in cui l'artista guarda uno dei suoi ritratti (oppure sono I grandi occhi spalancati nel quadro che lo
ri-guardano?)
Maria Rosaria D'Angelo
Roma, aprile 2006
16
maggio 2006
Cristiano Pinna – do go on eating
Dal 16 al 25 maggio 2006
arte contemporanea
Location
PALAZZO MEDICI CLARELLI – I MUNICIPIO
Roma, Via Giulia, 79, (Roma)
Roma, Via Giulia, 79, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 10-20
Vernissage
16 Maggio 2006, ore 18-20
Sito web
www.cristianopinna.com
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