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Cristina García Rodero
Le foto di Rodero documentano una ricerca del sacro, nelle sue varie modalità espressive residuali o innovative, nel mondo contemporaneo. Sono immagini in bianco/nero di grande impatto visivo ed emotivo che non hanno solo un valore documentario o etnologico-antropologico, ma ci interrogano e ci mettono a confronto con una realtà nascosta e misteriosa che non è solo esterna ma interna a noi osservatori
Comunicato stampa
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A Cristina García Rodero, la grande fotografa spagnola della Magnum, sarà assegnato il Premio Werner Bischof-VI edizione il 22 giugno 2008. In questa occasione verrà allestita una mostra di sue foto che sintetizzano la sua lunga ricerca e che resterà aperta per due settimane presso il Borgo di Quaglietta (Avellino). Il Premio, creato in onore del fotografo svizzero Bischof (Zurigo 1916-Ande Peruviane 1954), intende premiare in particolare i fotografi che si sono distinti nel reportage ed è stato assegnato in altre edizioni a Mimmo Jodice, Ferdinando Scianna, Francesco Cito e Gianni Berengo Gardin.
Il mondo magico di Cristina García Rodero
Cristina García Rodero (1949, Puertollano, Ciudad Real), laureata in Pittura alla Facoltà di Belle Arti nell’Università Complutense di Madrid (UCM) è stata insegnante di Fotografia nella Scuola di Arte e Disegno di Madrid e dal 1986 è docente di Fotografia presso la Facoltà di Belle Arti della UCM. Accanto all’attività didattica è andata sviluppando anche quella di fotografa. Nel 1973 inizia un lungo lavoro di ricerca sulle feste religiose e pagane in Spagna, pubblicato nel volume España Oculta (1989) che ha ottenuto il prestigioso Premio per il miglior Libro di Fotografia ai Rencontres de la Photographie di Arles e il Premio Kodak Fotobuchpreis a Stoccarda.
Nel corso del tempo ha ricevuto molti importanti riconoscimenti che hanno apprezzato non solo il valore documentaristico, ma anche estetico del suo lavoro. Tra questi si ricordano il Premio W. Eugene Smith per la fotografia umanistica (1990), il Premio Dr Erich Salomòn (1990), il Premio Nacional de Fotografía (1996), il Premio Godó de Fotogiornalismo (2000), il Premio Bartolomé Ros de Photo España (2000), il Premio Sociedad Geográfica Española (2001), la Medaglia d’Oro al Merito delle Belle Arti (2005), il Premio della Cultura della Comunità di Madrid per il percorso artistico (2006) e il Premio Alfonso Sánchez García di Giornalismo grafico (2007). Il World Press Photo ha premiato il suo lavoro in tre edizioni del concorso (1993, 1997 e 2008).
Dopo essere stata membro dell’Agenzia Vu per 15 anni, dal 2007 è diventata fotografa associata dell’Agenzia Magnum Photos (rappresentata in Italia da Contrasto), aggiungendo il suo nome a fotografe ‘storiche’ come Eve Arnold, Inge Morath, Martine Franck, Marilyn Silverstone, fino alle reporter più recenti, come Susan Meiselas, Alessandra Sanguinetti, Lise Sarfati e Maya Goded.
Tra i suoi libri si ricordano in particolare Cristina García Rodero (2000), Rituales en Haiti (2001), frutto di una lunga ricerca documentaria sui riti voodoo di Haiti, che è stata esposta anche alla Biennale di Venezia nell’edizione curata da Harold Szeemann (2001), e María Lionza, la diosa de los ojos de agua (2008). Il suo lavoro è stato esposto in numerose sedi prestigiose in varie parti del mondo e fa parte di numerose collezioni private e pubbliche, tra cui il Museo del Prado, il Museo Nazionale Centro di Arte Regina Sofia, il Museo Marugame Hirai di Marugame (Giappone), il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la W. Eugene Smith Memorial Foundation, la George Eastman House di Rochester, il Museum of Fine Arts di Houston, il Fond National d’Art Contemporaine di Parigi e numerose altre sedi internazionali.
Attualmente Cristina García Rodero sta lavorando a temi legati al corpo e allo spirito attraverso la religiosità, la spiritualità, la bellezza, il piacere, la sessualità, la penitenza, il sadomasochismo, il culto del corpo e il fenomeno delle nuove religioni. Tra questi si ricorda il lavoro “Burning Man” (2005), un evento collettivo che ha luogo sulla spiaggia di Black Rock in Nevada, con installazioni, musica, spettacoli i cui partecipanti danno espressione alla loro libera creatività. Il suo lavoro più recente è María Lionza, la diosa de los ojos de agua, oggetto anche di una pubblicazione, esposta ai primi di giugno 2008 a Madrid nel corso dell’ultima edizione di PhotoEspaña, il Festival internazionale di Fotografia e Arti Visive fondato nel 1998. Si tratta di una grande mostra con più di cento foto, in gran parte inedite, che Rodero ha raccolto nel corso di una ricerca decennale intorno al personaggio mitico di María Lionza, il cui culto risale al XV secolo. Si tratta di un misterioso fenomeno devozionale di tipo sincretico in cui si sono mescolati nel tempo elementi di possessione, sciamanesimo, magia, rituali esoterici e cattolicesimo, che si svolge nello Stato di Yaracuy in Venezuela.
Le foto di Rodero documentano una ricerca del sacro, nelle sue varie modalità espressive residuali o innovative, nel mondo contemporaneo. Sono immagini in bianco/nero di grande impatto visivo ed emotivo che non hanno solo un valore documentario o etnologico-antropologico, ma ci interrogano e ci mettono a confronto con una realtà nascosta e misteriosa che non è solo esterna ma interna a noi osservatori. La grande bellezza formale, l’armonia sottesa alle sue immagini e la loro enorme forza espressiva ci mettono in contatto con la forza degli elementi naturali, gli aspetti profondi di noi e con l’universo del sacro. L’artista stessa ha scritto a proposito del lavoro sul suo paese, ma che si può estendere a tutta la sua ricerca: ”Ho cercato di fotografare l’anima misteriosa, autentica e magica della Spagna popolare esprimendo la passione, l’amore, l’umorismo, la tenerezza, la rabbia, il dolore in tutta la loro verità …con tutto il mio cuore”.
Giuliana Mariniello
Il mondo magico di Cristina García Rodero
Cristina García Rodero (1949, Puertollano, Ciudad Real), laureata in Pittura alla Facoltà di Belle Arti nell’Università Complutense di Madrid (UCM) è stata insegnante di Fotografia nella Scuola di Arte e Disegno di Madrid e dal 1986 è docente di Fotografia presso la Facoltà di Belle Arti della UCM. Accanto all’attività didattica è andata sviluppando anche quella di fotografa. Nel 1973 inizia un lungo lavoro di ricerca sulle feste religiose e pagane in Spagna, pubblicato nel volume España Oculta (1989) che ha ottenuto il prestigioso Premio per il miglior Libro di Fotografia ai Rencontres de la Photographie di Arles e il Premio Kodak Fotobuchpreis a Stoccarda.
Nel corso del tempo ha ricevuto molti importanti riconoscimenti che hanno apprezzato non solo il valore documentaristico, ma anche estetico del suo lavoro. Tra questi si ricordano il Premio W. Eugene Smith per la fotografia umanistica (1990), il Premio Dr Erich Salomòn (1990), il Premio Nacional de Fotografía (1996), il Premio Godó de Fotogiornalismo (2000), il Premio Bartolomé Ros de Photo España (2000), il Premio Sociedad Geográfica Española (2001), la Medaglia d’Oro al Merito delle Belle Arti (2005), il Premio della Cultura della Comunità di Madrid per il percorso artistico (2006) e il Premio Alfonso Sánchez García di Giornalismo grafico (2007). Il World Press Photo ha premiato il suo lavoro in tre edizioni del concorso (1993, 1997 e 2008).
Dopo essere stata membro dell’Agenzia Vu per 15 anni, dal 2007 è diventata fotografa associata dell’Agenzia Magnum Photos (rappresentata in Italia da Contrasto), aggiungendo il suo nome a fotografe ‘storiche’ come Eve Arnold, Inge Morath, Martine Franck, Marilyn Silverstone, fino alle reporter più recenti, come Susan Meiselas, Alessandra Sanguinetti, Lise Sarfati e Maya Goded.
Tra i suoi libri si ricordano in particolare Cristina García Rodero (2000), Rituales en Haiti (2001), frutto di una lunga ricerca documentaria sui riti voodoo di Haiti, che è stata esposta anche alla Biennale di Venezia nell’edizione curata da Harold Szeemann (2001), e María Lionza, la diosa de los ojos de agua (2008). Il suo lavoro è stato esposto in numerose sedi prestigiose in varie parti del mondo e fa parte di numerose collezioni private e pubbliche, tra cui il Museo del Prado, il Museo Nazionale Centro di Arte Regina Sofia, il Museo Marugame Hirai di Marugame (Giappone), il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la W. Eugene Smith Memorial Foundation, la George Eastman House di Rochester, il Museum of Fine Arts di Houston, il Fond National d’Art Contemporaine di Parigi e numerose altre sedi internazionali.
Attualmente Cristina García Rodero sta lavorando a temi legati al corpo e allo spirito attraverso la religiosità, la spiritualità, la bellezza, il piacere, la sessualità, la penitenza, il sadomasochismo, il culto del corpo e il fenomeno delle nuove religioni. Tra questi si ricorda il lavoro “Burning Man” (2005), un evento collettivo che ha luogo sulla spiaggia di Black Rock in Nevada, con installazioni, musica, spettacoli i cui partecipanti danno espressione alla loro libera creatività. Il suo lavoro più recente è María Lionza, la diosa de los ojos de agua, oggetto anche di una pubblicazione, esposta ai primi di giugno 2008 a Madrid nel corso dell’ultima edizione di PhotoEspaña, il Festival internazionale di Fotografia e Arti Visive fondato nel 1998. Si tratta di una grande mostra con più di cento foto, in gran parte inedite, che Rodero ha raccolto nel corso di una ricerca decennale intorno al personaggio mitico di María Lionza, il cui culto risale al XV secolo. Si tratta di un misterioso fenomeno devozionale di tipo sincretico in cui si sono mescolati nel tempo elementi di possessione, sciamanesimo, magia, rituali esoterici e cattolicesimo, che si svolge nello Stato di Yaracuy in Venezuela.
Le foto di Rodero documentano una ricerca del sacro, nelle sue varie modalità espressive residuali o innovative, nel mondo contemporaneo. Sono immagini in bianco/nero di grande impatto visivo ed emotivo che non hanno solo un valore documentario o etnologico-antropologico, ma ci interrogano e ci mettono a confronto con una realtà nascosta e misteriosa che non è solo esterna ma interna a noi osservatori. La grande bellezza formale, l’armonia sottesa alle sue immagini e la loro enorme forza espressiva ci mettono in contatto con la forza degli elementi naturali, gli aspetti profondi di noi e con l’universo del sacro. L’artista stessa ha scritto a proposito del lavoro sul suo paese, ma che si può estendere a tutta la sua ricerca: ”Ho cercato di fotografare l’anima misteriosa, autentica e magica della Spagna popolare esprimendo la passione, l’amore, l’umorismo, la tenerezza, la rabbia, il dolore in tutta la loro verità …con tutto il mio cuore”.
Giuliana Mariniello
22
giugno 2008
Cristina García Rodero
Dal 22 giugno al 06 luglio 2008
fotografia
Location
BORGO MEDIEVALE
Calabritto, -, (Avellino)
Calabritto, -, (Avellino)
Orario di apertura
tutti i giorni, h. 10-13; 16-20
Vernissage
22 Giugno 2008, ore 17,30-20
Autore
Curatore