Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Cristina Lefter – Dripping Nature
Mostra personale di Cristina Lefter alla Obraz Gallery. L’artista moldava da tempo residente in Italia proporrà la sua indagine sulla natura resa con la tecnica dello smalto a “dripping” .
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Senza i colori saremmo morti. Almeno tutti noi che viviamo in città. E ovviamente, a piedi, passiamo per gli incroci regolati dai semafori. Saremmo certamente più tristi. O forse l’abitudine alla monocromia -alla modulabile gamma dei grigi tra il bianco e nero- riuscirebbe a costituirsi come una modalità adattabile persino alla gioia? La domanda oltre che complessa è infinita. Secoli di studi, migliaia di saggi e ricerche hanno sviscerato la questione su molteplici livelli di senso. Dalla fisiologia alla quantistica. Dalla psicologia alla teologia. Cosa diavolo è il colore? Il quesito è inevitabile di fronte ai quadri della Lefter. Che sembrano prenderci per il bavero della giacca e spintonarci sino a buttare di forza il nostro viso in mezzo a dense pennellate di bianchi zinco o titanio, gialli limone, blu indaco e rossi porpora o magenta. Un impatto violento. Quasi scioccante. Una pittura con un che di allucinogeno. Se fossimo negli anni Sessanta o Settanta sarebbe perfetta per le cover dei dischi in vinile di gruppi musicali collaterali all’acido lisergico. Ma siamo nel 2011. E per il muto dizionario il colore “è la percezione visiva generata dai segnali nervosi che i fotorecettori della retina mandano al cervello quando assorbono radiazioni elettromagnetiche di determinate lunghezze d'onda e intensità”. Difficile? Basta rileggerlo piano. Non solo la Lefter ha dei segnali nervosi e delle cellule foto recettive molto spesse, direi quasi violente. Ma con le sue mani, grazie ai pennelli, spara dentro il nostro cervello degli interi caricatori di radiazioni elettromagnetiche. Bum Bum! Ra-ta-ta-ta-ta-ta-ta!! Wow! Se guardate da vicino i suoi dipinti colpisce non solo l’accostamento cromatico di volta in volta scelto, ma persino lo spessore dell’impasto e le pennellate sempre nervose, decise, caustiche. Cristina ha un’anima dolce e gentile con un fondo di violenza e incazzatura direi. Di forza. Tantissima forza. Qualche volta sembra la versione femminile di alcuni lavori tardi di Schifano. Quelli con i fondi altalenanti tra i blu e i verdi e sopra decine e decine di pennellate circolari: di cerchietti fatti col blu, il giallo, il rosa, il rosso. Una sorta di spirale cromatica autoreferenziale. Un vorticoso girotondo tra i colori sino a quando cadi per terra con la testa in pallone che gira, gira e continua a girare. Anche nei lavori dove potete intravedere un paesaggio o una casa sono certo che Cristina sia arrivata dopo. Dipingendo furiosamente. Dopo cavalcate imperiose sotto il freddo e la neve sul pennello imbizzarrito e ubriaco di trementina, con le spatole gocciolanti, magari si è accorta del profilo di un albero che occhieggiava sulla tela. E ha deciso di seguirlo. Questo significa dipingere. E’ vero, uno dei miei maestri ricordava spesso che il vero problema non è dove stendere il colore, ma dove imparare a trattenersi dallo stenderlo. Lo studio delle composizioni cromatiche, nel mio caso, impone silenzio, concentrazione, lunghissime attese prima di riempire magari un centimetro quadrato. Ripassi e ridipinture alla ricerca di veli e sovrapposizioni. Ma dire alla Lefter tutto ciò non solo è impossibile. Sarebbe come ululare alla luna cercando di spostarla. E’ la densità delle sue vibrazioni che sposta. Davanti ad alcuni suoi lavori ho la sensazione d’essere preso a spintoni. D’essere schiaffeggiato. Sono le colate pollockiane tra i racemi dei rami che accarezzano lo sguardo tra le esplosioni cromatiche e violente. Personalmente ho una preferenza per i suoi lunghi indugi tra i rosa e i turchesi. Quando il pennello accarezza circolarmente il fondo della tela. Ma anche in questi casi la forza e l’irruenza sono ben presenti proprio negli spessori del colore. La pittura della Lefter assomiglia a una droga sintetica. Solo che invece di distruggere le cellule cerebrali le illumina di colpo con una luce improvvisa e violenta. Viva la pittura! Forever.
Milano, 28 gennaio 2011
Paolo Manazza
Milano, 28 gennaio 2011
Paolo Manazza
17
febbraio 2011
Cristina Lefter – Dripping Nature
Dal 17 febbraio al 18 marzo 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA OBRAZ
Milano, Via Lazzaro Palazzi, 8, (Milano)
Milano, Via Lazzaro Palazzi, 8, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15-19
Vernissage
17 Febbraio 2011, ore 18,30
Autore
Curatore