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Cristina Pavesi – Percorsi temporali
I lavori in mostra sono mandala che si sviluppano da un centro e il cui diametro accresce nel tempo…. col mio fare costruisco il mio essere e non lo disperdo, ma lo concentro all’interno di una spirale che rrappresenta il tempo, il mio tempo.
Comunicato stampa
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C.Pavesi Insieme a un video presenta un lavoro inedito che è il condensato di tutti i percorsi e gli attraversamenti del suo vivere nel fare arte.
I lavori in mostra sono mandala che si sviluppano da un centro e il cui diametro accresce nel tempo.
Cristina Pavesi, ci racconta “Piego ogni pagina senza ansia di controllo, come per convincermi, piega dopo piega, che col mio fare costruisco il mio essere e non lo disperdo, ma lo concentro all’interno di una spirale che rappresenta il tempo, il mio tempo. Spendendolo in una “futile” attività creo la rappresentazione concreta del mio tempo trascorso.
Sono sempre stata ossessionata dal tempo che scorre, per questo la tecnica del video mi ha subito affascinata in quanto qui l’elemento dello scorrimento temporale è evidente e può essere anzi accentuato maggiormente.
Allo stesso tempo pensavo alla possibilità di opere capaci di racchiudere il senso del tempo che scorre, che andassero oltre l’artificio del video.
Pensavo all’immagine che mi ero fatta di quel bambino autistico descritto da Bettelheim nel suo libro “La fortezza vuota”: disegnava e strappava in modo circolare e continuo, dai bordi al centro, la carta del suo foglio, in un’unica striscia. Poteva questa astrusa attività dare un senso al suo operare, alla sua vita?
Pensavo al concetto della trasformazione di Jung, trasformazione della propria personalità, intesa come ampliamento ed espansione della stessa, dovuta all’accettazione del cambiamento e delle esperienze che hanno arricchito il passato.
Così ho voluto concentrarmi sulle carte raccolte nella mia vita: disegni, dipinti, appunti, riviste, giornali d’arte, così sempre avidamente letti.
Ho ridotto queste carte in linee di poco spessore, ogni foglio strappato, ripiegato, attaccando poi una striscia all’altra resa quindi come unica striscia temporale arrotolandola su se stessa a spirale. Operazione infinita: tagliare, strappare, unire, incollare, arrotolare ossessivamente, come per trovare, nel tempo, un senso attraverso il mio operato ossessivo.
e nel continuare si racconta.
I mandala che partono da un centro e si sviluppano verso l’esterno ne sono il risultato visivo. Condensati di tempo trascorso, di immagini e parole che mi appartengono ormai. Così i mandala diventano una necessità di sopravvivenza, una risposta al cercare un ordine alle cose, ai pensieri; l’operare in questo modo diventa un atto meditativo che trova forma.
Il tempo trascorso ha costruito la mia vita, mi ha regalato una mia identità, l’intervallo di tempo trascorso è stato importante così come lo è, ora, riorganizzare l’esperienza del passato in un altra, dandole una nuova vita dentro ad una forma reale piegando, incollando, arrotolando...
“Mandala è una parola sanscrita che significa “cerchio” o “circolo”. Il cerchio è un simbolo universale rappresentante il Sole o la Luna e la Ruota, intesa come simbolo del Tempo ciclico. Il cerchio fu ritenuto un potente campo di energia psicofisica, una sorta di area sacra.
I lavori in mostra sono mandala che si sviluppano da un centro e il cui diametro accresce nel tempo.
Cristina Pavesi, ci racconta “Piego ogni pagina senza ansia di controllo, come per convincermi, piega dopo piega, che col mio fare costruisco il mio essere e non lo disperdo, ma lo concentro all’interno di una spirale che rappresenta il tempo, il mio tempo. Spendendolo in una “futile” attività creo la rappresentazione concreta del mio tempo trascorso.
Sono sempre stata ossessionata dal tempo che scorre, per questo la tecnica del video mi ha subito affascinata in quanto qui l’elemento dello scorrimento temporale è evidente e può essere anzi accentuato maggiormente.
Allo stesso tempo pensavo alla possibilità di opere capaci di racchiudere il senso del tempo che scorre, che andassero oltre l’artificio del video.
Pensavo all’immagine che mi ero fatta di quel bambino autistico descritto da Bettelheim nel suo libro “La fortezza vuota”: disegnava e strappava in modo circolare e continuo, dai bordi al centro, la carta del suo foglio, in un’unica striscia. Poteva questa astrusa attività dare un senso al suo operare, alla sua vita?
Pensavo al concetto della trasformazione di Jung, trasformazione della propria personalità, intesa come ampliamento ed espansione della stessa, dovuta all’accettazione del cambiamento e delle esperienze che hanno arricchito il passato.
Così ho voluto concentrarmi sulle carte raccolte nella mia vita: disegni, dipinti, appunti, riviste, giornali d’arte, così sempre avidamente letti.
Ho ridotto queste carte in linee di poco spessore, ogni foglio strappato, ripiegato, attaccando poi una striscia all’altra resa quindi come unica striscia temporale arrotolandola su se stessa a spirale. Operazione infinita: tagliare, strappare, unire, incollare, arrotolare ossessivamente, come per trovare, nel tempo, un senso attraverso il mio operato ossessivo.
e nel continuare si racconta.
I mandala che partono da un centro e si sviluppano verso l’esterno ne sono il risultato visivo. Condensati di tempo trascorso, di immagini e parole che mi appartengono ormai. Così i mandala diventano una necessità di sopravvivenza, una risposta al cercare un ordine alle cose, ai pensieri; l’operare in questo modo diventa un atto meditativo che trova forma.
Il tempo trascorso ha costruito la mia vita, mi ha regalato una mia identità, l’intervallo di tempo trascorso è stato importante così come lo è, ora, riorganizzare l’esperienza del passato in un altra, dandole una nuova vita dentro ad una forma reale piegando, incollando, arrotolando...
“Mandala è una parola sanscrita che significa “cerchio” o “circolo”. Il cerchio è un simbolo universale rappresentante il Sole o la Luna e la Ruota, intesa come simbolo del Tempo ciclico. Il cerchio fu ritenuto un potente campo di energia psicofisica, una sorta di area sacra.
23
giugno 2010
Cristina Pavesi – Percorsi temporali
Dal 23 giugno al 20 luglio 2010
arte contemporanea
Location
MARIA CILENA ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Milano, Via Carlo Farini, 6, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì - ore 15,30-19,30
Vernissage
23 Giugno 2010, dalle ore 18,30 alle 21
Autore
Curatore