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Cristina Sormani – e d’oro e d’argento splendevano i doni
Cristina Sormani espone a Genova dal 13 Novembre al 10 Dicembre negli spazi di mentelocale a Palazzo Ducale, al dehors e “di sopra”.
La mostra di fotografie sarà corredata da alcune opere di Guido Pini che sono il completamento “topico” del discorso portato avanti da Cristina Sormani.
Comunicato stampa
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Matrice comune di queste opere è l'atmosfera di Genova, città diversamente vissuta dai due artisti che realizzano - assecondando il loro gusto e la loro tecnica - opere ispirate alla vita di questa città.
L'argento - cui fa riferimento il titolo della mostra – è “il bianco e nero” delle fotografie della Sormani ispirate alla vita nella città vecchia, l'oro è quello con cui Pini riveste semi e pinoli della liguria per creare piccole sculture che possiedono e restituiscono con naturalezza la totale, ossimorica, fusione dei materiali con cui sono realizzati; i doni sono le persone, i luoghi, i “prodotti” di Genova e della Liguria, che in questa mostra, alle soglie del 2004, diventano soggetto ed ispirazione dei lavori di questi due artisti.
La Genova di De Andrè, quella città dei vicoli che costituisce l'anima di Genova, nonostante tutto ancora poco conosciuta anche dai Genovesi, unica nel suo genere, ispirano l'arstista ad accettare la sfida lanciata dalla musica.
Una città nella città, con le sue strade, i suoi percorsi, i suoi abitanti. Strade percorse da vite, da persone, da abitudini che la Sormani coglie e racconta con taglio cinematografico facendo di ogni scatto un mini – racconto, un fotogramma animato dai suoi protagonisti.
Il bianco e nero delle fotografie sembra pronto a trasformarsi in colore, le immagini bloccate nell'attimo in cui sono state rapite al reale sono sul punto di prendere vita per raccontare all'occhio dello spettatore la propria storia.
Con la leggerezza della camera-stilò Cristina Sormani scrive con la propria macchina fotografica un racconto a capitoli.
I protagonisti di questo cinema di immagini immobili sono colti con realismo e verità, senza accondiscendenza, senza commenti ma nella calma ammirata di un'artista che guarda oltre se stessa per cogliere l'altro rifiutando la messinscena come ricostruzione artificiale della realtà. E sembra non avere paura di “chiamare le cose con il loro nome” e riscoprire nell'essenzialità di rapidi scatti l'anima bella di una Genova volutamente nascosta, mimetizzata, in cui il tempo sembra essersi fermato scandito da giorni lenti e chiassosi e nello stesso tempo silenziosi e vissuti.
Genova si leva la maschera per mostrarsi a viso aperto e si offre attraverso queste immagini in bianco e nero in tutta la sua musicale vivacità in una sinestetica comunione dei sensi che attraverso l'occhio ci lascia conoscere la vita, gli odori, i suoni e i sapori di una città che è stata così meravigliosamente descritta dalle ballate di Fabrizio de Andrè e che ora vive negli scatti di Cristina Sormani.
Chiara Mocchi
L'argento - cui fa riferimento il titolo della mostra – è “il bianco e nero” delle fotografie della Sormani ispirate alla vita nella città vecchia, l'oro è quello con cui Pini riveste semi e pinoli della liguria per creare piccole sculture che possiedono e restituiscono con naturalezza la totale, ossimorica, fusione dei materiali con cui sono realizzati; i doni sono le persone, i luoghi, i “prodotti” di Genova e della Liguria, che in questa mostra, alle soglie del 2004, diventano soggetto ed ispirazione dei lavori di questi due artisti.
La Genova di De Andrè, quella città dei vicoli che costituisce l'anima di Genova, nonostante tutto ancora poco conosciuta anche dai Genovesi, unica nel suo genere, ispirano l'arstista ad accettare la sfida lanciata dalla musica.
Una città nella città, con le sue strade, i suoi percorsi, i suoi abitanti. Strade percorse da vite, da persone, da abitudini che la Sormani coglie e racconta con taglio cinematografico facendo di ogni scatto un mini – racconto, un fotogramma animato dai suoi protagonisti.
Il bianco e nero delle fotografie sembra pronto a trasformarsi in colore, le immagini bloccate nell'attimo in cui sono state rapite al reale sono sul punto di prendere vita per raccontare all'occhio dello spettatore la propria storia.
Con la leggerezza della camera-stilò Cristina Sormani scrive con la propria macchina fotografica un racconto a capitoli.
I protagonisti di questo cinema di immagini immobili sono colti con realismo e verità, senza accondiscendenza, senza commenti ma nella calma ammirata di un'artista che guarda oltre se stessa per cogliere l'altro rifiutando la messinscena come ricostruzione artificiale della realtà. E sembra non avere paura di “chiamare le cose con il loro nome” e riscoprire nell'essenzialità di rapidi scatti l'anima bella di una Genova volutamente nascosta, mimetizzata, in cui il tempo sembra essersi fermato scandito da giorni lenti e chiassosi e nello stesso tempo silenziosi e vissuti.
Genova si leva la maschera per mostrarsi a viso aperto e si offre attraverso queste immagini in bianco e nero in tutta la sua musicale vivacità in una sinestetica comunione dei sensi che attraverso l'occhio ci lascia conoscere la vita, gli odori, i suoni e i sapori di una città che è stata così meravigliosamente descritta dalle ballate di Fabrizio de Andrè e che ora vive negli scatti di Cristina Sormani.
Chiara Mocchi
13
novembre 2003
Cristina Sormani – e d’oro e d’argento splendevano i doni
Dal 13 novembre al 10 dicembre 2003
fotografia
Location
MENTELOCALE
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 5, (Genova)
Genova, Piazza Giacomo Matteotti, 5, (Genova)
Vernissage
13 Novembre 2003, ore 19.30 “di sopra” e a mentelocale