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Cristine Boré – Il quieto silenzio della gioia
La sua appartenenza al realismo magico, (corrente scoperta da RHO nel 1925) si riflette in opere come “cantico dei cantici”, “l’amore”, “vedrai” e “carovana della vita”, ove sfondi paesaggistici, animali, oggetti, non sono in correlazione tra loro ma divengono visioni ieratiche e apocalittiche.
Comunicato stampa
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Davanti a Christine Boré
I sogni cromatici di Vincent Wan Gogh accompagnano l'infanzia di Christine Boré che inizia ben presto a disegnare a casa del Prof. Bremmer noto collezionista amico di famiglia. La pittrice olandese, frequentata l'accademia di belli arti di Groninga, sceglierà la scultura, scoprendo la tridimensionalità, valido supporto per il suo iter pittorico.
Dopo un incidente stradale Christine ritorna alla pittura acquarello e i suoi frequenti soggiorni ad Alghero (1987 – 1993) accanto alla natura selvaggia e splendente si esprimono nei sottofondi colorati con i pastelli ad olio. Il ritorno in Olanda segna per l'artista il passaggio alla pittura ad olio con una ricerca più consapevole nelle sue rappresentazioni metafisiche legate al linguaggio Freudiano.
La sua appartenenza al realismo magico, (corrente scoperta da RHO nel 1925) si riflette in opere come "cantico dei cantici", "l’amore", "vedrai" e "carovana della vita", ove sfondi paesaggistici, animali, oggetti, non sono in correlazione tra loro ma divengono visioni ieratiche e apocalittiche. Sacralità e mistero della vita pervadono la mente dell'eclettica artista, vicina ai racconti surrealistici di Hubert Lamp letterato del non sens. Christine Boré esprime nelle sue opere la fragilità della natura sospesa, tra essere e non essere, tra il sacro e il profano tra la solennità del tempo e l’attimo fuggente.
Nel divenire incessante della sua creazione artistica, l'uccello rapace diviene un alato messaggero, la donna allo specchio un'artista incompresa, il cavallo con la criniera al vento accanto alle stelle marine un sogno dell’infanzia. Gli stati d'animo proiettati nei suoi quadri ci fanno sognare ed anche riflettere sul destino umano.
È importante osservare come l'artista ha voluto rappresentare simbolicamente nei suoi quadri l'indifferenza esistenziale e la solitudine dell'uomo.
La pittura di Christine Boré è al tempo stesso fisica e metafisica reale e simbolica, quasi un manifesto del "male di vivere" del grande poeta Eugenio Montale.
Anna Rita Regis
Un equilibrio precario tra realtà e immaginario, nel quale la metafisica e il simbolismo si uniscono a creare il realismo delle sue tele. L'opera di Christine Borè è decisamente scultorea, la costruzione prospettica non viene mai meno e l'unione dei diversi elementi conferiscono una particolare magia alla narrazione delle vicende.
Dott.ssa Costanza Rinaldi
I sogni cromatici di Vincent Wan Gogh accompagnano l'infanzia di Christine Boré che inizia ben presto a disegnare a casa del Prof. Bremmer noto collezionista amico di famiglia. La pittrice olandese, frequentata l'accademia di belli arti di Groninga, sceglierà la scultura, scoprendo la tridimensionalità, valido supporto per il suo iter pittorico.
Dopo un incidente stradale Christine ritorna alla pittura acquarello e i suoi frequenti soggiorni ad Alghero (1987 – 1993) accanto alla natura selvaggia e splendente si esprimono nei sottofondi colorati con i pastelli ad olio. Il ritorno in Olanda segna per l'artista il passaggio alla pittura ad olio con una ricerca più consapevole nelle sue rappresentazioni metafisiche legate al linguaggio Freudiano.
La sua appartenenza al realismo magico, (corrente scoperta da RHO nel 1925) si riflette in opere come "cantico dei cantici", "l’amore", "vedrai" e "carovana della vita", ove sfondi paesaggistici, animali, oggetti, non sono in correlazione tra loro ma divengono visioni ieratiche e apocalittiche. Sacralità e mistero della vita pervadono la mente dell'eclettica artista, vicina ai racconti surrealistici di Hubert Lamp letterato del non sens. Christine Boré esprime nelle sue opere la fragilità della natura sospesa, tra essere e non essere, tra il sacro e il profano tra la solennità del tempo e l’attimo fuggente.
Nel divenire incessante della sua creazione artistica, l'uccello rapace diviene un alato messaggero, la donna allo specchio un'artista incompresa, il cavallo con la criniera al vento accanto alle stelle marine un sogno dell’infanzia. Gli stati d'animo proiettati nei suoi quadri ci fanno sognare ed anche riflettere sul destino umano.
È importante osservare come l'artista ha voluto rappresentare simbolicamente nei suoi quadri l'indifferenza esistenziale e la solitudine dell'uomo.
La pittura di Christine Boré è al tempo stesso fisica e metafisica reale e simbolica, quasi un manifesto del "male di vivere" del grande poeta Eugenio Montale.
Anna Rita Regis
Un equilibrio precario tra realtà e immaginario, nel quale la metafisica e il simbolismo si uniscono a creare il realismo delle sue tele. L'opera di Christine Borè è decisamente scultorea, la costruzione prospettica non viene mai meno e l'unione dei diversi elementi conferiscono una particolare magia alla narrazione delle vicende.
Dott.ssa Costanza Rinaldi
09
agosto 2008
Cristine Boré – Il quieto silenzio della gioia
Dal 09 al 23 agosto 2008
arte contemporanea
Location
LA BONBONNIERE
San Remo, Corso Degli Inglesi, 3 , (Imperia)
San Remo, Corso Degli Inglesi, 3 , (Imperia)
Vernissage
9 Agosto 2008, ore 19,00 Presentazione: Giulietta Calzini
Intervento critico: Anna Rita Regis
Incontro con l'Artista
Cocktail-Vernissage
Ufficio stampa
MDA EVENTI
Autore
Curatore