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Cristoforo Colombo: 500 anni fa… in Mediterraneo
Il Galata Museo del Mare è, assieme all’Archivio di Stato di Genova, il maggior contenitore culturale italiano che dedica a Cristoforo Colombo parte delle sue collezioni e una sala permanente dove sono ospitate testimonianze e scritti autografi del personaggio storico
Comunicato stampa
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In occasione del V centenario dalla morte di Cristoforo Colombo e delle Celebrazioni dedicate all’illustre personaggio, il Galata Museo del Mare propone fino al 15 ottobre p.v. la mostra “CRISTOFORO COLOMBO: 500 ANNI FA…NEL MEDITERRANEO. Viaggi per mare e commercio ai tempi della Scoperta” che è ospitata nella grande Sala delle Esposizioni .
Promossa dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Liguria e dal Comune di Genova – MuMa Istituzione Musei del Mare e della Navigazione, in collaborazione con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni di Cristoforo Colombo, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria e l’Assessorato alla Cultura della Regione Liguria, la mostra costituisce il più importante evento espositivo di queste Celebrazioni.
Il Galata Museo del Mare è, assieme all’Archivio di Stato di Genova, il maggior contenitore culturale italiano che dedica a Cristoforo Colombo parte delle sue collezioni e una sala permanente dove sono ospitate testimonianze e scritti autografi del personaggio storico.
Nell’anno del V Centenario dalla sua morte, risulta quindi di notevole importanza e significato storico dedicare una mostra al grande navigatore.
I due curatori, Gian Piero Martino (Direttore Archeologo Coordinatore della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Liguria) e Pierangelo Campodonico (Direttore del MuMA e Curatore del Galata Museo del Mare), hanno voluto approfondire il tema del rapporto tra Colombo e la cultura marittima del Mediterraneo nel suo tempo, per suggerire un’idea dell’humus in cui il famoso esploratore si formò e nel quale maturarono le intuizioni che lo portarono alla Scoperta.
La navigazione costituisce il tema portante della mostra, strettamente collegato all’attività di commercio e di scambio che, a partire dalle coste della Liguria, vide i genovesi protagonisti della rivoluzione commerciale del XV secolo, con l’adozione di nuove tipologie di imbarcazioni, nuove forme di commercio, nuove rotte che portarono alla penetrazione di nuovi mercati.
Attraverso opere iconografiche di importante valore storico, carte nautiche, oggetti materiali, documenti, reperti archeologici - particolarmente apprezzabili sono i rari documenti antichi come la Carta portolanica del Maggiolo del 1561, le ceramiche savonesi, le monete - il pubblico viene portato a navigare virtualmente nel Mare Nostrum del Quattrocento, muovendosi in un allestimento evocativo che, con la collocazione di cannoni, mortai, modelli di caravelle, la singolare presenza di vere spezie del tempo, fa rivivere l’atmosfera dell’epoca.
Di notevole interesse e spettacolarità è la ricostruzione del “sito archeologico” in cui alla fine degli anni ’80 venne ritrovato il relitto del Leudo del Mercante di Varazze, con il rifacimento dello scafo dell’imbarcazione naufragata e la disposizione del carico così come fu rinvenuto nella sabbia del fondale.
Sui leudi, imbarcazioni con vele triangolari e a remi, lunghe circa otto metri e larghe tre, si è basata per secoli l’attività commerciale dei piccoli porti rivieraschi. Questi natanti rappresentano il simbolo della profonda e diffusa vocazione marinara dell’intera regione.
Il relitto, del quale viene esposta la ricostruzione, è la prova archeologica dell’esistenza di una potente flotta di imbarcazioni minori che dal Quattrocento in avanti costituirà il mezzo privilegiato del commercio marittimo.
I visitatori possono osservare il Leudo del Mercante, con lo scafo e l’albero completamente issato, la disposizione del carico sia a bordo che sul fondale, vivendo un’esperienza diretta dell’organizzazione materiale e dell’economia di sussistenza delle riviere liguri.
Ai lati di tale scena vengono proiettati, su monitor di grandi dimensioni, le immagini del lavoro subacqueo di recupero mentre, in un’altra sezione, si mostra un laboratorio di restauro archeologico e le tecnologie che vengono adottate nell’indagine storica.
Ricordiamo che il Galata Museo del Mare ha dedicato a Cristoforo Colombo una sala del suo percorso di visita. Vi si può ammirare il celebre ritratto, dipinto da Ridolfo del Ghirlandaio, uno dei più antichi e certamente il più noto fra i dipinti che raffigurano il celebre navigatore. Di grande importanza sono anche tre documenti autografi che il navigatore indirizzò alla sua città e il celebre Libro dei Privilegi, raccolta manoscritta con tutti i riconoscimenti e i titoli conferiti a Cristoforo Colombo negli anni a servizio dei re spagnoli.
Al centro di questa sala si possono osservare le ricostruzioni ottocentesche della Nina, della Pinta, e della Santa Maria, e riconoscere le differenze tra le prime due caravelle e la Santa Maria, un “nao” con diverse caratteristiche nautiche.
Promossa dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Liguria e dal Comune di Genova – MuMa Istituzione Musei del Mare e della Navigazione, in collaborazione con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni di Cristoforo Colombo, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria e l’Assessorato alla Cultura della Regione Liguria, la mostra costituisce il più importante evento espositivo di queste Celebrazioni.
Il Galata Museo del Mare è, assieme all’Archivio di Stato di Genova, il maggior contenitore culturale italiano che dedica a Cristoforo Colombo parte delle sue collezioni e una sala permanente dove sono ospitate testimonianze e scritti autografi del personaggio storico.
Nell’anno del V Centenario dalla sua morte, risulta quindi di notevole importanza e significato storico dedicare una mostra al grande navigatore.
I due curatori, Gian Piero Martino (Direttore Archeologo Coordinatore della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Liguria) e Pierangelo Campodonico (Direttore del MuMA e Curatore del Galata Museo del Mare), hanno voluto approfondire il tema del rapporto tra Colombo e la cultura marittima del Mediterraneo nel suo tempo, per suggerire un’idea dell’humus in cui il famoso esploratore si formò e nel quale maturarono le intuizioni che lo portarono alla Scoperta.
La navigazione costituisce il tema portante della mostra, strettamente collegato all’attività di commercio e di scambio che, a partire dalle coste della Liguria, vide i genovesi protagonisti della rivoluzione commerciale del XV secolo, con l’adozione di nuove tipologie di imbarcazioni, nuove forme di commercio, nuove rotte che portarono alla penetrazione di nuovi mercati.
Attraverso opere iconografiche di importante valore storico, carte nautiche, oggetti materiali, documenti, reperti archeologici - particolarmente apprezzabili sono i rari documenti antichi come la Carta portolanica del Maggiolo del 1561, le ceramiche savonesi, le monete - il pubblico viene portato a navigare virtualmente nel Mare Nostrum del Quattrocento, muovendosi in un allestimento evocativo che, con la collocazione di cannoni, mortai, modelli di caravelle, la singolare presenza di vere spezie del tempo, fa rivivere l’atmosfera dell’epoca.
Di notevole interesse e spettacolarità è la ricostruzione del “sito archeologico” in cui alla fine degli anni ’80 venne ritrovato il relitto del Leudo del Mercante di Varazze, con il rifacimento dello scafo dell’imbarcazione naufragata e la disposizione del carico così come fu rinvenuto nella sabbia del fondale.
Sui leudi, imbarcazioni con vele triangolari e a remi, lunghe circa otto metri e larghe tre, si è basata per secoli l’attività commerciale dei piccoli porti rivieraschi. Questi natanti rappresentano il simbolo della profonda e diffusa vocazione marinara dell’intera regione.
Il relitto, del quale viene esposta la ricostruzione, è la prova archeologica dell’esistenza di una potente flotta di imbarcazioni minori che dal Quattrocento in avanti costituirà il mezzo privilegiato del commercio marittimo.
I visitatori possono osservare il Leudo del Mercante, con lo scafo e l’albero completamente issato, la disposizione del carico sia a bordo che sul fondale, vivendo un’esperienza diretta dell’organizzazione materiale e dell’economia di sussistenza delle riviere liguri.
Ai lati di tale scena vengono proiettati, su monitor di grandi dimensioni, le immagini del lavoro subacqueo di recupero mentre, in un’altra sezione, si mostra un laboratorio di restauro archeologico e le tecnologie che vengono adottate nell’indagine storica.
Ricordiamo che il Galata Museo del Mare ha dedicato a Cristoforo Colombo una sala del suo percorso di visita. Vi si può ammirare il celebre ritratto, dipinto da Ridolfo del Ghirlandaio, uno dei più antichi e certamente il più noto fra i dipinti che raffigurano il celebre navigatore. Di grande importanza sono anche tre documenti autografi che il navigatore indirizzò alla sua città e il celebre Libro dei Privilegi, raccolta manoscritta con tutti i riconoscimenti e i titoli conferiti a Cristoforo Colombo negli anni a servizio dei re spagnoli.
Al centro di questa sala si possono osservare le ricostruzioni ottocentesche della Nina, della Pinta, e della Santa Maria, e riconoscere le differenze tra le prime due caravelle e la Santa Maria, un “nao” con diverse caratteristiche nautiche.
20
maggio 2006
Cristoforo Colombo: 500 anni fa… in Mediterraneo
Dal 20 maggio al 15 ottobre 2006
Location
GALATA MUSEO DEL MARE
Genova, Calata De Mari, 1, (Genova)
Genova, Calata De Mari, 1, (Genova)
Biglietti
compreso nel biglietto di visita al Museo: individuali adulti euro 10.00, ridotti euro 8.00, ragazzi (fino ai 12 anni) e scuole: euro 5,00
Orario di apertura
tutti i giorni, escluso il lunedì, ore 10:00 -19:00 (ultimo ingresso ore 18.00).
Solo per il mese di agosto: aperto anche il lunedì, ore 10:00 -19:00 (ultimo ingresso ore 18.00)
Vernissage
20 Maggio 2006, ore 18
Curatore