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Crossover
sculture e disegni
Comunicato stampa
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“(...) La ‘scoperta’, l’ansia della scoperta del prodotto lapideo seguito dall’assimilazione tecnica e dalla lavorazione, attanaglia Tanaka nella medesima maniera in cui – alla fine del Cinquanta – aveva attratto Isamu Noguchi, e poi Moore e altri... sino a Kan Yasuda, al giovane Kei Sazen... artisti che abbiamo conosciuto e frequentato, o che frequentiamo. Molti creativi e appassionati sono giunti a noi dall’Oriente e da ogni parte del globo, e dunque anche per lui è stata un’altra conoscenza – dopo una parentesi ‘francese’ e successivamente ‘fiorentina’, inserirsi nel pieno di un lavoro – quello prettamente scultoreo – nei luoghi forse più autentica di Pietrasanta... Lo fa in silenzio, caparbiamente, senza atteggiarsi a ‘divo’, come altri. Suda e s’impegna ed entra in quella cerchia di artisti e di artigiani, di operai che in democratica armonia è oggi presenza attiva a ‘Porta a Lucca’, dove è stata collocata da qualche anno la scultura marmorea del ‘Pugilatore’ di Francesco Messina. Anche lui abbiamo conosciuto. Il tempo passa, inesorabile.
Tanaka, proprio alcuni giorni fa, ci ha detto: “... sono lì, tra gente autentica, sono uno di loro. Lì ho tanti amici, a fine giornata ho la polvere addosso...”.
A proposito di “Crossover”, c’è da dire che rappresenta un momento cruciale per la sua carriera d’artista, giacché la mostra è stata preparata con oculatezza, coniugando alcuni disegni preparatori all’opera finita, completa.
Nel tutto è lo spazio a farla da padrone, con la luce unita a quella dimensione concretata che svela e rivela un punto di contatto tra materia, raggi solari e anima artistica.
E’ stato Giovanni Paolo II – l’abbiamo ricordato proprio qualche settimana fa in occasione della gran collettiva camaiore titolata “Segni del dolore. La dimensione sacra della sofferenza” – a scrivere testualmente per “Lettera agli artisti”: “L’artista (...) quando plasma un capolavoro, non soltanto chiama in vita la sua opera, ma per mezzo di essa, in un certo modo, svela anche la propria personalità. Nell’arte egli trova una dimensione nuova e uno straordinario canale d’espressione per la sua crescita spirituale. Attraverso le opere realizzate l’artista parla e comunica con gli altri” (1).
Parole intense, calcanti, da non dimenticare.
Ogni scultura si allinea all’altra, nell’esigenza di un percorso coerente in cui, se da un lato domina una fase ascensionale, propria della ricerca di una ‘verticalità lucente’, dall’altro predomina una sorta di liberazione dalla staticità, stante la torsione d’un modellato marmoreo sul quale i segni-segnali tracciati sempre con perizia, ci portano a positive conclusioni pure per ciò che attiene la sfera del sensibile.
La stessa scelta delle coloriture marmoree, come alcuni tratteggi pittorici appena accennati su questi ‘ponti del tempo’, ‘fughe nella luce’ o ‘memorie’, appartenenti alla constatazione di un carattere aperto, socievole, tenace.
Ne sono tangibile prova alcuni abbinamenti che rammentano figure dialoganti, oppure unioni di forze, ma nel tutto quel che più sorprende è un qualcosa di indefinibile, cioè un tracciato che pare perdersi nel tempo. Non c’è inquietudine, ma riflessione, silenzio panico, attesa.
L’infaticabile cammino d’arte di Junya Tanaka continua, e c’è scoperta, passo dopo passo”.
Lodovico Gierut
Critico d’arte
Tanaka, proprio alcuni giorni fa, ci ha detto: “... sono lì, tra gente autentica, sono uno di loro. Lì ho tanti amici, a fine giornata ho la polvere addosso...”.
A proposito di “Crossover”, c’è da dire che rappresenta un momento cruciale per la sua carriera d’artista, giacché la mostra è stata preparata con oculatezza, coniugando alcuni disegni preparatori all’opera finita, completa.
Nel tutto è lo spazio a farla da padrone, con la luce unita a quella dimensione concretata che svela e rivela un punto di contatto tra materia, raggi solari e anima artistica.
E’ stato Giovanni Paolo II – l’abbiamo ricordato proprio qualche settimana fa in occasione della gran collettiva camaiore titolata “Segni del dolore. La dimensione sacra della sofferenza” – a scrivere testualmente per “Lettera agli artisti”: “L’artista (...) quando plasma un capolavoro, non soltanto chiama in vita la sua opera, ma per mezzo di essa, in un certo modo, svela anche la propria personalità. Nell’arte egli trova una dimensione nuova e uno straordinario canale d’espressione per la sua crescita spirituale. Attraverso le opere realizzate l’artista parla e comunica con gli altri” (1).
Parole intense, calcanti, da non dimenticare.
Ogni scultura si allinea all’altra, nell’esigenza di un percorso coerente in cui, se da un lato domina una fase ascensionale, propria della ricerca di una ‘verticalità lucente’, dall’altro predomina una sorta di liberazione dalla staticità, stante la torsione d’un modellato marmoreo sul quale i segni-segnali tracciati sempre con perizia, ci portano a positive conclusioni pure per ciò che attiene la sfera del sensibile.
La stessa scelta delle coloriture marmoree, come alcuni tratteggi pittorici appena accennati su questi ‘ponti del tempo’, ‘fughe nella luce’ o ‘memorie’, appartenenti alla constatazione di un carattere aperto, socievole, tenace.
Ne sono tangibile prova alcuni abbinamenti che rammentano figure dialoganti, oppure unioni di forze, ma nel tutto quel che più sorprende è un qualcosa di indefinibile, cioè un tracciato che pare perdersi nel tempo. Non c’è inquietudine, ma riflessione, silenzio panico, attesa.
L’infaticabile cammino d’arte di Junya Tanaka continua, e c’è scoperta, passo dopo passo”.
Lodovico Gierut
Critico d’arte
01
maggio 2007
Crossover
Dal primo al 14 maggio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA EUROPA
Camaiore, Lungomare Europa , 41, (Lucca)
Camaiore, Lungomare Europa , 41, (Lucca)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 16-19. Sabato e domenica 10-13, 16-19
Vernissage
1 Maggio 2007, ore 18
Autore
Curatore