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CROSSWISE! FOTOGRAFIA: Federico Annicchiarico – Intime Offtime @Art Core Gallery
Intime Offtime: immagini conoscitive, fotografie come documenti personali dell’anima, essenza dell’intimo in un tempo definito dallo scatto.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
CROSSWISE! FOTOGRAFIA
Federico Annicchiarico
Intime Offtime
OPENING 23 LUGLIO 2013 H 20.00
Dal 24.07 al 10.09.2013
art_core_gallery via dei Marrucini 1/1A ROMA
Gli spazi di art_core_gallery accolgono la seconda edizione della manifestazione CROSSWISE! ideata ed organizzata dalla Fondazione VOLUME! nata con la volontà di coniugare una molteplicità di linguaggi, creando un luogo di incontro e comunicazione fra differenti ambiti artistici.
Questa edizione vede protagonista la fotografia, in un ciclo di appuntamenti che indaga le differenti declinazioni della ricerca contemporanea, dalla fotografia di reportage e documentaria, fino ai più sperimentali progetti di artisti emergenti.
Ad ampliare gli intenti del ciclo di mostre, un autore sarà invitato a riflettere sul lavoro del fotografo in mostra, attraverso una composizione letteraria che accompagnerà le immagini, raccontandole, allargandone lo spazio visivo e creando uno stimolo verso differenti punti di vista.
Federico Annicchiarico
Intime Offtime
Intime Offtime: immagini conoscitive, fotografie come documenti personali dell'anima, essenza dell'intimo in un tempo definito dallo scatto.
La mostra Intime Offtime di Federico Annicchiarico indaga l'intima relazione tra soggetto e oggetto, tra uomo e spazio, colta dall'occhio discreto del mezzo fotografico. La sua ricerca ruota intorno all’uomo e alla sua relazione con la realtà. Per contestualizzare gli elementi nella loro natura, il fotografo non costruisce scene, non ricorre alla finzione, ma osserva il vissuto. Emerge una lettura del tutto personale dell’elemento umano e la volontà di utilizzare la fotografia come traccia tangibile di presenza.
Lo scatto cristallizza l’attimo nel tempo. Il fotografo diventa il narratore di un racconto privato, di realtà, ambienti, dimensioni luogo-temporali pienamente vissute.
Le immagini rivelano le sfumature che il suo obiettivo ha saputo cogliere, con tutta la possibile empatia, l’estrema sensibilità e l'equilibrio formale.
La volontà di cogliere la vita sulla base immediata di un sentire fisico e mentale spinge Annicchiarico a lavorare trasversalmente tra cinema e fotografia. Questi linguaggi si fondono nelle sue immagini, rivelando la dimensione cinematografica verso la quale lo sguardo dell'autore tende, evidente nelle inquadrature e nella scelta di punti di vista.
Talvolta lo scatto non definisce i limiti spaziali di ciò che si riprende ma ne allarga i confini. L’interesse è infatti fermare il movimento per narrare l’anima di un’azione.
L'immagine fissa e il movimento di un suono possibile. Cosimo Terlizzi accoglie l'invito a realizzare un'opera dedicata alla sua selezione fotografica. Terlizzi compone "panoramico", una serie di tracce sonore dedicate ad ogni immagine proposta, proprio come farebbe un fonico di presa diretta, con la sola eccezione che l’artista, non presente al momento dello scatto, ne trae una personalissima suggestione, dando vita sonora a dei fotogrammi altrimenti muti.
Inaugurazione: 23.07.2013 ore 20:00
Date: dal 24.07.2013 al 10.09.2013
Ingresso: gratuito
Orari: lunedì chiuso, da martedì a domenica, dalle 18,00 alle 02,00
INTERVISTA A FEDERICO ANNICCHIARICO
SILVIA MARSANO: COME E QUANDO HAI INIZIATO A FOTOGRAFARE?
FEDERICO ANNICCHIARICO: Ho iniziato a prendere confidenza col mezzo ai tempi delle scuole superiori. Frequentavo l’istituto d’arte ma non ero molto portato per il disegno dal vero, quindi, evidentemente, in maniera inconscia per compensare questa lacuna scattavo delle foto a colori, banali, anche a casa componendo degli oggetti e illuminandoli in diversi modi. Da quel momento in poi ho cominciato ad interessarmi assiduamente alla fotografia, comprando riviste di settore e scattando molte foto in giro. Il Bianco e Nero è venuto qualche anno dopo ai tempi dell’Accademia a Firenze. Anche se chi mi ha trasmesso l’amore per il monocromatico è stato Ciro Quaranta, un mio carissimo amico e concittadino, un bravissimo fotografo, apprezzato in ambito nazionale e non solo. Lui mi ha trasmesso l’umiltà, il confronto, e soprattutto lo stimolo alla ricerca del non banale.
SM: CHE MEZZI E QUALI TECNICHE UTILIZZI?
FA: : Non mi ritengo un professionista, non mi dedico alla fotografia tanto quanto si meriterebbe, ma tutto ciò mi rende più libero. Per questo non ho mai pensato di comprare una macchina fotografica digitale, non mi serve. Tutti quei pulsanti! Non saprei quale premere e mi perderei sicuramente il momento. Esagero naturalmente. Ma questo per dire che, secondo me, per scattare una “buona” fotografia non servono tanti mezzi. L’eccezionalità della foto la si trova nel suo valore.
Possiedo diversi corpi macchina, ma solitamente uso una Nikon FA, che tra tutti è la più piccola e leggera e soprattutto per niente invasiva. Si, perché il rischio è proprio quello. A volte mi è capitato di fotografare con un’altra macchina un pochino più grossa, e i soggetti che fotografavo erano inibiti nei confronti del mezzo. Invece l’FA a parte il design retrò, sembra un giocattolino che nascondi quasi in una mano, quindi i soggetti si sentono più a proprio agio. Anzi a volte mi prendono in giro perché ormai si è abituati a vedere i cosiddetti “cannoni” appesi al collo.
Molto spesso uso anche una Hasselblad XPan chè è una macchina fotografica “panoramica”.
Mi permette di ottenere fotogrammi che sono quasi il doppio in lunghezza rispetto al classico 35mm
Non so se per deformazione professionale o per altro, ma non scatto mai foto in verticale. Capisco che tutto ciò è un limite, ma proprio non ce la faccio….
Uso sempre il 24mm, credo sia l’ottica che più mi restituisce le emozioni che vedo attraverso il mirino. Anch’essa è poco invasiva, mi permette di avvicinarmi molto ai soggetti e di non comprimere i fondi. Soprattutto di contestualizzare gli elementi nella loro natura.
Uso solitamente due emulsioni che sono la TMax e la TriX entrambe 400 asa, entrambe della famiglia Kodak. Sono due pellicole straordinarie con delle caratteristiche totalmente differenti, ma con una eccezionale resa cromatica.
Raramente ritaglio l’immagine scattata, piuttosto in ripresa studio un po di più l’inquadratura, quando è possibile.
Fino a qualche anno fa allestivo la camera oscura nel bagno di casa. Ma poi per vari motivi ho dovuto appendere al chiodo l’ingranditore, tutto ciò con grande sofferenza, ahimè. Il momento della camera oscura credo sia l’apice e il completamento della fase dello scatto fotografico. Adesso mi limito solo allo sviluppo del negativo, che richiede spazi più piccoli e minor tempo. Ho comprato da qualche anno uno scanner di altissima qualità, dedicato specificatamente ai negativi. Devo dire che mi trovo bene, la mia camera oscura oggi si chiama Photoshop, anche se in realtà mi limito ad usare pochissime funzioni come luminosità/contrasto e i livelli. Non amo molto le foto ritoccate o modificate eccessivamente, secondo me perdono la loro forza proprio perché hanno il potere di deconcentrare chi le osserva.
SM: QUAL È LA TUA IDEA DI FOTOGRAFIA?
FA: La fotografia è una traccia tangibile della mia presenza nei luoghi.
SM: QUALE RUOLO DAI A CHI OSSERVA LE TUE OPERE ? PREFERISCI CHE DALLE IMMAGINI EMERGA LA TUA LETTURA, IL TUO PARTICOLARE PUNTO DI VISTA O INTENDI STIMOLARE UN’APERTURA VERSO UNO SPAZIO VISIVO ALTRO, ALL’INTERNO DEL QUALE L’OSSERVATORE SI POSSA MUOVERE LIBERAMENTE ?
FA: Se fossi stato un pittore sarei stato sicuramente un “figurativo”. La mia ricerca fotografica ha un cardine assoluto: l’elemento umano. Il concetto è quello, non c’è tanto da filosofeggiare, almeno credo. Poi chiaramente chi osserva le foto può essere stimolato dagli elementi ritratti in maniera diversa rispetto ad un altro, ma questo riguarda la sfera personale di ognuno di noi, i propri sentimenti ed i propri ricordi.
E’ chiaro che dalle immagini emerge una mia lettura del tutto personale, quello è il mio mondo, ma questo non esclude sicuramente che chi le osserva non possa essere stimolato dai soggetti e muoversi liberamente con la fantasia.
Direttore della fotografia, Federico Annicchiarico, diplomato all'Istituto Statale d'Arte di Grottaglie (TA) in Arti Grafiche. Nel 2001 consegue il diploma al Dipartimento di Scenografia dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, e nel 2005 si diploma in Fotografia Cinematografica al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Inizia a lavorare come aiuto operatore e successivamente come assistente e operatore di macchina per diverse produzioni cinematografiche e televisive. Nel 2006, dopo numerosi cortometraggi che firma come direttore della fotografia, arriva il primo lungometraggio: MA CHE CI FACCIO QUI! di Francesco Amato. Lavora tra l'altro con Federico Rizzo per i film TAGLIONETTO ed IL RAGIONIERE DELLA MAFIA e con Paolo Sassanelli per AMMORE e UERRA, quest‘ultimo pluripremiato e proiettato in moltissimi festival tra cui quello di Venezia, con Davide Minnella per COME SI DEVE in mostra alla Berlinale.
Ha collaborato inoltre con Cosimo Terlizzi, affermato artista e performer di origini pugliesi, ne L’UOMO DOPPIO prodotto da Buena Onda di Riccardo Scamarcio, Valeria Golino, Viola Prestieri, in concorso al Torino Film Festival 2012.
Nel 2011 firma la fotografia di COSIMO E NICOLE di Francesco Amato, con Riccardo Scamarcio e Clara Ponsot, vincitore del Marcaurelio D’oro al Festival del Cinema di Roma, nella sezione prospettive italia.
I suoi lavori spaziano da progetti per il cinema, a documentari a video clip musicali di vario genere.
Attualmente vive a Roma, insegna Fotografia Cinematografica al Centro Sperimentale di Cinematografia - Scuola Nazionale di Cinema.
Cosimo Terlizzi nasce nel 1973 a Bitonto (Bari, Italia). Segue un percorso di studi artistici a Bologna sviluppando il suo lavoro attraverso l’uso di diversi media, dalla fotografia alla performance, alla video arte. Le sue opere sono state esposte in musei e gallerie quali : la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, la Fondazione Merz di Torino, la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento, il MACRO di Roma, il National Museum of Breslavia in Polonia, la Galerie C di Neuchâtel. I suoi film sono stati presentati in numerosi festival come il Festival Internazionale del Cinema di Roma, il London International Documentary Festival, il Premio internazionale del documentario e del reportage mediterraneo di Marsiglia e France Doc di Parigi. Ha realizzato il documentario naturalistico Murgia tre episodi, un cult movie indipendente tra i documentari più premiati in Italia. Due focus sulla sua opera gli sono stati dedicati, nel 2011 alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro nella sezione curata da Antonio Pezzuto, e nel 2012 al Careof di Milano a cura di Rossella Moratto. Al momento è rappresentato dalla galleria Traffic Gallery di Bergamo. Vive e lavora a La Chaux-de-Fonds in Svizzera.
CROSSWISE! // Fondazione VOLUME!
Direzione artistica: Silvia Marsano | silviamarsano@fondazionevolume.com
Assistenti: Silvia D’Ippolito, Carla Guascone, Benedetta Scannapieco, Serena Scarfì
Ufficio stampa: Roberta Pucci | press@fondazionevolume.com
Coordinamento architettonico e Allestimento: ANOMIA + APART.
per info:
tel. 06 6892431 – press@fondazionevolue.com
sito: www.fondazionevolume.com // fb: www.facebook.com/fondazionevolume
sito: www.artcoregallery.it // fb: www.facebook.com/artcoregallery.sanlorenzo
Federico Annicchiarico
Intime Offtime
OPENING 23 LUGLIO 2013 H 20.00
Dal 24.07 al 10.09.2013
art_core_gallery via dei Marrucini 1/1A ROMA
Gli spazi di art_core_gallery accolgono la seconda edizione della manifestazione CROSSWISE! ideata ed organizzata dalla Fondazione VOLUME! nata con la volontà di coniugare una molteplicità di linguaggi, creando un luogo di incontro e comunicazione fra differenti ambiti artistici.
Questa edizione vede protagonista la fotografia, in un ciclo di appuntamenti che indaga le differenti declinazioni della ricerca contemporanea, dalla fotografia di reportage e documentaria, fino ai più sperimentali progetti di artisti emergenti.
Ad ampliare gli intenti del ciclo di mostre, un autore sarà invitato a riflettere sul lavoro del fotografo in mostra, attraverso una composizione letteraria che accompagnerà le immagini, raccontandole, allargandone lo spazio visivo e creando uno stimolo verso differenti punti di vista.
Federico Annicchiarico
Intime Offtime
Intime Offtime: immagini conoscitive, fotografie come documenti personali dell'anima, essenza dell'intimo in un tempo definito dallo scatto.
La mostra Intime Offtime di Federico Annicchiarico indaga l'intima relazione tra soggetto e oggetto, tra uomo e spazio, colta dall'occhio discreto del mezzo fotografico. La sua ricerca ruota intorno all’uomo e alla sua relazione con la realtà. Per contestualizzare gli elementi nella loro natura, il fotografo non costruisce scene, non ricorre alla finzione, ma osserva il vissuto. Emerge una lettura del tutto personale dell’elemento umano e la volontà di utilizzare la fotografia come traccia tangibile di presenza.
Lo scatto cristallizza l’attimo nel tempo. Il fotografo diventa il narratore di un racconto privato, di realtà, ambienti, dimensioni luogo-temporali pienamente vissute.
Le immagini rivelano le sfumature che il suo obiettivo ha saputo cogliere, con tutta la possibile empatia, l’estrema sensibilità e l'equilibrio formale.
La volontà di cogliere la vita sulla base immediata di un sentire fisico e mentale spinge Annicchiarico a lavorare trasversalmente tra cinema e fotografia. Questi linguaggi si fondono nelle sue immagini, rivelando la dimensione cinematografica verso la quale lo sguardo dell'autore tende, evidente nelle inquadrature e nella scelta di punti di vista.
Talvolta lo scatto non definisce i limiti spaziali di ciò che si riprende ma ne allarga i confini. L’interesse è infatti fermare il movimento per narrare l’anima di un’azione.
L'immagine fissa e il movimento di un suono possibile. Cosimo Terlizzi accoglie l'invito a realizzare un'opera dedicata alla sua selezione fotografica. Terlizzi compone "panoramico", una serie di tracce sonore dedicate ad ogni immagine proposta, proprio come farebbe un fonico di presa diretta, con la sola eccezione che l’artista, non presente al momento dello scatto, ne trae una personalissima suggestione, dando vita sonora a dei fotogrammi altrimenti muti.
Inaugurazione: 23.07.2013 ore 20:00
Date: dal 24.07.2013 al 10.09.2013
Ingresso: gratuito
Orari: lunedì chiuso, da martedì a domenica, dalle 18,00 alle 02,00
INTERVISTA A FEDERICO ANNICCHIARICO
SILVIA MARSANO: COME E QUANDO HAI INIZIATO A FOTOGRAFARE?
FEDERICO ANNICCHIARICO: Ho iniziato a prendere confidenza col mezzo ai tempi delle scuole superiori. Frequentavo l’istituto d’arte ma non ero molto portato per il disegno dal vero, quindi, evidentemente, in maniera inconscia per compensare questa lacuna scattavo delle foto a colori, banali, anche a casa componendo degli oggetti e illuminandoli in diversi modi. Da quel momento in poi ho cominciato ad interessarmi assiduamente alla fotografia, comprando riviste di settore e scattando molte foto in giro. Il Bianco e Nero è venuto qualche anno dopo ai tempi dell’Accademia a Firenze. Anche se chi mi ha trasmesso l’amore per il monocromatico è stato Ciro Quaranta, un mio carissimo amico e concittadino, un bravissimo fotografo, apprezzato in ambito nazionale e non solo. Lui mi ha trasmesso l’umiltà, il confronto, e soprattutto lo stimolo alla ricerca del non banale.
SM: CHE MEZZI E QUALI TECNICHE UTILIZZI?
FA: : Non mi ritengo un professionista, non mi dedico alla fotografia tanto quanto si meriterebbe, ma tutto ciò mi rende più libero. Per questo non ho mai pensato di comprare una macchina fotografica digitale, non mi serve. Tutti quei pulsanti! Non saprei quale premere e mi perderei sicuramente il momento. Esagero naturalmente. Ma questo per dire che, secondo me, per scattare una “buona” fotografia non servono tanti mezzi. L’eccezionalità della foto la si trova nel suo valore.
Possiedo diversi corpi macchina, ma solitamente uso una Nikon FA, che tra tutti è la più piccola e leggera e soprattutto per niente invasiva. Si, perché il rischio è proprio quello. A volte mi è capitato di fotografare con un’altra macchina un pochino più grossa, e i soggetti che fotografavo erano inibiti nei confronti del mezzo. Invece l’FA a parte il design retrò, sembra un giocattolino che nascondi quasi in una mano, quindi i soggetti si sentono più a proprio agio. Anzi a volte mi prendono in giro perché ormai si è abituati a vedere i cosiddetti “cannoni” appesi al collo.
Molto spesso uso anche una Hasselblad XPan chè è una macchina fotografica “panoramica”.
Mi permette di ottenere fotogrammi che sono quasi il doppio in lunghezza rispetto al classico 35mm
Non so se per deformazione professionale o per altro, ma non scatto mai foto in verticale. Capisco che tutto ciò è un limite, ma proprio non ce la faccio….
Uso sempre il 24mm, credo sia l’ottica che più mi restituisce le emozioni che vedo attraverso il mirino. Anch’essa è poco invasiva, mi permette di avvicinarmi molto ai soggetti e di non comprimere i fondi. Soprattutto di contestualizzare gli elementi nella loro natura.
Uso solitamente due emulsioni che sono la TMax e la TriX entrambe 400 asa, entrambe della famiglia Kodak. Sono due pellicole straordinarie con delle caratteristiche totalmente differenti, ma con una eccezionale resa cromatica.
Raramente ritaglio l’immagine scattata, piuttosto in ripresa studio un po di più l’inquadratura, quando è possibile.
Fino a qualche anno fa allestivo la camera oscura nel bagno di casa. Ma poi per vari motivi ho dovuto appendere al chiodo l’ingranditore, tutto ciò con grande sofferenza, ahimè. Il momento della camera oscura credo sia l’apice e il completamento della fase dello scatto fotografico. Adesso mi limito solo allo sviluppo del negativo, che richiede spazi più piccoli e minor tempo. Ho comprato da qualche anno uno scanner di altissima qualità, dedicato specificatamente ai negativi. Devo dire che mi trovo bene, la mia camera oscura oggi si chiama Photoshop, anche se in realtà mi limito ad usare pochissime funzioni come luminosità/contrasto e i livelli. Non amo molto le foto ritoccate o modificate eccessivamente, secondo me perdono la loro forza proprio perché hanno il potere di deconcentrare chi le osserva.
SM: QUAL È LA TUA IDEA DI FOTOGRAFIA?
FA: La fotografia è una traccia tangibile della mia presenza nei luoghi.
SM: QUALE RUOLO DAI A CHI OSSERVA LE TUE OPERE ? PREFERISCI CHE DALLE IMMAGINI EMERGA LA TUA LETTURA, IL TUO PARTICOLARE PUNTO DI VISTA O INTENDI STIMOLARE UN’APERTURA VERSO UNO SPAZIO VISIVO ALTRO, ALL’INTERNO DEL QUALE L’OSSERVATORE SI POSSA MUOVERE LIBERAMENTE ?
FA: Se fossi stato un pittore sarei stato sicuramente un “figurativo”. La mia ricerca fotografica ha un cardine assoluto: l’elemento umano. Il concetto è quello, non c’è tanto da filosofeggiare, almeno credo. Poi chiaramente chi osserva le foto può essere stimolato dagli elementi ritratti in maniera diversa rispetto ad un altro, ma questo riguarda la sfera personale di ognuno di noi, i propri sentimenti ed i propri ricordi.
E’ chiaro che dalle immagini emerge una mia lettura del tutto personale, quello è il mio mondo, ma questo non esclude sicuramente che chi le osserva non possa essere stimolato dai soggetti e muoversi liberamente con la fantasia.
Direttore della fotografia, Federico Annicchiarico, diplomato all'Istituto Statale d'Arte di Grottaglie (TA) in Arti Grafiche. Nel 2001 consegue il diploma al Dipartimento di Scenografia dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, e nel 2005 si diploma in Fotografia Cinematografica al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Inizia a lavorare come aiuto operatore e successivamente come assistente e operatore di macchina per diverse produzioni cinematografiche e televisive. Nel 2006, dopo numerosi cortometraggi che firma come direttore della fotografia, arriva il primo lungometraggio: MA CHE CI FACCIO QUI! di Francesco Amato. Lavora tra l'altro con Federico Rizzo per i film TAGLIONETTO ed IL RAGIONIERE DELLA MAFIA e con Paolo Sassanelli per AMMORE e UERRA, quest‘ultimo pluripremiato e proiettato in moltissimi festival tra cui quello di Venezia, con Davide Minnella per COME SI DEVE in mostra alla Berlinale.
Ha collaborato inoltre con Cosimo Terlizzi, affermato artista e performer di origini pugliesi, ne L’UOMO DOPPIO prodotto da Buena Onda di Riccardo Scamarcio, Valeria Golino, Viola Prestieri, in concorso al Torino Film Festival 2012.
Nel 2011 firma la fotografia di COSIMO E NICOLE di Francesco Amato, con Riccardo Scamarcio e Clara Ponsot, vincitore del Marcaurelio D’oro al Festival del Cinema di Roma, nella sezione prospettive italia.
I suoi lavori spaziano da progetti per il cinema, a documentari a video clip musicali di vario genere.
Attualmente vive a Roma, insegna Fotografia Cinematografica al Centro Sperimentale di Cinematografia - Scuola Nazionale di Cinema.
Cosimo Terlizzi nasce nel 1973 a Bitonto (Bari, Italia). Segue un percorso di studi artistici a Bologna sviluppando il suo lavoro attraverso l’uso di diversi media, dalla fotografia alla performance, alla video arte. Le sue opere sono state esposte in musei e gallerie quali : la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, la Fondazione Merz di Torino, la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di Trento, il MACRO di Roma, il National Museum of Breslavia in Polonia, la Galerie C di Neuchâtel. I suoi film sono stati presentati in numerosi festival come il Festival Internazionale del Cinema di Roma, il London International Documentary Festival, il Premio internazionale del documentario e del reportage mediterraneo di Marsiglia e France Doc di Parigi. Ha realizzato il documentario naturalistico Murgia tre episodi, un cult movie indipendente tra i documentari più premiati in Italia. Due focus sulla sua opera gli sono stati dedicati, nel 2011 alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro nella sezione curata da Antonio Pezzuto, e nel 2012 al Careof di Milano a cura di Rossella Moratto. Al momento è rappresentato dalla galleria Traffic Gallery di Bergamo. Vive e lavora a La Chaux-de-Fonds in Svizzera.
CROSSWISE! // Fondazione VOLUME!
Direzione artistica: Silvia Marsano | silviamarsano@fondazionevolume.com
Assistenti: Silvia D’Ippolito, Carla Guascone, Benedetta Scannapieco, Serena Scarfì
Ufficio stampa: Roberta Pucci | press@fondazionevolume.com
Coordinamento architettonico e Allestimento: ANOMIA + APART.
per info:
tel. 06 6892431 – press@fondazionevolue.com
sito: www.fondazionevolume.com // fb: www.facebook.com/fondazionevolume
sito: www.artcoregallery.it // fb: www.facebook.com/artcoregallery.sanlorenzo
23
luglio 2013
CROSSWISE! FOTOGRAFIA: Federico Annicchiarico – Intime Offtime @Art Core Gallery
Dal 23 luglio al 10 settembre 2013
fotografia
Location
ART CORE GALLERY
Roma, Via Dei Marrucini, 1/1A, (Roma)
Roma, Via Dei Marrucini, 1/1A, (Roma)
Orario di apertura
lunedì chiuso, da martedì a domenica, dalle 18,00 alle 02,00
Vernissage
23 Luglio 2013, ore 20:00
Autore
Curatore