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Cuori di tenebra
Undici artisti, undici scatti, undici incubi.
Comunicato stampa
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Cuori di tenebra
Undici artisti, undici scatti, undici incubi. Sarà che il numero undici era considerato “la dozzina del diavolo”, sinonimo di traboccamento, di dismisura in qualsiasi situazione negativa, il numero dell’iniziativa individuale che si esercita senza rapporti con l’armonia cosmica e perciò sfavorevole per l’umanità, il numero della disarmonia, dell’eccesso, del pericolo, del conflitto e del martirio, per Sant’Agostino, dunque, il numero del peccato. Sarà un caso se undici sono gli artisti che evocano il “lato oscuro” di una contemporaneità malata, la darkness conradiana al di là dell’Africa, la condizione esistenziale dell’uomo occidentale che si rispecchia nei propri incubi e si annichilisce nei propri sensi di colpa, sarà un caso. Certo è, invece, che ogni scatto rappresenta o suggerisce la dimensione malata di un io smarrito, di una civiltà al capolinea, una sorta di cupio dissolvi individuale e collettivo, all’interno di una natura ipertrofica, di una sessualità morbosa e frustrante, di un benessere che incancrenisce e porta all’amputazione di ogni aspirazione e di ogni qualsivoglia possibilità di riscatto. Undici cuori di tenebra per undici fotogrammi dell’«orrore». Al di là di Conrad.
Undici artisti, undici scatti, undici incubi. Sarà che il numero undici era considerato “la dozzina del diavolo”, sinonimo di traboccamento, di dismisura in qualsiasi situazione negativa, il numero dell’iniziativa individuale che si esercita senza rapporti con l’armonia cosmica e perciò sfavorevole per l’umanità, il numero della disarmonia, dell’eccesso, del pericolo, del conflitto e del martirio, per Sant’Agostino, dunque, il numero del peccato. Sarà un caso se undici sono gli artisti che evocano il “lato oscuro” di una contemporaneità malata, la darkness conradiana al di là dell’Africa, la condizione esistenziale dell’uomo occidentale che si rispecchia nei propri incubi e si annichilisce nei propri sensi di colpa, sarà un caso. Certo è, invece, che ogni scatto rappresenta o suggerisce la dimensione malata di un io smarrito, di una civiltà al capolinea, una sorta di cupio dissolvi individuale e collettivo, all’interno di una natura ipertrofica, di una sessualità morbosa e frustrante, di un benessere che incancrenisce e porta all’amputazione di ogni aspirazione e di ogni qualsivoglia possibilità di riscatto. Undici cuori di tenebra per undici fotogrammi dell’«orrore». Al di là di Conrad.
30
luglio 2010
Cuori di tenebra
Dal 30 luglio al 15 agosto 2010
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CENTRO POLIVALENTE
Nurachi, Via Santa Lucia, (Oristano)
Nurachi, Via Santa Lucia, (Oristano)
Vernissage
30 Luglio 2010, ore 19.30
Sito web
ww.dromosfestival.it
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