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Cy Twombly – Paradise
Tra i massimi maestri della contemporaneità, Cy Twombly (Lexington, Virginia, 1928 – Roma, 2011) torna a Venezia – dove è stato presente alla Biennale per ben cinque volte a partire dal 1964, l’ultima delle quali nel 2001 dove ottiene il Leone d’Oro – con un’importante mostra monografica curata da Julie Sylvester e Philip Larratt-Smith
Comunicato stampa
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Tra i massimi maestri della contemporaneità, Cy Twombly (Lexington,
Virginia, 1928 - Roma, 2011) torna a Venezia – dove è stato presente alla
Biennale per ben cinque volte a partire dal 1964, l’ultima delle quali nel
2001 dove ottiene il Leone d’Oro – con un’importante mostra monografica
curata da Julie Sylvester e Philip Larratt-Smith.
La rassegna, realizzata in collaborazione con la Cy Twombly Foundation di
New York, il coordinamento scientifico di Gabriella Belli e il progetto di
allestimento di Daniela Ferretti, approda a Ca’ Pesaro come un cammeo
prezioso: l’inedita testimonianza di un lavoro che si rigenera a ogni sua
apparizione, in un continuum emozionale, e di un artista che non finisce di
stupire “per la straordinaria intelligenza visiva e l’acuta sensibilità verso
tutte le forme della bellezza, fisica, naturale e artistica”, come scrive Philip
Larratt-Smith nel catalogo (ed Damiani).
Cy Twombly Paradise è un percorso iniziatico che attraversa sessant’anni
della produzione di Twombly pittore e scultore e della sua indefessa
creatività, che a Venezia ritrova - in un contesto culturale che mantiene
sempre altissima l’attenzione del pubblico verso i grandi maestri - una
nuova prospettiva sui misteri e le rivelazioni dell’arte di Twombly.
L’opera di Cy Twombly, scomparso nel 2011, ruota intorno ai temi universali
di amore, arte, bellezza e morte, tuttavia la peculiarità della sua visione
artistica, la sua prospettiva del mondo ne offrono un’interpretazione
straordinariamente originale. Come molti della sua generazione, Twombly
ha reagito contro la tendenza pittorica dominante dell’Espressionismo
Astratto, ma a differenza di altri, indirizzati verso l’immaginario Pop e il
Neodadaismo, egli ha operato una sintesi tra i lasciti e le tecniche
consolidate dell’astrazione gestuale e la tradizione della pittura europea.
L’innovativo uso del linguaggio, l’ampio raggio di allusioni e riferimenti
aprono il suo lavoro alla storia, alla letteratura e alla filosofia; rendendo labili
i confini tra pittura, disegno e scrittura, preservando allo stesso tempo un
alto grado di astrazione.
L’amore per il vernacolo è controbilanciato da una raffinatezza e una
profonda conoscenza culturale. Invero, il suo lavoro oscilla tra binomi
opposti: ragione e passione, rappresentazione e astrazione, apollineo e
dionisiaco, sessualità e intelletto, passato e presente, immaginazione e
osservazione, lucidità e frenesia.
Dunque, la sessualità esuberante, il richiamo a un passato arcadico in cui
corpo e mente sono armoniosamente unificati, il ricorrere nei lavori di
parole, frasi, poesie e, soprattutto, l’astrazione gestuale di Twombly – che
ha realizzato disegni al buio, ha dipinto con la mano sinistra, ha aumentato
l’estensione del pennello, fissandolo a lunghi bastoni, come strategia
cosciente per dimenticare la formazione artistica e perdere il controllo del
mezzo tecnico – sono solo alcuni dei temi della sua ricerca creativa,
ripercorsa nelle sale monumentali di Ca’ Pesaro.
In mostra, dalle pitture murali su legno datate 1951 si giunge, in un percorso
ricco di visioni e richiami, a una selezione degli ultimissimi lavori di Twombly
realizzati nel 2011, quando l’artista era al limite fisico della vecchiaia: otto
tele di cerchi gestuali barocchi, in giallo, rosso e arancione su un fondo
verde brillante (metà margarita, metà key lime); eccentriche pennellate
circolari - tra i motivi chiave dell’artista - strette in alcuni punti e più ampie e
libere in altri, per generare “una sensazione d’energia radiante e di frenesia
controllata”. “I suoi segni caratteristici, elidenti intenzionalmente dipinti,
disegni e scritte, coesistono con gocce, spruzzi e sbavature occasionali
lasciate colare sulla superficie, rivelandone il processo creativo”.
Create poche settimane e addirittura pochi giorni prima della sua
scomparsa, queste superfici lucide e ipnotiche – quattro delle quali esposte
in questa occasione – sono state le ultime dipinte dall’artista american
o.
Per Twombly l’arte è il “paradiso terrestre”, dove le esperienze e le
emozioni del passato sono recuperate e trasfigurate nel presente. L’amore
in tutte le sue manifestazioni – erotico, intellettuale, platonico, romantico,
amore per la cultura, amore per la vita – è il principio animatore dei suoi
dipinti, disegni e sculture. La sua arte è la misteriosa, perfetta unione tra
sogno e veglia, passato irrecuperabile e presente percepibile attraverso i
sensi, ardore intellettuale e capacità di amare: paradiso riconquistato.
La mostra è organizzata con il supporto della Gagosian Gallery.
Virginia, 1928 - Roma, 2011) torna a Venezia – dove è stato presente alla
Biennale per ben cinque volte a partire dal 1964, l’ultima delle quali nel
2001 dove ottiene il Leone d’Oro – con un’importante mostra monografica
curata da Julie Sylvester e Philip Larratt-Smith.
La rassegna, realizzata in collaborazione con la Cy Twombly Foundation di
New York, il coordinamento scientifico di Gabriella Belli e il progetto di
allestimento di Daniela Ferretti, approda a Ca’ Pesaro come un cammeo
prezioso: l’inedita testimonianza di un lavoro che si rigenera a ogni sua
apparizione, in un continuum emozionale, e di un artista che non finisce di
stupire “per la straordinaria intelligenza visiva e l’acuta sensibilità verso
tutte le forme della bellezza, fisica, naturale e artistica”, come scrive Philip
Larratt-Smith nel catalogo (ed Damiani).
Cy Twombly Paradise è un percorso iniziatico che attraversa sessant’anni
della produzione di Twombly pittore e scultore e della sua indefessa
creatività, che a Venezia ritrova - in un contesto culturale che mantiene
sempre altissima l’attenzione del pubblico verso i grandi maestri - una
nuova prospettiva sui misteri e le rivelazioni dell’arte di Twombly.
L’opera di Cy Twombly, scomparso nel 2011, ruota intorno ai temi universali
di amore, arte, bellezza e morte, tuttavia la peculiarità della sua visione
artistica, la sua prospettiva del mondo ne offrono un’interpretazione
straordinariamente originale. Come molti della sua generazione, Twombly
ha reagito contro la tendenza pittorica dominante dell’Espressionismo
Astratto, ma a differenza di altri, indirizzati verso l’immaginario Pop e il
Neodadaismo, egli ha operato una sintesi tra i lasciti e le tecniche
consolidate dell’astrazione gestuale e la tradizione della pittura europea.
L’innovativo uso del linguaggio, l’ampio raggio di allusioni e riferimenti
aprono il suo lavoro alla storia, alla letteratura e alla filosofia; rendendo labili
i confini tra pittura, disegno e scrittura, preservando allo stesso tempo un
alto grado di astrazione.
L’amore per il vernacolo è controbilanciato da una raffinatezza e una
profonda conoscenza culturale. Invero, il suo lavoro oscilla tra binomi
opposti: ragione e passione, rappresentazione e astrazione, apollineo e
dionisiaco, sessualità e intelletto, passato e presente, immaginazione e
osservazione, lucidità e frenesia.
Dunque, la sessualità esuberante, il richiamo a un passato arcadico in cui
corpo e mente sono armoniosamente unificati, il ricorrere nei lavori di
parole, frasi, poesie e, soprattutto, l’astrazione gestuale di Twombly – che
ha realizzato disegni al buio, ha dipinto con la mano sinistra, ha aumentato
l’estensione del pennello, fissandolo a lunghi bastoni, come strategia
cosciente per dimenticare la formazione artistica e perdere il controllo del
mezzo tecnico – sono solo alcuni dei temi della sua ricerca creativa,
ripercorsa nelle sale monumentali di Ca’ Pesaro.
In mostra, dalle pitture murali su legno datate 1951 si giunge, in un percorso
ricco di visioni e richiami, a una selezione degli ultimissimi lavori di Twombly
realizzati nel 2011, quando l’artista era al limite fisico della vecchiaia: otto
tele di cerchi gestuali barocchi, in giallo, rosso e arancione su un fondo
verde brillante (metà margarita, metà key lime); eccentriche pennellate
circolari - tra i motivi chiave dell’artista - strette in alcuni punti e più ampie e
libere in altri, per generare “una sensazione d’energia radiante e di frenesia
controllata”. “I suoi segni caratteristici, elidenti intenzionalmente dipinti,
disegni e scritte, coesistono con gocce, spruzzi e sbavature occasionali
lasciate colare sulla superficie, rivelandone il processo creativo”.
Create poche settimane e addirittura pochi giorni prima della sua
scomparsa, queste superfici lucide e ipnotiche – quattro delle quali esposte
in questa occasione – sono state le ultime dipinte dall’artista american
o.
Per Twombly l’arte è il “paradiso terrestre”, dove le esperienze e le
emozioni del passato sono recuperate e trasfigurate nel presente. L’amore
in tutte le sue manifestazioni – erotico, intellettuale, platonico, romantico,
amore per la cultura, amore per la vita – è il principio animatore dei suoi
dipinti, disegni e sculture. La sua arte è la misteriosa, perfetta unione tra
sogno e veglia, passato irrecuperabile e presente percepibile attraverso i
sensi, ardore intellettuale e capacità di amare: paradiso riconquistato.
La mostra è organizzata con il supporto della Gagosian Gallery.
05
maggio 2015
Cy Twombly – Paradise
Dal 05 maggio al 13 settembre 2015
arte contemporanea
Location
GALLERIA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA DI CA’ PESARO
Venezia, Santa Croce, 2076, (Venezia)
Venezia, Santa Croce, 2076, (Venezia)
Biglietti
Intero 10 euro, Ridotto 7,50 euro
Orario di apertura
10.00 – 18.00 (biglietteria 10.00 – 17.00) Chiuso lunedì
Vernissage
5 Maggio 2015, ore 18 su invito
Editore
DAMIANI
Autore
Curatore