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Da Ambrogio Lorenzetti a Sandro Botticelli
La mostra sarà articolata intorno a circa trenta dipinti, di cui molti inediti, opere che coprono un lungo e fervido arco di tempo, dalla fine del XIII agli inizi del XVI secolo.
Prosegue così la personale linea di ricerca di Fabrizio Moretti, giovane titolare della galleria fiorentina ormai affermata internazionalmente e presente alle più prestigiose manifestazioni antiquarie in Europa e negli Stati Uniti, lungo un itinerario idealmente avviato nel 1999 con l?esposizione ? Da Bernardo Daddi a Giorgio Vasari?, cui ha fatto seguito, nel 2001, quella dedicata ai ? Pittori attivi in Toscana dal Trecento al Settecento?.
Aprono la rassegna un trittico di Taddeo Gaddi, strutturale e volumetrico, stretto seguace di Giotto e un Santo di Puccio di Simone – laterale sinistro del trittico custodito nel Norton Simon Museum di Pasadena -, per poi passare a un?imponente raffigurazione della Madonna col Bambino, realizzata da Ambrogio Lorenzetti, uno dei più celebrati ed emblematici pittori senesi della prima metà del Trecento.
A testimoniare invece la temperie artistica della Venezia del XIV secolo, sospesa fra l?osservanza della tradizione bizantina, lo spirare delle novità giottesche, la sospesa sofisticazione gotica, sarà una valva di dittico di Paolo Veneziano, raffigurante Santa Prisca. Quindi un trittico di Jacopo di Cione, membro della famiglia degli Orcagna.
La multiforme parabola del gotico, si rivela appieno nella Madonna col Bambino del Maestro della Predella dell?Ashmolean Museum di Oxford, cui si accostano il lucchese Maestro di San Davino, artista particolarmente raro, e il fiorentino Lorenzo di Bicci, autore di una grande Madonna col Bambino tra angeli musicanti.
E ancora, sempre sotto il ricercato segno ogivale, ecco la Crocifissione del bolognese Pietro di Giovanni Lianori e la tavola con l?Annunciazione di Andrea di Bartolo, documentato a Siena dal 1389 al 1428. La sezione si chiude in maniera particolarmente significativa con la stupenda Madonna col Bambino fra Santi e angeli musicanti, tempera su tavola della maggiore personalità pittorica in Firenze sullo scorcio del XIV secolo, il geniale Agnolo Gaddi.
Infine, un San Giovanni su tela del fiorentino Jacopo del Sellaio, figura sperimentale e tormentata che miscela eleganti cadenze botticelliane ad austeri richiami religiosi dalla pittura fiamminga. Un dipinto, quello di Jacopo, che quasi si pone a introduzione e preludio dell?opera alla quale è stato affidato il significativo compito di chiudere l?intero svolgersi della mostra fiorentina: il tondo che rappresenta l?Adorazione del Bambino, ancora incastonato nella sua originaria cornice lignea coeva. E? uno splendido esempio della grande arte raggiunta da Sandro Filipepi detto il Botticelli, - qui affiancato dalla sua bottega- basilare figura d?artista rinascimentale capace di dar corpo alle pagane e flessuose allegorie neoplatoniche care alla corte di Lorenzo il Magnifico quanto al drammatico, protoriformistico monito religioso dei 'piagnoni' savonaroliani.
Da Ambrogio Lorenzetti a Sandro Botticelli
Firenze, Piazza Degli Ottaviani, 17r, (Firenze)