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Da Cagli a Cagli
L’esposizione presenta 60 disegni del Maestro del quale, nel 1951, un pittore di altrettanta levatura come Guttuso scriverà :” Cagli svegliò i morti in quegli anni […]. Non ci furono giovani di qualche talento in Italia che, in qualche modo, non si unissero a lui: da Capogrossi ad Afro, a Purificato […] a me stesso”.
Comunicato stampa
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Il 7 febbraio 2004, è stato conferito il primo “Premi dell’Angelo – Città di Cagli” alla memoria di quel grande artista che fu Corrado Cagli. A questo evento è legata la mostra “Da Cagli a Cagli. Disegni di Corrado cagli”, inaugurata anch’essa sabato 7 febbraio e in chiusura il 17 mazo 2004 al Museo Archeologico e della Flaminia, Palazzo Pubblico di Cagli. L’esposizione presenta 60 disegni del Maestro del quale, nel 1951, un pittore di altrettanta levatura come Guttuso scriverà :” Cagli svegliò i morti in quegli anni [...]. Non ci furono giovani di qualche talento in Italia che, in qualche modo, non si unissero a lui: da Capogrossi ad Afro, a Purificato [...] a me stesso".
L’attività artistica di Corrado a Cagli si suddivide in due grandi momenti a causa dell'applicazione delle leggi razziali che nel 1938 lo costringono ad un trasferimento dapprima a Parigi e poi a New York, dove peraltro non rimane in un esilio dorato poiché durante il periodo bellico è di nuovo sul suolo europeo, questa volta come ufficiale americano, per difendere i valori democratici. Nel periodo dell'entre-deux guerres Egli è sicuramente uno dei maggiori punti di riferimento nel panorama artistico italiano e la sua pittura, in quegli anni, è una delle più dense di suggestioni e risulta straordinariamente affascinante. Egli è, dopo Severini e ancor prima di Sironi, tra i primi suscitatori e teorici della "pittura murale" che negli anni Trenta costituiva il dibattito ed il tema su cui si incentrano le più alte ricerche artistiche italiane. Agli esordi del giovane Cagli nel 1928 (dunque a diciotto anni) si pone la realizzazione di un murale di circa settanta metri di estensione lineare per il teatro rionale di Campo Marzio – Trevi – Colonna del PNF a Roma (oggi scomparso). Poco dopo, a testimonianza di quella che è una costante del suo itinerario d'artista ossia il passare velocemente da una conquista all'altra, Cagli è a Umbertide dove opera quale direttore artistico nella fabbrica di ceramiche Rometti. Nella cittadina umbra, precisamente nella casa Mavarelli-Reggiani, nel 1930 realizza il tema della Battaglia del grano dove si mescolano accenti di decorativismo lineare, tipico delle figurazioni ceramiche, agli andamenti spiralici, dinamici del futurismo. Un autentico balzo nella maturazione di questo artista avviene nel 1931, anno che peraltro coincide con l'apertura della prima Quadriennale d'Arte di Roma. Il contatto con pittori quali Fausto Pirandello e gli amici Cavalli e Capogrossi lo porta a indirizzare la sua arte verso scelte di pittoricismo più maturo e meno "futuristicamente illustrativo", volgendosi verso una pittura spatolata con riferimenti stilistici ad artisti che erano comuni ai tre amici (quali Picasso, Braque, Derai, Campigli). Il suo soggiorno a Paestum nel 1932 con il diretto contatto con la pittura pompeiana segna un passaggio fondamentale nella sua maturazione. Ora, afferma Fabio Benzi, "i soggetti di afflato mitico, isolati su fondi uniformi, in cui la pittura si è ormai sciolta in una parvenza di encausto [...] e i riferimenti a Picasso, al purismo di Jeanneret-Le Corbusier (amico sempre di Bontempelli), all'astrattismo comasco nascente (sotto la stella di Bardi) sono maturati finalmente in una visione autonoma, monumentale, in una concezione emotiva del mito immanente". Corrado Cagli diviene l'animatore e l'organizzatore della Galleria della Cometa, la più importante galleria romana e italiana, del tempo mentre della Scuola Romana è parte costitutiva insieme a Capogrossi e Cavalli ed è ispiratore di concetti fondamentali quali il "primordialismo". All'interno della Scuola Romana è il solo che spinga tanto avanti le proprie scelte di campo, privilegiando la scelta pubblica e politica del muro su quella privata e borghese del dipinto da cavalletto. Corrado Cagli è un disinvolto navigatore degli stili europei più aggiornati, uno sperimentatore smaliziato di linguaggi aggiornatissimi in questo seguendo in parte le precoci aperture e intuizioni dello zio: Massimo Bontempelli. Egli è maestro indiscusso di grandi artisti quali Afro, Mirko, Leoncillo, e lo stesso Guttuso ai suoi esordi si piega a mimarne lo stile brillante e suggestivo. L'etica esistenziale e civile a cui Corrado Cagli informa la sua attività artistica, l'esigenza della libera iniziativa artistica, lo portano alla definitiva rottura con l'ortodossia culturale ufficiale del regime fascista che si rivela nelle Vedute di Roma che fanno parte del ciclo esposto (ed in parte censurato) all'Esposizione Internazionale di Parigi del 1937. Il rientro in Italia, dopo la dura prova della parentesi bellica, che avviene per Corrado Cagli nel 1947 non è certo facile. Sulle pagine di Rinascita nel 1948 Roderigo di Castiglia (pseudomimo di Palmiro Togliatti) pubblica un articolo offensivo verso l'astrattismo in reazione alla mostra tenutasi a Bologna e alla quale avevano, tra gli altri preso parte anche: Afro, Birolli, Cagli, Greco, Mirko, Morlotti, Pizzinato, Treccani, Turcato, Vedova. Una polemica che, almeno sugli organi ufficiali, tende successivamente a rientrare. In questi anni Cagli rafforza la propria linea astratta che in qualche modo sembra conciliare le opposte fazioni che animano la scena: gli artisti di "Fronte", gli astrattisti e i realisti capeggiati da Guttuso. In questo senso Cagli si pone in linea, pragmatica e coerente, con la sua ricerca maturata durante l'esperienza bellica, anticipando in Italia la corrente informale e segnica degli anni Cinquanta lanciando quello che è considerato il padre della corrente stessa: Giuseppe Capogrossi. Crispolti pone una riflessione che riguarda l'esperienza informale di Cagli e soprattutto le "conseguenze non soltanto a Roma, ma relativamente alla stessa formazione del gestualismo spaziale e nucleare milanese". La serie dei "figli" in tal senso è lunga e fruttuosa da Vedova a Colla, da Dova a Crippa fino a giungere alle Impronte di Toti Scialoja dove il riscontro visivo con le antecedenti opere di Cagli è pregnante e diretta è la filiazione tecnica. Con la serie delle Tavolette Cagli sembra anticipare di nuovo il futuro ed in particolare le teorie di un'arte derivata proprio dalla chiave di lettura junghiana, dal pensiero filosofico e psicoanalitico. Ma l'attività di un Cagli instancabile non si ferma e segna da lì a poco anche un'altra importante ed innovativa tappa con la realizzazione di arazzi anche per la Sala delle Feste della nave ammiraglia della Marina Italiana "Leonardo da Vinci". Indubbiamente ha ragione Claudio Crescenti quando afferma: "mediante la forza delle idee e la passione della sperimentazione continua che accompagna [...] con coerenza l'intera opera di Cagli, fra figurazione, astrazione, pensiero teorico e operatività progettuale, il tutto unito da un filo sottile che fa di Cagli un deciso artista anticipatore". La mostra "Da Cagli a Cagli. Disegni di Corrado Cagli" sottolinea una parte di indubbio rilievo dell'attività di questo straordinario artista. Il disegno di Cagli, infatti, è una partitura, la strumentazione di un concerto grafico che va eseguito. L'organico di tutte le arti (e non solo dell'avversa pittura) gli dà sistema e corpo, naturalezza.In mostra sono esposti tra gli altri i preziosi disegni dell'Elogio della Pazzia di Erasmo.
L’attività artistica di Corrado a Cagli si suddivide in due grandi momenti a causa dell'applicazione delle leggi razziali che nel 1938 lo costringono ad un trasferimento dapprima a Parigi e poi a New York, dove peraltro non rimane in un esilio dorato poiché durante il periodo bellico è di nuovo sul suolo europeo, questa volta come ufficiale americano, per difendere i valori democratici. Nel periodo dell'entre-deux guerres Egli è sicuramente uno dei maggiori punti di riferimento nel panorama artistico italiano e la sua pittura, in quegli anni, è una delle più dense di suggestioni e risulta straordinariamente affascinante. Egli è, dopo Severini e ancor prima di Sironi, tra i primi suscitatori e teorici della "pittura murale" che negli anni Trenta costituiva il dibattito ed il tema su cui si incentrano le più alte ricerche artistiche italiane. Agli esordi del giovane Cagli nel 1928 (dunque a diciotto anni) si pone la realizzazione di un murale di circa settanta metri di estensione lineare per il teatro rionale di Campo Marzio – Trevi – Colonna del PNF a Roma (oggi scomparso). Poco dopo, a testimonianza di quella che è una costante del suo itinerario d'artista ossia il passare velocemente da una conquista all'altra, Cagli è a Umbertide dove opera quale direttore artistico nella fabbrica di ceramiche Rometti. Nella cittadina umbra, precisamente nella casa Mavarelli-Reggiani, nel 1930 realizza il tema della Battaglia del grano dove si mescolano accenti di decorativismo lineare, tipico delle figurazioni ceramiche, agli andamenti spiralici, dinamici del futurismo. Un autentico balzo nella maturazione di questo artista avviene nel 1931, anno che peraltro coincide con l'apertura della prima Quadriennale d'Arte di Roma. Il contatto con pittori quali Fausto Pirandello e gli amici Cavalli e Capogrossi lo porta a indirizzare la sua arte verso scelte di pittoricismo più maturo e meno "futuristicamente illustrativo", volgendosi verso una pittura spatolata con riferimenti stilistici ad artisti che erano comuni ai tre amici (quali Picasso, Braque, Derai, Campigli). Il suo soggiorno a Paestum nel 1932 con il diretto contatto con la pittura pompeiana segna un passaggio fondamentale nella sua maturazione. Ora, afferma Fabio Benzi, "i soggetti di afflato mitico, isolati su fondi uniformi, in cui la pittura si è ormai sciolta in una parvenza di encausto [...] e i riferimenti a Picasso, al purismo di Jeanneret-Le Corbusier (amico sempre di Bontempelli), all'astrattismo comasco nascente (sotto la stella di Bardi) sono maturati finalmente in una visione autonoma, monumentale, in una concezione emotiva del mito immanente". Corrado Cagli diviene l'animatore e l'organizzatore della Galleria della Cometa, la più importante galleria romana e italiana, del tempo mentre della Scuola Romana è parte costitutiva insieme a Capogrossi e Cavalli ed è ispiratore di concetti fondamentali quali il "primordialismo". All'interno della Scuola Romana è il solo che spinga tanto avanti le proprie scelte di campo, privilegiando la scelta pubblica e politica del muro su quella privata e borghese del dipinto da cavalletto. Corrado Cagli è un disinvolto navigatore degli stili europei più aggiornati, uno sperimentatore smaliziato di linguaggi aggiornatissimi in questo seguendo in parte le precoci aperture e intuizioni dello zio: Massimo Bontempelli. Egli è maestro indiscusso di grandi artisti quali Afro, Mirko, Leoncillo, e lo stesso Guttuso ai suoi esordi si piega a mimarne lo stile brillante e suggestivo. L'etica esistenziale e civile a cui Corrado Cagli informa la sua attività artistica, l'esigenza della libera iniziativa artistica, lo portano alla definitiva rottura con l'ortodossia culturale ufficiale del regime fascista che si rivela nelle Vedute di Roma che fanno parte del ciclo esposto (ed in parte censurato) all'Esposizione Internazionale di Parigi del 1937. Il rientro in Italia, dopo la dura prova della parentesi bellica, che avviene per Corrado Cagli nel 1947 non è certo facile. Sulle pagine di Rinascita nel 1948 Roderigo di Castiglia (pseudomimo di Palmiro Togliatti) pubblica un articolo offensivo verso l'astrattismo in reazione alla mostra tenutasi a Bologna e alla quale avevano, tra gli altri preso parte anche: Afro, Birolli, Cagli, Greco, Mirko, Morlotti, Pizzinato, Treccani, Turcato, Vedova. Una polemica che, almeno sugli organi ufficiali, tende successivamente a rientrare. In questi anni Cagli rafforza la propria linea astratta che in qualche modo sembra conciliare le opposte fazioni che animano la scena: gli artisti di "Fronte", gli astrattisti e i realisti capeggiati da Guttuso. In questo senso Cagli si pone in linea, pragmatica e coerente, con la sua ricerca maturata durante l'esperienza bellica, anticipando in Italia la corrente informale e segnica degli anni Cinquanta lanciando quello che è considerato il padre della corrente stessa: Giuseppe Capogrossi. Crispolti pone una riflessione che riguarda l'esperienza informale di Cagli e soprattutto le "conseguenze non soltanto a Roma, ma relativamente alla stessa formazione del gestualismo spaziale e nucleare milanese". La serie dei "figli" in tal senso è lunga e fruttuosa da Vedova a Colla, da Dova a Crippa fino a giungere alle Impronte di Toti Scialoja dove il riscontro visivo con le antecedenti opere di Cagli è pregnante e diretta è la filiazione tecnica. Con la serie delle Tavolette Cagli sembra anticipare di nuovo il futuro ed in particolare le teorie di un'arte derivata proprio dalla chiave di lettura junghiana, dal pensiero filosofico e psicoanalitico. Ma l'attività di un Cagli instancabile non si ferma e segna da lì a poco anche un'altra importante ed innovativa tappa con la realizzazione di arazzi anche per la Sala delle Feste della nave ammiraglia della Marina Italiana "Leonardo da Vinci". Indubbiamente ha ragione Claudio Crescenti quando afferma: "mediante la forza delle idee e la passione della sperimentazione continua che accompagna [...] con coerenza l'intera opera di Cagli, fra figurazione, astrazione, pensiero teorico e operatività progettuale, il tutto unito da un filo sottile che fa di Cagli un deciso artista anticipatore". La mostra "Da Cagli a Cagli. Disegni di Corrado Cagli" sottolinea una parte di indubbio rilievo dell'attività di questo straordinario artista. Il disegno di Cagli, infatti, è una partitura, la strumentazione di un concerto grafico che va eseguito. L'organico di tutte le arti (e non solo dell'avversa pittura) gli dà sistema e corpo, naturalezza.In mostra sono esposti tra gli altri i preziosi disegni dell'Elogio della Pazzia di Erasmo.
07
febbraio 2004
Da Cagli a Cagli
Dal 07 febbraio al 07 marzo 2004
arte moderna e contemporanea
Location
MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO
Cagli, Piazza Matteotti, 1, (Pesaro E Urbino)
Cagli, Piazza Matteotti, 1, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì dalle ore 15:00 alle 18:00
sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 12:30 e dalle ore 15:00 alle ore 19:00