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Da Fattori a Casorati. Capolavori dalla Collezione Ojetti
Per la prima volta a distanza di quasi mezzo secolo, il Centro Matteucci riunisce i pezzi più preziosi e rappresentativi del corpus moderno – e dunque essenziale – della collezione.
Comunicato stampa
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Ojetti e gli artisti della sua prestigiosa collezione sono ospiti, dal 25 settembre al 28 novembre, della Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona.
Ospiti alla pari, visto che la Fondazione ha affiancato il Centro Matteucci per l'Arte Moderna di Viareggio nell'organizzazione della mostra appunto dedicata ai "Capolavori della Collezione Ojetti", che il Centro toscano ha nella recente stagione estiva proposto ed ospitato con notevole successo.
Alla pari anche perché la Fondazione, insieme alle opere appartenute a Ugo Ojetti, espone la propria straordinaria collezione d'arte, collezione che si riferisce, per la stragrande maggioranza, proprio ad artisti coevi a quelli attentamente raccolti dal noto critico-scrittore.
A cominciare da Pellizza, personalità che proprio nella vicina Volpedo ebbe i natali e che in questa Pinacoteca è documentato dal corpus più consistente presente in una raccolta pubblica. E con l'autore del Quarto Stato, molti altri con cui ha intrecciato vicende umane e artistiche: Plinio Nomellini, Angelo Morbelli, Giovanni Segantini, Carlo Fornara, Gaetano Previati. Accanto a alle opere dei protagonisti di un "altro" Ottocento, ovverosia Cesare Tallone, Cesare Maggi, Raffaello Gambogi, Eugenio Gignous, Leonardo Bistolfi e Baldassare Longoni figurano profeti ed epigoni del divisionismo, da Daniele Ranzoni a Paolo Troubetzkoy, Giacomo Balla, Umberto Boccioni
Questa importantissima raccolta, tutta da scoprire, che vanta, tra gli altri, testimonianze di straordinaria importanza quali Piazza Caricamento di Nomellini, Mi ricordo quand'ero fanciulla di Morbelli e Ultimi pascoli di Fornara, accoglierà i capolavori che Ojetti raccolse come frutto della passione di una vita e che, dopo molto tempo, in quest'occasione sono stati riuniti.
E' merito della curatrice Giovanna De Lorenzi, coadiuvata da Graziella Battaglia e Rossella Campana aver ricostruito i brani dispersi del pregevole complesso del responsabile, per circa un trentennio, delle pagine culturali del Corriere della Sera. Un'impresa ai limiti dell'impossibile, in ragione dell'impegno per ricostruire uno spaccato il più esaustivo e rappresentativo di quanto riunito nella magnifica villa Il Salviatino sui colli di Settignano.
Si è trattato di un emozionante viaggio a ritroso nel tentativo di reperire quanto collezionato molto oculatamente da Ojetti in decenni di ricerche e frequentazioni di artisti e galleristi. Già all'indomani della morte (1946), infatti, il suo patrimonio fu oggetto di una dispersione che si è completata con la cessione della villa, trasformata in albergo. Arredi, opere d'arte, ma anche il grande archivio, sono stati ceduti in momenti e ad acquirenti diversi, rendendo difficile qualsiasi recupero.
Le ricerche condotte in previsione della mostra hanno consentito di ridare, innanzitutto, forma a questo materiale (in gran parte inedito e inesplorato) e, anche grazie ad esso, risalire all'importante quadreria. Il lungo lavoro ha evidenziato come originari e fondanti - pitture, acquerelli, grafiche e scultura - risultino i cospicui nuclei dell'Ottocento e del primo Novecento e, in particolare, i Macchiaioli rappresentati da Fattori, Signorini, Abbati etc, ed i loro seguaci, documentati da Ghiglia a Puccini, a Nomellini a Lloyd. Infine i bronzi, i marmi e le terrecotte di Andreotti, Berti, Tofanari e Trentacoste.
In sostanza emerge un'esperienza collezionistica unica, non solo perché puntuale riflesso di quei principi di classicismo neo-tradizionalista alla base della disposizione criticai di Ojetti, ma soprattutto perché proiezione del suo rapporto elettivo con gli artisti, indice di un'alta e assolutamente nuova concezione della figura del critico.
Le opere rigorosamente selezionate offrono così l'opportunità per ricostruire l'autentica portata, le dinamiche e le implicazioni del ruolo di mecenate, di protettore, di guida teorica e committente di Ojetti anche attraverso l'attività pubblica. Ripercorrere da vicino la genesi e gli sviluppi di rapporti intensi anche se, spesso, assai controversi, come quelli con Ghiglia e Andreotti; tessere la rete articolata delle relazioni intrattenute con i colleghi giornalisti e critici, con galleristi, antiquari e collezionisti, per meglio valutarne la sua funzione di guida.
La mostra pone, dunque, all'attenzione e alla memoria storica una vicenda culturale e umana senza termini di paragone nel panorama del tempo, aggiungendo un contributo importante all'arte e al collezionismo italiano del primo Novecento. Ed è davvero apprezzabile che a proporla sia un Ente al di fuori dei grandi contesti istituzionali, qual è la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona che, nel volgere di pochi anni, dimostra così di avere ampiamente raggiunto, in modo egregio, l'obiettivo di realizzare una pinacoteca dal disegno storico artistico ben definito, in grado di offrire eventi di alta caratura culturale.
Ospiti alla pari, visto che la Fondazione ha affiancato il Centro Matteucci per l'Arte Moderna di Viareggio nell'organizzazione della mostra appunto dedicata ai "Capolavori della Collezione Ojetti", che il Centro toscano ha nella recente stagione estiva proposto ed ospitato con notevole successo.
Alla pari anche perché la Fondazione, insieme alle opere appartenute a Ugo Ojetti, espone la propria straordinaria collezione d'arte, collezione che si riferisce, per la stragrande maggioranza, proprio ad artisti coevi a quelli attentamente raccolti dal noto critico-scrittore.
A cominciare da Pellizza, personalità che proprio nella vicina Volpedo ebbe i natali e che in questa Pinacoteca è documentato dal corpus più consistente presente in una raccolta pubblica. E con l'autore del Quarto Stato, molti altri con cui ha intrecciato vicende umane e artistiche: Plinio Nomellini, Angelo Morbelli, Giovanni Segantini, Carlo Fornara, Gaetano Previati. Accanto a alle opere dei protagonisti di un "altro" Ottocento, ovverosia Cesare Tallone, Cesare Maggi, Raffaello Gambogi, Eugenio Gignous, Leonardo Bistolfi e Baldassare Longoni figurano profeti ed epigoni del divisionismo, da Daniele Ranzoni a Paolo Troubetzkoy, Giacomo Balla, Umberto Boccioni
Questa importantissima raccolta, tutta da scoprire, che vanta, tra gli altri, testimonianze di straordinaria importanza quali Piazza Caricamento di Nomellini, Mi ricordo quand'ero fanciulla di Morbelli e Ultimi pascoli di Fornara, accoglierà i capolavori che Ojetti raccolse come frutto della passione di una vita e che, dopo molto tempo, in quest'occasione sono stati riuniti.
E' merito della curatrice Giovanna De Lorenzi, coadiuvata da Graziella Battaglia e Rossella Campana aver ricostruito i brani dispersi del pregevole complesso del responsabile, per circa un trentennio, delle pagine culturali del Corriere della Sera. Un'impresa ai limiti dell'impossibile, in ragione dell'impegno per ricostruire uno spaccato il più esaustivo e rappresentativo di quanto riunito nella magnifica villa Il Salviatino sui colli di Settignano.
Si è trattato di un emozionante viaggio a ritroso nel tentativo di reperire quanto collezionato molto oculatamente da Ojetti in decenni di ricerche e frequentazioni di artisti e galleristi. Già all'indomani della morte (1946), infatti, il suo patrimonio fu oggetto di una dispersione che si è completata con la cessione della villa, trasformata in albergo. Arredi, opere d'arte, ma anche il grande archivio, sono stati ceduti in momenti e ad acquirenti diversi, rendendo difficile qualsiasi recupero.
Le ricerche condotte in previsione della mostra hanno consentito di ridare, innanzitutto, forma a questo materiale (in gran parte inedito e inesplorato) e, anche grazie ad esso, risalire all'importante quadreria. Il lungo lavoro ha evidenziato come originari e fondanti - pitture, acquerelli, grafiche e scultura - risultino i cospicui nuclei dell'Ottocento e del primo Novecento e, in particolare, i Macchiaioli rappresentati da Fattori, Signorini, Abbati etc, ed i loro seguaci, documentati da Ghiglia a Puccini, a Nomellini a Lloyd. Infine i bronzi, i marmi e le terrecotte di Andreotti, Berti, Tofanari e Trentacoste.
In sostanza emerge un'esperienza collezionistica unica, non solo perché puntuale riflesso di quei principi di classicismo neo-tradizionalista alla base della disposizione criticai di Ojetti, ma soprattutto perché proiezione del suo rapporto elettivo con gli artisti, indice di un'alta e assolutamente nuova concezione della figura del critico.
Le opere rigorosamente selezionate offrono così l'opportunità per ricostruire l'autentica portata, le dinamiche e le implicazioni del ruolo di mecenate, di protettore, di guida teorica e committente di Ojetti anche attraverso l'attività pubblica. Ripercorrere da vicino la genesi e gli sviluppi di rapporti intensi anche se, spesso, assai controversi, come quelli con Ghiglia e Andreotti; tessere la rete articolata delle relazioni intrattenute con i colleghi giornalisti e critici, con galleristi, antiquari e collezionisti, per meglio valutarne la sua funzione di guida.
La mostra pone, dunque, all'attenzione e alla memoria storica una vicenda culturale e umana senza termini di paragone nel panorama del tempo, aggiungendo un contributo importante all'arte e al collezionismo italiano del primo Novecento. Ed è davvero apprezzabile che a proporla sia un Ente al di fuori dei grandi contesti istituzionali, qual è la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona che, nel volgere di pochi anni, dimostra così di avere ampiamente raggiunto, in modo egregio, l'obiettivo di realizzare una pinacoteca dal disegno storico artistico ben definito, in grado di offrire eventi di alta caratura culturale.
24
settembre 2010
Da Fattori a Casorati. Capolavori dalla Collezione Ojetti
Dal 24 settembre al 28 novembre 2010
arte moderna
Location
FONDAZIONE CR TORTONA – PALAZZETTO MEDIOEVALE
Tortona, Via Leoniero, 6, (Alessandria)
Tortona, Via Leoniero, 6, (Alessandria)
Orario di apertura
da martedì a sabato 15.30-19.30; domenica 14.30-20.00; lunedì chiuso
Vernissage
24 Settembre 2010, ore 17.30
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore
Curatore