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Da “Marmo” al marmo 1962-1972
L’esposizione raccoglie in diverse sezioni, sculture in marmo, in bronzo, bozzetti ed una ricca documentazione fotografica, volti a ricordare il periodo fecondo dell’attività storica dell’azienda marmifera di Henraux.
Comunicato stampa
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Il 15 maggio l’Assessorato alla Cultura del Comune di Seravezza inaugura al Palazzo Mediceo la mostra “Da “Marmo” al marmo. 1962-1972”.
L’esposizione raccoglie in diverse sezioni, sculture in marmo, in bronzo, bozzetti ed una ricca documentazione fotografica, volti a ricordare il periodo fecondo dell’attività storica dell’azienda marmifera di Henraux.
L’azienda di Querceta si fece promotrice di un singolare e articolato progetto ideato dal direttore Erminio Cidonio, che volle creare presso i locali un grande centro internazionale per rivalutare e rilanciare il marmo nella creazione artistica.
A partire dal 1962, Erminio Cidonio, con la collaborazione di Giuseppe Marchiori e Bruno Alfieri, s’impegnò per fondare la rivista d’arte e d’architettura “Marmo” e per dar vita, presso l’azienda versiliese, ad un laboratorio di scultura nel quale potessero convergere i maggiori rappresentanti della ricerca plastica contemporanea. Giunsero nomi prestigiosi come Henry Moore, Jean Arp, Henri Georges Adam, Emile Gilloli, François Stahly, Alicia Penalba, Giò Pomodoro e Pietro Cascella.
L’iniziativa nasceva con l’obiettivo di per contribuire così alla crescita culturale, economica e sociale della comunità versiliese.
Descrizione
Dalla nascita della rivista “Marmo” nel 1962 per volontà di Erminio Cidonio, all’esposizione delle opere della straordinaria collezione Henraux tenuta a Ferrara nel 1972, la mostra rivela personaggi ed opere particolarmente significative di una felice stagione di ricerche e sperimentazioni artistiche.
A partire dal 1962, Erminio Cidonio, con la collaborazione di Giuseppe Marchiori e Bruno Alfieri, s’impegnò per fondare la rivista d’arte e d’architettura “Marmo” e per dar vita, presso l’azienda versiliese, ad un laboratorio di scultura nel quale potessero convergere i maggiori rappresentanti della ricerca plastica contemporanea. Nel giro di pochi anni arrivarono a Querceta artisti di prestigio internazionale come Henry Moore, Jean Arp, Henri Georges Adam, Emile Gilloli, François Stahly, Alicia Penalba, Giò Pomodoro e Pietro Cascella.
La rivista Marmo, distribuita a livello internazionale, si prefisse di divenire uno strumento di comunicazione tra artisti, architetti e critici d’arte, impegnati a promuovere una rielaborazione teorica per il rilancio del marmo non solo in campo artistico, ma anche nel settore architettonico e del design. La direzione dei primi tre numeri, pubblicati nel dicembre 1962, nel novembre 1963 e nel dicembre 1964, fu affidata all’editore Bruno Alfieri; il quarto, dato alle stampe nel dicembre del 1965, ed il quinto, pubblicato nel 1971, dopo un’interruzione di alcuni anni, furono diretti da Pier Carlo Santini.
Molti articoli furono dedicati agli scultori invitati a lavorare presso l’Henraux ed ai grandi progetti eseguiti nell’azienda versiliese, grazie al continuo supporto delle maestranze locali: alcuni modellatori della zona avevano, difatti, formato una cooperativa che lavorava nell’azienda appositamente per gli artisti.
Grande spazio venne inoltre riservato alla presentazione dei progetti architettonici ed all’illustrazione degli importanti interventi di restauro a cui l’Henraux collaborò nel corso degli anni sessanta. L’azienda aveva realizzato tutti gli arredi dell’Albergo Hilton di Roma, alla cui progettazione avevano preso parte gli architetti Franco Albini, Franca Helg, Ignazio Gardella e Melchiorre Bega. Da segnalare anche gli interventi di restauro per Palazzo Rosso a Genova (su progetto di Franco Albini); i restauri parziali per la basilica di San Pietro, del Palazzo del Quirinale e della Reggia di Caserta; e gli interventi per la ricostruzione dell’Abbazia di Montecassino, distrutta dalle bombe della seconda guerra mondiale.
Nella strategia del rilancio del marmo rivestirono indubbiamente una particolare rilevanza i tre seminari, organizzati da Giuseppe Marchiori e Bruno Alfieri, che si tennero presso l’Henraux nei mesi estivi del 1963,1964,1965, durante i quali vennero invitati giovani scultori che ebbero l’opportunità di confrontarsi con un materiale allora poco frequentato nella creazione artistica, lavorando accanto a grandi maestri e coadiuvati dagli artigiani versiliesi. Parteciparono alla prima edizione Paolo Icaro, Guido Pinzani, Marisa Mauri e Silverio Riva; alla seconda Beppe Marzot, Fumio Otani e Antoine Poncet; ed alla terza Juan Dries, Raspanti e Aldo Dezza.
Nel giro di un decennio la Società poté mettere insieme una prestigiosa collezione, che avrebbe dovuto essere sistemata in un “recinto” ideato da Isamu Noguchi nel giardino dell’azienda. Essa comprendeva opere di Jean Arp, Jean Mirò, Vantongerloo, Pablo Serrano, Pietro Cascella, Giò Pomodoro, Carmelo Cappello, Nino Cassani, Antoine Poncet, Maurice Lipsi, François Stahly, Emile Gilioli, James Ritchie, Rosalda Gilardi, Branko Ruzic, Giannetto Salotti, Alicia Penalba, Maria Papa, Alina Szapornikow, Giorgio Zennaro, Aldo Dezza, Jean Dries, Fumio Otani, Rapanti e Carlo Signori. La collezione fu esposta nel 1972 a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, definita in catalogo come “una raccolta di sculture fra le più interessanti e significative del nostro tempo”.
Sul finire degli anni Sessanta, e nel corso degli anni Settanta, alcuni artigiani, che avevano lavorato per il laboratorio di scultura dell’Henraux, aprirono dei laboratori nel territorio, dando seguito idealmente al progetto di Cidonio. Si ricordano, a tal proposito, i laboratori di Sauro Lorenzoni a Querceto, di Nilo Gianaccini e Giorgio Angeli a Seravezza, e di Sem Ghelardini a Pietrasanta.
A partire dalla metà degli anni sessanta, un cospicuo numero di artisti – coinvolti da Erminio Cidonio e Giuseppe Marchiori nel progetto dedicato alla Scultura Moderna – soggiornarono per lunghi periodi in Versilia. Nel corso degli anni Settanta, alcuni di essi aprirono studi nella zona ed allacciarono proficue collaborazioni con gli artigiani locali, favorendo, come puntualizza Anna Vittoria Laghi, “con la loro presenza e partecipazione la nascita di quel clima internazionale che ancora oggi a Pietrasanta si avverte”.
L’esposizione raccoglie in diverse sezioni, sculture in marmo, in bronzo, bozzetti ed una ricca documentazione fotografica, volti a ricordare il periodo fecondo dell’attività storica dell’azienda marmifera di Henraux.
L’azienda di Querceta si fece promotrice di un singolare e articolato progetto ideato dal direttore Erminio Cidonio, che volle creare presso i locali un grande centro internazionale per rivalutare e rilanciare il marmo nella creazione artistica.
A partire dal 1962, Erminio Cidonio, con la collaborazione di Giuseppe Marchiori e Bruno Alfieri, s’impegnò per fondare la rivista d’arte e d’architettura “Marmo” e per dar vita, presso l’azienda versiliese, ad un laboratorio di scultura nel quale potessero convergere i maggiori rappresentanti della ricerca plastica contemporanea. Giunsero nomi prestigiosi come Henry Moore, Jean Arp, Henri Georges Adam, Emile Gilloli, François Stahly, Alicia Penalba, Giò Pomodoro e Pietro Cascella.
L’iniziativa nasceva con l’obiettivo di per contribuire così alla crescita culturale, economica e sociale della comunità versiliese.
Descrizione
Dalla nascita della rivista “Marmo” nel 1962 per volontà di Erminio Cidonio, all’esposizione delle opere della straordinaria collezione Henraux tenuta a Ferrara nel 1972, la mostra rivela personaggi ed opere particolarmente significative di una felice stagione di ricerche e sperimentazioni artistiche.
A partire dal 1962, Erminio Cidonio, con la collaborazione di Giuseppe Marchiori e Bruno Alfieri, s’impegnò per fondare la rivista d’arte e d’architettura “Marmo” e per dar vita, presso l’azienda versiliese, ad un laboratorio di scultura nel quale potessero convergere i maggiori rappresentanti della ricerca plastica contemporanea. Nel giro di pochi anni arrivarono a Querceta artisti di prestigio internazionale come Henry Moore, Jean Arp, Henri Georges Adam, Emile Gilloli, François Stahly, Alicia Penalba, Giò Pomodoro e Pietro Cascella.
La rivista Marmo, distribuita a livello internazionale, si prefisse di divenire uno strumento di comunicazione tra artisti, architetti e critici d’arte, impegnati a promuovere una rielaborazione teorica per il rilancio del marmo non solo in campo artistico, ma anche nel settore architettonico e del design. La direzione dei primi tre numeri, pubblicati nel dicembre 1962, nel novembre 1963 e nel dicembre 1964, fu affidata all’editore Bruno Alfieri; il quarto, dato alle stampe nel dicembre del 1965, ed il quinto, pubblicato nel 1971, dopo un’interruzione di alcuni anni, furono diretti da Pier Carlo Santini.
Molti articoli furono dedicati agli scultori invitati a lavorare presso l’Henraux ed ai grandi progetti eseguiti nell’azienda versiliese, grazie al continuo supporto delle maestranze locali: alcuni modellatori della zona avevano, difatti, formato una cooperativa che lavorava nell’azienda appositamente per gli artisti.
Grande spazio venne inoltre riservato alla presentazione dei progetti architettonici ed all’illustrazione degli importanti interventi di restauro a cui l’Henraux collaborò nel corso degli anni sessanta. L’azienda aveva realizzato tutti gli arredi dell’Albergo Hilton di Roma, alla cui progettazione avevano preso parte gli architetti Franco Albini, Franca Helg, Ignazio Gardella e Melchiorre Bega. Da segnalare anche gli interventi di restauro per Palazzo Rosso a Genova (su progetto di Franco Albini); i restauri parziali per la basilica di San Pietro, del Palazzo del Quirinale e della Reggia di Caserta; e gli interventi per la ricostruzione dell’Abbazia di Montecassino, distrutta dalle bombe della seconda guerra mondiale.
Nella strategia del rilancio del marmo rivestirono indubbiamente una particolare rilevanza i tre seminari, organizzati da Giuseppe Marchiori e Bruno Alfieri, che si tennero presso l’Henraux nei mesi estivi del 1963,1964,1965, durante i quali vennero invitati giovani scultori che ebbero l’opportunità di confrontarsi con un materiale allora poco frequentato nella creazione artistica, lavorando accanto a grandi maestri e coadiuvati dagli artigiani versiliesi. Parteciparono alla prima edizione Paolo Icaro, Guido Pinzani, Marisa Mauri e Silverio Riva; alla seconda Beppe Marzot, Fumio Otani e Antoine Poncet; ed alla terza Juan Dries, Raspanti e Aldo Dezza.
Nel giro di un decennio la Società poté mettere insieme una prestigiosa collezione, che avrebbe dovuto essere sistemata in un “recinto” ideato da Isamu Noguchi nel giardino dell’azienda. Essa comprendeva opere di Jean Arp, Jean Mirò, Vantongerloo, Pablo Serrano, Pietro Cascella, Giò Pomodoro, Carmelo Cappello, Nino Cassani, Antoine Poncet, Maurice Lipsi, François Stahly, Emile Gilioli, James Ritchie, Rosalda Gilardi, Branko Ruzic, Giannetto Salotti, Alicia Penalba, Maria Papa, Alina Szapornikow, Giorgio Zennaro, Aldo Dezza, Jean Dries, Fumio Otani, Rapanti e Carlo Signori. La collezione fu esposta nel 1972 a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, definita in catalogo come “una raccolta di sculture fra le più interessanti e significative del nostro tempo”.
Sul finire degli anni Sessanta, e nel corso degli anni Settanta, alcuni artigiani, che avevano lavorato per il laboratorio di scultura dell’Henraux, aprirono dei laboratori nel territorio, dando seguito idealmente al progetto di Cidonio. Si ricordano, a tal proposito, i laboratori di Sauro Lorenzoni a Querceto, di Nilo Gianaccini e Giorgio Angeli a Seravezza, e di Sem Ghelardini a Pietrasanta.
A partire dalla metà degli anni sessanta, un cospicuo numero di artisti – coinvolti da Erminio Cidonio e Giuseppe Marchiori nel progetto dedicato alla Scultura Moderna – soggiornarono per lunghi periodi in Versilia. Nel corso degli anni Settanta, alcuni di essi aprirono studi nella zona ed allacciarono proficue collaborazioni con gli artigiani locali, favorendo, come puntualizza Anna Vittoria Laghi, “con la loro presenza e partecipazione la nascita di quel clima internazionale che ancora oggi a Pietrasanta si avverte”.
15
maggio 2004
Da “Marmo” al marmo 1962-1972
Dal 15 maggio al 04 luglio 2004
arti decorative e industriali
Location
PALAZZO MEDICEO
Seravezza, viale A. Amadei, (Lucca)
Seravezza, viale A. Amadei, (Lucca)
Biglietti
Euro 5 (ridotto Euro 3) include visita al Museo
Orario di apertura
15-19,30 (chiusa lunedì)