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Da Maurizio Nobile a Victim Design
ardite contaminazioni, antichi arredi o manufatti del XVII o XVIII secolo, affiancati a realizzazioni di artisti contemporanei
Comunicato stampa
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Da Maurizio Nobile a Victim Design è il titolo della mostra che si terrà a Bologna dal 19 Ottobre al 5 Novembre 2006 e che interpreta una concezione veramente innovativa nell’ambito dei percorsi espositivi che hanno già caratterizzato sia la Galleria Antiquaria di Maurizio Nobile, via Santo Stefano 19/A sia la Galleria Victim Design di Alice Busà, via Santo Stefano 23/A.
L’idea della mostra è quella di comprendere le due gallerie d’arte, praticamente attigue nella centrale Via Santo Stefano, in un unico percorso espositivo dove i due galleristi affrontano con coraggio il divertissement di poter cogliere nello stesso istante, con ardite contaminazioni, antichi arredi o manufatti del XVII o XVIII secolo, affiancati a realizzazioni di artisti contemporanei.
Il visitatore curioso sarà stimolato a ritrovare il fil rouge che lega la fantasia decorativa e la perizia dell’intaglio espressa dalla poltrona Luigi XV à la reine parigina, icona della raffinatezza e del lusso dei saloni di rappresentanza dei grandi palazzi dell’era rococò, con l’opera “Tutti designers” (Edizioni meta Menphis, 1989) di Michelangelo Pistoletto, classe 1933, artista di fama internazionale insignito del Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 2003, che così sintetizza il suo pensiero: “L'arte vive al pieno la sua autonomia e la sua essenza quando ricerca una centralità rispetto al mondo e una capacità di re-inventare creativamente un rapporto sempre nuovo con esso”.
E sul filo dei rapporti creativi ecco il mirabile busto seicentesco di Alessandro Magno, simbolo del trionfo del mondo occidentale su quello orientale, offrire tutto il suo carisma, dall’alto di un imponente tavolo in ciliegio con piano marmoreo realizzato a Lucca alla metà del XIX secolo, illuminato dalla fascinosa lampada “Suhra” di Roberto Lazzaroni, allo spettatore accomodato sulla sedia “W<” (1996) di Marc Newson, uno dei più influenti designer di questa generazione, australiano di origine e londinese di adozione, le cui opere sono presenti al MOMA di New York, al Design Museum di Londra e al Centro Pompidou di Parigi per citare solo i più importanti.
Come porsi, inoltre, spettatori contemporanei seduti sul fusto di petrolio, metronomo dell’economia mondiale, riusato per la poltrona “Alidone” (Metamobile Simon 1974) di Giulietto Cacciari, bolognese, classe 1943, “pubblicitario” per vocazione, afflitto da una inguaribile carica di entusiasmo professionale, che trasmette con particolare sensibilità in tutte le espressioni del suo lavoro, di fronte alla suggestione e ricchezza compositiva del grande olio su tela “Natura morta con frutti” di Michelangelo Pace detto Michelangelo di Campidoglio (Roma 1610-1670), specialista del genere nell’opulenta Roma barocca, seguace del grande Cerquozzi, ed interprete del pathos espresso dai tralci d’uva o dalle zucche magistralmente delineate non più come presenze ideali ma reali e naturali testimoni stilistici della Natura.
Tuffiamoci poi nella preziosa doratura e nel raffinato cesello di Pierre-Philippe Thomire (Parigi 1751-1843), massimo interprete dell’aulico Impero napoleonico, realizzatore della coppia di vasi bronzei, analoghi ad una coppia conservata al Louvre, che sfidano con la loro austera presenza, l’icona della contemporanea bellezza di Marilyn Monroe, il cui viso “lacerato” orna la credenza “Marilyn” (1999) di Mimmo Rotella, recentemente scomparso, divenuto celebre per i suoi “décollages” ottenuti con sovrapposizioni di manifesti strappati dai muri, che ci hanno insegnato a guardare la città come un luogo di creatività collettiva. La stessa matrice “informale” del gesto casuale che pone protagoniste le immagini dei massmedia è la base della Pop Art, che annulla la differenza tra arte “alta” e “bassa” dove il quotidiano sostituisce l’epica, qui rappresentata dal quadro “Vroosh” di Alfonso Frasnedi (1965), poliedrico artista bolognese che ha attraversato le differenti correnti pittoriche degli ultimi cinquant’anni.
Per la prima volta, in Italia, il mondo esclusivo dell’antiquariato si affaccia sulla produzione pittorica e industriale della fine del XX secolo, senza arrogante protagonismo, ma con il rispetto che merita ogni realizzazione artistica sia essa del passato o del presente. Solo così, si può affrontare, con spirito scevro da preconcetti e pregiudizi, il percorso espositivo che ci suggeriscono i due galleristi permettendo agli appassionati di antiquariato di conoscere importanti opere del nostro tempo e avvicinando il pubblico richiamato dalle invenzioni artistiche contemporanee di poter cogliere i loro pezzi preferiti in un contesto d’altra epoca, solleticando la fantasia e apprezzando come la forza dell’idea progettuale sia sempre il trait d’union che lega ogni processo creativo al successo della sua realizzazione, indipendentemente dall’epoca di appartenenza, rinnovando la concezione estetica del “diritto alla bellezza”.
L’idea della mostra è quella di comprendere le due gallerie d’arte, praticamente attigue nella centrale Via Santo Stefano, in un unico percorso espositivo dove i due galleristi affrontano con coraggio il divertissement di poter cogliere nello stesso istante, con ardite contaminazioni, antichi arredi o manufatti del XVII o XVIII secolo, affiancati a realizzazioni di artisti contemporanei.
Il visitatore curioso sarà stimolato a ritrovare il fil rouge che lega la fantasia decorativa e la perizia dell’intaglio espressa dalla poltrona Luigi XV à la reine parigina, icona della raffinatezza e del lusso dei saloni di rappresentanza dei grandi palazzi dell’era rococò, con l’opera “Tutti designers” (Edizioni meta Menphis, 1989) di Michelangelo Pistoletto, classe 1933, artista di fama internazionale insignito del Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 2003, che così sintetizza il suo pensiero: “L'arte vive al pieno la sua autonomia e la sua essenza quando ricerca una centralità rispetto al mondo e una capacità di re-inventare creativamente un rapporto sempre nuovo con esso”.
E sul filo dei rapporti creativi ecco il mirabile busto seicentesco di Alessandro Magno, simbolo del trionfo del mondo occidentale su quello orientale, offrire tutto il suo carisma, dall’alto di un imponente tavolo in ciliegio con piano marmoreo realizzato a Lucca alla metà del XIX secolo, illuminato dalla fascinosa lampada “Suhra” di Roberto Lazzaroni, allo spettatore accomodato sulla sedia “W<” (1996) di Marc Newson, uno dei più influenti designer di questa generazione, australiano di origine e londinese di adozione, le cui opere sono presenti al MOMA di New York, al Design Museum di Londra e al Centro Pompidou di Parigi per citare solo i più importanti.
Come porsi, inoltre, spettatori contemporanei seduti sul fusto di petrolio, metronomo dell’economia mondiale, riusato per la poltrona “Alidone” (Metamobile Simon 1974) di Giulietto Cacciari, bolognese, classe 1943, “pubblicitario” per vocazione, afflitto da una inguaribile carica di entusiasmo professionale, che trasmette con particolare sensibilità in tutte le espressioni del suo lavoro, di fronte alla suggestione e ricchezza compositiva del grande olio su tela “Natura morta con frutti” di Michelangelo Pace detto Michelangelo di Campidoglio (Roma 1610-1670), specialista del genere nell’opulenta Roma barocca, seguace del grande Cerquozzi, ed interprete del pathos espresso dai tralci d’uva o dalle zucche magistralmente delineate non più come presenze ideali ma reali e naturali testimoni stilistici della Natura.
Tuffiamoci poi nella preziosa doratura e nel raffinato cesello di Pierre-Philippe Thomire (Parigi 1751-1843), massimo interprete dell’aulico Impero napoleonico, realizzatore della coppia di vasi bronzei, analoghi ad una coppia conservata al Louvre, che sfidano con la loro austera presenza, l’icona della contemporanea bellezza di Marilyn Monroe, il cui viso “lacerato” orna la credenza “Marilyn” (1999) di Mimmo Rotella, recentemente scomparso, divenuto celebre per i suoi “décollages” ottenuti con sovrapposizioni di manifesti strappati dai muri, che ci hanno insegnato a guardare la città come un luogo di creatività collettiva. La stessa matrice “informale” del gesto casuale che pone protagoniste le immagini dei massmedia è la base della Pop Art, che annulla la differenza tra arte “alta” e “bassa” dove il quotidiano sostituisce l’epica, qui rappresentata dal quadro “Vroosh” di Alfonso Frasnedi (1965), poliedrico artista bolognese che ha attraversato le differenti correnti pittoriche degli ultimi cinquant’anni.
Per la prima volta, in Italia, il mondo esclusivo dell’antiquariato si affaccia sulla produzione pittorica e industriale della fine del XX secolo, senza arrogante protagonismo, ma con il rispetto che merita ogni realizzazione artistica sia essa del passato o del presente. Solo così, si può affrontare, con spirito scevro da preconcetti e pregiudizi, il percorso espositivo che ci suggeriscono i due galleristi permettendo agli appassionati di antiquariato di conoscere importanti opere del nostro tempo e avvicinando il pubblico richiamato dalle invenzioni artistiche contemporanee di poter cogliere i loro pezzi preferiti in un contesto d’altra epoca, solleticando la fantasia e apprezzando come la forza dell’idea progettuale sia sempre il trait d’union che lega ogni processo creativo al successo della sua realizzazione, indipendentemente dall’epoca di appartenenza, rinnovando la concezione estetica del “diritto alla bellezza”.
19
ottobre 2006
Da Maurizio Nobile a Victim Design
Dal 19 ottobre al 05 novembre 2006
arte antica
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arte contemporanea
arti decorative e industriali
Location
GALLERIA ANTIQUARIA MAURIZIO NOBILE
Bologna, Via Santo Stefano, 19/A, (Bologna)
Bologna, Via Santo Stefano, 19/A, (Bologna)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 10.00-13.00 e 16.00-20.00
Vernissage
19 Ottobre 2006, ore 18
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore