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Da un mare all’altro
La galleria Ismi Arte Contemporanea di Viareggio ha voluto rendere omaggio al tema della CONDIVISIONE , scegliendo il mare come l’ ambiente esperienziale per eccellenza condiviso e il suggestivo Palazzo Palmieri di Trani
Comunicato stampa
Segnala l'evento
da una riva all'altra
sull'onda della medesima speranza
Solo contemplandolo, il mare, è possibile trattenere in uno sguardo
l'incommensurabile vastità dell'universo. È questa l'immagine che ci
restituisce Guastamacchia, quando agli oceani ruba il riflesso del cielo
e di quello riempie entusiasta la tela, travolgendone ogni angolo, senza
lasciarne un solo scampolo al vuoto – così del resto fa la vita, che si
insinua in ogni anfratto colmandolo della sua sinfonia inesausta.
Arabeschi sinuosi, campiture sterminate e cromie iridescenti rendono
omaggio ad ogni inclinazione del sole sull'azzurro irrequieto del mare:
come se il pittore potesse aver intinto i suoi ampi pennelli in
tavolozze disseminate di tutte le tonalità dell'immenso.
Le onde scompaiono ma tornano ogni volta a lambire i nostri piedi –
esempio superbo di ostinazione alla vita. Divorate dai propri demoni,
dalla punta del lieve pennello di Biagi prendono forma anime solitarie e
meditabonde. Si spingono dinanzi al mare, meta inevitabile di ogni
vagabondare che sia in realtà pellegrinaggio in cerca di risposte,
facendo leva sugli ultimi rimasugli di energia: alle sue grandezze
ineffabili indirizzano un'ultima, accorata preghiera. Più ancora del
cielo, troppo distante dal nostro intimo tormento per significare
speranza che rigenera e non effimera illusione, può il mare - prodigo
dispensatore di conforto. Nel tempo di un sospiro sulle sue rive è
possibile cogliere una vibrazione inconfondibile – pennellate eteree e
delicate si avvicendano, pochi e tenui i colori, impalpabile la resa
finale. Le sagome sono indefinite, appena accennati i tratti dei volti,
eppure emerge di ogni anima l'essenza autentica, in ritratti che
rinunciano al superfluo in funzione di ciò che solo conta. L'abbraccio
del mare, riparo materno, custodisce le lacrime di chiunque ad esso si
rivolga. Serba il tesoro di tutto il dolore del mondo, e al suo cospetto
si ridimensiona il giogo di qualsiasi dramma – persino di quello che
talvolta ci pare il più terribile, il nostro.
Il mare è insegnamento inequivocabile di comunione e fratellanza.
Scivolano silenziosi fra le sue sconfinate distese banchi ordinati di
minuscole acciughe: come se solo insieme riuscissero a gestire il terrore
di quegli spazi infiniti, l'oscurità insondabile dei suoi più reconditi
abissi, moltiplicando nel gruppo l'insufficiente coraggio di ognuna –
così uguali fra loro, eserciti scintillanti di piccoli pesci spiccano
nel letto candido ed elegante della tela di Lazzeri. Ci ricordano quanto
il nostro destino sia comune a quello di ogni altra esistenza, metafora
di un'uguaglianza che il nostro bieco indivualismo detesta ma che è
invece fonte impareggiabile di coraggio. Siamo tutti in balìa di correnti
imprevedibili, alle prese col medesimo avvincente dramma di vivere – più
che qualche irrisoria variazione di forma, a dire l'unicità di ciascuno
è la direzione che si sceglie di dare al proprio percorso.
Il mare sceglie di restituirci, condividendolo ancora una volta, ciò che
la nostra incuria colpevole là ha gettato, condannandolo all'oblio
dell'inutile. Cassanelli raccoglie quel che le onde depositano sulla
spiaggia e lo reinterpreta: facendo così suo, del mare, un messaggio che
è di rinascita, vita nuova. Dei detriti consumati dal salmastro cosparge
i suoi acrilici vivaci, spartiti della frizzante melodia del cosmo.
sull'onda della medesima speranza
Solo contemplandolo, il mare, è possibile trattenere in uno sguardo
l'incommensurabile vastità dell'universo. È questa l'immagine che ci
restituisce Guastamacchia, quando agli oceani ruba il riflesso del cielo
e di quello riempie entusiasta la tela, travolgendone ogni angolo, senza
lasciarne un solo scampolo al vuoto – così del resto fa la vita, che si
insinua in ogni anfratto colmandolo della sua sinfonia inesausta.
Arabeschi sinuosi, campiture sterminate e cromie iridescenti rendono
omaggio ad ogni inclinazione del sole sull'azzurro irrequieto del mare:
come se il pittore potesse aver intinto i suoi ampi pennelli in
tavolozze disseminate di tutte le tonalità dell'immenso.
Le onde scompaiono ma tornano ogni volta a lambire i nostri piedi –
esempio superbo di ostinazione alla vita. Divorate dai propri demoni,
dalla punta del lieve pennello di Biagi prendono forma anime solitarie e
meditabonde. Si spingono dinanzi al mare, meta inevitabile di ogni
vagabondare che sia in realtà pellegrinaggio in cerca di risposte,
facendo leva sugli ultimi rimasugli di energia: alle sue grandezze
ineffabili indirizzano un'ultima, accorata preghiera. Più ancora del
cielo, troppo distante dal nostro intimo tormento per significare
speranza che rigenera e non effimera illusione, può il mare - prodigo
dispensatore di conforto. Nel tempo di un sospiro sulle sue rive è
possibile cogliere una vibrazione inconfondibile – pennellate eteree e
delicate si avvicendano, pochi e tenui i colori, impalpabile la resa
finale. Le sagome sono indefinite, appena accennati i tratti dei volti,
eppure emerge di ogni anima l'essenza autentica, in ritratti che
rinunciano al superfluo in funzione di ciò che solo conta. L'abbraccio
del mare, riparo materno, custodisce le lacrime di chiunque ad esso si
rivolga. Serba il tesoro di tutto il dolore del mondo, e al suo cospetto
si ridimensiona il giogo di qualsiasi dramma – persino di quello che
talvolta ci pare il più terribile, il nostro.
Il mare è insegnamento inequivocabile di comunione e fratellanza.
Scivolano silenziosi fra le sue sconfinate distese banchi ordinati di
minuscole acciughe: come se solo insieme riuscissero a gestire il terrore
di quegli spazi infiniti, l'oscurità insondabile dei suoi più reconditi
abissi, moltiplicando nel gruppo l'insufficiente coraggio di ognuna –
così uguali fra loro, eserciti scintillanti di piccoli pesci spiccano
nel letto candido ed elegante della tela di Lazzeri. Ci ricordano quanto
il nostro destino sia comune a quello di ogni altra esistenza, metafora
di un'uguaglianza che il nostro bieco indivualismo detesta ma che è
invece fonte impareggiabile di coraggio. Siamo tutti in balìa di correnti
imprevedibili, alle prese col medesimo avvincente dramma di vivere – più
che qualche irrisoria variazione di forma, a dire l'unicità di ciascuno
è la direzione che si sceglie di dare al proprio percorso.
Il mare sceglie di restituirci, condividendolo ancora una volta, ciò che
la nostra incuria colpevole là ha gettato, condannandolo all'oblio
dell'inutile. Cassanelli raccoglie quel che le onde depositano sulla
spiaggia e lo reinterpreta: facendo così suo, del mare, un messaggio che
è di rinascita, vita nuova. Dei detriti consumati dal salmastro cosparge
i suoi acrilici vivaci, spartiti della frizzante melodia del cosmo.
18
settembre 2016
Da un mare all’altro
Dal 18 al 25 settembre 2016
arte contemporanea
Location
ISMI ARTE CONTEMPORANEA
Viareggio, Piazza Massimo D'azeglio, 22, (Lucca)
Viareggio, Piazza Massimo D'azeglio, 22, (Lucca)
Orario di apertura
da domenica a sabato ore 10-13 e 15-23
Vernissage
18 Settembre 2016, ore 19.00
Autore
Curatore