Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Dafne Tafuri – Una scultura. Memorie di un grande marmo. Committenza, progetto, esecuzione. E nuove configurazioni.
Dafne Tafuri propone un doppio percorso, rivolto da un lato alla “memoria”, la storia di una grande opera in marmo, riletta nel suo iter creativo attraverso fotografie e documenti, e dall’altro alla possibilità di un nuovo operare con piccoli disegni e incursioni nel suo privatissimo mondo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si apre venerdì 21 novembre presso la galleria Embrice Arti e Mestiere una mostra di Dafne Tafuri.
Quarantenne, romana, protagonista di sconfinamenti tra i diversi campi della scultura della scenografia e dell’illustrazione, Dafne Tafuri propone in quest’occasione un doppio percorso, rivolto da un lato alla “memoria”: la storia di una grande opera in marmo, riletta nel suo iter creativo attraverso fotografie e documenti, e dall’altro alla possibilità di un nuovo operare con piccoli disegni e rarefatte incursioni nel suo privatissimo mondo. Insomma, I rapporti più armoniosi e i rapporti più dissonanti: dalla levigatezza e ieraticità del marmo (già collocato in una collezione privata nella cittadina di Taino, in provincia di Varese) ad aerei appunti fatti di alternanze tra veloci scorrimenti filiformi e più spessi grumi di colore rappreso, rigore geometrico e virtuosismi di forme in incubazione.
Senonché, sottolinea Francesco Moschini, quegli appunti “hanno il sapore di chiarimenti a se stessa piuttosto che il velleitario proposito di darsi come prefigurazioni di possibili opere” e il grande marmo, nei suoi due elementi incastonati tra loro, esprime una tensione, un vero e proprio corpo a corpo tra forma e materia, leggerezza e pesantezza, firmitas e precarietà, che è ricerca di una fisica interiorità.
A legare i due aspetti di questa esposizione che ha un sapore di laboratorio, una ricercata arcaicità e una appena stemperata primordialità. “Sono consapevole di una certa inattualità dell’opera,” scrive l’autrice. “Questa inattualità,” prosegue, “nasce ed è imprescindibile dall’indagine del nostro presente e nel presente deve essere verificata.” “Inattualità come unica condizione possibile verso l’altrove,” aggiunge Francesco Moschini, “rispetto al disordine, allo scompiglio urlato del presente.”
Costante tensione sembrano indicare le opere visibili in questa occasione espositiva nello spazio di Embrice. I rapporti più armoniosi – si accomunano così, nella poesia in prosa di Amelia Rosselli scelta da Dafne Tafuri per chiosare questo suo intervento espositivo, - alle piccole sgraffignature in quell’unico sicuro scialle.
Quarantenne, romana, protagonista di sconfinamenti tra i diversi campi della scultura della scenografia e dell’illustrazione, Dafne Tafuri propone in quest’occasione un doppio percorso, rivolto da un lato alla “memoria”: la storia di una grande opera in marmo, riletta nel suo iter creativo attraverso fotografie e documenti, e dall’altro alla possibilità di un nuovo operare con piccoli disegni e rarefatte incursioni nel suo privatissimo mondo. Insomma, I rapporti più armoniosi e i rapporti più dissonanti: dalla levigatezza e ieraticità del marmo (già collocato in una collezione privata nella cittadina di Taino, in provincia di Varese) ad aerei appunti fatti di alternanze tra veloci scorrimenti filiformi e più spessi grumi di colore rappreso, rigore geometrico e virtuosismi di forme in incubazione.
Senonché, sottolinea Francesco Moschini, quegli appunti “hanno il sapore di chiarimenti a se stessa piuttosto che il velleitario proposito di darsi come prefigurazioni di possibili opere” e il grande marmo, nei suoi due elementi incastonati tra loro, esprime una tensione, un vero e proprio corpo a corpo tra forma e materia, leggerezza e pesantezza, firmitas e precarietà, che è ricerca di una fisica interiorità.
A legare i due aspetti di questa esposizione che ha un sapore di laboratorio, una ricercata arcaicità e una appena stemperata primordialità. “Sono consapevole di una certa inattualità dell’opera,” scrive l’autrice. “Questa inattualità,” prosegue, “nasce ed è imprescindibile dall’indagine del nostro presente e nel presente deve essere verificata.” “Inattualità come unica condizione possibile verso l’altrove,” aggiunge Francesco Moschini, “rispetto al disordine, allo scompiglio urlato del presente.”
Costante tensione sembrano indicare le opere visibili in questa occasione espositiva nello spazio di Embrice. I rapporti più armoniosi – si accomunano così, nella poesia in prosa di Amelia Rosselli scelta da Dafne Tafuri per chiosare questo suo intervento espositivo, - alle piccole sgraffignature in quell’unico sicuro scialle.
21
novembre 2008
Dafne Tafuri – Una scultura. Memorie di un grande marmo. Committenza, progetto, esecuzione. E nuove configurazioni.
Dal 21 novembre al 03 dicembre 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA EMBRICE
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì al sabato ore 18 - 20
Vernissage
21 Novembre 2008, ore 18.00
Autore
Curatore