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Dal Parmigianino al Tiepolo: 100 disegni italiani della Biblioteca dell’Accademia di Romania a Bucarest
La passione per l’arte italiana, in particolare per i disegni, ha fatto sì che una collezione di più di quattrocento fogli di maestri italiani si trovino, dal 1969, in proprietà della Biblioteca dell’Accademia di Romania a Bucarest.
Comunicato stampa
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La passione per l’arte italiana, in particolare per i disegni, ha fatto sì che una collezione di più di quattrocento fogli di maestri italiani si trovino, dal 1969, in proprietà della Biblioteca dell’Accademia di Romania a Bucarest.
Essi provengono quasi tutti dal legato testamentario dell’accademico rumeno George Oprescu (1881 – 1969). L’Oprescu, grande personalità della cultura rumena, si appassionò all’arte rumena e dell’Europa occidentale: tra il 1923 e il 1930, in seno alla Società delle Nazioni a Ginevra, era entrato in contatto con grandi personalità come Albert Einstein, Marie Curie, Henri Bergson, Paul Langevin, divenendo in particolare amico del grande storico dell’arte francese Henri Focillon; quest’ultimo, grazie a Oprescu, divenne un ammiratore di artisti rumeni contemporanei come Grigorescu, Andreescu e Brancusi.
Oprescu, a sua volta, oltre che appassionarsi all’arte rumena contemporanea della quale formò un’imponente collezione anch’essa lasciata all’Accademia di Romania, si dedicò al collezionismo di dipinti e disegni antichi: questi ultimi li trovò nei suoi viaggi a Parigi presso la nota casa antiquaria di libri Prouté, e a Londra, da un libraio di New Oxford Street. Ciò spiega la provenienza di molti dei fogli da famose collezioni inglesi e francesi come quelle di Peter Lely, Sir Joshua Reynolds, i Richardson padre e figlio, Lord Spencer, il conte di Caylus, il marchese di Vasselot e molti altri ancora.
I disegni italiani, come si è detto, costituiscono la grande maggioranza della collezione: infatti alcuni di essi, e non tra i meno importanti, si trovavano tra i non molti disegni delle scuole francese e olandese.
La collezione, anche se parzialmente vista in anni passati da alcuni specialisti del disegno italiano (Philippe Pouncey, Pierre Rosenberg, Charles Thiem, Françoise Viatte, Anthony Blunt) non era mai stata studiata sistematicamente: solo un disegno, quello del fiorentino Carlo Dolci, era stato pubblicato da CharlesThiem nel 1977.
Questo disegno compare fra i cento fogli prescelti per la mostra che si terrà a Palazzo Pitti, in Sala Bianca, dal 2 aprile al 24 luglio 2005. Una scelta che vuole dare ragione della qualità e dell’interesse di un complesso di opere che copre, praticamente, la produzione grafica di tutte le scuole italiane dal XVI al XVIII secolo (i disegni del XIX secolo, che non mancano nella collezione, non sono particolarmente significativi).
Le novità attributive, rispetto a quelle fornite dall’Oprescu, sono molte, e vanno da disegni, spesso in rapporto a progetti poi eseguiti dagli artisti, di Baldassarre Peruzzi e Perin del Vaga all’importante studio per la Madonna della rosa di Dresda del Parmigianino; di Baccio Bandinelli, del Vasari e della sua cerchia (Jacopo Zucchi, Giovanni Battista Naldini) a quelli dei fiorentini più tardi, come l’Empoli, il Poccetti, il Vignali, il Dolci, e il Volterrano. La scuola napoletana è rappresentata da Salvator Rosa, Luca Giordano, Francesco Solimena, mentre quella romana di epoca tardo barocca è rappresentata dallo spettacolare studio di Carlo Maratta per palazzo Altieri a Roma.
Per gli emiliani, che sono un folto gruppo, primeggiano i fogli – oltre a quello del Parmigianino già ricordato- di Jacopo Bertoja, di Ludovico Carracci, del Guercino e dei Gandolfi. Di scuola lombarda troviamo un importante disegno del Morazzone per un dipinto ancora esistente, e fogli del Procaccini, del Moncalvo, del Fiammenghino, fino al bel disegno a tempere colorate del Bazzani. Non potevano mancare i veneziani, con fogli di Giovanni Antonio Pellegrini, Giovanni Battista Tiepolo e alcune vedute di Giacomo Guardi.
Una panoramica, dunque, vasta e articolata, che dimostra, ancora una volta, la varietà delle tematiche e delle tecniche prescelte dai vari artisti: la penna e l’inchiostro acquerellato, la sanguigna, i pastelli, le tempere, a dimostrazione di una qualità grafica nella quale gli artisti italiani raggiunsero un’eccellenza insuperata e da sempre ammirata.
La mostra è promossa da: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero per gli Affari Esteri, Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino, Galleria Palatina, Accademia di Romania di Bucarest, oltre che dall’Union Latine (Parigi) e da Firenze Musei con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e la sponsorizzazione delle Assicurazioni Generali di Trieste.
Della collezione è stato pubblicato un catalogo generale, che ne studia e illustra tutti i quattrocentotrenta disegni, a cura di Marco Chiarini e Catalina Macovei, per le edizioni del Centro Di di Firenze sotto l’egida dell’Union Latine di Parigi e dell’Accademia di Romania a Bucarest e con il sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Da esso deriva una guida alla mostra, con la scelta dei cento disegni schedati e riprodotti che sono esposti a Palazzo Pitti.
Essi provengono quasi tutti dal legato testamentario dell’accademico rumeno George Oprescu (1881 – 1969). L’Oprescu, grande personalità della cultura rumena, si appassionò all’arte rumena e dell’Europa occidentale: tra il 1923 e il 1930, in seno alla Società delle Nazioni a Ginevra, era entrato in contatto con grandi personalità come Albert Einstein, Marie Curie, Henri Bergson, Paul Langevin, divenendo in particolare amico del grande storico dell’arte francese Henri Focillon; quest’ultimo, grazie a Oprescu, divenne un ammiratore di artisti rumeni contemporanei come Grigorescu, Andreescu e Brancusi.
Oprescu, a sua volta, oltre che appassionarsi all’arte rumena contemporanea della quale formò un’imponente collezione anch’essa lasciata all’Accademia di Romania, si dedicò al collezionismo di dipinti e disegni antichi: questi ultimi li trovò nei suoi viaggi a Parigi presso la nota casa antiquaria di libri Prouté, e a Londra, da un libraio di New Oxford Street. Ciò spiega la provenienza di molti dei fogli da famose collezioni inglesi e francesi come quelle di Peter Lely, Sir Joshua Reynolds, i Richardson padre e figlio, Lord Spencer, il conte di Caylus, il marchese di Vasselot e molti altri ancora.
I disegni italiani, come si è detto, costituiscono la grande maggioranza della collezione: infatti alcuni di essi, e non tra i meno importanti, si trovavano tra i non molti disegni delle scuole francese e olandese.
La collezione, anche se parzialmente vista in anni passati da alcuni specialisti del disegno italiano (Philippe Pouncey, Pierre Rosenberg, Charles Thiem, Françoise Viatte, Anthony Blunt) non era mai stata studiata sistematicamente: solo un disegno, quello del fiorentino Carlo Dolci, era stato pubblicato da CharlesThiem nel 1977.
Questo disegno compare fra i cento fogli prescelti per la mostra che si terrà a Palazzo Pitti, in Sala Bianca, dal 2 aprile al 24 luglio 2005. Una scelta che vuole dare ragione della qualità e dell’interesse di un complesso di opere che copre, praticamente, la produzione grafica di tutte le scuole italiane dal XVI al XVIII secolo (i disegni del XIX secolo, che non mancano nella collezione, non sono particolarmente significativi).
Le novità attributive, rispetto a quelle fornite dall’Oprescu, sono molte, e vanno da disegni, spesso in rapporto a progetti poi eseguiti dagli artisti, di Baldassarre Peruzzi e Perin del Vaga all’importante studio per la Madonna della rosa di Dresda del Parmigianino; di Baccio Bandinelli, del Vasari e della sua cerchia (Jacopo Zucchi, Giovanni Battista Naldini) a quelli dei fiorentini più tardi, come l’Empoli, il Poccetti, il Vignali, il Dolci, e il Volterrano. La scuola napoletana è rappresentata da Salvator Rosa, Luca Giordano, Francesco Solimena, mentre quella romana di epoca tardo barocca è rappresentata dallo spettacolare studio di Carlo Maratta per palazzo Altieri a Roma.
Per gli emiliani, che sono un folto gruppo, primeggiano i fogli – oltre a quello del Parmigianino già ricordato- di Jacopo Bertoja, di Ludovico Carracci, del Guercino e dei Gandolfi. Di scuola lombarda troviamo un importante disegno del Morazzone per un dipinto ancora esistente, e fogli del Procaccini, del Moncalvo, del Fiammenghino, fino al bel disegno a tempere colorate del Bazzani. Non potevano mancare i veneziani, con fogli di Giovanni Antonio Pellegrini, Giovanni Battista Tiepolo e alcune vedute di Giacomo Guardi.
Una panoramica, dunque, vasta e articolata, che dimostra, ancora una volta, la varietà delle tematiche e delle tecniche prescelte dai vari artisti: la penna e l’inchiostro acquerellato, la sanguigna, i pastelli, le tempere, a dimostrazione di una qualità grafica nella quale gli artisti italiani raggiunsero un’eccellenza insuperata e da sempre ammirata.
La mostra è promossa da: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero per gli Affari Esteri, Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino, Galleria Palatina, Accademia di Romania di Bucarest, oltre che dall’Union Latine (Parigi) e da Firenze Musei con il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e la sponsorizzazione delle Assicurazioni Generali di Trieste.
Della collezione è stato pubblicato un catalogo generale, che ne studia e illustra tutti i quattrocentotrenta disegni, a cura di Marco Chiarini e Catalina Macovei, per le edizioni del Centro Di di Firenze sotto l’egida dell’Union Latine di Parigi e dell’Accademia di Romania a Bucarest e con il sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. Da esso deriva una guida alla mostra, con la scelta dei cento disegni schedati e riprodotti che sono esposti a Palazzo Pitti.
02
aprile 2005
Dal Parmigianino al Tiepolo: 100 disegni italiani della Biblioteca dell’Accademia di Romania a Bucarest
Dal 02 aprile al 24 giugno 2005
arte antica
Location
PALAZZO PITTI
Firenze, Piazza Dei Pitti, (Firenze)
Firenze, Piazza Dei Pitti, (Firenze)
Biglietti
intero € 8,50 (comprensivo dell’ingresso alla Galleria Palatina);
ridotto €. 4,25 per i cittadini della Comunità Europea tra i 18 e i 25 anni;
gratuito per i cittadini della Comunità Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni
Orario di apertura
martedì - domenica 8.15 - 18.50. La biglietteria chiude quarantacinque minuti prima del museo. Chiuso il lunedì e il 1 maggio
Vernissage
2 Aprile 2005, ore 18
Ufficio stampa
CAMILLA SPERANZA
Curatore