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Dalì
La rassegna offre un ritratto a tutto tondo di uno degli artisti più originali del Novecento, pittore, scultore, fotografo, poeta, scenografo, tutti talenti espressi con originalità ed eccentricità, e cerca anche di mettere in luce le relazioni creative di Dalí con altri artisti contemporanei, come Marcel Duchamp ed Antoni Gaudi.
Comunicato stampa
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I TEMI DELLA MOSTRA
Dalì è un artista controverso, probabilmente l’artista più noto e popolare del XX secolo e al tempo stesso quello trattato spesso con leggero distacco da critici e storici dell’arte, per l’aura venale con la quale ha voluto rivestire la sua immagine, che portò Breton ad anagrammarne il nome in “Avida Dollars”.
Dali stesso contribuì a creare una specie di dicotomia tra i due periodi della sua produzione, uno precedente ai suoi anni americani e uno successivo.
Questo spartiacque coincise con la sua espulsione dal movimento surrealista e con la pubblicazione della sua Vita Segreta.
Ma questo “secondo periodo” che va dal momento in cui Dalì si recò in esilio negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale al 23 gennaio 1989, quando Salvador Dalì passò a miglior vita, fu un periodo di circa quarant’anni, che tradotti in termini artistici sono circa metà della sua carriera e nei quali a ben guardare egli non ruppe in maniera così palese con il suo stile precedente.
La retrospettiva ufficiale, organizzata in occasione del centenario della nascita, si propone di fare il punto su tutta l’opera di Salvador Dalì, analizzando e valutando il suo percorso artistico dalle origini all’ultimo periodo, essenzialmente analizzando l’opera pittorica, tanto di grande formato quanto di formato minuto, ma con incursioni anche entro le altre attività di Dalì, che fu certamente non solo un pittore, ma anche uno scultore e uno scrittore, un incisore e un regista cinematografico, un inventore di oggetti e uno scenografo, ed esplorando inoltre il suo metodo paranoico-critico, con il quale si staccò dall’automatismo caro all’ortodossia surrealista, e affrontò temi pregnanti della esistenza umana quali la mente dell’uomo e la struttura fisica dell’universo, i quanti e la teoria della relatività, unendo in questo suo intento anche i temi cari alla religione cristiana, che vennero da lui reinterpretati e tradotti nel suo tanto singolare lessico artistico.
Emerge dalla mostra l’immagine coniata da Georges Mathieu, che definì Salvador Dalì “più importante come genio cosmico che come pittore”.
DAWN ADES
Dawn Ades è stata durante gli ultimi vent’anni curatrice di alcune tra le maggiori mostre d’arte tanto in Inghilterra come nel resto del mondo. E ne ha scritto e curato i cataloghi, talvolta collaborando con altri autori.
Ricordiamo:
Dada and Surrealism Reviewed Arts Council of Great Britain, 1978;
Art in Latin America: The Modern Era 1820-1980 Hayward Gallery, London 1989;
Salvador Dali: The early years Hayward Gallery 1994;
Fetishism, South Bank Touring Exhibition 1994
Art and Power Hayward Gallery, London 1995;
Salvador Dali at the Tate Galley in Liverpool, October 1998;
Francis Bacon and Dada and Surrealism at the Sao Paulo Biennal, October 1998.
Attualmente è Direttricedel Centre for Studies of Surrealism and its Legacies, fondato dal Arts and Humanities Research Board dell’Università di Essex. Il Centro unisce l’Università of Essex l’University di Manchester in partnership con la Tate Gallery di London che custodisce una delle principali collezioni mondiali di arte Dada e Surrealista.
Artisti e studiosi di una gamma piuttosto ampia di discipline che vanno dalla sturia dell’arte e del cinema alla storia della letteratura, a quella della filosofia o dell’antropologia frequentano ogni anno la vastissima gamma di iniziative culturali che il Centro ospita ed organizza. Tra queste iniziative sono da menzionare le annuali International Conferences organizzate in collaborazione con la Edward James Foundation.
MONTSE AGUER TEIXIDOR
Comissaria dell Anno Dalí 2004
Direttrice del Centro di Studi Daliniani della Fondazione Gala-Salvador Dalí
Curatrice o co-curatrice delle mostre
“El siglo de Dalí”,
“The Universe of Salvador Dalí”
“Salvador Dalí, imágenes invisibles”
“Salvador Dalí. Álbum de familia”
“The Dream of Venus”.
“Dalí. A Genius of the XX Century”, Taipei i Shanghai ,
“Dalí och fantasins kraft” (Dalí and the Force of Imagination) Nordiska Akvarellmuseet di Svezia
“Del mundo de la representación y Salvador Dalí”, Castillo Gala Dalí.
“Salvador Dalí Dream of Venus”,
“Dalí y Gaudí. La revolución del sentimiento de la originalidad”,
“Las ferias, Dalí y la Unió”,
“Dalí y Cadaqués. Luz, color y vida”,
“Salvador Dalí, singularidad y mito” Atenas,
“Dalí grafista”
“Salvador Dalí, un creador ligado a su tiempo” Santander.
“Dalí y la Cultura de masas”
“Dalí”.
Coordinatrice di
“Salvador Dalí: The Early Years”, Hayward Gallery London, Metropolitan Museum of Art, New York, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, Palau Robert, Barcelona.
“Dalí. Architecture”, Barcelona.
Pubblicazioni (più recenti):
“Salvador Dalí y París: lugar de encuentros” in Españoles en París: Blanchard, Dalí, Gargallo, González, Gris, Miró, Picasso, Fundación Marcelino Botín de Santander
“La importancia del coche en la obra de Salvador Dalí: El automóvil vestido”
“Dalí y Gaudí. La revolución del sentimiento de la originalidad”,
“Dalí y Cadaqués. Luz, color y vida”
“Pitxot”.
“Salvador Dalí, singularidad y mito”, catalogo della mostra.
Introduzione ai cataloghi:
“Cadaqués, escenario de Antoni Pitxot”,
“Dalí grafista”,
“Dalí. Un creador ligado a su tiempo”
“Dalí. El triángulo del Ampurdán”.
In occasione dell’Anno Dalí 2004, fino ad aggi ha pubblicato “Cuando Dalí se sintió Quijote” in Magazine di La Vanguardia, ha scritto un saggio che è stato pubblicato insieme a quello di Martí de Riquer nella edizione di lusso del Quijote con illustrazioni di Dalí, e la edizione critica e il corrispondente prologo al secondo volume dell’opera completa di Salvador Dalí.
“La incondicionalitat surrealista de Dalí, a debat” L’Avenç, 2004.
OSCAR TUSQUETS BLANCA
Architetto per formazione, disegnatore per adattamento, pittore per vocazione e scrittore per desiderio di farsi degli amici, Oscar Tusquets Blanca è il prototipo dell’artista integrale che la specializzazione del mondo moderno ha portato alla progressiva estinzione.
Nato a Barcellona nel 1941, si diplomò architetto nel 1965 alla Scuola Tecnica Superiore di Architettura di Barcellona. Alcune delle sue opere più importanti degli ultimi anni sono: Ampliamento e ristrutturazione del Palau de la Música a Barcellona; Padiglione Tusquets nel Parco de la Villette, Parigi; Complesso Residenziale a Fukuoka (Giappone); Auditorium Alfredo Kraus a Las Palmas; Complesso sportivo Daoiz y Velarde a Madrid, e l’hotel Barcellona Princess a Barcellona. Al momento lavora al rifacimento di alcune sale espositive del museo di Arti Decorative, al Louvre a Parigi; a un nuovo quartiere a Vilanova (Barcellona); all’hotel Miramar a Barcellona.
In relazione all’opera di Dalì ha realizzato in precedenza i seguenti progetti
Monumento a Salvador Dalí. Figueres, Girona (2002)
Sala Dalí.Joya nel Teatro-Museo Dalí. Figueres, Girona (2001)
Mostra Dalí. Arquitectura. La Pedrera. Barcelona (1996)
Mostra Dalí. Los años jóvenes. Palau Robert. Barcelona (1995)
Mostra Dalí. El pan. Teatro-Museo Dalí. Figueres, Girona (1993)
Sala Mae West en el Teatro-Museo Dalí. Figueres, Girona (1975). In collaborazione con Salvador Dalí.
Socio fondatore di Bd Ediciones de Diseño, ebbe qui i suoi inizi come disegnatore di mobili ed oggetti, attività che gli è valso il premio Nazionale del Disegno e l’esposizione di alcuni suoi pezzi in musei importanti come il Moma di New York o il George Pompidou de Parigi.
Oltre a numerosi premi d’architettura e disegno, per la sua carriera professionale ha conseguito la Medaglia d’Oro al Merito in Belle Arti, la nomina a Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettre y la Croce di San Giorgio.
Nel 1994 si riveló come saggista con Más que discutible [Più che discutibile]; nel 1998 ha pubblicato Todo es comparable [Tutto può essere paragonato] e nel 2000 Dios lo ve [Dio vede]. Recentemente ha pubblicato Dalí y otros amigos [Dalì e i suoi amici] e Ana [Anna
L’ALLESTIMENTO
Oscar Tusquets Blanca, architetto.
Fin dall’inizio insieme con i responsabili di Palazzo Grassi ho avuto la consapevolezza che l’allestimento di una mostra antologica su Salvador Dalì presentava un dilemma difficile da risolvere:
Dovevamo trattare l’artista come un “classico”, come avremmo fatto ad esempio con il suo tanto ammirato Vermeer e disporre i quadri semplicemente nella sequenza più ortodossa possibile? O dovevamo tentare di riprodurre in mostra qualcosa del suo sorprendente surrealismo, qualcosa della magia del suo anticonvenzionale museo di Figueres?
Forte dell’amicizia e delle sporadiche collaborazioni che ebbi con lui per un periodo di circa quindici anni mi sono azzardato a scegliere una via che, suppongo, sarebbe piaciuta al Maestro. So bene che questo è un metodo molto pericoloso e discutibile, ma è quello che mi è sembrato migliore.
Non abbiamo potuto conoscere personalmente Vermeer e ci risulta molto difficile immaginare come gli sarebbe piaciuto vedere esposti i suoi lavori, invece qualcuno di noi ha avuto il privilegio di conoscere Dalì personalmente, lo abbiamo visto allestire con cura il suo museo impiegandoci alcuni anni, sappiamo ciò che gli piaceva e ciò che lo faceva inorridire.
A Dalì sarebbe piaciuto moltissimo vedere la sua opera esposta in un classico palazzo veneziano sul Canal Grande, luogo che tanto ammirava e che gli suscitava tanti ricordi. Per questo motivo l’allestimento rispetta al massimo l’architettura dell’edificio. Non è stata oscurata quasi nessuna finestra: quelle finestre dalle quali si vede il Campo ed il Canale... e ci sentiamo in un palazzo veneziano. Allo stesso modo credo che il nostro dialogo con gli interventi operati a suo tempo d all’architetto Aulenti sia stato molto discreto.
Dalì sarebbe stato oltremodo soddisfatto dell’attenzione che è stata data dalla selezione di Dawn Ades alle opere dell’epoca a cui la critica progressista dà minore importanza: l’epoca postsurrealista (anche se lui sosteneva di non aver mai abbandonato il surrealismo: “le surrealisme c’est moi” ). Per questo motivo, facendoci forti del fatto che le grandi opere della maturità trovano uno spazio a loro più adatto nel primo piano nobile, abbiamo creato un percorso approssimativamente cronologico, ma in senso inverso, cominciando dalla sua ultima opera e terminando con gli anni dell’infanzia. Dalì sarebbe stato affascinato da questa insolita lettura al contrario, da questa sorta di analisi psicanalitica della sua complessa personalità.
Senza alcun dubbio Dalì mi avrebbe incoraggiato a realizzare nel cortile, nel centro nevralgico della mostra, una reinterpretazione tridimensionale di uno dei suoi quadri esposti. Già lo avevamo fatto a suo tempo con il viso di Mae West, e l’esperienza fu appassionante, ci divertimmo tantissimo e creammo una delle più note sale del Museo.
Per una serie di motivi non potevamo appoggiarci al pavimento del cortile e la nostra scultura doveva rimanere sospesa in aria, quindi:
che cosa c’è di più daliniano che far volare un’enorme melagrana, un pesce con la bocca aperta e due fierissime tigri sopra gli indifesi visitatori?
LE CIFRE DELLA MOSTRA
Con oltre 200 opere Palazzo Grassi fa il punto in retrospettiva dell’opera di Salvador Dalì nel centenario della nascita.
Le opere provengono da circa 130 tra fra musei, collezioni private e istituzioni culturali di 15 paesi: Belgio, Brasile, Canada, Città del Vaticano, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Israele, Italia, Messico, Olanda, Spagna, Stati Uniti, Svizzera.
L’opera che giunge da più lontano proviene dal Giappone, mentre quella che deve viaggiare meno deve solo attraversare il Canal Grande, perchè proviene dalla Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia.
Sono una ventina le sezioni nelle quali si articola la mostra che che ha una scansione cronologica e tematica al tempo stesso.
Per quanto riguarda le singole opere, con i suoi quasi 5 metri di lunghezza l’opera The Dream of Venus, realizzata nel 1933 dall’artista, è la più grande in mostra. Si tratta di un olio su tela su masonite conservata all’Hiroshima Prefectural Art Museum, in Giappone.
L’opera più piccola tra quelle esposte è invece foto di AnnaMaria Dalì in costume da bagno, dell’estate 1927, che ha dimensioni poco più grandi di una foto tessera.
Le opere comprono gaussianamente la curva della produzione daliniana, con una coda nel 1917, data cui risale la Veduta di Cadaques dal Monte Pani, un olio su tela che viene dal museo di Saint Petersburg, e la coda finale nel 1983 con The Shallow’s tail, un olio su tela che proviene dalla collezione della Fondazione Gala-Salvador Dalì di Figueres.
La mostra si estende lungo tutte le trentasei sale di Palazzo Grassi. Nel complesso la superficie espositiva è di circa quattromila metri quadrati.
CATALOGO BOMPIANI
DALÌ
a cura di Dawn Ades
Salvador Dalì è forse il più conosciuto pittore del ventesimo secolo.
La retrospettiva organizzata da Palazzo Grassi in occasione del centenario della nascita del poliedrico artista catalano, ha dato a Bompiani arte la possibilità di dedicargli un esaustivo e completo catalogo.
Dalì non è stato certamente solo un pittore. Fu anche uno scultore e un cineasta, uno scrittore e uno scenografo, si interessò approfonditamente di psicanalisi tanto quanto delle più nuove scoperte nel campo della fisica e della chimica.
La mostra ufficiale del centenario, organizzata da Palazzo Grassi in collaborazione con lo stato spagnolo darà testimonianza di tutti questi aspetti che saranno testimoniati nel catalogo con dovizia di illustrazioni. La collaborazione di Dawn Ades, docente di teoria e storia dell’arte all’Università di Essex e di Montse Aguer Direttrice del centro studi daliniani di Figueras nella stesura dei testi ha reso il volume un opera di riferimento fondamentale per i prossimi studi sull’artista catalano.
Appare nel catalogo anche una biografia cronologica aggiornata, destinata a sgomberare il campo il campo su alcune incertezze che fino ad ora rimanevano nel mondo della critica più esperta su alcuni punti della vita dell’artista.
Corredano le schede del catalogo esaustive voci di un dizionario daliniano che approfondisce tematiche legate alla creazione artistica di Dalì e agli eventi storici e culturali che hanno fatto da contorno alla sua vita.
Con 250.000 parole distribuite su 608 pagine e circa 650 illustrazioni a colori il volume agile e maneggevole raccoglie la sintesi dei più aggiornati studi sull’artista catalano.
Dalì è un artista controverso, probabilmente l’artista più noto e popolare del XX secolo e al tempo stesso quello trattato spesso con leggero distacco da critici e storici dell’arte, per l’aura venale con la quale ha voluto rivestire la sua immagine, che portò Breton ad anagrammarne il nome in “Avida Dollars”.
Dali stesso contribuì a creare una specie di dicotomia tra i due periodi della sua produzione, uno precedente ai suoi anni americani e uno successivo.
Questo spartiacque coincise con la sua espulsione dal movimento surrealista e con la pubblicazione della sua Vita Segreta.
Ma questo “secondo periodo” che va dal momento in cui Dalì si recò in esilio negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale al 23 gennaio 1989, quando Salvador Dalì passò a miglior vita, fu un periodo di circa quarant’anni, che tradotti in termini artistici sono circa metà della sua carriera e nei quali a ben guardare egli non ruppe in maniera così palese con il suo stile precedente.
La retrospettiva ufficiale, organizzata in occasione del centenario della nascita, si propone di fare il punto su tutta l’opera di Salvador Dalì, analizzando e valutando il suo percorso artistico dalle origini all’ultimo periodo, essenzialmente analizzando l’opera pittorica, tanto di grande formato quanto di formato minuto, ma con incursioni anche entro le altre attività di Dalì, che fu certamente non solo un pittore, ma anche uno scultore e uno scrittore, un incisore e un regista cinematografico, un inventore di oggetti e uno scenografo, ed esplorando inoltre il suo metodo paranoico-critico, con il quale si staccò dall’automatismo caro all’ortodossia surrealista, e affrontò temi pregnanti della esistenza umana quali la mente dell’uomo e la struttura fisica dell’universo, i quanti e la teoria della relatività, unendo in questo suo intento anche i temi cari alla religione cristiana, che vennero da lui reinterpretati e tradotti nel suo tanto singolare lessico artistico.
Emerge dalla mostra l’immagine coniata da Georges Mathieu, che definì Salvador Dalì “più importante come genio cosmico che come pittore”.
DAWN ADES
Dawn Ades è stata durante gli ultimi vent’anni curatrice di alcune tra le maggiori mostre d’arte tanto in Inghilterra come nel resto del mondo. E ne ha scritto e curato i cataloghi, talvolta collaborando con altri autori.
Ricordiamo:
Dada and Surrealism Reviewed Arts Council of Great Britain, 1978;
Art in Latin America: The Modern Era 1820-1980 Hayward Gallery, London 1989;
Salvador Dali: The early years Hayward Gallery 1994;
Fetishism, South Bank Touring Exhibition 1994
Art and Power Hayward Gallery, London 1995;
Salvador Dali at the Tate Galley in Liverpool, October 1998;
Francis Bacon and Dada and Surrealism at the Sao Paulo Biennal, October 1998.
Attualmente è Direttricedel Centre for Studies of Surrealism and its Legacies, fondato dal Arts and Humanities Research Board dell’Università di Essex. Il Centro unisce l’Università of Essex l’University di Manchester in partnership con la Tate Gallery di London che custodisce una delle principali collezioni mondiali di arte Dada e Surrealista.
Artisti e studiosi di una gamma piuttosto ampia di discipline che vanno dalla sturia dell’arte e del cinema alla storia della letteratura, a quella della filosofia o dell’antropologia frequentano ogni anno la vastissima gamma di iniziative culturali che il Centro ospita ed organizza. Tra queste iniziative sono da menzionare le annuali International Conferences organizzate in collaborazione con la Edward James Foundation.
MONTSE AGUER TEIXIDOR
Comissaria dell Anno Dalí 2004
Direttrice del Centro di Studi Daliniani della Fondazione Gala-Salvador Dalí
Curatrice o co-curatrice delle mostre
“El siglo de Dalí”,
“The Universe of Salvador Dalí”
“Salvador Dalí, imágenes invisibles”
“Salvador Dalí. Álbum de familia”
“The Dream of Venus”.
“Dalí. A Genius of the XX Century”, Taipei i Shanghai ,
“Dalí och fantasins kraft” (Dalí and the Force of Imagination) Nordiska Akvarellmuseet di Svezia
“Del mundo de la representación y Salvador Dalí”, Castillo Gala Dalí.
“Salvador Dalí Dream of Venus”,
“Dalí y Gaudí. La revolución del sentimiento de la originalidad”,
“Las ferias, Dalí y la Unió”,
“Dalí y Cadaqués. Luz, color y vida”,
“Salvador Dalí, singularidad y mito” Atenas,
“Dalí grafista”
“Salvador Dalí, un creador ligado a su tiempo” Santander.
“Dalí y la Cultura de masas”
“Dalí”.
Coordinatrice di
“Salvador Dalí: The Early Years”, Hayward Gallery London, Metropolitan Museum of Art, New York, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, Palau Robert, Barcelona.
“Dalí. Architecture”, Barcelona.
Pubblicazioni (più recenti):
“Salvador Dalí y París: lugar de encuentros” in Españoles en París: Blanchard, Dalí, Gargallo, González, Gris, Miró, Picasso, Fundación Marcelino Botín de Santander
“La importancia del coche en la obra de Salvador Dalí: El automóvil vestido”
“Dalí y Gaudí. La revolución del sentimiento de la originalidad”,
“Dalí y Cadaqués. Luz, color y vida”
“Pitxot”.
“Salvador Dalí, singularidad y mito”, catalogo della mostra.
Introduzione ai cataloghi:
“Cadaqués, escenario de Antoni Pitxot”,
“Dalí grafista”,
“Dalí. Un creador ligado a su tiempo”
“Dalí. El triángulo del Ampurdán”.
In occasione dell’Anno Dalí 2004, fino ad aggi ha pubblicato “Cuando Dalí se sintió Quijote” in Magazine di La Vanguardia, ha scritto un saggio che è stato pubblicato insieme a quello di Martí de Riquer nella edizione di lusso del Quijote con illustrazioni di Dalí, e la edizione critica e il corrispondente prologo al secondo volume dell’opera completa di Salvador Dalí.
“La incondicionalitat surrealista de Dalí, a debat” L’Avenç, 2004.
OSCAR TUSQUETS BLANCA
Architetto per formazione, disegnatore per adattamento, pittore per vocazione e scrittore per desiderio di farsi degli amici, Oscar Tusquets Blanca è il prototipo dell’artista integrale che la specializzazione del mondo moderno ha portato alla progressiva estinzione.
Nato a Barcellona nel 1941, si diplomò architetto nel 1965 alla Scuola Tecnica Superiore di Architettura di Barcellona. Alcune delle sue opere più importanti degli ultimi anni sono: Ampliamento e ristrutturazione del Palau de la Música a Barcellona; Padiglione Tusquets nel Parco de la Villette, Parigi; Complesso Residenziale a Fukuoka (Giappone); Auditorium Alfredo Kraus a Las Palmas; Complesso sportivo Daoiz y Velarde a Madrid, e l’hotel Barcellona Princess a Barcellona. Al momento lavora al rifacimento di alcune sale espositive del museo di Arti Decorative, al Louvre a Parigi; a un nuovo quartiere a Vilanova (Barcellona); all’hotel Miramar a Barcellona.
In relazione all’opera di Dalì ha realizzato in precedenza i seguenti progetti
Monumento a Salvador Dalí. Figueres, Girona (2002)
Sala Dalí.Joya nel Teatro-Museo Dalí. Figueres, Girona (2001)
Mostra Dalí. Arquitectura. La Pedrera. Barcelona (1996)
Mostra Dalí. Los años jóvenes. Palau Robert. Barcelona (1995)
Mostra Dalí. El pan. Teatro-Museo Dalí. Figueres, Girona (1993)
Sala Mae West en el Teatro-Museo Dalí. Figueres, Girona (1975). In collaborazione con Salvador Dalí.
Socio fondatore di Bd Ediciones de Diseño, ebbe qui i suoi inizi come disegnatore di mobili ed oggetti, attività che gli è valso il premio Nazionale del Disegno e l’esposizione di alcuni suoi pezzi in musei importanti come il Moma di New York o il George Pompidou de Parigi.
Oltre a numerosi premi d’architettura e disegno, per la sua carriera professionale ha conseguito la Medaglia d’Oro al Merito in Belle Arti, la nomina a Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettre y la Croce di San Giorgio.
Nel 1994 si riveló come saggista con Más que discutible [Più che discutibile]; nel 1998 ha pubblicato Todo es comparable [Tutto può essere paragonato] e nel 2000 Dios lo ve [Dio vede]. Recentemente ha pubblicato Dalí y otros amigos [Dalì e i suoi amici] e Ana [Anna
L’ALLESTIMENTO
Oscar Tusquets Blanca, architetto.
Fin dall’inizio insieme con i responsabili di Palazzo Grassi ho avuto la consapevolezza che l’allestimento di una mostra antologica su Salvador Dalì presentava un dilemma difficile da risolvere:
Dovevamo trattare l’artista come un “classico”, come avremmo fatto ad esempio con il suo tanto ammirato Vermeer e disporre i quadri semplicemente nella sequenza più ortodossa possibile? O dovevamo tentare di riprodurre in mostra qualcosa del suo sorprendente surrealismo, qualcosa della magia del suo anticonvenzionale museo di Figueres?
Forte dell’amicizia e delle sporadiche collaborazioni che ebbi con lui per un periodo di circa quindici anni mi sono azzardato a scegliere una via che, suppongo, sarebbe piaciuta al Maestro. So bene che questo è un metodo molto pericoloso e discutibile, ma è quello che mi è sembrato migliore.
Non abbiamo potuto conoscere personalmente Vermeer e ci risulta molto difficile immaginare come gli sarebbe piaciuto vedere esposti i suoi lavori, invece qualcuno di noi ha avuto il privilegio di conoscere Dalì personalmente, lo abbiamo visto allestire con cura il suo museo impiegandoci alcuni anni, sappiamo ciò che gli piaceva e ciò che lo faceva inorridire.
A Dalì sarebbe piaciuto moltissimo vedere la sua opera esposta in un classico palazzo veneziano sul Canal Grande, luogo che tanto ammirava e che gli suscitava tanti ricordi. Per questo motivo l’allestimento rispetta al massimo l’architettura dell’edificio. Non è stata oscurata quasi nessuna finestra: quelle finestre dalle quali si vede il Campo ed il Canale... e ci sentiamo in un palazzo veneziano. Allo stesso modo credo che il nostro dialogo con gli interventi operati a suo tempo d all’architetto Aulenti sia stato molto discreto.
Dalì sarebbe stato oltremodo soddisfatto dell’attenzione che è stata data dalla selezione di Dawn Ades alle opere dell’epoca a cui la critica progressista dà minore importanza: l’epoca postsurrealista (anche se lui sosteneva di non aver mai abbandonato il surrealismo: “le surrealisme c’est moi” ). Per questo motivo, facendoci forti del fatto che le grandi opere della maturità trovano uno spazio a loro più adatto nel primo piano nobile, abbiamo creato un percorso approssimativamente cronologico, ma in senso inverso, cominciando dalla sua ultima opera e terminando con gli anni dell’infanzia. Dalì sarebbe stato affascinato da questa insolita lettura al contrario, da questa sorta di analisi psicanalitica della sua complessa personalità.
Senza alcun dubbio Dalì mi avrebbe incoraggiato a realizzare nel cortile, nel centro nevralgico della mostra, una reinterpretazione tridimensionale di uno dei suoi quadri esposti. Già lo avevamo fatto a suo tempo con il viso di Mae West, e l’esperienza fu appassionante, ci divertimmo tantissimo e creammo una delle più note sale del Museo.
Per una serie di motivi non potevamo appoggiarci al pavimento del cortile e la nostra scultura doveva rimanere sospesa in aria, quindi:
che cosa c’è di più daliniano che far volare un’enorme melagrana, un pesce con la bocca aperta e due fierissime tigri sopra gli indifesi visitatori?
LE CIFRE DELLA MOSTRA
Con oltre 200 opere Palazzo Grassi fa il punto in retrospettiva dell’opera di Salvador Dalì nel centenario della nascita.
Le opere provengono da circa 130 tra fra musei, collezioni private e istituzioni culturali di 15 paesi: Belgio, Brasile, Canada, Città del Vaticano, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Israele, Italia, Messico, Olanda, Spagna, Stati Uniti, Svizzera.
L’opera che giunge da più lontano proviene dal Giappone, mentre quella che deve viaggiare meno deve solo attraversare il Canal Grande, perchè proviene dalla Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia.
Sono una ventina le sezioni nelle quali si articola la mostra che che ha una scansione cronologica e tematica al tempo stesso.
Per quanto riguarda le singole opere, con i suoi quasi 5 metri di lunghezza l’opera The Dream of Venus, realizzata nel 1933 dall’artista, è la più grande in mostra. Si tratta di un olio su tela su masonite conservata all’Hiroshima Prefectural Art Museum, in Giappone.
L’opera più piccola tra quelle esposte è invece foto di AnnaMaria Dalì in costume da bagno, dell’estate 1927, che ha dimensioni poco più grandi di una foto tessera.
Le opere comprono gaussianamente la curva della produzione daliniana, con una coda nel 1917, data cui risale la Veduta di Cadaques dal Monte Pani, un olio su tela che viene dal museo di Saint Petersburg, e la coda finale nel 1983 con The Shallow’s tail, un olio su tela che proviene dalla collezione della Fondazione Gala-Salvador Dalì di Figueres.
La mostra si estende lungo tutte le trentasei sale di Palazzo Grassi. Nel complesso la superficie espositiva è di circa quattromila metri quadrati.
CATALOGO BOMPIANI
DALÌ
a cura di Dawn Ades
Salvador Dalì è forse il più conosciuto pittore del ventesimo secolo.
La retrospettiva organizzata da Palazzo Grassi in occasione del centenario della nascita del poliedrico artista catalano, ha dato a Bompiani arte la possibilità di dedicargli un esaustivo e completo catalogo.
Dalì non è stato certamente solo un pittore. Fu anche uno scultore e un cineasta, uno scrittore e uno scenografo, si interessò approfonditamente di psicanalisi tanto quanto delle più nuove scoperte nel campo della fisica e della chimica.
La mostra ufficiale del centenario, organizzata da Palazzo Grassi in collaborazione con lo stato spagnolo darà testimonianza di tutti questi aspetti che saranno testimoniati nel catalogo con dovizia di illustrazioni. La collaborazione di Dawn Ades, docente di teoria e storia dell’arte all’Università di Essex e di Montse Aguer Direttrice del centro studi daliniani di Figueras nella stesura dei testi ha reso il volume un opera di riferimento fondamentale per i prossimi studi sull’artista catalano.
Appare nel catalogo anche una biografia cronologica aggiornata, destinata a sgomberare il campo il campo su alcune incertezze che fino ad ora rimanevano nel mondo della critica più esperta su alcuni punti della vita dell’artista.
Corredano le schede del catalogo esaustive voci di un dizionario daliniano che approfondisce tematiche legate alla creazione artistica di Dalì e agli eventi storici e culturali che hanno fatto da contorno alla sua vita.
Con 250.000 parole distribuite su 608 pagine e circa 650 illustrazioni a colori il volume agile e maneggevole raccoglie la sintesi dei più aggiornati studi sull’artista catalano.
11
settembre 2004
Dalì
Dall'undici settembre 2004 al 16 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
PALAZZO GRASSI
Venezia, San Samuele, 3231, (Venezia)
Venezia, San Samuele, 3231, (Venezia)
Biglietti
intero – € 10. ridotto – € 7,50
Orario di apertura
tutti i giorni, esclusi 24, 25 e 31 dicembre 2004 e 1 gennaio 2005, dalle ore 10 alle ore 19. L’accesso al palazzo è consentito fino alle ore 18, ora in cui si chiude la biglietteria
Vernissage
11 Settembre 2004, su invito
Curatore