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Dalla Laguna vacanza romana
Mostra collettiva varie tematiche dal sacro all’umano.
Comunicato stampa
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La storica Galleria Agostiniana che da sempre fa da cornice ai grandi mostre a partire dal 6 febbraio p.v. sarà la location di una splendida collettiva dal titolo “Dalla Laguna Vacanza romana”. La mostra organizzata dall'Associazione Le Venezie, sotto la guida della Dottoressa Luigina Bortolatto, ospiterà le opere degli artisti di Paolo Ferretton, Marisa Gramola, Walter Marin, Ilario Padovan, Vittorio Schweiger, Bruno Zago i quali avranno varie tematiche dal sacro all'umano.
Così scrive la Bortolatto: “All'inizio di un nuovo anno che ha visto concludersi in Laguna il 2009 con la chiusura della 53^ Biennale Internazionale d'Arte (ambiziosa di restituire il controllo dello sguardo), la riapertura di Palazzo Grassi, l'inaugurazione di Punta Dogana e del Museo Vedova, un gruppo di artisti porta a Roma (in vacanza?) una fabbrica di segni. Parlano di futuro raccontando ansie e visioni per far comprendere parte del presente e intravedere quello che saremo. La personalità di ogni protagonista si esprime in maniere passionali, interpreti di angoscia, di tensione, di inquietudine e di speranza. Dalla pittura dipinta all'impiego della fotografia attraverso la computergrafica, i linguaggi scorrono nei versanti complementari dell'astrazione e della figurazione. L'estetica del colore e i simboli, individuati quale legame nascosto tra immanenza e trascendenza, presiedono l'esperienza emozionale e spirituale della realtà. Nei saggi di Paolo Ferretton la valutazione critica della società contemporanea assume poetici inganni di rimando a un altrove, sottile, ironico e pungente. Tra enormi superfici oscure (solennità di spazi memori del passato o luoghi ignoti del futuro?) Marisa Gramola imposta virtuosismi illuministici di suggestivi momenti drammatici con tecnica raffinatissima. L'emozionante passione per il blues conduce Walter Marin a individuarne i compositori attraverso folgoranti improvvisazioni di forma e di colore, com'è l'andamento costitutivo del jazz. Precise esigenze compositive costruite su variazioni minime sono il risultato di semplificazione radicale e schematizzazione dell'immagine di Ilario Padovan, che, da esperienze iniziali riguardanti l'oggetto, scavalca ogni riferimento naturalistico. Lo stile possente di Vittorio Schweiger, reso possibile da una democratizzazione della lingua artistica, avvia a una rivoluzione espressiva che introduce la luce del quotidiano. I personaggi senza volto sono anonimi attori del teatro dell'esistere sofferenti, deboli, indignati ma caparbiamente umani. Bruno Zago persegue un ideale di armonia con la verifica di accordi cromatici, proporzioni e influssi reciproci fra le parti diverse dell'opera spalancando lo spazio al particolare o all'orizzonte sconfinato. Attraverso artifici comunicativi grafici e pittorici ogni opera, intesa come presentazione indipendente, è tuttavia legata alle trasformazioni del mondo contemporaneo da infinite corrispondenze culturali e percettive. In un'epoca di disattenzione, i nuovi futuristi, insistono sul concetto di interazione sociale attraverso la proposta dell'opera a colloquio con altre arti. L'opera da chiusa si fa aperta, da oggetto statico passa al processo dinamico, dalla fruizione contemplativa transita nella partecipazione attiva. Il suono e i frutti della terra rompono il muro dell'afasia...”
All'inaugurazione della mostra: Note di colori, intervento musicale di Stefania Salvador, pianoforte e voce; Annotazioni gastronomiche, assaggi di prodotti della Marca trevigiana presentati da Bruno Termite.
Così scrive la Bortolatto: “All'inizio di un nuovo anno che ha visto concludersi in Laguna il 2009 con la chiusura della 53^ Biennale Internazionale d'Arte (ambiziosa di restituire il controllo dello sguardo), la riapertura di Palazzo Grassi, l'inaugurazione di Punta Dogana e del Museo Vedova, un gruppo di artisti porta a Roma (in vacanza?) una fabbrica di segni. Parlano di futuro raccontando ansie e visioni per far comprendere parte del presente e intravedere quello che saremo. La personalità di ogni protagonista si esprime in maniere passionali, interpreti di angoscia, di tensione, di inquietudine e di speranza. Dalla pittura dipinta all'impiego della fotografia attraverso la computergrafica, i linguaggi scorrono nei versanti complementari dell'astrazione e della figurazione. L'estetica del colore e i simboli, individuati quale legame nascosto tra immanenza e trascendenza, presiedono l'esperienza emozionale e spirituale della realtà. Nei saggi di Paolo Ferretton la valutazione critica della società contemporanea assume poetici inganni di rimando a un altrove, sottile, ironico e pungente. Tra enormi superfici oscure (solennità di spazi memori del passato o luoghi ignoti del futuro?) Marisa Gramola imposta virtuosismi illuministici di suggestivi momenti drammatici con tecnica raffinatissima. L'emozionante passione per il blues conduce Walter Marin a individuarne i compositori attraverso folgoranti improvvisazioni di forma e di colore, com'è l'andamento costitutivo del jazz. Precise esigenze compositive costruite su variazioni minime sono il risultato di semplificazione radicale e schematizzazione dell'immagine di Ilario Padovan, che, da esperienze iniziali riguardanti l'oggetto, scavalca ogni riferimento naturalistico. Lo stile possente di Vittorio Schweiger, reso possibile da una democratizzazione della lingua artistica, avvia a una rivoluzione espressiva che introduce la luce del quotidiano. I personaggi senza volto sono anonimi attori del teatro dell'esistere sofferenti, deboli, indignati ma caparbiamente umani. Bruno Zago persegue un ideale di armonia con la verifica di accordi cromatici, proporzioni e influssi reciproci fra le parti diverse dell'opera spalancando lo spazio al particolare o all'orizzonte sconfinato. Attraverso artifici comunicativi grafici e pittorici ogni opera, intesa come presentazione indipendente, è tuttavia legata alle trasformazioni del mondo contemporaneo da infinite corrispondenze culturali e percettive. In un'epoca di disattenzione, i nuovi futuristi, insistono sul concetto di interazione sociale attraverso la proposta dell'opera a colloquio con altre arti. L'opera da chiusa si fa aperta, da oggetto statico passa al processo dinamico, dalla fruizione contemplativa transita nella partecipazione attiva. Il suono e i frutti della terra rompono il muro dell'afasia...”
All'inaugurazione della mostra: Note di colori, intervento musicale di Stefania Salvador, pianoforte e voce; Annotazioni gastronomiche, assaggi di prodotti della Marca trevigiana presentati da Bruno Termite.
06
febbraio 2010
Dalla Laguna vacanza romana
Dal 06 febbraio al 07 marzo 2010
arte contemporanea
Location
COMPLESSO DI SANTA MARIA DEL POPOLO
Roma, Piazza Del Popolo, 12, (Roma)
Roma, Piazza Del Popolo, 12, (Roma)
Orario di apertura
Dal martedì alla domenica 10-18
Autore