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Dallo splendore alle incertezze 1910-1950. Storie da una collezione privata
Dall’incontro del MuSa con un’importante Collezione privata del territorio, nasce la mostra, che espone una selezione di oltre cinquanta opere realizzate da alcuni dei maggiori esponenti della storia dell’arte della prima metà del 900.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dall’incontro del MuSa con un’importante Collezione privata del territorio, nasce la mostra Dallo splendore alle
incertezze 1910 | 1950 Storie da una collezione privata, che nell’ampio spazio al piano terra del museo civico salodiano
mette in mostra una selezione di oltre cinquanta opere realizzate da alcuni dei maggiori esponenti della storia dell’arte
della prima metà del Novecento.
La mostra, a cura di Federica Bolpagni, Lisa Cervigni e Anna Lisa Ghirardi, istituisce l’avvio di un più ampio progetto di
valorizzazione delle Raccolte private bresciane, costituendo un’occasione d’eccezione per accostarsi alla visione di un
patrimonio inedito, solitamente non accessibile al pubblico, attraverso esposizioni prettamente dedicate.
Il percorso trae avvio dalle atmosfere dominate dallo “splendore” tipico della Belle Époque, prima di approdare agli
scenari minati dalle “incertezze” dei periodi post bellici, i cui esiti contribuirono a spegnere gli entusiasmi iniziali.
Ascrivibile alla prima fase è la sala dedicata alla musica, all’interno della quale il Pianoforte viennese M. Schott,
appartenuto al compositore salodiano Marco Enrico Bossi (1861-1925), è il perno attorno al quale s’irradiano le tele di
Angelo Landi (Ritratto di Luciana Pantaleo, Violinista e Duetto al pianoforte), la Donna con mandolino di Cesare Monti
e Il violinista di Emilio Rizzi. Di Anselmo Bucci sono inoltre esposte lo Studio per “Il violoncellista Crepax” - che ritrae il
padre del fumettista Guido Crepax e del discografico Franco - e Odeon - una delle opere più significative del catalogo
dell’autore, che raffigura se stesso in compagnia di amici, tra i quali il pittore Leonardo Dudreville e lo scultore Enrico
Mazzolani, ad uno spettacolo ideale al teatro dell’Odéon di Parigi.
Lungo l’allestimento, condotto col doppio criterio cronologico e tematico, i fasti e la magnificenza del periodo sono
inoltre incarnati dai figure femminili di Gian Emilio Malerba (L’attesa), Giuseppe Renda (Ondina, una delle due sculture
in mostra insieme a Traguardo di Maria Chiaramonte Fornari), ancora Bucci (Juliette) e Landi (Ritratto di signora in
rosa), Josef Dobrowsky con Nudo o Koloman Moser, austriaco, tra i fondatori insieme a Gustav Klimt della Secessione
viennese, il cui Studio per Venere nella grotta è uno dei bozzetti preliminari del capolavoro conservato al Leopold
Museum di Vienna.
Il racconto di alcuni dei decenni più intensi della storia italiana prosegue con la fiducia nel progresso e la glorificazione
della guerra tipiche del periodo. Ne sono fulgido esempio Biplano e Trincea sul lago di Landi, S.t. (Guerriero) di Adriana
Bisi Fabbri e i Funerali dell’eroe di Bucci.
Legate all’Avanguardia futurista sono invece Composizione di Ardengo Soffici e Al caffè, nella quale Leonardo Dudrevilleritrae gli esponenti del gruppo. Al secondo Futurismo è invece ascrivibile Ellisse di una lucciola di Gerardo Dottori. Nelle opere tra gli anni Venti e Trenta si rintraccia il superamento del primo conflitto mondiale e l’auspicato “Ritorno all’Ordine” che ne conseguì, di cui il Gruppo Novecento – rappresentato in mostra da ben sei dei suoi sette fondatori - fu uno dei primi e maggiori sostenitori. Sono presenti opere di Mario Sironi, Leonardo Dudreville, Anselmo Bucci, Gian Emilio Malerba (Pegli), Pietro Marussig (Natura Morta) e Ubaldo Oppi (Nudo alla finestra).
L’influsso novecentista si fa sentire anche in altri autori: alcuni intrecciano il loro iter espositivo con la storia del
Novecento italiano - come Mario Tozzi, Felice Casorati e Cesare Monti - altri ne raccolgono l’influenza, come Silvio
Consadori e il Realismo Magico di Cagnaccio di San Pietro (Figura di fanciulla) e Monti (Figura).
Il filone della natura morta è rappresentato dalle opere di Atanasio Soldati, Cagnaccio di San Pietro, Marussig e Mario
Tozzi.
Gli anni Trenta e Quaranta segnati dall’avvento del Fascismo sono narrati attraverso le opere di artisti invisi o, viceversa, supportati dal Regime. Tra queste: cinque carte di Sironi, di cui gli emblematici Grande studio per la figura femminile con libro e moschetto e lo Studio per cavallo e composizione dell’affresco Dux nel Sacrario della Casa Madre dei Mutilati di guerra a Roma. Dei medesimi anni è Seconda Cronaca del tempo (frammento) di Corrado Cagli, parte del Ciclo Cronache del tempo, realizzato a decorazione della Sala della Rotonda per la II^ Quadriennale del 1935.
Emblema di tutte le incertezze racchiuse nel titolo, il Dono Americano di Bucci, con le sue coloratissime latte americane dipinte sullo sfondo di una desolata e bombardata Milano, chiude con amara ironia l’intera mostra.
Lungo tutta la mostra, accanto alla narrazione per immagini dei grandi avvenimenti della Storia nazionale, s’intrecciano
storie di vita, aneddoti e curiosità su autori, luoghi e soggetti ritratti, emersi durante gli studi condotti per l’occasione
espositiva e in essa per la prima volta raccontati al grande pubblico grazie ai pannelli che completano il percorso di
visita.
AUTORI IN MOSTRA
ADRIANA BISI FABBRI ANSELMO BUCCI CORRADO CAGLI CAGNACCIO DI SAN PIETRO FELICE CASORATI MARIA
CHIAROMONTE FORNARI SILVIO CONSADORI JOSEF DOBROWSKY GERARDO DOTTORI LEONARDO DUDREVILLE
ANGELO LANDI UMBERTO LILLONI GIAN EMILIO MALERBA PIERO MARUSSIG CESARE MONTI KOLOMAN MOSER
UBALDO OPPI GIUSEPPE RENDA EMILIO RIZZI MARIO SIRONI ARDENGO SOFFICI ATANASIO SOLDATI MARIO TOZZI
MuSa - MUSEO DI SALÒ
Aperto al pubblico dal 2015, iI MuSa - Museo di Salò sorge negli spazi di quello che fu il monastero di Santa Giustina,
edificato a partire dal XVI secolo per ospitare l’Ordine dei Padri Somaschi. Locali, corridoi, chiostri e soppalchi vista lago
sospesi sull’aula dell’originaria chiesa, sono stati oggetto di un attento restauro architettonico al fine di ospitare le
collezioni attualmente esposte, dedicate non solo alla storia, alla storia dell’arte e all’archeologia, ma anche alla
scienza e alla tecnica. Situato nel centro storico di Salò, in posizione dominante e a pochi passi dal lago, oggi il MuSa
racconta la storia della città di Salò e del suo territorio dall’età romana, con la sezione archeologica, all'epoca
contemporanea della Civica Raccolta del Disegno di Salò, passando per i secoli della dominazione veneziana e per sezioni
scientifiche come quella dedicata all'Osservatorio Meteo Sismico e alla Collezione anatomica del dottor Giovan Battista
Rini. Dal 2023 ospita la sezione dedicata ai seicento giorni della Repubblica Sociale Italiana, intitolata L'Ultimo Fascismo (1943 - 1945).
INGRESSO E ORARI
23 marzo - 31 maggio da venerdì a domenica h 10-18
1° giugno - 30 settembre da martedì a domenica h 10-20
1° - 31 ottobre da martedì a domenica h 10 - 18
APERTURE STRAORDINARIE
12 agosto, 4 novembre
INGRESSO
Intero 9 € - Ridotto 7 € - Ridotto ragazzi 5 € - Gruppo 15-35 persone 7 € - Scuole 5 €
Elenco completo riduzioni e categorie esentate dal pagamento: www.museodisalo.it
PRENOTAZIONI
0365 20553 | info@museodisalo.it
Prenotazioni gruppi: info@museodisalo.it | 3389336451
CATALOGO
Edizioni Compagnia della stampa (2024 - €25)
UFFICIO STAMPA:
Bianca Martinelli I BIANCA etc.
Mobile 349.0863743 - Email info@biancaetc.it
incertezze 1910 | 1950 Storie da una collezione privata, che nell’ampio spazio al piano terra del museo civico salodiano
mette in mostra una selezione di oltre cinquanta opere realizzate da alcuni dei maggiori esponenti della storia dell’arte
della prima metà del Novecento.
La mostra, a cura di Federica Bolpagni, Lisa Cervigni e Anna Lisa Ghirardi, istituisce l’avvio di un più ampio progetto di
valorizzazione delle Raccolte private bresciane, costituendo un’occasione d’eccezione per accostarsi alla visione di un
patrimonio inedito, solitamente non accessibile al pubblico, attraverso esposizioni prettamente dedicate.
Il percorso trae avvio dalle atmosfere dominate dallo “splendore” tipico della Belle Époque, prima di approdare agli
scenari minati dalle “incertezze” dei periodi post bellici, i cui esiti contribuirono a spegnere gli entusiasmi iniziali.
Ascrivibile alla prima fase è la sala dedicata alla musica, all’interno della quale il Pianoforte viennese M. Schott,
appartenuto al compositore salodiano Marco Enrico Bossi (1861-1925), è il perno attorno al quale s’irradiano le tele di
Angelo Landi (Ritratto di Luciana Pantaleo, Violinista e Duetto al pianoforte), la Donna con mandolino di Cesare Monti
e Il violinista di Emilio Rizzi. Di Anselmo Bucci sono inoltre esposte lo Studio per “Il violoncellista Crepax” - che ritrae il
padre del fumettista Guido Crepax e del discografico Franco - e Odeon - una delle opere più significative del catalogo
dell’autore, che raffigura se stesso in compagnia di amici, tra i quali il pittore Leonardo Dudreville e lo scultore Enrico
Mazzolani, ad uno spettacolo ideale al teatro dell’Odéon di Parigi.
Lungo l’allestimento, condotto col doppio criterio cronologico e tematico, i fasti e la magnificenza del periodo sono
inoltre incarnati dai figure femminili di Gian Emilio Malerba (L’attesa), Giuseppe Renda (Ondina, una delle due sculture
in mostra insieme a Traguardo di Maria Chiaramonte Fornari), ancora Bucci (Juliette) e Landi (Ritratto di signora in
rosa), Josef Dobrowsky con Nudo o Koloman Moser, austriaco, tra i fondatori insieme a Gustav Klimt della Secessione
viennese, il cui Studio per Venere nella grotta è uno dei bozzetti preliminari del capolavoro conservato al Leopold
Museum di Vienna.
Il racconto di alcuni dei decenni più intensi della storia italiana prosegue con la fiducia nel progresso e la glorificazione
della guerra tipiche del periodo. Ne sono fulgido esempio Biplano e Trincea sul lago di Landi, S.t. (Guerriero) di Adriana
Bisi Fabbri e i Funerali dell’eroe di Bucci.
Legate all’Avanguardia futurista sono invece Composizione di Ardengo Soffici e Al caffè, nella quale Leonardo Dudrevilleritrae gli esponenti del gruppo. Al secondo Futurismo è invece ascrivibile Ellisse di una lucciola di Gerardo Dottori. Nelle opere tra gli anni Venti e Trenta si rintraccia il superamento del primo conflitto mondiale e l’auspicato “Ritorno all’Ordine” che ne conseguì, di cui il Gruppo Novecento – rappresentato in mostra da ben sei dei suoi sette fondatori - fu uno dei primi e maggiori sostenitori. Sono presenti opere di Mario Sironi, Leonardo Dudreville, Anselmo Bucci, Gian Emilio Malerba (Pegli), Pietro Marussig (Natura Morta) e Ubaldo Oppi (Nudo alla finestra).
L’influsso novecentista si fa sentire anche in altri autori: alcuni intrecciano il loro iter espositivo con la storia del
Novecento italiano - come Mario Tozzi, Felice Casorati e Cesare Monti - altri ne raccolgono l’influenza, come Silvio
Consadori e il Realismo Magico di Cagnaccio di San Pietro (Figura di fanciulla) e Monti (Figura).
Il filone della natura morta è rappresentato dalle opere di Atanasio Soldati, Cagnaccio di San Pietro, Marussig e Mario
Tozzi.
Gli anni Trenta e Quaranta segnati dall’avvento del Fascismo sono narrati attraverso le opere di artisti invisi o, viceversa, supportati dal Regime. Tra queste: cinque carte di Sironi, di cui gli emblematici Grande studio per la figura femminile con libro e moschetto e lo Studio per cavallo e composizione dell’affresco Dux nel Sacrario della Casa Madre dei Mutilati di guerra a Roma. Dei medesimi anni è Seconda Cronaca del tempo (frammento) di Corrado Cagli, parte del Ciclo Cronache del tempo, realizzato a decorazione della Sala della Rotonda per la II^ Quadriennale del 1935.
Emblema di tutte le incertezze racchiuse nel titolo, il Dono Americano di Bucci, con le sue coloratissime latte americane dipinte sullo sfondo di una desolata e bombardata Milano, chiude con amara ironia l’intera mostra.
Lungo tutta la mostra, accanto alla narrazione per immagini dei grandi avvenimenti della Storia nazionale, s’intrecciano
storie di vita, aneddoti e curiosità su autori, luoghi e soggetti ritratti, emersi durante gli studi condotti per l’occasione
espositiva e in essa per la prima volta raccontati al grande pubblico grazie ai pannelli che completano il percorso di
visita.
AUTORI IN MOSTRA
ADRIANA BISI FABBRI ANSELMO BUCCI CORRADO CAGLI CAGNACCIO DI SAN PIETRO FELICE CASORATI MARIA
CHIAROMONTE FORNARI SILVIO CONSADORI JOSEF DOBROWSKY GERARDO DOTTORI LEONARDO DUDREVILLE
ANGELO LANDI UMBERTO LILLONI GIAN EMILIO MALERBA PIERO MARUSSIG CESARE MONTI KOLOMAN MOSER
UBALDO OPPI GIUSEPPE RENDA EMILIO RIZZI MARIO SIRONI ARDENGO SOFFICI ATANASIO SOLDATI MARIO TOZZI
MuSa - MUSEO DI SALÒ
Aperto al pubblico dal 2015, iI MuSa - Museo di Salò sorge negli spazi di quello che fu il monastero di Santa Giustina,
edificato a partire dal XVI secolo per ospitare l’Ordine dei Padri Somaschi. Locali, corridoi, chiostri e soppalchi vista lago
sospesi sull’aula dell’originaria chiesa, sono stati oggetto di un attento restauro architettonico al fine di ospitare le
collezioni attualmente esposte, dedicate non solo alla storia, alla storia dell’arte e all’archeologia, ma anche alla
scienza e alla tecnica. Situato nel centro storico di Salò, in posizione dominante e a pochi passi dal lago, oggi il MuSa
racconta la storia della città di Salò e del suo territorio dall’età romana, con la sezione archeologica, all'epoca
contemporanea della Civica Raccolta del Disegno di Salò, passando per i secoli della dominazione veneziana e per sezioni
scientifiche come quella dedicata all'Osservatorio Meteo Sismico e alla Collezione anatomica del dottor Giovan Battista
Rini. Dal 2023 ospita la sezione dedicata ai seicento giorni della Repubblica Sociale Italiana, intitolata L'Ultimo Fascismo (1943 - 1945).
INGRESSO E ORARI
23 marzo - 31 maggio da venerdì a domenica h 10-18
1° giugno - 30 settembre da martedì a domenica h 10-20
1° - 31 ottobre da martedì a domenica h 10 - 18
APERTURE STRAORDINARIE
12 agosto, 4 novembre
INGRESSO
Intero 9 € - Ridotto 7 € - Ridotto ragazzi 5 € - Gruppo 15-35 persone 7 € - Scuole 5 €
Elenco completo riduzioni e categorie esentate dal pagamento: www.museodisalo.it
PRENOTAZIONI
0365 20553 | info@museodisalo.it
Prenotazioni gruppi: info@museodisalo.it | 3389336451
CATALOGO
Edizioni Compagnia della stampa (2024 - €25)
UFFICIO STAMPA:
Bianca Martinelli I BIANCA etc.
Mobile 349.0863743 - Email info@biancaetc.it
18
maggio 2024
Dallo splendore alle incertezze 1910-1950. Storie da una collezione privata
Dal 18 maggio all'otto settembre 2024
altro
Location
MuSa Museo di Salò
Salò, Via Brunati, 9, (BS)
Salò, Via Brunati, 9, (BS)
Biglietti
9 euro biglietto intero
7 euro biglietto ridotto ( over 65, convenzioni, abbonamenti)
5 euro biglietto ridotto under 18
Orario di apertura
Dal 18 maggio al 31 maggio dal venerdì alla domenica dalle ore 10 alle ore 18
Dal 1 giugno al 8 settembre dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 20
Ufficio stampa
Bianca Martinelli I BIANCA etc.
Autore
Curatore
Patrocini