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Dall’ukiyo-e alla shin-hanga. Tre secoli di xilografie giapponesi
Si chiama ukiyo-e, letteralmente ‘pitture del mondo fluttuante’, quell’affascinante forma d’arte giapponese che comprende le stampe, o meglio le xilografie, prodotte in Giappone tra il 1650 e il 1900. Le shin-hanga, o ‘nuove stampe’, sono invece quelle realizzate nel XX secolo, rivisitando le tecniche tradizionali.
Un’ottantina di esempi di queste forme d’arte, tra cui quelle di autori notissimi come Kiyonaga, Hokusai e Hiroshige, costituiscono la mostra.
Con le sue circa 400 opere, la collezione che Giuliano Bernati iniziò venticinque anni fa è una delle più ricche e significative in Italia per quanto riguarda l’arte estremo-orientale. “Quando cominciai – racconta Bernati – era mio desiderio arrivare ad avere una collezione il più completa possibile su questa forma di arte giapponese, partendo dalle prime stampe monocrome fino alle produzioni contemporanee”. Giuliano Bernati è riuscito nel suo intento, tanto che oggi la sua collezione comprende le opere di quasi tutti i più importanti autori giapponesi, talvolta con esemplari molto rari. La mostra, a cura del Centro Studi d’Arte estremo-orientale, si tiene presso l’Ateneo bolognese in quanto la collezione è destinata in futuro ad entrare interamente a far parte del patrimonio artistico dell’Università di Bologna che si troverà così a possedere la raccolta di arte estremo-orientale più vasta che una università italiana abbia mai posseduto.
Dall’ukiyo-e alla shin-hanga. Tre secoli di xilografie giapponesi
Bologna, Via Zamboni, 33, (Bologna)